Dark Truth2
Capitolo 2: Comprensione
Il dolore scivolava
lungo il corpo, i suoi arti tremavano ed il respiro si trasformava in singhiozzi
corti e strangolati. La corda sottile attorno al suo collo si tese, logorandogli
la pelle e bruciando, mentre si agitava per liberarsi dalla stretta. La corda
lo alzò sollevandolo in aria, lasciando che i suoi arti si dimenassero per la
paura, mentre la sua scorta di ossigeno veniva meno; le mani si alzarono istintivamente
per afferrare i legacci, ma senza riuscirci. La corda si spezzò ed lui scivolò
sul pavimento boccheggiando; il suo cappello coprì i suoi occhi.
"Ora non sembri
così forte, capitano."
---
Rufy sobbalzò con un
singulto soffocato, le mani a pugno e gli occhi spalancati. Forti braccia circondavano
il suo busto, perciò protestò terrorizzato, divincolandosi prima di costringersi
a calmarsi mentre i suoi occhi cadevano sul suo 'carceriere'. Gli occhi grigi
e acuti di Zoro si addolcirono a quelli diffidenti del suo capitano che lo fissavano
interrogativi.
Lo spadaccino rimase
silenzioso, prendendo senza parole una fredda pezza dietro Rufy e passandola
al giovane. Rufy reagì velocemente, agguantando il panno e strofinandosi delicatamente
il viso bagnato. Lentamente il suo fiato iniziò a calmarsi dai veloci ansimi,
finendo in profondi e lenti respiri. Finalmente, dopo pochi minuti, sembrò nuovamente
stabile. Il resto dei ragazzi lo guardò con un misto di pietà e tristezza mentre
la figura sottile del loro giovane capitano iniziava a tremare al ricordo dell'incubo.
Zoro scoccò loro un'occhiata carica d'odio. Avrebbero dovuto saperlo bene, che
lui non aveva bisogno di pietà, ma di amici. Aveva bisogno che i suoi nakama
fossero lì per lui.
Ancora una volta tentò
di calmare il ragazzo, e questa volta, nonostante il suo corpo fosse teso, non
lo respinse. Lentamente le convulsioni diminuirono e i suoi muscoli si rilassarono,
e la testa ciondolò in avanti mentre il corpo soccombeva di nuovo per il sonno,
completamente esausto a causa delle settimane passate. Zoro lo sistemò ancora
sul divano, mentre i suoi occhi tornarono a fissare gli altri nella stanza.
Silenziosamente, si alzarono dalle rispettive amache, dirigendosi verso la botola.
Usop accennò col capo, facendogli capire che voleva rimanere, mentre il resto
andò sul ponte a discutere. Scivolando fuori dalla sua amaca, il cecchino si
diresse al fianco di Rufy, sedendosi sul pavimento e aspettando per la prossima
volta in cui il suo amico si fosse svegliato ansimando.
Era una tortura vederlo
in quello stato. Non aveva fatto altro che aiutare chiunque incontrassero -
chi avrebbe voluto fare qualcosa come quella a Rufy? Era stato Kuro? Creek?
Arlong, forse? Chi avrebbe avuto la capacità e l'intelligenza di fare quello
a Rufy sulla loro stessa nave, la loro Merry, senza svegliare
nessun altro della ciurma. Era infuriato. Robin aveva fatto da vedetta quella
notte, perciò nessuno sarebbe stato capace di superarla, con le sue abilità
del frutto del diavolo. Desiderava solo che Rufy glielo dicesse, dicesse
qualcosa - qualsiasi cosa! Con un altro sospiro, si sdraiò, pronto per quando
Rufy si fosse svegliato, fra un'oretta circa. Forse questa volta, sarebbe riuscito
a farsi dire dal suo amico quali orrori affrontava neri suoi sogni. Usop era
sicuro di una sola cosa. Se spaventavano Rufy in quella maniera, allora le storie
che aveva da raccontare erano di gran lunga migliori di qualunque altra avesse
inventato lui.
---
Sanji afferrò una sigaretta
dal portasigarette, i suoi occhi fissi mentre velocemente l'accendeva uscendo
all'aperto, prendendo una lunga boccata dalla stecca prima di allontanarla dalle
sue labbra e sospirare fuori il fumo. Passando una mano fra i suoi disordinati
capelli biondi, guardò Zoro. Non erano d'accordo sul dividersi durante la notte.
Era una nuova regola istituita dall'attacco di Rufy: non si sarebbero separati
e non avrebbero lasciato le loro cabine. Robin si era offerta di utilizzare
i poteri del suo frutto del diavolo per controllare finché non fossero stati
sicuri che l'emergenza fosse cessata e la ciurma aveva accettato riluttante,
non volendo caricare di compiti l'archeologa, ma non trovando un altro sistema.
"Allora che diavolo
c'è di così importante, da dover infrangere le regole, Marimo?"
"Nami ha detto che
dobbiamo tornare indietro," mormorò Zoro, fissando il mare con rabbia.
"Che?" chiese il cuoco,
sbattendo le palpebre. Aveva capito bene?
"Nami dice," Zoro parlò
lentamente, i suoi occhi fissi nelle nere acque a cui la Merry era ancorata.
"Dobbiamo tornare indietro attraverso le acque in cui Rufy è stato attaccato."
"Cosa!" squittì Chopper,
"M-Ma cosa accadrà se verrà attaccato ancora!"
"Non lo so," ammise
Zoro riluttante. "Ma mi ha mostrato la mappa, è l'unica strada per la prossima
isola, le correnti sono troppo tempestose e, se prendiamo un'altra rotta, potremo
perdere il magnetismo del LogPose."
"Fanculo," mormorò
Sanji. "Che facciamo con Rufy?"
"Domani, approderemo
ad una piccola isola sulla rotta per la prossima indicata dal LogPose. Ci ristoreremo
là," replicò Zoro. "Gliene parleremo poi."
"Non gli piacerà,"
rifletté Sanji.
"Anche se non volesse,
non ha scelta," ribatté Zoro.
Sanji e Chopper semplicemente
ricambiarono il suo sguardo prima che il primo facesse un sospiro e si voltasse,
tornando verso le cabine. Il secondo si attardò per pochi secondi, guardando
Zoro con occhi umidi prima di voltarsi anche lui, trottando nel ponte sottostante.
L'ultimo di loro sospirò pesantemente. Odiava parlare male di Rufy, dato che
rispettava il ragazzo più di ogni altra persona al mondo. Non aveva idea di
chi avesse fatto quello al suo capitano o cosa fosse veramente successo, ma
forse, se avessero attraversato di nuovo quelle acque, avrebbero potuto scoprirlo.
Non avrebbe mai permesso che capitasse di nuovo.
Un braccio fiorì sul
parapetto dietro di lui, picchiettando sul suo avambraccio ed indicando verso
le cabine. Zoro sospirò ancora e annuì.
"Sì, sì, Robin," mormorò.
"Arrivo."
Scendendo sottocoperta,
lo spadaccino ignorò il brivido di freddo che gli correva lungo la spina dorsale.
---
Quando la luce del
sole mattutino filtrò attraverso l'oblò, la ciurma della Going Merry era esausta.
Rufy aveva passato la notte torturato da un'altra serie di incubi costanti,
svegliandosi quasi ogni ora in preda al panico e coperto di sudore. Nami, essendo
stata la prima ad alzarsi, aveva voluto lasciare il resto della ciurma a dormire
un po' di più, ma l'isola era a poche ore di navigazione appena e dovevano essere
svegli per prepararsi all'ormeggio.
L'isola era piccola,
ma pericolosa, conosciuta per la sua feroce comunità di pirati e criminali.
Era più una stazione di stoccaggio senza nessuna residenza permanente. La ciurma
non avrebbe voluto fermarsi in un posto così turbolento, considerando la situazione
del loro capitano, ma avevano bisogno di procurarsi cibo e provviste. Chopper
inoltre aveva bisogno di medicine, dopo aver curato costantemente le innumerevoli
feriti di Rufy per le scorse due settimane.
"Allora, come diavolo
dobbiamo comportarci?" chiese Zoro, guardando il capitano mentre la ciurma si
preparava a sbarcare.
Sembrava così invisibile,
rispetto al suo solito comportamento espansivo. Le spalle erano ingobbite e
la carnagione pallida, con borse sotto gli occhi, bruciature e tagli gli marchiavano
la pelle. Guardandolo ora, nessuno avrebbe mai pensato che si trattasse del
pirata sull'annuncio di taglia, con quel grande sorriso a trentadue denti. Come
diavolo potevano portarlo attraverso le strade, con tutti i tagliagole e criminali
attorno? Uno sguardo al suo stato attuale, e chiunque di loro avrebbe attaccato
nella speranza di ottenere una facile ricompensa. Fortunatamente il numero 100.000.000
ne avrebbe spaventato la maggior parte.
"Non lo so - forse
potremmo travestirlo?" suggerì Nami, un dito premuto oziosamente sul mento,
in riflessione. "Qualcosa che gli mascheri il corpo e il viso - va bene per
te, Rufy?"
Lui fece un cenno leggero,
e lei sorrise. Alla fine aveva iniziato a rispondere loro di nuovo. Per la maggior
parte del tempo sembrava perso in un mondo tutto suo, ignorando la ciurma e
ciò che gli succedeva attorno, ma adesso sembrava aver fatto un passo avanti
verso la normalità. Era piccolo, ma pur sempre un inizio.
"Posso prendere quella
vecchia cosa con cui giocavamo tempo fa, Nami," si offrì Usop, voltandosi e
correndo sottocoperta per recuperare l'oggetto richiesto. Lei aveva cucito un
vecchio lenzuolo in una toga pochi mesi fa quando Rufy, Usop e Chopper l'avevano
praticamente supplicata per averla, affinché potessero recitare e giocare a
"vestirsi a festa" insieme. Il cecchino tornò dopo pochi minuti, tendendo la
vecchia, ma resistente toga a Nami.
Cercando di farci scivolare
il capitano dentro, lei si fermò sentendolo teso. Come poteva farlo senza preoccuparlo?
Zoro sospirò e gettò via la toga, passandola a Chopper.
"Fingi che siano bende,"
mormorò. "Ed aiutalo ad entrare dentro."
"G-Giusto," annuì Chopper,
assumendo velocemente l'Heavy Point. "Braccia in alto, Rufy."
Lui obbedì senza protestare,
alzando le sue deboli, stanche braccia osservando Chopper mentre gli faceva
scivolare velocemente la roba sopra di lui, ignorando i leggeri indietreggiamenti.
Non appena il vestito fu a posto, la piccola renna ritornò normale, inviando
uno sguardo umido in direzione di Rufy. Era ancora difficile non poterlo abbracciare
anche quando era preoccupato o sconvolto.
Controllandolo per
essere sicura che nessun segno distintivo di chi veramente fosse venisse esposto,
Nami annuì approvando. Gli si avvicinò per aggiustargli un poco la toga ed indietreggiò
quando Rufy sobbalzò lontano da lei. Non poteva vedere il suo viso, ma non ne
aveva veramente necessità. Aveva visto abbastanza a lungo quegli occhi spiritati
nelle scorse due settimane da imprimere a fuoco per sempre l'immagine nella
sua memoria. Sentendosi un poco nervosa al pensiero di toccarlo ancora, si avvicinò
esitante, velocemente aggiustò la toga per farlo sentire un po' meglio prima
di sforzarsi di sorridere.
"Ecco," sussurrò, sbattendo
le palpebre per ricacciare indietro le lacrime che volevano fuggire ed ingoiando
un singhiozzo. "Stai bene."
Zoro gli girò attorno
e spalancò gli occhi sorpreso perché il ragazzo sembrava completamente teso,
anche per quella piccola azione. Ritornò indietro per guardarlo in viso e annuì
approvando.
"Speriamo che nessuno
ti riconosca, eh, capitano?"
Rufy non replicò, ma
in fondo Zoro non se l'aspettava sul serio.
"Hey," chiamò piano
Sanji, curvandosi un poco per poter guardare il viso di Rufy. "Sicuro di volerlo
fare?"
Un piccolo, esitante
cenno fu la sua unica replica, e il cuoco sospirò. Sapeva che Rufy non
voleva farlo. Se avesse scelto, probabilmente si sarebbe rannicchiato
nel posto più oscuro che avesse potuto trovare per rimanerci in eterno, ma tanto
quanto non lo dava a vedere, loro sapevano che voleva stare meglio.
"Okay," intervenne
Zoro. "Nami e Sanji, andate e prendete le provviste che ci servono. Usop, rimani
sulla Merry. Chopper, Robin ed io staremo con Rufy."
"Ma Zoro!" protestò
Chopper, "Devo prendere altre medicine per Rufy!"
"Lo so, Chopper," replicò
Zoro. "Se non troviamo ciò che ti serve mentre siamo fuori, ti accompagerò
dopo a prenderli quando Rufy sarà di nuovo sulla nave, ma potremo aver bisogno
di te se succedesse qualcosa mentre siamo fuori."
"Oh…" rifletté la renna,
prima di annuire.
"Allora si va," affermò
Sanji.
---
Dopo aver girato per
un'oretta, Zoro notò che Rufy aveva iniziato a zoppicare leggermente, decelerando.
Ovviamente le sue ferite lo stavano stancando, ma non aveva protestato affatto,
seguendo obbediente gli altri da dietro. Guardando più attentamente, notò che
anche il suo respiro aveva iniziato a diventare pesante, e stava socchiudendo
gli occhi. Aveva bisogno di riposo, ed era compito di Zoro assicurarsi che l'avesse.
"Va bene," parlò, attirando
effettivamente l'attenzione di Robin e Chopper. "E' ora di una pausa."
Nessuno protestò mentre
tornavano indietro, camminando un poco posteriormente al capitano e al primo
compagno.
"Forse potremo
provare qui, Samurai-san," suggerì Robin, accennando verso un bar non troppo
lontano, che sembrava giusto un po' meno turbolento degli altri che avevano
superato. Annuendo, Zoro riprese a camminare, seguito dietro da Robin e Chopper
e con Rufy al suo fianco. Scoccando un'occhiata al ragazzo, sospirò. Avevano
avuto una dozzina di attacchi da quando avevano lasciato la Merry, dato che
la postura di Rufy praticamente gridava 'bersaglio facile'. Sperava che il riposo
lo avrebbe fatto sentire meglio.
Robin spalancò le porte
scricchiolanti, tenendole aperte per il suo fragile capitano mentre Zoro lo
conduceva dentro. Ignorando le dure occhiate ed i rudi sguardi, presero un tavolo
verso il fondo, assicurandosi che Rufy fosse seduto con la schiena contro il
muro così che nessuno potesse colpirlo da dietro. L'ultima cosa di cui avevano
bisogno era che si facesse scoprire con un attacco di panico, perché qualcuno
gli si era avvicinato troppo.
Zoro andò al bancone
per ordinare. Notando che il bar serviva cibo, prese un piccolo piatto di snack,
sperando che forse al capitano sarebbe venuto un poco di fame. Stava per tornare
indietro al tavolo quando incrociò una figura familiare a faccia in giù sul
bancone.
"Ace?" esclamò improvvisamente
a voce alta, prima di avvicinarsi al ragazzo narcolettico. "Oi…"
Un leggero scossone
portò Pugno di Fuoco fuori dal mondo dei sogni, facendolo balzare su, e quindi
di voltarsi a guardare chiunque l'avesse svegliato. I suoi occhi assonnati si
spalancarono mentre metteva a fuoco Zoro ed il suo cipiglio si trasformò velocemente
in un sorriso aperto.
"Hey, Zoro!" lo salutò
entusiasta. "Non ci vediamo da tempo! Che stai facendo qui?"
"Il solito," replicò
lui, sorridendo leggermente. Ace gli ricordava Rufy; Rufy prima dell'attacco.
"E tu?"
"C'era una falsa pista
su Barbanera da queste parti, così ho deciso di fermarmi qui e ristorarmi un
po' prima di riprendere la caccia."
"Quindi sei stato nella
prossima isola dopo questa?"
"Sì, niente di che.
Questa è per di più un'area commerciale. Le isole sono piccole, per la
maggior parte composte da villaggi con abitanti che non hanno mai messo un piede
fuori." Replicò l'altro, appoggiandosi casualmente contro il bancone. "Quindi
il mio fratellino fadanni è qui? Oppure è fuggito via per mettersi di nuovo
in qualche guaio?"
Il sorriso di Zoro
si spense ed Ace alzò un sopracciglio, il suo stesso sorriso trasformato in
un cipiglio curioso.
"Che c'è?" chiese,
alzandosi. "Non dirmi che è nei guai?"
"Non esattamente,"
mormorò Zoro, resistendo alla tentazione di voltarsi verso Rufy. Sapeva che
il ragazzo si sarebbe imbarazzato se suo fratello l'avesse visto nello stato
in cui si trovava, ma non poteva nasconderglielo, proprio come non si aspettava
che Ace nascondesse loro qualcosa riguardante Rufy. "Il pericolo è passato ora,
ma lo ha lasciato di pessimo umore. Stiamo cercando di tenerlo tranquillo."
"Cosa?" domandò Ace,
aggrottando le sopracciglia mentre un sorriso incredulo compariva sul suo viso.
"Stai chiedendo a Rufy di rimanere tranquillo?"
Zoro sbuffò leggermente,
scuotendo la testa con un piccolo sorriso. Non aveva visto il suo capitano nello
stato in cui era dalle scorse due settimane, perciò non ci avrebbe creduto comunque.
"Non penso che combinerà
troppi danni per un po'," mormorò amaramente.
"Che? Perché?" chiese
il ragazzo con le lentiggini, il sorriso scomparso al tono serio di Zoro. "Che
diavolo è successo?"
"E' un po'… Nei guai
ora," spiegò l'altro, non sicuro di come raccontarlo. Solitamente era uno brusco
in queste situazioni e che arrivava diritto al punto, ma l'ultima cosa che voleva
era un irato Pugno di Fuoco fra le mani. "E' successo qualche merdoso accidente,
e lo ha sconvolto particolarmente."
"Sconvolto come?" domandò
Ace, i suoi occhi stretti per l'ovvia rabbia. Zoro sapeva che non era diretta
contro di lui.
Fece una pausa, notando
in che modo il barista si era avvicinato a loro e come numerose conversazioni
attorno si fossero bloccate. Accennando ad Ace perché lo seguisse fuori, i due
afferrarono le loro bevande ed uscirono dal bar così che Zoro potesse spiegare
la situazione.
---
Robin strofinò la macchia
sul tavolo con le dita. Per un momento rifletté se Zoro potesse avere possibilità
di perdersi nel ritornare dal bancone, ma guardandosi attorno e scannerizzando
tutta la stanza, lo trovò con Ace e sorrise. Non aveva ancora avuto la possibilità
di incontrarlo di persona, ma aveva sentito parlare di lui ed Usop lo aveva
anche ritratto in modo che potesse vedere com'era fatto. Non che ne avesse bisogno:
Ace Pugno di Fuoco era dopotutto un pirata ben conosciuto, essendo il comandante
della seconda flotta di Barbabianca. Decidendo di non avvertire ancora gli altri
della sua presenza, continuò a strofinare un dito sul tavolo rovinato, mantenendo
un set extra di occhi ed orecchie in maniera che nessuno potesse tentare qualcosa.
Chopper spostava lo
sguardo dal tavolo a Rufy ogni quindici secondi circa per assicurarsi che fosse
a posto. Era la prima volta che si trovava in una zona così affollata dall'attacco,
ed era in effetti la prima volta che era in contatto con qualcun altro che non
fosse un membro della ciurma da quel momento. La piccola renna non poteva far
altro che preoccuparsi per il suo capitano. Osservava il suo respiro per assicurarsi
che non avesse nessun tipo di attacco, ma a parte le sue mani tremanti, non
poteva vedere nessun altro problema.
All'inizio, dopo l'approdo
all'isola aveva pensato di lasciare Rufy indietro con uno della ciurma, ma la
nave avrebbe potuto essere attaccata per qualsiasi ragione, perciò un unico
membro non avrebbe potuto essere sufficiente. Una persona poteva proteggere
se stessa, ma non altrettanto bene Rufy, ed i ragazzi di Cappello di Paglia
non volevano correre rischi. Nami aveva suggerito che comunque poteva essere
positivo per lui ritornare in mezzo alla gente.
Pochi minuti passarono
e Robin continuò a guardare il viso di Ace con la sua coppia di occhi in più,
come cambiasse dalla curiosità alla preoccupazione allo shock, alla pietà e
alla fine si sistemasse in un miscuglio tra preoccupazione e rabbia. I due finirono
di parlare e l'archeologa fece scomparire le sue estremità in eccesso, tornando
a fronteggiare i due mentre camminavano verso di loro.
"Oi," mormorò Zoro,
arrivando al tavolo. "Alzatevi, ce ne andiamo. Ace sa qualcosa su cos'è accaduto."
Senza un'altra parola,
Chopper e Robin si alzarono per andarsene. Ace osservò Zoro muoversi verso la
persona che gli avevano detto essere Rufy, ed il ragazzo travestito indietreggiò
prima di spostarsi da solo dietro Robin. Ace non avrebbe voluto, ma doveva dire
loro cos'era successo. Sperava solo che Rufy potesse superare qualcosa come
quella. Aveva fiducia nelle capacità del suo fratellino. Zoro si era tenuto
vago nei dettagli, ma da quello che conosceva su ciò, non poteva essere semplice.
Qualcosa che aveva colpito il suo fratellino così duramente… Doveva essere stato
orribile.
Scuotendo la testa
per liberarsi dai cattivi pensieri, Ace si sistemò nelle retroguardie, vicino
a Zoro. Rufy ovviamente non l'aveva visto, e all'apparenza (non si poteva vedere
il suo viso), gli occhi erano fissi sul pavimento polveroso, guardando i suoi
stessi passi. Restringendo gli occhi, vide la difficoltà dei suo passi e non
mancò di notare i movimenti rigidi del suo corpo, come se fosse dolorante. Non
disse nulla, semplicemente camminò in silenzio, scoccando occhiate di
fuoco a chiunque osasse anche solo guardare suo fratello troppo a lungo.
Dopo qualche tempo,
il piccolo gruppo arrivò alla nave. Non avrebbero impiegato così tanto tempo
dal bar se Chopper e Robin non si fossero fermati a numerose bancarelle e negozi
per comprare qualunque cosa di cui avessero bisogno. Rufy era rimasto notevolmente
indietro, e in più di un'occasione si era dovuto fermare per riprendere fiato.
Posando i piedi sul
ponte, Zoro si avvicinò per togliere il travestimento dal corpo abbattuto di
Rufy, cercando di ignorare come le sue spalle si irrigidissero e come il suo
corpo si scuotesse leggermente al tocco. Questa volta Rufy indietreggiò solo
un poco e cercò di aiutarlo, movendo le sue stanche e ferite braccia in maniera
che il suo primo compagno potesse rimuovere il travestimento che lo nascondeva.
Non appena gli fu levato,
Ace non poté evitare il leggero singhiozzo che sfuggì dalle sue labbra alle
ferite del suo fratellino - ed erano passate due settimane dall'accaduto! Sembrava
che Rufy fosse troppo perso nei suoi pensieri per aver notato suo fratello maggiore
fino a quel momento. Senza pensare, i suoi occhi si spalancarono, le braccia
si alzarono mentre si avvicinava come se lo volesse abbracciare. La ciurma rimase
sconvolta, perché quello era il primo contatto che Rufy avesse effettivamente
iniziato di propria volontà. Tuttavia la loro delizia ebbe vita breve,
perché lui si bloccò un istante prima, per poi tornare a ritirarsi ancora, osservando
il ragazzo con le lentiggini con sguardo quasi colpevole per non essere riuscito
a completare l'azione.
Ace lo guardò, leggermente
scosso; Zoro gli aveva detto che la situazione era grave, ma non si aspettava
che lo fosse così tanto. Lasciò passare gli occhi sulle forme tremanti
di Rufy, trattenendosi su ogni bruciatura e taglio e fermandosi sugli spiritati
occhi neri. Era sul punto di accusare gli altri di aver cambiato il suo fratellino.
Davvero quello non poteva essere Rufy. Il suo felice, luminoso, ottimista Rufy.
Ma alla fine, se fosse stato nella sua posizione, probabilmente avrebbe reagito
nella stessa maniera.
Sospirando leggermente,
avanzò, cancellando la distanza fra lui e suo fratello e avvolse le braccia
muscolose attorno al corpo sottile del ragazzo, circondando il suo fratellino
con una stretta sicura. Per un poco il ragazzo non tremò e restò semplicemente
tranquillo con la fronte contro le spalle di suo fratello. Ace allentò le sue
braccia giusto un poco, scotendosi leggermente mentre sentiva l'irrigidirsi
dei muscoli di Rufy, ma lo ignorò, guardando verso Zoro.
"Quand'è stata l'ultima
volta che ha mangiato?" domandò, ritornando ad osservare l'aspetto sottile di
Rufy. "E' ancora più magro del solito."
"Abbiamo cercato di
forzarlo a mangiare dall'attacco," spiegò Zoro. "Abbiamo tentato di tutto, ma
non è riuscito a trattenere nulla."
"Che mi dite di compresse
per fermare il vomito?" suggerì Ace.
"Rigetta anche quelle,"
singhiozzò Chopper. "E anche i tranquillanti."
"Tranquillanti?"
"Per i suoi incubi,"
spiegò la renna. "Li ha per tutta la notte."
"Hn. Brutto segno."
Il gruppo rimase silenzioso,
mentre lo sguardo di Rufy rimase fisso sul pavimento. Ace non poteva fare altro
che pensare che sembrasse… Imbarazzato.
"Se hai intenzione
di diventare il Re dei Pirati," parlò Ace improvvisamente, ovviamente rivolgendosi
a Rufy. "Dovrai essere capace di superare qualcosa di simile."
I grandi occhi di Rufy
si alzarono per scoccargli uno sguardo prima di tornare a fissare il pavimento,
azione seguita da un piccolo cenno pochi secondi dopo.
"Non puoi lasciarti
buttare giù da questo, Rufy, devi gettartelo alle spalle," continuò calmo.
"Non sarà nulla se non passerai là di nuovo."
"In verità," intervenne
Robin, dolcemente. "Lo faremo."
"Che?" La testa di
Ace si voltò così velocemente che Chopper fu sicuro che si fosse staccata. "Perché?"
"Non c'è altro modo,"
spiegò Zoro. Lentamente, lo spadaccino ripeté la storia della notte precedente,
affinché sia Rufy che Ace ascoltassero.
"Quindi, non ci sono
alternative?" chiese il pirata con le lentiggini, lasciando correre gentilmente
tra i capelli neri di Rufy per cercare di calmare i brividi del ragazzo. Ovviamente,
non gliel'avevano detto fino a quel momento.
"No," replicò Zoro,
voltandosi verso Rufy e dirigendo la prossima frase a lui. "Non se vogliamo
proseguire."
Tutti gli sguardi si
concentrarono su Rufy, ma sembrava che non avesse sentito. I suoi occhi erano
socchiusi mentre suo fratello continuava a far scorrere la mano attraverso i
suoi capelli per rilassarlo. La porta della cambusa si aprì improvvisamente,
facendo saltare il ragazzo tra le braccia del fratello, finché non vide i tre
restanti membri della ciurma, calmandosi.
Nami, Usop e Sanji
sbatterono le palpebre vedendo Ace, prima di avvicinarsi per salutarlo. Veloci
conversazioni vennero fatte e la situazione spiegata ancora una volta per essere
sicuri che tutti avessero capito cos'era successo. Quando tutto fu sistemato,
e la ciurma fu accomodata nella cambusa con bevande calde, Zoro iniziò l'argomento.
"Allora, quali informazioni
hai per noi?" chiese, gli occhi ristretti in riflessione. "Sai chi ha fatto
questo a Rufy?"
Sei paia di occhi curiosi
guardarono il ragazzo narcolettico, aspettando una risposta.
"Già," rispose Ace
solennemente, sospirando mentre si passava una mano fra i capelli, domandandosi
se le persone davanti a lui gli avrebbero creduto o no. "Sono stati i fantasmi."
"Fantasmi," ripeté
Nami, ovvio scetticismo nella sua voce.
"Già, be', una specie,"
mormorò Ace, scuotendo la testa. "Non so davvero come spiegarlo."
"C-Come lo sai?" chiese
Usop, maledendosi mentalmente perché non era riuscito a nascondere il tremolio
della sua voce ed i brividi del suo corpo.
"Perché è successo
anche a me."
"Che?" chiese il cecchino,
gli occhi spalancati. "Quando?"
"Prima dell'incidente
con Barbanera, quando ero ancora sulla nave di Barbabianca."
"Quindi cos'è successo?"
"Veramente non ricordo
nulla," ammise Ace. "So solo quello che il mio capitano mi ha raccontato dopo."
"Potrei rispondere
io a qualche domanda," si offrì Robin, facendo scivolare sul tavolo un libro
che aveva letto. "L'ho trovato pochi giorni fa."
"La caduta"
lesse Usop piano, mentre si sporgeva per poter vedere il volume. "Cos'ha a che
fare con noi?"
"Questo libro schematizza
la vita dei cinquanta più grandi capitani pirati che siano mai vissuti, e che
sono stati uccisi," spiegò Robin. "Trenta di loro sono morti in quel tratto
di mare dove il nostro capitano è stato attaccato."
"Che?" urlò Zoro, sbattendo
le mani sul tavolo mentre si alzava in piedi. Rufy si allontanò da lui, tremando.
"Perché non ce l'hai detto fino ad adesso?"
"Mi sono imbattuta
nella connessione con la nostra situazione solo oggi, Samurai-san," replicò
Robin calma. "Non si può credere a tutto ciò che si legge in un libro. Per prima
cosa i fatti devono essere separati dalla finzione, e i 'fantasmi' sembrano
un po' un cliché considerate le circostanze."
"Bene," borbottò lo
spadaccino, ovviamente ancora arrabbiato per la nuova informazione. "Che cos'ha
a che fare con noi?"
"Tutti i capitani che
sono morti, sono stati trovati dalla loro ciurma al mattino senza alcuna traccia
di arrembaggi sulla nave," spiegò Robin lentamente, restringendo gli occhi mentre
apriva il libro, scannerizzando numerose pagine che aveva segnato.
"Proprio come…" intervenne
Nami, ripensando a quando avevano cercato indizi su colui che aveva potuto attaccarli.
Non ne avevano trovato uno.
"La ragione dell'attacco
è una leggenda," continuò la donna dai capelli scuri.
"Ho sentito un sacco
di leggende che sono diventate realtà, Robin-chan," mormorò Sanji. "Che cosa
ne pensi, Ace?"
"Non è una leggenda,"
convenne Ace, scotendo la testa. "Il mio capitano mi ha spiegato che tutti noi
siamo stati posseduti, ciascun uomo nella ciurma."
Zoro impallidì leggermente,
non gli piaceva come si stavano mettendo le cose, per niente.
"Si dice che in fantasmi
infestino quel tratto dell'oceano, cercando vendetta contro i capitani pirati,"
spiegò Robin. "Sono spiriti di una ciurma uccisa secoli fa dal loro capitano
'Bonzey', durante un crudele massacro seguito alla decisione dell'uomo di non
voler essere più un pirata."
"E' terribile," sussurrò
Nami arrabbiata. Erano pirati come 'Bonzey' e Arlong che rovinavano le
vite degli altri.
"In centinaia morirono
a causa di quel capitano pirata," continuò Robin. "Ed ora aspettano le navi
pirata che passano con ciurme e capitani, e se scende la notte mentre la nave
attraversa le loro tombe acquatiche, possiedono la ciurma e la utilizzano per
torturare ed uccidere il capitano, lasciando che l'equipaggio lo trovi quando
si sveglia."
"Quindi vogliono vendetta?"
mormorò Sanji, veemente.
"Ma perché tutti
i pirati?" chiese Chopper, con le lacrime agli occhi. "Non dovrebbero occuparsi
solo di quelli cattivi?"
"Non funziona in questa
maniera, Chopper," spiegò Ace. "Questi spiriti sono convinti che tutti i capitani
prima o poi tradiranno la ciurma - lo fanno per 'liberare' la ciurma."
"Ma questo non è giusto!"
piagnucolò il piccolo dottore. "Rufy non ci tiene prigionieri! Tutti noi ci
siamo uniti a lui di nostra spontanea volontà!"
"Come l'hai superato?"
chiese Sanji improvvisamente, interrompendo la piccola renna. "Hai detto che
ti è successo."
"Barbabianca ci ha
sconfitto," rispose Ace semplicemente, alzando le spalle.
La ciurma rimase in
silenzio dopo la nuova informazione, lasciando che le parole affondassero dentro
di loro. Sanji scoccò un'occhiata alla sua destra e sbatté le palpebre confuso
mentre i suoi occhi si posarono su Zoro. Il ragazzo era bianco come un lenzuolo,
come se stesse per morire.
"Oi, Testa d'alga,"
chiamò. "Cosa c'è che non va?"
"Non ci sei ancora
arrivato, vero?" chiese Zoro, appena più che un sussurro. "Fottuto idiota!"
"Che?" ribatté Sanji,
alzandosi come se volesse colpirlo. Si fermò a poca distanza perché l'altro
non si era mosso. Improvvisamente realizzando che aveva capito ciò che tutti
volevano sapere, lo chef impallidì. "Che!"
Rufy affondò nella
sua sedia, chinando la testa e desiderando solamente potersi fondere con il
pavimento. Erano sul punto di capirlo, e lui lo sapeva. Nonostante si fosse
sforzato di non lasciar trasparire nulla, stava per essere rivelato. Zoro l'aveva
già capito - glielo diceva la maniera con cui lo aveva guardato.
"Non avete sentito!"
urlò Zoro. "Ci hanno posseduto! Noi abbiamo fatto questo a Rufy!"
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Note di Akemichan:
Ecco, questa è l'idea per cui ho deciso di tradurre la fanfiction. Sinceramente,
mi ha sconvolto. E ora Rufy come ne esce? O.o Terribile. E poi c'è Ace, che
è sempre una chicca in più (ma questo solo per me XD). La parola "nakama" è
l'originale giapponese per "compagni", a proposito, mentre "Marimo" è "testa
d'alga". Grazie a tutti per la lettura e per le recensioni, e per i ringraziamenti
alla mia traduzione. Li apprezzo molto. ^^ Qui sotto ci sono le risposte dell'autrice.
Mi dispiace che non ci sia quella di Giodan, perché non ho fatto in tempo a
rintracciare l'autrice, ma al prossimo capitolo la metterò di sicuro. A meno
che tu non l'abbia già recensita in inglese, e che quindi non ne abbia bisogno
^^ A questo proposito, se hai delle correzioni da fare alla mia traduzione,
sentiti libero di farle, così posso migliorarne la qualità. E se avessi altre
storie da suggerire...^.-
Kuronekochan:
Sono felice che la storia ti abbia colpito così tanto. Cerco di fare del mio
meglio e di utilizzare le recensioni per migliorarmi. Spero che continuerai
a leggere!
Rika87:
Grazie mille! Cerco di provare idee originali! Spero che ti abbia divertito
anche il secondo capitolo!
Gloglo:
è DAVVERO strano vedere Rufy così, ma in quelche maniera, funziona parecchio
bene con la trama e le persone sembrano apprezzarlo. Grazie della recensione!
Nicorobin82:
hahaha, in arrivo ancora più torture, Nico! Non è ancora il tempo per Rufy di
sentirsi meglio! Grazie per la recensione!
Neko:
sono molto felice che abbia apprezzato la fic. Sto lavorando ora al prossimo
capitolo...
Beat:
non si vede spesso Rufy in pericolo, ed io stessa non avevo letto storie di
questo tipo, perciò volevo farne una io. Sono contenta che ti sia piaciuto!
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