“Tra poche ore saremo arrivati!”
Leroy guardò le coordinate davanti a se, calcolando quanto
tempo ci avrebbe messo per attraccare.
Amora aveva appena finito di aggiustare il distorsore. Lo allacciò
alla cintura e lo attivò. Un barluginìo sofferente, un soffio leggero e la
figura della ragazza scomparve nel nulla.
Proprio in quel momento, Harlan si girò e non la vide “ma se
n’è andata?” chiese al co-pilota in tono sorpreso.
“Non lo so e non lo voglio sapere! Non farmi pensare a
quello che ci capiterà se la scoprono qua sopra”
Il tono irritato dell’uomo disturbò Amora che si sentì
ancora più in colpa.
“E finiscila! “ la voce allegra del
pilota la fece sorridere “non ci succederà niente!”
“Lo dici tu!E se quell’affare non funziona? Come cazzo la
giustifichiamo? E poi la tuta se la deve togliere!”
“E gliela toglierei volentieri io!” affermò serafico “Non ne abbiamo una di riserva?”
“Si da qualche parte c’è...cercala!”
Harlan si alzò dalla sedia del pilota cominciando a rovistare
in ogni pannello apribile. Amora lo guardò curiosa, sedendosi sulla sua
postazione. Non si erano accorti di niente e la cosa si stava facendo
divertente.
“Trovata!” lo sentì esclamare soddisfatto.
Lo vide dispiegare la tuta con occhio critico.”è un po’
grande”
“Ti secca non vedere più quelle belle curve, eh?” lo prese
in giro Leroy facendo arrossire Amora.
“E’ così carina e poi ti guarda il quel modo che ...mmhh!
Non farmi diventare volgare!” sbottò il pilota fomentato.
“Rettifica: guarda te in quel modo!”
La ragazza impallidì, sentendosi arrossire dopo un attimo...che
faceva lei?
Lo vide poggiare la tuta su un ripiano metallico e dirigersi
alla sua postazione. Amora si alzò in fretta, col cuore in tumulto, rischiando
di investirlo in pieno.
“Secondo te che ha sotto quella tuta?” domandò Harlan
all’amico facendola restare di sasso.
“Che ne so!”
Leroy sbuffò infastidito ”se ti sei stancato di vivere puoi anche provare a chiederglielo. Magari dopo mi assegnano
un altro compagno meno idiota!”
“Ti piacerebbe, brutto bastardo!”
Harlan rise ironico guardandosi alle spalle “perché ho l’impressione che la prima volta che ci proverò mi
romperà un osso?”
“Perché sarà sicuramente così! E poi…quando vorresti privarci? Nelle prossime due ore?
Stiamo per attraccare!” il vocione di Leroy salì di parecchi toni “arriviamo e
la scarichiamo sulla terra! Fine!”
Uno strano silenzio calò nella plancia. Harlan si girò
leggermente verso il compagno “beh...non è proprio così...”
Borbottò con voce tesa.
Vide il co-pilota voltarsi completamente verso di lui “che vorresti dire?”
Il tono funebre mise in agitazione Preverte “beh...deve
andare sulla Dawn e mi ha chiesto se potevo
portarcela…e io le ho detto di si! Mi guardava con quegli occhioni! E tu lo sai che non so resistere al fascino di una donna,
soprattutto se è una pupattola come quella!”
La spiegazione data in fretta e furia lasciò
senza parole Banks e fece arrossire ancora di più Amora.
“Io ti ammazzo!!”
L’urlo del copilota la fece sobbalzare e il distorsore le
cadde, urtando una paratia. Lo prese al volo prima che
si rompesse nuovamente. L’onda si spense rivelando la sua presenza ai due
uomini. Leroy tacque immediatamente mentre Harlan sprofondava nella poltrona.
”Da quanto cazzo di tempo se ne stava li?” sibilò fra i
denti sentendosi colpevole.
Ti sei bruciato,
amico! Fine delle chance con la sventola bruna! Si urlò nel cervello,
dandosi dell’idiota. Ma
porca vacca!
La voce di Amora, di nuovo dura,
giunse alle loro orecchie come una stilettata“questa è per me?” domandò tirando
su la tuta bordeaux.
Leroy, calmo e freddo come un ghiacciaio perenne, si voltò e
la guardò annuendo “ così eviterai di farti scoprire, nel caso quell’affare non
funzioni.”
Amora guardò i capelli scuri di Preverte che s’intravedevano
dalla poltrona e restò imperturbabile. “Non lo so...non l’ho ancora provato”
dichiarò prima di andarsi a cambiare.
Harlan lo guardò con occhio dubbioso “secondo te..”
Un’occhiata secca lo mise a tacere
“non me ne frega niente!”
Pianeta 2
Laboratorio d’ingegneria
genetica, settore B3
“Il soggetto è in viaggio, come nei nostri piani.”
La donna in camice bianco sorrise soddisfatta, rigirando fra
le mani una provetta vuota. La gettò con noncuranza nel cestito e si voltò
verso l’uomo chino su un microscopio.
“Non mi sembra giusto”decretò quest’ultimo,
sbattendo le palpebre e rimettendosi gli occhiali. Due freddi occhi azzurri
fissarono il volto arcigno della donna con astio. “Non è per niente giusto!”
Esclamò con forza.
La donna alzò le spalle seccata.”preferivi
andarci tu? Ti ricordo che si è offerta volontaria. Ha un
odio viscerale verso quella gente!” gli ricordò alzando la voce.
“Lo so...ma...era la mia migliore allieva.”
“E tu sei il nostro miglior
ingegnere. Non possiamo perdere te!”
La donna aggirò il bancone velocemente,
prendendolo per le spalle “si è sempre fatto qualche sacrificio, in nome
della scienza! Questa volta non sarò diverso”
“E’ diverso! E’disumano!”
“E come viviamo noi? O sulla terra?! Siamo ridotti a trascinarci ogni giorno, mentre
quegli stronzi se ne stanno al sicuro sulla loro bella
stazione linda e pinta!” La donna assunse un’espressione dura “Ci penserà Amora a mettere fine a tutto!”
L’uomo mollò un pugno sul bancone
arrabbiato “chiamala col suo nome, non con quella sigla del cazzo!”
La guardò con disprezzo, con gli occhi iniettati di sangue e
il respiro pesante.
Uno sbuffo divertito.
La donna gli voltò le spalle tornando alle sue faccende “sei
troppo sentimentale, Cage.”
“Mi fai schifo, Rydell!” mormorò
con una smorfia di disgusto.
“Benissimo! Hai avvisato il gruppo di Ingo
e Audrine sulla terra?”
“si..”
“Perfetto!”
Terra, ponte 17
Attracco effettuato
alle ore 17:10 p.m.
“Adesso ci scoprono e ci s’inculano a passo di cammello...lo
so per certo” continuava bofonchiare
Leroy, mentre scendevano dal cargo a lunghe falcate, pestando sotto gli
scarponi pesanti la rampa seghettata.
“Tu lo sai come camminano i cammelli?” gli domandò Harlan
divertito, fregandogli la penna e firmando l’ordine di rientro per primo.
“No” affermò il compagno, dirigendosi verso la ‘doccia’.
Si tolsero la tuta, gettandola nello sterilizzatore sempre
in funzione.
Il pilota ci pensò su: in teoria anche lei avrebbe dovuto
fare la stessa cosa. Chissà dove era in quel momento.
Nella saletta A4, i piloti di ritorno dal pianeta 2, erano
obbligati ad una doccia sterilizzante per evitare di immettere nell’atmosfera
Terrestre, batteri o virus eventualmente contratti sulla Luna.
“Voglio vedere come glielo spieghi, senza rimetterci un rene!”
ridacchiò Leroy lasciandolo da solo e infilandosi nella ‘doccia’
Harlan era in serio imbarazzo e ancora mezzo vestito. Udì
nuovamente il rumore dello sterilizzatore in funzione.
Ok…fino a là c’è arrivata “senti…non ti si rompe
quell’affare sotto la doccia?” chiese al nulla guardandosi attorno.
“Può darsi” si sentì dire vicino all’orecchio.
Fece un balzo tenendosi il cuore “mi hai
fatto accapponare la pelle! Diosanto che spavento, non farlo più!” esclamò
agitato, fissando un punto davanti a se.
“Scusa” la sentì mormorare con voce divertita.
“Fa niente...mi verrà qualche capello grigio e un altro
infarto...ma che vuoi che sia” le disse ansimante.
Stava per togliersi la maglietta quando si girò intorno
“voltati, scostumata!”
Una risata compiaciuta. Harlan finì di spogliarsi con la
sgradevole sensazione di essere osservato.
Amora lo osservava con un ghigno soddisfatto…mhh…ma che bella visione! Quello faceva proprio al caso
suo!
La doccia entrò in funzione per la terza volta. Lo
sterilizzatore restituiva direttamente nella cabina la tuta decontaminata.
Peccato! Pensò il pilota alzando un sopracciglio, mentre i getti
depuranti lo investivano in pieno, portandogli quasi via la pelle…ma tanto non
poteva vederla!
Ufficio generale dello
spazioporto ‘International Cruise’
Ufficio 3R
“Penny è arrivato!”
La voce morbida di Nora rimbalzò nel minuscolo ufficio dello
spazioporto. La ragazza alzò gli occhi celesti,
quando udì il tono eccitato e restò a guardare l’amica che sorrideva maliziosa.
“E’ alla doccia” le disse sussurrando e guardando dietro di sè. Chiuse piano la porta e si fermò davanti il computer di
Penelope Dray.
“Bene!” esclamò la donna chiudendo il notebook elettronico.
Alzò due occhi irriverenti sull’amica in tuta nera e aderente come lei e rimase
a fissarla “funziona il collegamento?”
“Certo!”
Nora la guardava sorridendo “quella mini
telecamera è un vero portento.!” esclamò sedendosi sulla scrivania
lucida.
Penny ridacchiò, premendo il pulsantino
nero del telecomando. Il computer le rimandò una visione dettagliata
dell’occupante della doccia numero due.
“Dio, quanto me lo mangerei volentieri crudo!” ringhiò Nora
a gambe incrociate, quando ammirò le forme perfette di Leroy. Sollevò più volte
le sopracciglia maliziosa “e pure il tuo amico...è
veramente..”
“Niente commenti su quell’ idiota
ti prego!” gridò la ragazza girando lo schermo imbarazzata “e non mettermi
sotto il naso quell’essere nudo! Non voglio vomitare il pranzo”
Nora rise e la risata allegra si riflettè negli occhi verdi
da gatta. “te lo posso dire in tutta tranquillità, ha una
gran bel..”
“Basta!”esclamò imbarazzata spegnendo la
telecamera “non lo voglio sapere!”
La biondina alzò le spalle divertita “che male c’è se lo spii un po’! ok, siete
amici da anni... ma in tutto questo tempo non ti è mai capitato di vederlo
nudo?”
“Certo che no! Sarebbe come guardare mio fratello...che
schifo!”
La ragazza dai lunghi capelli rossi rabbrividì,
stringendo le mani nel vuoto “una volta ci siamo anche baciati per
sbaglio! Che senso!”
Penny è l’incarnazione dell’esagerazione,
secondo Nora.
Conosce Harlan da quando è nata, lo considera un fratello,
ma non si rende conto di sbavargli dietro da parecchio tempo. In più, le basta
un’occhiata per far scappare tutte le potenziali fidanzate del pilota…più
chiaro di così!
“Piuttosto, oggi non è il compleanno del tuo amico? Non
avevi organizzato una festa per lui?” le chiese all’improvviso.
Penny sgranò gli occhi allarmata
“mi ero dimenticataaaaa!!!” urlò alzandosi in fretta
e uscendo dall’ufficio come una furia.
Settore
docce
I due piloti si stavano rivestendo con tutta calma, quando
una furia scatenata emerse dalla porta scorrevole e balzò addosso ad Harlan
“Auguri, vecchia ciabatta !!!!” esclamò saltandogli addosso
e facendolo quasi cadere.
“Penelope!”
L’urlo di Harlan fece girare Leroy. La guardò scuotendo la
testa mentre s’infilava gli stivaletti neri: il suo compagno aveva un debole
per le pazze, pensò guardando la ragazza che lo tempestava di baci sulle guance
e gli tirava le orecchie.
“Finiscila!”esclamò il pilota imbarazzato…sempre esagerata,
quella gallina scema!
“Ho perso il conto…quanti sono? 35-40? Lo prese in giro sciogliendolo
dal suo abbraccio avvolgente.
Una vena si spezzò sulla fronte del pilota “30! Sono solo
30!” gridò arrabbiato.”e non ricordarmelo, mi fai
sentire vecchio!
“Sei vecchio!”
ribattè Penny sorridendo e dandogli un pizzicotto sullo stomaco. “ciao Banks”
Lo salutò con un sorriso, ma il nero le rispose appena
“sempre scorbutico quello” borbottò sottovoce far se e se.
Guardò con un risolino allegro Harlan che sospirava e lo
stuzzicò implacabile “te li senti addosso, eh? Ti vedo strapazzato, non sono fatti per te questi lunghi
viaggi!”
“Sei tu che mi fai venire l’ulcera! Ogni volta che ti guardo
mi chiedo che ho fatto di male per meritare un’ amica simile!
Sei un castigo divino!!” sbottò il pilota mezzo
sorridente.
Era sempre piacevole tornare allo spazioporto
quando c’era Penelope in giro…ma quel giorno non riuscì ad apprezzarla
pienamente, la sua mente era occupata da un’altra persona.
La piega della sua bocca lucida si stirò in un sorriso
ironico mentre lo punzecchiava. Il pilota la scrutò da capo a piedi. Quella
tuta le stava una favola. Peccato che non avesse potuto prendere anche lui la specializzazione.
“Hai sempre una parola di troppo, stupida gallina
spennacchiata!” ribattè tirandole un ciuffo rosso e facendola ridere.
“Stasera sei tutto nostro! Ti festeggiamo al ‘Black Mamba’ “affermò Penny
girando su se stessa come una bambina, con le dita incrociate dietro la testa.
Harlan si oscurò…la sua passeggera li
stava sicuramente osservando.
“Non lo so Penny…penso che avrò da fare” borbottò evitando
di guardarla.
La ragazza restò malissimo. Annuì lentamente allontanandosi
di qualche passo a ritroso. La sua andatura dondolante era scomparsa.
“ok...allora facciamo un’altra sera.” Mormorò dispiaciuta.
Avevano festeggiato i suoi ultimi dieci compleanni
insieme…perchè stavolta…
“Fiamma in vista?” gli domandò sforzandosi di mantenere un
tono neutro…da amica.
“Forse..” le disse con un’occhiata
d’intesa che la ragazza non apprezzò come le altre volte.
Penny annuì lentamente. “In bocca al lupo” gli disse uscendo
dalla sala col corpo rigido.
Leroy l’aveva osservata per tutto il tempo…non ci voleva
molto a capire che quella ragazza gli andava dietro.
“Che devi fare di tante urgente
stasera, che non puoi festeggiare il tuo compleanno con Dray?”
gli domandò duro.
Harlan lo guardò stupito “ti sei già dimenticato di Amora?”
Il nero fissò il nulla facendo una smorfia “certo…come no..” borbottò chiudendo la sacca con
gli effetti personali.
Che coglione!