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Autore: losermind_x    15/02/2014    3 recensioni
Sid e i suoi fratelli si trasferiscono da Half Moon Bay ad Huntington Beach per colpa del lavoro dei loro genitori, qui incontreranno tre ragazzi particolarmente conosciuti. Riusciranno, grazie a questi, a dimenticare casa e ad andare avanti con la loro vita? *sospesa: causa abbandono della band da parte di Drew*
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Drew Chadwick, Keaton Stromberg, Nuovo personaggio, Wesley Stromberg
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Scusatemi per il madornale ritardo. Ecco a voi il capitolo. Ci risentiamo in fondo alla pagina.


 



Chapter II



Esco da casa sbattendo il portone.

Hanno anche il coraggio di accusarmi quando loro hanno fatto la stessa cosa con me.

Che ipocriti.

Devo cercare di calmarmi altrimenti potrei picchiare qualcuno.

Posso andare dove voglio, tanto non mi seguiranno, e, in più, papà gli ha detto di lasciarmi da sola.

Non si fida a lasciarmi andare da sola, ma sa che, se mi farà seguire, non risponderò delle mie azioni, e anche che non mi allontanerò di molto.

Sono solo due giorni che sono a Huntington Beach, non conosco nessun posto a parte il pub dove siamo andati la prima sera, quindi decido di andare lì.

Mentre cammino sul lungomare mi sento tremendamente triste. Ho litigato con il mio gemello, cosa che non succede praticamente mai. E questa volta è per un motivo serio. Ma certamente non sarò io la prima a mollare, deve essere lui a scusarsi stavolta.

Il cellulare inizia a squillare. È papà. Vorrà sicuramente sapere se sto bene e se nessuno ha cercato di derubarmi. E sono passati solo dieci minuti da quando sono uscita di casa.

- Pa’, sto bene, nessuno mi ha violentato o ha cercato di rapirmi, quindi sta tranquillo. –
- Io… -
- Sei preoccupato, ma non devi. Sto solo passeggiando in spiaggia, tornerò presto. Te lo prometto. –
- Sid, sono Lance. –
- Che cosa vuoi Laurence? –
- Oh andiamo, non fare così. –
- Fare come scusa? –
- Come se avessi ragione, perché, notizia flash, non ce l’hai… -
- Nemmeno Mitchell. –
- No, hai ragione, nemmeno Mitch, ma sei tu quella che se n’è andata come una furia. Dai, dimmi dove sei così vengo a prenderti. –
- Non ho bisogno del tuo aiuto, Laurence. Dì a papà che torno presto e di non preoccuparsi. –
- Lo farò ma ora dimmi dove sei. –
- Senti, hai deciso di stare dalla parte di Mitchell, e ora rimanici, posso farcela anche da sola. –
- Con questa chiamata sto rischiando di mettermi contro i miei fratelli, quindi ora dimmi dove cazzo sei finita che vengo a prenderti. –
- Anch’io sono tua sorella, coglione. –
- Sai che non intendevo qu… -

Idiota. Ho dei fratelli decisamente idioti.

Quando attacco il telefono mi ritrovo davanti al pub. Spingo la porta d’ingresso e subito la musica si riversa all’esterno. Deve essere uno di quei pub dove suonano le band emergenti, anche se questa canzone mi è parecchio familiare. Mi avvicino al bancone e ordino un thè. Fortuna che ho portato il portafoglio con me. La cameriera, quella che mi ha servito la prima volta, mi porge il thè e si allontana per andare a prendere un ordine. Decido di sedermi e godermi la musica, quando mi accorgo di star cantando la canzone che rimbomba nel locale. Mi sento realizzata quando capisco che canzone è, e chi è a cantarla. Gli Emblem3 sono sul piccolo palco del locale e stanno suonando Tequila Sunrise, una delle loro prime canzoni. Prima di xFactor e prima del successo. Quando le loro canzoni contenevano tutto il loro sound.

Mi emoziona vederli da così vicino. Sono stata a molti live, ma questa è una cosa molto più intima. Suonano la loro musica, e lo fanno come dei normalissimi ragazzi. Non si sono montati la testa, e questo mi piace.

Cambiano canzone. Riptide è la canzone che più adoro.

Finisco la mia tazza di thè, la prima di una lunga lista. Quando sono alla quarta tazza, i ragazzi si prendono una pausa. Keaton e Drew stanno sistemando gli strumenti quando alcune ragazze li fermano per complimentarsi e civettare. Wesley invece è riuscito a sfuggirgli e sta venendo verso il bancone, di conseguenza mi vedrà e dovrò spiegargli perché non sono insieme a quelle palle al piede dei miei fratelli, e non ne ho minimamente voglia. In più, ogni volta che gli parlo, mi comporto come un’idiota.

“Una limonata ghiacciata, per favore” dice, dopodiché si mette a chiacchierare con un tipo vicino a lui che deve essersi complimentato per la performance. Di fatto sta che Wes non mi ha notato.

“Un thè, grazie” dico alla cameriera, poggiando la tazza vuota sul bancone.

“Sei strana” mi dice la bionda, “solitamente la gente affoga i suoi dispiaceri nell’alcool, tu lo fai nel thè”

“Mi piace il thè, è forse un crimine…”

“Deve piacerti parecchio per berne quattro tazze di fila”

“Non mi drogo, non fumo, avrò diritto a un vizio? Quindi dammi la mia benedetta quinta tazza e non parliamone più”

“Ha ragione, sei strana” dice Wes girandosi verso di me e indicando la cameriera.

“Nessuno ha chiesto un tuo parere”

“Vero, ma sai, a me piacciono le cose strane, forse perché sono un po’ strano anch’io” mi risponde alzando le spalle. “Conosco una ragazza e devo dire che è una tipa piuttosto strana” lo guardo in modo scettico, “no, fammi finire. Questa ragazza, oh, pensavo fosse una piuttosto forte, e lo è, solo che è anche molto lunatica, e fragile” dice fissandomi. Ho abbassato la testa perché non riesco a reggere il suo sguardo. “E timida…” alzo di colpo la testa. Credo di aver capito di chi sta parlando. “In pratica fa la sbruffona un minuto sì, e l’altro pure…”

“Io non faccio la sbruffona”

“Chi ha detto che sto parlando di te. Comunque, questa ragazza sembra abbastanza sicura delle sue capacità, ma se la si guarda meglio, ci si accorge che è tutto, tranne che sicura di se stessa. Magari non sopporta essere trattata come una ragazzina, anche se lo è, non sopporta essere controllata ogni momento, o più semplicemente non sopporta chi la controlla, non sopporta nemmeno se stessa, il suo corpo, il suo viso, i suoi capelli. Poi arrivano due stronzi qualunque che la infastidiscono e lei tira fuori le unghie. Ad un certo punto non è più la ragazza timida e fragile. La ragazza si trasforma. Tira fuori le palle e dà il ben servito ai due. La ragazza è forte. Non ha bisogno di qualcuno che la controlli ogni istante. Non ha bisogno di qualcuno che gli dica di aver sbagliato, ma di qualcuno che l’aiuti a rimediare all’errore commesso. Non ha bisogno dei suoi fratelli come guardie del corpo, ha bisogno dei suoi fratelli e basta. La ragazza vuole vivere. E sai che c’è? se lei me lo permetterà, l’aiuterò a vivere”

“Che intendi per vivere?”

“Davvero tutto quello che hai afferrato è stato quello?”

“Certo che no. Sai, potresti tipo respirare tra una parola e l’altra, però, davvero, che intendi?”

“Per iniziare, sei mai stata su una moto?” mi chiede, scuoto il capo in modo affermativo. “Okay, riformulo la domanda. Hai mai guidato una moto?” questa volta nego. “Bè, stasera lo farai”

“Visto che parlavi di me alla fine”

“Sbruffona”

“Io non…okay, dov’è questa famigerata moto?”

“Seguimi” dice allungando la mano, vuole che gliela prenda. “Offro io” pronuncia quando sto per mettere mano al portafoglio, “fortuna che sono cinque tazze di thè, e non cinque bicchieri di whiskey”

“Ehi, sono una brava ragazza, io”

“Dicono tutte così” dice prendendomi la mano. Mi trascina fin sotto il palco. Deve avvisare i ragazzi che usciamo dal locale.

“Sid-cake, come mai qui?” esordisce Drew abbracciandomi.

“Già, perché sei qui?” chiede Wes, deve essersi accorto che non me l’ha chiesto.

“Ma se è qui con te come fai a non saperlo?” gli domanda Drew.

“Non gliel’ho chiesto” dice Wes grattandosi la testa.

“Cretino” lo appella Keaton.

“Non trattarmi male, coglione” risponde Wes dando uno scappellotto dietro la testa a Keaton.

“Io almeno non meno, idiota”

“Stronzo”

“Deficiente”

“Testa di cazzo”

“Imbecille”

“Quanto amore fraterno, eh?!” se la ride Drew.

“Non è giusto” dico.

“Cosa?” chiede Keaton. Wes alza un sopracciglio.

“Cosa? Wesley ti insulta, tu, invece, anche quando lo prendi a parolacce, lo fai in modo gentile. Non la vedo una cosa equa”

“Intendi dire perché non gli dico cose come coglione o bastardo? Diciamo pure che Wes è il maggiore e che non voglio rischiare di andare al pronto soccorso” dice sorridendo, “la versione ufficiale è che non saprebbe come rispondermi” mi sussurra all’orecchio. Ridacchio.

“Che ti ha detto? Che gli hai detto?” ci chiede Wes. Alziamo entrambi le spalle.

“Cose private” dico facendo l’occhiolino a Keaton.

“Vabbè, ero venuto ad avvisarvi che noi usciamo”

“Uh, e dove andate?” chiede Keaton ammiccando.

“Andiamo solamente a fare un giro in moto. E non guardatemi in quel modo, è la verità” risponde Wes. Dopodiché mi trascina fuori dal locale mentre grido ai ragazzi che hanno suonato benissimo.

“Potevi aspettare altre cinque secondi però”

“Che dovevi fare?” dice Wes stizzito.

“Volevo salutare i ragazzi e magari complimentarmi con loro, ma te devi essere sempre al centro dell’attenzione vero?!”

“Non è vero”

“Oh si, che è vero. Egocentrico”

“Pft…andiamo va”

Mi mostra la moto. È una Yamaha R6 completamente nera. È un vero sogno. Indosso il casco ma non riesco ad allacciarlo.

“Dai, lascia fare a me” Wesley si offre di aiutarmi. La sua espressione concentrata è così buffa che non posso far a meno di ridere. “Mi trovi divertente eh”

“Sei buffo” ammetto.

“Perché ancora non ti sei vista” mi prende in giro lui.

“Non è bello prendere in giro una povera ragazza indifesa”

“Tu, una povera ragazza indifesa? Ma fammi il piacere” dice indossando il casco.

“Dove andiamo?” chiedo.

“Non lo so, dove vuoi tu”

“Ricordi, non conosco il posto”

“Vero, allora che ne dici di andare al parco naturale?”

“Basta che mi dici la strada” dico salendo sulla moto.

“Esci dal parcheggio, gira a sinistra, la prima a destra e poi vai sempre dritta” dice gesticolando.

“Chiaro. Ora, vuoi salire o resti qui?” gli chiedo vedendolo ancora in piedi accanto alla moto. Alle mie parole si rianima e sale sulla moto. Mi fa vedere come devo mettere le mani sul manubrio, mi dice come decelerare e accelerare, e come frenare. Accende le luci anteriori e inserisce le chiavi.

“Ora, quando ti dico di sgasare, fallo, altrimenti la moto non partirà”

“Non l’avrò mai guidata, ma so come si accende una moto”

“Sbruffona” dice, dopodiché mi sorride. Fa forza sul cavalletto mentre io do gas. La moto si accende in un rombo potente. Inizio ad uscire dal parcheggio.

“Guarda che puoi anche tenerti, non ti farò male”

“Preferisco tenermi al sellino, non si sa mai qualcuno potrebbe piangere la mia morte”

“Egocentrico” dico. Non sento cosa mi risponde. Inizio ad accelerare. Al momento di girare sulla destra, mi piego in dentro, di conseguenza la moto si piega con me. Rischio di perdere l’equilibrio della moto perché Wesley non stringe abbastanza le ginocchia. Passata la curva mi raddrizzo e vado a tutta birra verso il parco naturale. Wesley è così sorpreso che stringe le ginocchia attorno alla moto e mi si aggrappa alla vita.

“Se corri così finiremo contro un muro” dice agitato.

“Calmo Stromberg, non ti succederà nulla”

“Avrei i miei dubbi” dice. Scoppio a ridere. Guidare mi ha sempre appassionato. Wesley mi indica un cartello. Siamo arrivati. Seguo la freccia e mi ritrovo in un parcheggio. Spengo la moto, aspetto che Wes scenda e poi scendo anch’io.

“Ah, finalmente” sospiro mentre mi tolgo il casco.

“Prima volta in moto eh?!” dice alzando un sopracciglio con sguardo indagatore.

“Lance mi ha passato la sua vecchia moto, ho forse dimenticato di dirtelo?” dico sorridendo. Al contrario di quello che pensavo, ci sono molte persone che passeggiano qui a quest’ora. Quando sto per varcare l’ingresso del parco Wesley mi ferma.

“Non qui” dice prendendomi per il polso. Mi trascina verso un sentiero secondario. “Ci venivo sempre da piccolo con Drew e Keaton. Abbiamo il nostro posto segreto, quindi ora dovrò bendarti…”

“Non ci penso nemmeno a farmi accecare”

“Sarà per poco”

“Nah, non se ne parla”

“Se scopri come arrivare al rifugio poi dovrò ucciderti”

“Correrò il rischio”

“Facciamo che chiudi gli occhi finché non te lo dico io”

“Se qualcosa però non mi torna li riapro”

“Aggiudicato” dice stringendomi la mano per sigillare il ‘patto’. Chiudo gli occhi e mi affido a Wesley, che mi ha fatto poggiare la mano sulla sua spalla, in modo da non perderlo.

“Siamo arrivati. Visto, non è stato così tragico”

“Una guida un po’ silenziosa, ma non mi lamento” dico iniziando a guardarmi intorno. Credo che la mia faccia sia alquanto idiota in questo momento, ma non posso far a meno di rimanere a bocca aperta davanti a questo spettacolo. “Questo posto è stupendo”

“Come chi l’ha scoperto” mi sbeffeggia Wes.

“Egocentrico” dico rifilandogli una gomitata e una linguaccia.

“Vieni. Sediamoci” Wesley si siede su una roccia piatta al centro della piccola radura, e mi fa cenno di sedermi accanto a lui.

“Wow”

“Già. Allora, come mai i segugi non sono con te? Sei scappata?”

“Abbiamo litigato e sono uscita per non ucciderli”

“Uh, e di cosa si tratta? Se posso sapere”

“Università” ammetto.

“Avete litigato per l’università?” chiede Wes confuso.

“Già. In pratica i gemelli studiano business e ingegneria alla California State University…”

“Quella a Long Beach?”

“Sì, quella”

“Mentre te e Mitch?”

“Mitch è stato preso alla Yale”

“Cazzo, dev’essere un cervellone”

“E lo è. Vuole laurearsi in matematica applicata”

“Eppure non sembrate tipi molto studiosi, a parte Mitch, lui sembra un secchione” dice ridendo.

“Credimi è indescrivibile quanto poco secchione sia in realtà”

“Ancora non riesco a capire il motivo del vostro litigio però”

“Come se non bastasse il trasferimento di Mitch dall’altra parte del continente? Il problema è che immaginavo sarebbe accaduto, ma speravo che mio fratello me ne parlasse prima”

“Non lo sapevi?”

“Sapevo che avrebbe fatto domanda alle migliori università, ma non credevo fosse stato preso ad una che si trova così lontano da casa, senza neppure dirmelo. E in più mi ha accusato di aver fatto la stessa cosa con lui”

“E tu l’hai fatto? Come lui intendo”

“Si…no…cioè, forse l’ho fatto”

“Dai, parla”

“Ho fatto domanda alla Stanford University per studiare legge…”

“E?”

“E sono stata accettata”

“Ma è grandioso. Dobbiamo festeggiare”

“Non c’è nulla da festeggiare. Non ho detto niente a nessuno, l’ho tenuto per me. Forse sei la prima persona a cui lo dico esplicitamente”

“Quindi anche te l’hai tenuto segreto?”

“Esattamente. Ma la cosa che mi ferisce è il fatto che Mitch ne avesse già parlato con i gemelli, e a me lo abbia tenuto nascosto”

“Scusa se mi permetto, ma anche tu non glielo hai detto. Che ti aspettavi?”

“Senti non  ho certo bisogno di qualcun altro che mi dica che ho sbagliato. Mi sento già una merda di mio, non c’è bisogno che qualcuno me lo ricordi” dico alzandomi. Voglio tornarmene a casa.

“Ehi, dove vai? Resta, non volevo rigirare il coltello nella piaga. Mi sono espresso male” dice Wes, sembra dispiaciuto.

“No, non è vero. Ti sei espresso benissimo, ed hai ragione. Sai che c’è? Avete tutti ragione. Sono una menefreghista del cazzo. Penso solo a me stessa. Va bene così?” urlo a pieni polmoni.



Pov. Wesley

Vedo Sidney portarsi una mano al petto e respirare affannosamente. Piegarsi su se stessa e cadere sulle ginocchia.

Non so nemmeno come succede, ma in un battito di ciglia sono piegato al suo fianco per vedere cos’ha.

“Sidney!” urlo in preda al panico. “Sidney cos’hai? Ti prego parla”

Lei stringe la mano sul petto così forte che le nocche sembrano quelle di un fantasma.

“Il p-petto” sussurra senza fiato.

“Sta tranquilla. Ti prego. Ora chiamo i ragazzi” dico prendendo il cellullare.

“No, p-per fav-vore, no” dice prendendomi il polso.

“Come no? Stai male, e io non so che fare. Lascia che li chiami”

“Ti prego” mi supplica con gli occhi lucidi.

“Sid, se muori, io poi come lo spiego agli altri”

“Non m-morirò Wes. Mi è già successo. Passa” dice strascicando le parole.

“Io non ne sarei così sicuro. Ti prego lasciami chiamare un medico”

“Ehi, cosa succede qui?” dice una guardia forestale puntandoci contro una torcia.

“Grazie a Dio. La mia amica sta male, vi prego aiutatemi”

“Will abbiamo una ragazza che sta poco bene alla piccola radura infestata. Chiama un medico e corri qui” dice la guardia parlando ad un walkie talkie.

“Ricevuto. Arrivo il prima possibile” risponde il walkie talkie.

“Tu” dice puntandomi un dito contro, “aiutami a farla stendere a terra. Cosa ti fa male?” chiede.

“Il petto, dice che le fa male il petto” dico agitandomi.

“Avete assunto qualche droga? L’hai fatta bere? Cosa ci facevate qui?” la guardia forestale mi vomita addosso un mare di domande mentre le pratica il massaggio cardiaco.

“N-no, non abbiamo preso niente. Lei non beve. Eravamo venuti a fare solo una passeggiata. Lo giuro. Mi creda”

“Ti credo. Allora Will dove cazzo sei?” sbraita contro il walkie talkie.

“Sono qui” dice una voce alle nostre spalle. “Questo è l’unico medico in servizio a quest’ora”

“Buonasera, sono il dottor Fairmed, cos’è successo?” chiede un uomo brizzolato sulla cinquantina. Si toglie la giacca a vento e si piega su Sidney.

“Stavamo parlando quando ha iniziato a farle male il petto. Ha detto che le è successo già altre volte. Ha detto che poi passa”

“Allora…”

“Sidney” dico.

“Grazie. Allora Sidney, dimmi dove ti fa male di preciso. Sei mai andata ad un controllo?” chiede il dottore. Sidney fa no con la testa, e poi si indica il centro del petto. “Ti fa male altro? Il braccio, la schiena, dolori addominali?” Sidney nega di nuovo.

“Cosa vuol dire?”

“Vuol dire che la tua ragazza non ha avuto un infarto, ma che in futuro potrebbe averlo se non si fa vedere da qualcuno. Prendi questa, è nitroglicerina” dice dandole una pillolina bianca.

“Noi non…”

“Andiamo sappiamo tutti come vanno queste cose. Passeggiata romantica al chiaro di luna nel parco, un bacio qua e uno là. Volevate passare una notte fuori da soli. Non siete né i primi né gli ultimi” dice il dottore ammiccando.

Credo di essere diventato bordò. Sidney inizia a ridacchiare.

“Vedo che stai meglio. Farsi beffe del proprio ragazzo è sempre uno spasso”

“Già, lo è” dice Sidney facendomi l’occhiolino. L’aiuto ad alzarsi.

“Non prendermi in giro. Mi hai fatto morire d’infarto” ammetto.

“Oh, direi che non c’è pericolo. Per quanto riguarda te, Sidney, devi farti visitare. Che ne dici di venirmi a trovare in studio uno di questi giorni?”

“Non credo serva”

“Fa come credi. Io ti lascio comunque il mio numero. Vieni quando te la senti. È stato un piacere aiutarvi” si piega a prendere la giacca da terra e se ne va.

“Grazie” dico rivolto al buio. Sidney mi da una gomitata.

“Per quanto riguarda l’allontanamento dal percorso principale vogliamo chiudere un occhio, ma che non si ripeta mai più” dice una delle guardie forestali.

“Assolutamente, mai più” prometto.

“Ora dovreste tornare” dicono.

“Oh, certo, grazie” dico ringraziandoli e trascinando Sidney verso il parcheggio.

“Oh, certo, grazie” mi fa il verso Sid una volta che siamo vicini alla moto.

“Non è divertente” sbuffo e salgo sulla moto.

“Grazie” si lascia scappare. Sale in moto e si mette il casco.

Per tutto il viaggio rimaniamo in silenzio. Sidney appoggia la testa contro la mia schiena e mi circonda il busto con le braccia.
Vado piano rispetto all’andata, non vorrei che Sid stesse male di nuovo.

Parliamo solo quel giusto che serve a Sidney per dirmi la strada di casa, dopodiché ripiombiamo nel silenzio.
Una volta arrivati davanti casa Severson, Sid mi lascia il casco e se ne va.

Non vedo il motivo per cui io debba rimanere oltre.

“Mi dispiace” lo dice così piano che stento a sentirla.

“Come prego?” chiedo con aria di superiorità. Mi sembra anche giusto dopo il modo in cui mi ha trattato.

“Andiamo, hai capito benissimo. Non farmelo ripetere”

“Buonanotte Sidney”

“Mi dispiace” dice più forte.

“Di cosa?”

“Di averti fatto perdere il tuo posto segreto, averti fatto preoccupare e averti preso in giro. Mi dispiace soprattutto di averti fatto perdere tempo, a quest’ora magari ti stavi divertendo con i ragazzi”

“Non credo che sia stata una perdita di tempo, anzi, è stato interessante, eccetto l’ultima parte”

“Mi dispiace”

“Smettila di ripeterlo, mi da' sui nervi”

“Scusa, io…” scoppia a ridere rendendosi conto di scusarsi ancora.

“Per il posto segreto non preoccuparti, dicono sempre così, ma poi mi lasciano tornare”

“Allora, per il problemino, non lo dirai a nessuno vero?” fa la spavalda, ma io so che in realtà la sua richiesta è più una supplica.

“Tranquilla, quello che succede nel fight club rimane nel fight club”

“È la battuta più squallida del mondo. Beh, allora grazie”

“E no, dove credi di andare”

“A dormire” dice indicando la porta di casa.

“Prima il mio bacio della buonanotte”

“Puoi scordartelo”

“Ok, niente bacio, però dovrai promettermi una cosa…domani ti accompagnerò dal dottor Fairmed per un controllo”

“Assolutamente no, non se ne parla”

“Bene, allora visto che so dove abiti, domani mattina vengo a parlare con i tuoi…”

“No, no, andiamoci. Passa domattina alle nove, e prometti che non dirai niente a nessuno”

“Prometto. Sono uno che le mantiene le promesse”

“Sei anche uno che ricatta”

“Anche quello. Buonanotte Sid”

“Notte Wes” dice dandomi un bacio sulla guancia e correndo verso casa.

Per essere sicuro che non succeda niente, aspetto finché non vedo una luce accendersi al secondo piano. Dev’essere la sua camera.

Spero che dal controllo non risulti niente di grave, anche se dal modo in cui il dottore si è rivolto a lei, non deve essere qualcosa di scarsa preoccupazione. È così giovane per poter avere un infarto.

Scuoto la testa per scacciare via i brutti pensieri. Voglio dimenticare al più presto quello che è successo.

Mando un messaggio a Keaton per sapere se è già a casa.

Da: Wesley
A: Keats ;)
Ehi bro, stai dormendo o sei ancora in giro?

Da: Keats ;)
A: Wesley
No, siamo ancora al pub. Sidney ha dimenticato qui il cellullare, digli che ce lo abbiamo noi.

Da: Wesley
A: Keats ;)
Fatto. Sto venendo lì. Aspettatemi.

Da: Keats ;)
A: Wesley
Ok ;)

Quando arrivo al locale i ragazzi sono già fuori.

“Dov’è Sid?” mi chiede Drew.

“L’ho già riaccompagnata, ma sarà meglio che gli riporti subito il telefono”

“Puoi aspettare domani per riportarglielo, no?” propone Keaton con il telefono di Sidney in mano.

“Potrebbe servirgli ora, no? Io vado, ci vediamo a casa” sfilo il telefono a Keaton, saluto Drew e torno a casa Severson.

Suonare il campanello a quest’ora non è possibile, quindi decido di fare come nei film; qualche sassolino gettato contro la finestra e il gioco è fatto. Non ho fatto il conto però con la mia mira da schifo, forse è per questo che al liceo non mi hanno preso come lanciatore nella squadra di baseball.

Dopo un pugno di sassolini lanciati a casaccio contro il muro della casa, riesco a tenere buona la mira per lanciare diversi sassolini alla finestra di Sidney. La luce si accende. Spero solo di non aver sbagliato finestra.

“Ahia” grida Sidney alla finestra. Devo averla colpita.

“Scusa” rispondo.

“Wes? Wes cosa ci fai qui?” chiede affacciandosi.

“Hai scordato questo al locale” dico mostrandogli il telefono.

“Scendo” dice solo, poi scompare.

Me lo ero immaginato più semplice. Nei film hanno sempre tutti una mira eccellente.

“Wes. Wes?” sento una voce chiamarmi. Arriva dalla porta sul retro.

“Ehi, non volevo svegliarti, mi dispiace. Ho pensato che potesse servirti” dico passandogli il telefono.

“Grazie, stavo diventando matta a cercare di capire dove l’avevo lasciato”

“Beh, allora buonanotte” dico andando verso la moto.

“Notte” dice tornando in casa. “E, Stromberg…” mi richiama dalla porta.

“Si?”

“La tua mira fa pena” dice e poi se ne va.


Pov. Sidney

Quando sto per rimettermi a letto il telefono vibra.

Da: Sconosciuto
A: Sidney
La mia mira non fa pena u.u

Da: Sidney
A: Sconosciuto
No, in effetti fa pietà e misericordia ;P

Da: Sconosciuto
A: Sidney
Non utilizzare la Bibbia per insultarmi…

Da: Sidney
A: Sconosciuto
Non ti sto insultando, sto solo esponendo i fatti xD

Da: Sconosciuto
A: Sidney
Quindi non sei arrabbiata del fatto che ti abbia preso il numero senza chiederlo???

Da: Sidney
A: Sconosciuto
Se mi giuri che non sei un serial killer o un maniaco

Da: Sconosciuto
A: Sidney
Nope! Sono solo un po’ fanatico ;)

Da: Sidney
A: Sconosciuto
Egocentrico! Secondo te come dovrei salvarti? Killer93? XD

Da: Sconosciuto
A: Sidney
Sono più un tipo alla Wessy-amorino, ed occhio che ci voglio anche il cuore alla fine eh 

Da: Sidney
A: Sconosciuto
Ma neanche morta. Tu come mi hai salvato?

Da: Sconosciuto
A: Sidney
Siddy con un mega cuore alla fine <3

Da: Sidney
A: Sconosciuto
Idiota XD Che ne dici di WesleyE3?

Da: Sconosciuto
A: Sidney
Banale…davvero vuoi avermi salvato con quel nome?!

Da: Sidney
A: Sconosciuto
No, hai ragione. Ce l’ho *o*

Da: Sconosciuto
A: Sidney
Allora? Cos’è?

Da: Sidney
A: Sconosciuto
Wesley 

Da: Wes ღ
A: Sidney
Beh almeno c’è la faccina alla fine 

Da: Sidney
A: Wes ღ
Devi esserne contento, non tutti hanno questo privilegio ;)

Da: Wes ღ
A: Sidney
Vabbè, ti lascio andare. Buonanotte.

Da: Sidney
A: Wes ღ
Notte Wes. Ah, non lo hai detto a nessuno vero?

Da: Wes ღ
A: Sidney
Te l’ho promesso, quindi no, non ho detto niente a nessuno e non conto nemmeno di farlo.

Da: Sidney
A: Wes ღ
Beh, grazie. Grazie davvero 

Da: Wes ღ
A: Sindey
Di niente. Un’ultima cosa però…

Da: Sidney
A: Wes ღ
Cosa?

Da: Wes ღ
A: Sidney
Come ti senti?

Da: Sidney
A: Wes ღ
Un po’ scossa, ma non mi lamento. Forse obbligarmi ad andare a quel controllo sarà un bene.

Da: Wes ღ
A: Sidney
Non è un obbligo, è un ricatto xD Di sicuro non può farti male. Vabbè, io stacco, a domani.

Da: Sidney
A: Wes ღ
A domani.

Quando la mattina mi sveglio ciò che è successo il giorno prima mi piomba addosso come una valanga.

Cory è morto. Non sono riuscita a surfare. Ho litigato con  mio padre, poi con mia madre, ed infine con i miei fratelli. Mio fratello gemello parte per andare a studiare dall’altra parte del continente. E per completare l’opera, ho anche avuto una specie di infarto.  

Mica male come secondo giorno ad Huntington Beach.

Controllo l’ora prima di andarmi a lavare. Ho due ore prima che Wesley arrivi. Ancora non posso credere alla fortuna che ho avuto. Ho conosciuto gli Emblem3, ci ho parlato, mi hanno abbracciato, li ho sentiti cantare nella loro città.

Quando i miei  hanno detto che dovevamo trasferirci l’ho presa veramente male, non avrei visto più la cricca, i nonni, gli zii; credevo che la nostra vita sarebbe stata un mortorio, e invece ecco spuntare gli Emblem3 con le loro tavole da surf, il sorriso sempre presente e il loro amore per l’oceano.
E ora, uno di loro mi accompagnerà ad una visita medica di cui nessuno sospetta nulla. E lo fa per me.

Scuoto la testa per non pensarci.

Torno in camera a vestirmi. Per fortuna che sono l’unica con il bagno in camera, almeno non rischio di incontrare gli altri. Indosso un jeans con una canottiera, e metto le converse basse. Prendo una tracolla e ci butto dentro il portafogli, la custodia degli occhiali da vista, quella degli occhiali da sole e le cuffiette. Inforco gli occhiali da vista, indosso il cappello e poi scendo a fare colazione.

Per le scale non incontro nessuno, e la cucina è vuota. Forse la fortuna è dalla mia parte.
Prendo una tazza dalla credenza, ci verso il latte freddo e il caffè, metto due cucchiai di zucchero, mescolo e aggiungo i cereali.

“Tutto quello zucchero ti farà male”

“Giorno anche a te pa’” esordisco agitando il cucchiaio a mo’ di saluto.

“Giorno dolcezza” dice dandomi un bacio in testa.

“Papà! Non sono più una poppante”

“Lo so” dice sospirando, “ma rimarrai sempre la mia bambina”

“Ti prego, non affrontiamo questo argomento ora” mi dispero.

“No, hai ragione. Allora, come mai già in piedi?”

“Ho un appuntamento” dico. Papà si strozza col caffè. “No, non come intendi tu. Nel senso che ho un impegno, da amici. Si, da amici, solo questo”

“Da amici? Amici chi?” chiede tossendo.

“Io e Wesley, papà. Siamo solo amici”

“Wesley? Il cantante?”

“Si, papà. Wesley il cantante, come lo chiami tu, mi porterà a vedere Huntington”

“Non puoi andarci con i tuoi fratelli?”

“Pa’, sei serio? Ricordi cos’è successo ieri si?”

“Ricordo, ricordo. Vabbè ma almeno chiamami ogni tanto per sapere dove sei”

“Pa’, smettila, Wes non è uno stupratore, né qualsiasi altra cosa può passarti per la testa, ed io ho diciott’anni”

“Wes? Siamo già passati alla fase amiconi vedo”

“E dai, finiscila. Si è offerto solo di farmi visitare la sua città”

“Sarà meglio per lui” dice in tono che non ammette repliche.

Mentre papà si allontana per prendere altro caffè, la mamma e i ragazzi fanno il loro ingresso ridendo ad una qualche battuta.

“Io vado. Ciao pa’. Ciao ma’” esordisco mettendo la tazza nella lavastoviglie e sparendo alla velocità della luce.

Aspettando che Wesley arrivi collego le cuffiette al telefono e faccio partire la musica. Non avendo niente da fare decido di girare un po’ su twitter.

Proprio mentre sto scrivendo un tweet Wesley si ferma davanti al vialetto.

“Buongiorno signorina Severson” saluta, porgendomi il casco.

“Buongiorno” rispondo prima di salire sulla moto. Mi tolgo il cappello e lo infilo in borsa prima di indossare il casco.

“Non per sembrarti paranoico ma qualcuno ti sta spiando” dice accennando al finestrone della cucina.

“Problemi loro. Andiamo, dai”

“Ai suoi ordini, milady” mi prende in giro Wes facendo il saluto militare.

“Cammina, idiota” dico dandogli un pugno sulla spalla.

“Ok, ok, vado”


Pov. Lance

Io e i ragazzi andiamo in cucina con la mamma. Elliott fa una battuta e noi tutti iniziamo a ridere.
Papà e Sidney stanno parlando, ma appena ci sente arrivare, Sidney, si alza e se ne va.

“Ragazzi dovreste chiederle scusa” esordisce la mamma versandosi del caffè.

“Scusa per cosa? È lei che vuole addossare la colpa agli altri. Lei ha sbagliato. Lei deve scusarsi” ammette Mitch duro.

“Non mi sembra il comportamento adatto ad una matricola della Stanford. È un po’ troppo infantile” dice Elliott inzuppando con nonchalance un biscotto nel caffelatte di Mitch.

“Neanche quello di Mitch mi pare un comportamento adatto ad una matricola di Yale. È piuttosto cretino” ribatto duramente.

“Ma Yale non è Stanford” snocciola Mitch.

“Oh, allora è questo che ti preme. Il fatto che Stanford sia un’università migliore di Yale. Ti rode il fegato non primeggiare anche stavolta eh!” lo provoco.

“Sarebbe meglio per te non parlare di questo” Mitch ha sempre avuto paura dello scontro diretto.

“E invece parliamone. Intendi forse il fatto che io frequenti la CSU, che è un’università pubblica, mentre tu andrai a Yale? Perché a me non dà fastidio confrontarmi. Sei più intelligente di me, anche se ho ancora i miei dubbi. Abbiamo interessi diversi. Studi differenti. Non sono geloso della tua ammissione a Yale, Mitch, anzi sono molto fiero di te. Ma è questo il problema, a te non importa se qualcuno sia fiero o meno, a te interessa solo battere gli altri, essere il migliore. Sai che c’è? Che non sei il migliore qua dentro Mitch, non lo sei mai stato. Noi valiamo tanto quanto te. Non è l’ammissione ad un’università ambita che fa il migliore, nossignore. E dovresti imprimertelo bene a mente” sfogo tutta la mia frustrazione su Mitchell e sulla sua stupidità. Sbatto un pugno sul bancone della cucina e mi avvicino alla finestra per prendere aria. Fuori in giardino noto Sidney pronta per uscire. “Pa’ dov’è che andava Sidney?”

“Oh, ha un appuntamento con un certo Wendell, Webster, Weston...?”

“Wesley?”

“Sì, lui”

“E tu ce l’hai mandata?” chiede Mitch.

“Cos’è improvvisamente ti interessa di tua sorella?” lo rimbecco prontamente, in risposta Mitch mi guarda in cagnesco.

“Smettetela voi due, e sì, Mitch, ce l’ho mandata. Mi sembra in grado di poter scegliersi gli amici da sola”

“Andiamo pa’, sai che non sono solo amici” dice Mitch.

“Wesley è pure più grande di lei” gli dà man forte Elliott.

“Ha vent’anni, anzi ancora li deve compiere, quindi non vedo dove sia il problema”

Non so quando io abbia iniziato a difendere Sidney e la sua uscita con Wesley, dato che non sono poi molto d’accordo neanch’io, ma mi sono decisamente stufato degli atteggiamenti di Mitch ed Elliott.

Papà inizia ad innervosirsi. Lo stanno portando dalla loro parte.

“Io vado a chiamarla” afferma facendo per uscire. Lo blocco per un braccio.

“Non puoi fargli questo, e poi Wes è appena arrivato, che figura ci farebbe se le proibissi di uscire. Siamo nel ventunesimo secolo pa’, dagli spazio”

“Oh, e va bene, voglio provare a dargli fiducia. A darti fiducia. Fai che quel ragazzo non la deluda, e non farlo neanche tu. Ricordati che è una prova” mi concede papà.

Vediamo Wesley indicare verso la finestra e Sidney rispondere con un alzata di spalle, dopodiché sale sulla moto e se ne vanno.

“Visto che non è stato così tragico”

“Mi prendi per il culo Lance? La mia bambina è appena andata via con un motociclista”

“Wesley è un cantante, non un motociclista pa’, e poi Sidney ha una moto, quindi non prendiamoci in giro”

“Io vado al lavoro, tu ogni tanto chiamala e poi riferiscimi. E voi” dice indicando me e i ragazzi, “non fate arrabbiare vostra madre, e soprattutto non litigate”

“Impossibile litigare con gli invertebrati” butto lì andandomene in salotto.

“Sei un bastardo” mi grida contro Mitch prima di andarsi a rifugiare in camera sua.

“Hai esagerato” mi rimprovera Elliott sedendosi vicino a me.

“Sai che nova c’è? Mi avete rotto le palle. Tutt’e due” dico alzandomi e andandomene in camera mia.

Sono un cretino. Come ho potuto pensare che Mitch avesse ragione, ieri ha fatto quello che ha fatto solo perché era geloso, ed io idiota gli sono pure andato dietro.

Sono un completo fallimento come fratello. Forse dovrei chiamare Sidney per scusarmi e dirgli che sono dalla sua parte. Forse, però, sarebbe meglio aspettare che torni, non me lo perdonerebbe mai se la chiamassi ora.

Decido di finire di sistemare la stanza, inizio disimballando i trofei di football vinti al liceo.

“Senti Lance non possiamo litigare anche noi, non voglio”

“Non ti hanno insegnato a bussare?” rispondo acido.

“Ok, scusa. Riprovo. Toc toc” fa il verso mentre bussa allo stipite della porta, “posso entrare?”

“No”

“Oh, andiamo, non voglio litigare con te”

“El, è chiaro che per un po’ resteremo divisi. Tu condividi c’ho che pensa Mitch, io credo invece che lui sia un’idiota; siamo ai due lati opposti delle fazioni, mi dispiace ma è così”

“Quindi d’ora in avanti potremmo parlare solo per litigare?”

“Ells non fare l’idiota, è ovvio che non possiamo andare d’amore e d’accordo se la pensiamo in due modi diversi su questa faccenda. Non dico che non possiamo più parlare, ma finché Sidney e Mitchell non chiariranno questa cosa, non intendo essere considerato come un ammortizzatore”

“Potremmo cercare di farli riappacificare” propone Elliott.

“Se Mitch continua a comportarsi come il Dio intoccabile di questa casa, credo che riusciremo in ben poco”

“Smettiamola di parlare di loro, ok; che ne dici di una partita alla play?”

“Pronto per essere stracciato?” ghigno.

“Ti piacerebbe”

“Scommettiamo venti dollari”

“Piangerai quando avrò finito con te” accetta Elliott.

“Inizia a mettere mano al portafogli” dico per poi accendere la console.





*Angolo dell’esaltata*
Il capitolo si conclude con i gemelli che giocano alla play perché io li amo,
ed è un loro sacrosanto diritto avere più spazio nella storia...


Perdonatemi se c'ho messo così tanto, ma l'università mi ha tenuta impegnata.
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento...
Fatemi sapere cosa ne pensate attraverso una recensioncina :)

Tanti baci, tanti abbracci, tante cose carine...xoxo S.
   
 
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