Salve!
(si sono anche qua sopra)
Volevo dirvi che questo capitolo non mi piace (anche se niente di
quello che
scrivo mi convince...ma lasciamo stare questo discorso)
Allora...in tutte le storie c'è un parte in cui le cose
iniziano ad andare
male........ ma quando io scrivo di Adam e Tommy riesco solo a
immaginarli
felici e l'uno perdutamente innamorato dell'altro (circondati da
unicorni, arcobaleni,
stelline e fuochi d'artificio), quindi non credo che questo capitolo
sia venuto
bene (anche gli altri non sono venuti bene, ma questo di
più).
Adesso basta, non dico più niente altrimenti vi svelo cosa
ho scritto nel
capitolo (se non si è già capito).
Buona lettura, anche se ne dubito visto che ciò
che
leggerete è scritto da me.
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Hurricane
La
ruota era ferma da più di venti minuti e Tommy aveva
ripreso a tremare.
«devi
calmarti, non succederà niente» Adam continuava a
tenerlo tra le braccia, mentre Tommy alzava la testa dal suo petto a
ogni
minimo rumore.
«Come faccio a calmarmi, siamo chiusi in questa cabina, fermi
sul punto più
alto» precisò,
Adam non amava ricevere delle domande, ma se quello era
l’unico modo per
distrarlo «continua a parlarmi, forza chiedimi tutto quello
che vuoi sapere» si
pentì subito di averlo detto, ma ormai non poteva tirarsi
indietro.
Tommy sorrise «ti ho già fatto una
domanda» disse,
«ed io ti ho già risposto, fanne
un’altra»
«quella non era una risposta» insistette,
«si invece» controbatté Adam,
«“forse” non è una
risposta» gli fece notare Tommy,
«baciarti è stata una risposta»
precisò Adam, «quindi la risposta è che
hai
passato la notte a parlare di me» concluse Tommy,
«ragazzino egocentrico che
non sei altro, la notte ho di meglio da fare che pensare a
te» «Sutan ha detto
che-» venne interrotto, ma non da Adam, la ruota panoramica
aveva ripreso a
funzionare.
Con sua grande sorpresa, non gli importava più, era
più importante far
ammettere ad Adam che aveva pensato a lui.
«Siamo salvi sei felice?» cercò di
distrarlo, ma non era così facile distrarre Tommy
dal suo intento,
«Sarei più felice di sapere cosa dici di me al
telefono»
Adam scostò il corpo di Tommy dal suo e si alzò
all’interno della cabina, che iniziava
ad andare verso il basso,
«stai ritornando a essere fastidioso»
«stai cercando di farmi arrabbiare per cambiare discorso?
Perché non funziona» anche
Tommy si alzò, la ruota andava sempre più in
basso e lui ritornava a sentirsi a
proprio agio, si avvicinò ad Adam che era vicino allo
sportello, pronto ad
uscire, come se quella cabina fosse diventa troppo stretta.
Posò le mani sui suoi fianchi , non ne era sicuro, ma gli
sembrava di averlo
sentito sussultare, cercò di non pensarci e
appoggiò il mento sulla sua spalla
«allora?»
«okay… ho parlato con Sutan al telefono e potrei
aver parlato anche di te»
«questa risposta sembra un altro “forse”
ma non preoccuparti me la farò bastare
-sorrise maliziosamente- ho capito, non vuoi dirmi cosa hai detto
perché hai
parlato delle cose perverse che mi faresti, è comprensibile,
ogni volta che mi
spingi contro di te sembra che tu voglia farci diventare una persona
sola» glielo
sussurrò nell’orecchio come se fosse un segreto.
Il loro piccolo segreto. Adam arrossì
e appena le porte si aprirono uscì, liberandosi dalla
stretta di Tommy,
sperando che le sue guance ritornassero ad un colore naturale, ma ne
dubitava
poiché ne avvertiva il calore. Ed era strano, quel
piccoletto lo rendeva strano.
Tommy
uscì con lui e gli prese la mano, ricominciando a
camminare «scappi via?»,
«no» alzò il viso e se ne
pentì subito, perché quel sorrisetto sul volto di
Tommy significava una sola cosa, era stato scoperto,
«stai arrossendo?» Tommy si fermò,
facendo fermare anche lui, voleva godersela
quella scena,
«da quando si sono invertiti i ruoli?» chiese Adam,
«quali ruoli?»
«eri tu la ragazzina innamorata che arrossisce non
io» disse mentre le sue
guance ritornavano alla propria temperatura,
«ti sei appenda dato della ragazzina innamorata»
Adam non doveva arrossire, non
voleva, ma non riusciva a controllarsi,
«no, ho detto che tu lo e sei» cercò di
ristabilire la situazione,
«ma hai anche detto che si sono invertiti i ruoli»
gli ricordò Tommy,
«fa finta che non abbia parlato» non era una
preghiera, era un ordine, doveva
dimenticare quello che gli aveva detto.
Tommy rise «ma l’hai detto»
«me lo rinfaccerai per molto» disse, odiava quando
le persone notavano le sue
debolezze, perché si, per lui arrossire era una debolezza.
Significava che
qualcuno era in grado di tenergli testa o meglio, che era in grado di
fare il
suo stesso gioco.
«Dipende, ci vedremo per molto?» chiese Tommy, non
smettendo di ridere.
Adam pensò che stesse ridendo di lui, ma in
realtà rideva perché sperava di rivederlo
«mi stai sempre intorno, è difficile non
vederti?» disse, con quanta più
indifferenza potesse fingere in quel momento.
Il sorriso di Tommy svanì e la sua mano lasciò
quella dell’altro «perché fai
cosi? devi sempre dire qualcosa per rovinare
l’atmosfera» disse, quasi
esasperato dal ripetersi di quella situazione, «quale
atmosfera?» chiese
sembrando davvero confuso, ma in realtà sapeva di aver
rovinato un bel momento,
almeno dal punto di vista di Tommy «sei un idiota, ti avevo
detto di andartene,
ma sei rimasto e avevo pensato che…» non
terminò la frase «che?» lo
incitò Adam.
«Che forse ti interessa di me, ma poi sembra che tu sia quasi
infastidito dalla
mia presenza» continuò Tommy,
«ti conosco da tre giorni non so niente di te, non posso
voler passare il mio
tempo con te o comportarmi con un ragazzino innamorato» il
tono di voce con qui
lo disse era sicuro, deciso, ma nella sua mente una domanda si
ripeteva. Da tre
giorni poteva già essersi innamorato di quel ragazzo? Quel
ragazzo che si era
insinuato nei suoi pensieri e non voleva uscirci. Quel ragazzo che
nonostante
venisse respinto, non perdeva l’interesse per lui, quel
ragazzo che l’aveva
tenuto sveglio tutta la notte pensando a come sarebbe stato rivederlo.
Arrivo alla
conclusione che, si, poteva essersi innamorato, perché era
successo. Ma non lo
avrebbe detto, innamorarsi non era nei suoi piani, Tommy non era nei
suoi
piani. Aveva paura.
Doveva solo stargli lontano e dimenticarlo. Tutto sarebbe tornato come
prima.
«Puoi
continuare a dire ciò che vuoi, ma i tuoi gesti dicono
sempre il contrario delle tue parole. Dovresti chiarirti le
idee» se Adam
sembrava sicuro di ciò che diceva, Tommy lo era davvero,
«se non ti piace come
sono fatto, dovresti andartene» disse Adam.
«Vuoi che me ne vada?»
«voglio solo essere lasciato in pace» rispose,
voleva che Tommy se ne andasse
il più lontano possibile. Voleva ritornare ad essere il
solito Adam, quello
egocentrico, che la notte la passa per locali e non al telefono a
parlare di un
ragazzino. Adam, quello che si preoccupa solo di se stesso e di Sutan.
Adam,
quello che non perdere tempo per l’amore, perché
l’amore non è importante,
l’amore delude e basta.
La faccia di Tommy mentre aveva pronunciato quelle parole gli
provocò un dolore
al petto, era triste a causa sua. Pensò, che qualche ora
prima l’aveva tenuto
per mano, guardandolo sorridere e adesso. Adesso non era tempo di
ridere, era
il momento di dirsi addio. Aveva bisogno che lui gli dicesse addio, per
fargli
capire che non voleva più vederlo.
Tommy si voltò, dandogli le spalle «ciao,
Adam» mentre lo disse non lo guardò
negli occhi, perché avrebbe visto i suoi che iniziavano a
diventare lucidi. Non
gli disse addio, semplicemente perché non voleva pensare che
quello fosse un
addio. Non poteva esserlo. Non importava se Adam continuava a negare
ciò che
provava, lui lo sapeva, sapeva che anche il suo cuore batteva
più forte quando
erano insieme.
Era
vero, erano passati solo tre giorni da quando si erano
incontrati, ma nessuno aveva stabilito il tempo che bisognava impiegare
per
innamorarsi. L’amore non ha dei tempi specifici. Accade e
basta. Puoi
innamorarti con una semplicità inspiegabile, basta uno
sguardo, un sorriso, un
voce. Pensi che non sia possibile, perchè non puoi
innamorarti di una voce o di
uno sguardo, ma accade. Ti ritrovi in un uragano di emozioni, che non
sai
spiegare, vorresti uscirne ma allo stesso tempo vorresti rimanerci
dentro in
eterno. Perché l’amore è
così, fa paura ma vale sempre la pena di essere
vissuto. Tommy lo sapeva e non si sarebbe arreso, perché lui
era innamorato di
Adam dalla prima volta che l’aveva visto, la prima volta che
aveva ascoltato la
sua voce, se ne era innamorato ogni secondo di più. Non
sapeva come era
possibile, ma non si sarebbe tirato indietro. Stava soltanto dando ad
Adam il
tempo per capire che ormai erano dentro l’uragano, insieme.
Tommy continuò a camminare allontanandosi sempre di
più da Adam che stavolta
non l’avrebbe fermato.
«Tommy»
si immobilizzò, aveva sperato che quella fosse la sua
voce ma non lo era, «fermati» Isaac lo raggiunse,
«si può sapere cosa è
successo?»
«Adam è un’idiota» rispose
«non ne parliamo okay, voglio solo andare a casa»,
«okay, Sutan mi ha dato le chiavi della sua macchina, vieni
è da questa parte»
disse posando un braccio sulle spalle di Tommy e portandolo verso
l’auto. «Se
Sutan ti ha prestato l’auto loro come tornano a
casa?»,
«con la macchina di Adam, domani Sutan viene da te a
riprendersi la sua ,
quindi guidi tu».
Salirono in auto e la prima cosa che fece Tommy fu accendere la radio,
Isaac
capì che non voleva parlare di ciò che era
successo e lasciò stare. Quando,
Tommy accostò l’auto per far scendere Isaac, lui
non lo fece «sono solo le
quattro e non abbiamo ancora pranzato, perché non andiamo al
McDonald’s e
vediamo chi riesce a mangiare più schifezze»
propose, Isaac cercando di farlo
svagare,
«ritira ciò che hai detto, al McDonald’s
non servono schifezze e poi lo sai che
nessuno può battermi»
«c’è sempre una prima volta e questa
sarà la prima volta che verrai battuto,
metti in moto e andiamo».
Tommy accese il motore e ripartì, Isaac era il suo migliore
amico e la sua
fonte di distrazione, era sempre capace di distrarlo, in qualunque caso
e da
qualsiasi cosa. Anche da Adam o almeno un po’ ci riusciva.
Mentre loro erano diretti verso il McDonald’s, Sutan e Adam
erano appena
rientrati a casa.
Entrarono
e Sutan spinse Adam sul divano, sedendosi accanto
a lui «adesso mi spieghi» non era una domanda, era
un ordine.
«Che devo spiegarti ?» disse Adam,
«spiegami, anzi no, illuminami sul perché hai
lasciato che quel piccoletto se
ne andasse, credevo ti piacesse, anzi ne ero sicuro e lo sai
perché? Perché
quando lo vedi ti brillano gli occhi, quindi spiegami»
ordinò di nuovo Sutan.
Adam si rassegnò, il suo amico non avrebbe accettato un "non
ne
parliamo" come risposta, «sono passati solo tre giorni-
» fu interrotto,
«Adam ti prego, hai avuto relazioni che sono durate tre
giorni e dicevi di essere
innamorato dopo un’ora»
«e guarda come sono finite»
«è per questo? hai paura, Adam andiamo, ti sei
fidato di quei tipi e certi
erano degli idioti, ma non vuoi fidarti di Tommy»
«Sutan, sarà come le altre volte, anzi stavolta
sarà anche peggio, perchè lui
ha diciassette anni»
«è per questo che vuoi tirarti indietro, hai paura
ed è normale, ma non tirarti
indietro Adam, vivi ciò che provi, fallo e basta, me
l’hai detto tu che non fai
altro che pensare a lui» disse ricordandogli che aveva
passato tutta la notte a
parlare di Tommy e di come non riuscisse a togliersi dalla mente i suoi
occhi,
il suo sorriso, i suoi baci, la sua voce, il suo modo di essere
innocente e il
suo modo di essere così sicuro di quello che voleva, lo
invidiava per questo.
Alzò la testa, che aveva tenuto tra le mani fin ora e
guardò Sutan.
«Ho capito, credimi, lo so che quel piccoletto mi
è entrato nella testa, ma se
ci provo e poi va male»
Sutan gli prese le mani, continuando a guardarlo «hai capito?
Allora perché
sbagli ancora, quel piccoletto non ti è entrato nella testa
ma nel cuore e se
va male, rimarrai ferito e avrai collezionato un’altra
delusione ma almeno ci
avrai provato»
«non posso semplicemente farlo uscire dalla mia
testa?»
«no, non puoi, quindi rimetti le cose a posto, non
è successo niente di grave,
niente che un tuo bacio non possa fargli dimenticare»
«ormai non vorrà più parlarmi»
«scherzi vero? Se a te brillano gli occhi quando lo vedi, a
lui diventano a
forma di cuoricino» Adam rise, quindi non si era illuso, il
modo in cui Tommy
lo guardava non era un’illusione. Si alzò dal
divano e guardò Sutan «che devo
fare?» chiese sperando che il suo amico avesse una risposta.
Sutan si alzò, camminando verso la cucina e si
fermò davanti alla porta, per
poi voltarsi verso Adam «adesso pranziamo e poi andiamo al
locale, stasera ho
un’esibizione e anche tu, poi domani andrai a prendere la mia
macchina che
guarda caso è a casa di Tommy, non sprecare
l’occasione» gli disse ammiccando,
«non posso andare a casa sua, se ci sono i suoi
genitori?»
«hai paura di mamma e papà? Credevo fossi un
uomo»
«non posso presentarmi li, così, se dovesse aprire
sua madre o peggio suo
padre»
«non vuoi andarci, allora ci vado io vestito da
Raja»
«okay, ci vado, ma se succede qualcosa è colpa
tua»
«cosa dovrebbe succedere, devi solo parlare con un
ragazzo»
«chi ha detto che vado lì per parlare»
Adam sorrise,
«ecco il mio ragazzo, così ti voglio, adesso
mangiamo che muoio di fame» Sutan
entrò in cucina e come ogni sera cercò di
preparare qualcosa di commestibile.
Cenarono e poi si prepararono per la serata che li attendeva. Raja
aveva
un’esibizione e anche Adam, solo che stavolta non ci
sarebbero stati gli occhi
di Tommy a guardarlo e a rassicurarlo. Aveva avuto paura, ed era
comprensibile,
sperava solo che Tommy fosse disposto a dargli un’altra
possibilità, ma infondo
sapeva che Tommy lo stava aspettando e che lui era stato
l’unico a essersi
posto degli ostacoli. Per il momento non gli restava che prepararsi per
l’esibizione, perché adorava cantare e l'avrebbe
fatto anche se il suo piccolo
fan non era lì per guardarlo. Dopo sarebbe tornato a casa,
perché non aveva
senso restare nel locale se la persona che voleva non c’era,
si sarebbe
infilato nel letto e il giorno dopo sarebbe andato da Tommy.
Perché era
esattamente ciò che voleva fare. Erano passati solo tre
giorni, ma quel
piccoletto era riuscito a rubargli il cuore con un semplice sguardo,
non si
sarebbe tirato indietro, non più.
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Angolino di Fay: Hola!
Allora...credo che questo sia il capitolo peggiore che io
abbia mai scritto,
nonostante questo, c'è un pezzettino piccolo piccolo che mi
piace, ed è questo
pezzo che da il titolo al capitolo. Perdonatemi per gli errori,
perchè
sicuramente ci sono, spero che il capitolo vi sia piaciuto comunque.
Fatemi
sapere che ve ne pare *-* potete anche dirmi che è orribile.
Grazie a chi ha
letto e un GRAZIE speciale alle ragazze che stanno recensendo ogni
capitolo,
siete la mia gioia.
P.S. Io e il
codice html stiamo provando ad andare
d'accordo, ma la vedo difficile.
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