Il principe d'ambra

di Lelusc
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Apro lentamente gli occhi. Mi sento stordita e dolorante. Cerco di muovere leggermente la mano e sento qualcosa di pesante appoggiato sul mio palmo.

 Alzo il braccio che mi sembra pesante quanto un masso e guardo cos’ho in mano.

 Qualcosa di rotondo e solido di sicuro, ma non vedo cos'è perchè ormai è buio, poi ricordo.

 Dove aver deciso che ero spacciata, mi sono lasciata cadere nel burrone e ho preso la cosa che si trovava nel buco.  La cosa fantastica è, che se anche dolorante sono viva e, la cosa brutta è che mi sono arresa, sono talmente patetica.

 Da supina mi metto a bocconi con estrema difficoltà e mi sento ancora peggio di prima, come se quel piccolo e insignificante gesto mi abbia torno tutta la poca energia che mi restava, tanto che infilo in tasca l’oggetto con estrema lentezza e con le braccia, lentamente, decisa a non darmi per vinta, cerco di farmi forza per alzarmi; ma invano, tanto che decido di strusciare a terra con i gomiti fino a quando posso.

  I Carpazi sono pericolosi di notte, mio padre me l’ha sempre detto.

 Dopo due secondi mi sento mancare e sorrido alla mia poca resistenza. Se starò ancora un’altro po’ qui, i lupi mi faranno diventare la loro cena, penso muovendo un altro passo in avanti, strusciando fra la terra e l’erba verso qualcosa che sembrerebbe una valle, ma perso i sensi.

“Ah, santo cielo, come sei imprudente”dice una voce.

 La sento, ma non so di chi sia e non vedo chi parla perché ho gli occhi chiusi, improvvisamente mi sento sollevare da terra e stretta da qualcosa di forte, non ho paura e, anche volendo, non posso ribellarmi, così vengo trasportata con dolcezza verso qualche posto fino a che perdo completamente i sensi.

 Nel dormiveglia mi giro e rigiro su qualcosa di morbido, mi sento straordinariamente bene, non ho più nessunissimo dolore,tanto che apro gli occhi e mi trovo a guardare un soffitto bianco.

 La mia camera? Un hotel? Mi chiedo lì per lì, ma quando ricordo cos’è successo, mi metto a sedere di scatto facendo una perfetta addominale. Dove mi trovo?
 Una luce lieve crea la penombra nella stanza, è un abat-jour accesa sul comodino. Che vuol dire? Mi chiedo e mi guardo intorno, smarrita. La stanza ha mobili intagliati scuri, o almeno credo, visto che non riesco a distinguere bene i colori nel quasi buio. Sopra la mia testa c’è un lampadario con pendenti di cristallo, o almeno credo siano di cristallo, ma sicuramente ha dei pendenti e, soprattutto, mi trovo seduta su di un letto matrimoniale a baldacchino con tendaggi e trapunte scure, forse.

 Scosto la coperta e poso i piedi, su…una morbida moquette delicata. È rilassante sentirla morbida sotto i piedi, come l’erba appena tagliata.

 Mi alzo e faccio il giro della stanza di media grandezza, di certo non è la mia, che è piccola. Mi dirigo alla porta,ma inciampo su qualcosa,fortunatamente non cado,ma mi accuccio per vedere di cosa si tratta.

 Incredibile! È la mia borsa con i vestiti, come fa ad essere qui? L’avevo lasciata da quei disgraziati, ma soprattutto dove mi trovo?
 Mi alzo in piedi e noto solo ora che indosso qualcosa di lungo, soffice ed estremamente delicato,qualcosa che mi arriva fino alle caviglie e mi solletica i piedi. Cerco di capire di cosa si tratta, è qualcosa che ha delle spalline così delicate da sembrare inesistenti e una scollatura classica a V. Che cosa indosso?

 Smarrita e preoccupata mi dirigo alla porta e insicura la apro, pronta ad uscire e, mi trovo davanti un corridoio tutto illuminato da lampade a muro molto sofisticate ed eleganti,ma che mi fanno venire i brividi per il solo fatto che sono tante e portano fino alle scale.

 M’incammino lentamente guardandomi introno e, strano ma vero, mi abituo e comincia a piacermi l’atmosfera, peccato che sto in una casa che non conosco.
 Scendo le scale sempre illuminate e mi ritrovo in un’anticamera. A destra vedo un enorme portone doppio di legno scuro che credo sia la porta d’ingresso e invece a sinistra un arco di legno finemente intagliato.

 Passo l’arco, incuriosita e, anche se a disagio, devo dire che mi sto divertendo un pochino, è la casa del mistero, e visto che non mi hanno fatto niente prima,anzi mi hanno salvata e portata in una camera comoda,cambiata e curata,e che soprattutto la porta era aperta,credo proprio che le persone che abitano in questa casa siano buone e gentili e non mi vogliano far del male,quindi non vedo perchè debba avere paura,il disagio è normale,anche la curiosità,ma gli altri sentimenti sono inutili.

 Entro in sala e la guardo meravigliata, è così spaziosa ed elegante. Una bella libreria ben fornita, un camino con il fuoco accesso e scoppiettante che rischiara la stanza altrimenti buia, un televisore al plasma al centro della libreria, un tavolo enorme sotto le finestre dalle tende pesanti e scure tirate, e un divano scuro… dove c’è seduta una persona? Perchè non ci ho fatto caso? E perché non mi sono resa conto che tutta la casa è completate immersa nel silenzio,non si sente nemmeno un rumore,come se esistesse solo la casa e nient’altro. Inquietante, penso mentre guardo la persona silenziosa seduta a leggere.

 Mi vengono i brividi e divento tesa, come ho fatto a non notarlo prima?

 La persona alza lo sguardo dal libro e lo posa sul mio viso, per poco non svengo.

  Ha gli occhi color ambra.

 È lui.





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