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Autore: Clarobell    10/09/2008    12 recensioni
Dopo uno scontro in mare, l'intera personalità di Rufy cambia. I ragazzi di Cappello di Paglia vorrebbero aiutarlo a riprendersi, ma come possono, se non sanno ciò che è accaduto? Dopotutto, loro dormivano mentre il loro capitano veniva torturato...
Genere: Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Violenza
Capitoli:
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Dark Truth2

Capitolo 2: Comprensione

Il dolore scivolava lungo il corpo, i suoi arti tremavano ed il respiro si trasformava in singhiozzi corti e strangolati. La corda sottile attorno al suo collo si tese, logorandogli la pelle e bruciando, mentre si agitava per liberarsi dalla stretta. La corda lo alzò sollevandolo in aria, lasciando che i suoi arti si dimenassero per la paura, mentre la sua scorta di ossigeno veniva meno; le mani si alzarono istintivamente per afferrare i legacci, ma senza riuscirci. La corda si spezzò ed lui scivolò sul pavimento boccheggiando; il suo cappello coprì i suoi occhi.

"Ora non sembri così forte, capitano."

---

Rufy sobbalzò con un singulto soffocato, le mani a pugno e gli occhi spalancati. Forti braccia circondavano il suo busto, perciò protestò terrorizzato, divincolandosi prima di costringersi a calmarsi mentre i suoi occhi cadevano sul suo 'carceriere'. Gli occhi grigi e acuti di Zoro si addolcirono a quelli diffidenti del suo capitano che lo fissavano interrogativi.

Lo spadaccino rimase silenzioso, prendendo senza parole una fredda pezza dietro Rufy e passandola al giovane. Rufy reagì velocemente, agguantando il panno e strofinandosi delicatamente il viso bagnato. Lentamente il suo fiato iniziò a calmarsi dai veloci ansimi, finendo in profondi e lenti respiri. Finalmente, dopo pochi minuti, sembrò nuovamente stabile. Il resto dei ragazzi lo guardò con un misto di pietà e tristezza mentre la figura sottile del loro giovane capitano iniziava a tremare al ricordo dell'incubo. Zoro scoccò loro un'occhiata carica d'odio. Avrebbero dovuto saperlo bene, che lui non aveva bisogno di pietà, ma di amici. Aveva bisogno che i suoi nakama fossero lì per lui.

Ancora una volta tentò di calmare il ragazzo, e questa volta, nonostante il suo corpo fosse teso, non lo respinse. Lentamente le convulsioni diminuirono e i suoi muscoli si rilassarono, e la testa ciondolò in avanti mentre il corpo soccombeva di nuovo per il sonno, completamente esausto a causa delle settimane passate. Zoro lo sistemò ancora sul divano, mentre i suoi occhi tornarono a fissare gli altri nella stanza. Silenziosamente, si alzarono dalle rispettive amache, dirigendosi verso la botola. Usop accennò col capo, facendogli capire che voleva rimanere, mentre il resto andò sul ponte a discutere. Scivolando fuori dalla sua amaca, il cecchino si diresse al fianco di Rufy, sedendosi sul pavimento e aspettando per la prossima volta in cui il suo amico si fosse svegliato ansimando.

Era una tortura vederlo in quello stato. Non aveva fatto altro che aiutare chiunque incontrassero - chi avrebbe voluto fare qualcosa come quella a Rufy? Era stato Kuro? Creek? Arlong, forse? Chi avrebbe avuto la capacità e l'intelligenza di fare quello a Rufy sulla loro stessa nave, la loro Merry, senza svegliare nessun altro della ciurma. Era infuriato. Robin aveva fatto da vedetta quella notte, perciò nessuno sarebbe stato capace di superarla, con le sue abilità del frutto del diavolo. Desiderava solo che Rufy glielo dicesse, dicesse qualcosa - qualsiasi cosa! Con un altro sospiro, si sdraiò, pronto per quando Rufy si fosse svegliato, fra un'oretta circa. Forse questa volta, sarebbe riuscito a farsi dire dal suo amico quali orrori affrontava neri suoi sogni. Usop era sicuro di una sola cosa. Se spaventavano Rufy in quella maniera, allora le storie che aveva da raccontare erano di gran lunga migliori di qualunque altra avesse inventato lui.

---

Sanji afferrò una sigaretta dal portasigarette, i suoi occhi fissi mentre velocemente l'accendeva uscendo all'aperto, prendendo una lunga boccata dalla stecca prima di allontanarla dalle sue labbra e sospirare fuori il fumo. Passando una mano fra i suoi disordinati capelli biondi, guardò Zoro. Non erano d'accordo sul dividersi durante la notte. Era una nuova regola istituita dall'attacco di Rufy: non si sarebbero separati e non avrebbero lasciato le loro cabine. Robin si era offerta di utilizzare i poteri del suo frutto del diavolo per controllare finché non fossero stati sicuri che l'emergenza fosse cessata e la ciurma aveva accettato riluttante, non volendo caricare di compiti l'archeologa, ma non trovando un altro sistema.

"Allora che diavolo c'è di così importante, da dover infrangere le regole, Marimo?"

"Nami ha detto che dobbiamo tornare indietro," mormorò Zoro, fissando il mare con rabbia.

"Che?" chiese il cuoco, sbattendo le palpebre. Aveva capito bene?

"Nami dice," Zoro parlò lentamente, i suoi occhi fissi nelle nere acque a cui la Merry era ancorata. "Dobbiamo tornare indietro attraverso le acque in cui Rufy è stato attaccato."

"Cosa!" squittì Chopper, "M-Ma cosa accadrà se verrà attaccato ancora!"

"Non lo so," ammise Zoro riluttante. "Ma mi ha mostrato la mappa, è l'unica strada per la prossima isola, le correnti sono troppo tempestose e, se prendiamo un'altra rotta, potremo perdere il magnetismo del LogPose."

"Fanculo," mormorò Sanji. "Che facciamo con Rufy?"

"Domani, approderemo ad una piccola isola sulla rotta per la prossima indicata dal LogPose. Ci ristoreremo là," replicò Zoro. "Gliene parleremo poi."

"Non gli piacerà," rifletté Sanji.

"Anche se non volesse, non ha scelta," ribatté Zoro.

Sanji e Chopper semplicemente ricambiarono il suo sguardo prima che il primo facesse un sospiro e si voltasse, tornando verso le cabine. Il secondo si attardò per pochi secondi, guardando Zoro con occhi umidi prima di voltarsi anche lui, trottando nel ponte sottostante. L'ultimo di loro sospirò pesantemente. Odiava parlare male di Rufy, dato che rispettava il ragazzo più di ogni altra persona al mondo. Non aveva idea di chi avesse fatto quello al suo capitano o cosa fosse veramente successo, ma forse, se avessero attraversato di nuovo quelle acque, avrebbero potuto scoprirlo. Non avrebbe mai permesso che capitasse di nuovo.

Un braccio fiorì sul parapetto dietro di lui, picchiettando sul suo avambraccio ed indicando verso le cabine. Zoro sospirò ancora e annuì.

"Sì, sì, Robin," mormorò. "Arrivo."

Scendendo sottocoperta, lo spadaccino ignorò il brivido di freddo che gli correva lungo la spina dorsale.

---

Quando la luce del sole mattutino filtrò attraverso l'oblò, la ciurma della Going Merry era esausta. Rufy aveva passato la notte torturato da un'altra serie di incubi costanti, svegliandosi quasi ogni ora in preda al panico e coperto di sudore. Nami, essendo stata la prima ad alzarsi, aveva voluto lasciare il resto della ciurma a dormire un po' di più, ma l'isola era a poche ore di navigazione appena e dovevano essere svegli per prepararsi all'ormeggio.

L'isola era piccola, ma pericolosa, conosciuta per la sua feroce comunità di pirati e criminali. Era più una stazione di stoccaggio senza nessuna residenza permanente. La ciurma non avrebbe voluto fermarsi in un posto così turbolento, considerando la situazione del loro capitano, ma avevano bisogno di procurarsi cibo e provviste. Chopper inoltre aveva bisogno di medicine, dopo aver curato costantemente le innumerevoli feriti di Rufy per le scorse due settimane.

"Allora, come diavolo dobbiamo comportarci?" chiese Zoro, guardando il capitano mentre la ciurma si preparava a sbarcare.

Sembrava così invisibile, rispetto al suo solito comportamento espansivo. Le spalle erano ingobbite e la carnagione pallida, con borse sotto gli occhi, bruciature e tagli gli marchiavano la pelle. Guardandolo ora, nessuno avrebbe mai pensato che si trattasse del pirata sull'annuncio di taglia, con quel grande sorriso a trentadue denti. Come diavolo potevano portarlo attraverso le strade, con tutti i tagliagole e criminali attorno? Uno sguardo al suo stato attuale, e chiunque di loro avrebbe attaccato nella speranza di ottenere una facile ricompensa. Fortunatamente il numero 100.000.000 ne avrebbe spaventato la maggior parte.

"Non lo so - forse potremmo travestirlo?" suggerì Nami, un dito premuto oziosamente sul mento, in riflessione. "Qualcosa che gli mascheri il corpo e il viso - va bene per te, Rufy?"

Lui fece un cenno leggero, e lei sorrise. Alla fine aveva iniziato a rispondere loro di nuovo. Per la maggior parte del tempo sembrava perso in un mondo tutto suo, ignorando la ciurma e ciò che gli succedeva attorno, ma adesso sembrava aver fatto un passo avanti verso la normalità. Era piccolo, ma pur sempre un inizio.

"Posso prendere quella vecchia cosa con cui giocavamo tempo fa, Nami," si offrì Usop, voltandosi e correndo sottocoperta per recuperare l'oggetto richiesto. Lei aveva cucito un vecchio lenzuolo in una toga pochi mesi fa quando Rufy, Usop e Chopper l'avevano praticamente supplicata per averla, affinché potessero recitare e giocare a "vestirsi a festa" insieme. Il cecchino tornò dopo pochi minuti, tendendo la vecchia, ma resistente toga a Nami.

Cercando di farci scivolare il capitano dentro, lei si fermò sentendolo teso. Come poteva farlo senza preoccuparlo? Zoro sospirò e gettò via la toga, passandola a Chopper.

"Fingi che siano bende," mormorò. "Ed aiutalo ad entrare dentro."

"G-Giusto," annuì Chopper, assumendo velocemente l'Heavy Point. "Braccia in alto, Rufy."

Lui obbedì senza protestare, alzando le sue deboli, stanche braccia osservando Chopper mentre gli faceva scivolare velocemente la roba sopra di lui, ignorando i leggeri indietreggiamenti. Non appena il vestito fu a posto, la piccola renna ritornò normale, inviando uno sguardo umido in direzione di Rufy. Era ancora difficile non poterlo abbracciare anche quando era preoccupato o sconvolto.

Controllandolo per essere sicura che nessun segno distintivo di chi veramente fosse venisse esposto, Nami annuì approvando. Gli si avvicinò per aggiustargli un poco la toga ed indietreggiò quando Rufy sobbalzò lontano da lei. Non poteva vedere il suo viso, ma non ne aveva veramente necessità. Aveva visto abbastanza a lungo quegli occhi spiritati nelle scorse due settimane da imprimere a fuoco per sempre l'immagine nella sua memoria. Sentendosi un poco nervosa al pensiero di toccarlo ancora, si avvicinò esitante, velocemente aggiustò la toga per farlo sentire un po' meglio prima di sforzarsi di sorridere.

"Ecco," sussurrò, sbattendo le palpebre per ricacciare indietro le lacrime che volevano fuggire ed ingoiando un singhiozzo. "Stai bene."

Zoro gli girò attorno e spalancò gli occhi sorpreso perché il ragazzo sembrava completamente teso, anche per quella piccola azione. Ritornò indietro per guardarlo in viso e annuì approvando.

"Speriamo che nessuno ti riconosca, eh, capitano?"

Rufy non replicò, ma in fondo Zoro non se l'aspettava sul serio.

"Hey," chiamò piano Sanji, curvandosi un poco per poter guardare il viso di Rufy. "Sicuro di volerlo fare?"

Un piccolo, esitante cenno fu la sua unica replica, e il cuoco sospirò. Sapeva che Rufy non voleva farlo. Se avesse scelto, probabilmente si sarebbe rannicchiato nel posto più oscuro che avesse potuto trovare per rimanerci in eterno, ma tanto quanto non lo dava a vedere, loro sapevano che voleva stare meglio.

"Okay," intervenne Zoro. "Nami e Sanji, andate e prendete le provviste che ci servono. Usop, rimani sulla Merry. Chopper, Robin ed io staremo con Rufy."

"Ma Zoro!" protestò Chopper, "Devo prendere altre medicine per Rufy!"

"Lo so, Chopper," replicò Zoro. "Se non troviamo ciò che ti serve mentre siamo fuori, ti accompagerò dopo a prenderli quando Rufy sarà di nuovo sulla nave, ma potremo aver bisogno di te se succedesse qualcosa mentre siamo fuori."

"Oh…" rifletté la renna, prima di annuire.

"Allora si va," affermò Sanji.

---

Dopo aver girato per un'oretta, Zoro notò che Rufy aveva iniziato a zoppicare leggermente, decelerando. Ovviamente le sue ferite lo stavano stancando, ma non aveva protestato affatto, seguendo obbediente gli altri da dietro. Guardando più attentamente, notò che anche il suo respiro aveva iniziato a diventare pesante, e stava socchiudendo gli occhi. Aveva bisogno di riposo, ed era compito di Zoro assicurarsi che l'avesse.

"Va bene," parlò, attirando effettivamente l'attenzione di Robin e Chopper. "E' ora di una pausa."

Nessuno protestò mentre tornavano indietro, camminando un poco posteriormente al capitano e al primo compagno.

"Forse potremo provare qui, Samurai-san," suggerì Robin, accennando verso un bar non troppo lontano, che sembrava giusto un po' meno turbolento degli altri che avevano superato. Annuendo, Zoro riprese a camminare, seguito dietro da Robin e Chopper e con Rufy al suo fianco. Scoccando un'occhiata al ragazzo, sospirò. Avevano avuto una dozzina di attacchi da quando avevano lasciato la Merry, dato che la postura di Rufy praticamente gridava 'bersaglio facile'. Sperava che il riposo lo avrebbe fatto sentire meglio.

Robin spalancò le porte scricchiolanti, tenendole aperte per il suo fragile capitano mentre Zoro lo conduceva dentro. Ignorando le dure occhiate ed i rudi sguardi, presero un tavolo verso il fondo, assicurandosi che Rufy fosse seduto con la schiena contro il muro così che nessuno potesse colpirlo da dietro. L'ultima cosa di cui avevano bisogno era che si facesse scoprire con un attacco di panico, perché qualcuno gli si era avvicinato troppo.

Zoro andò al bancone per ordinare. Notando che il bar serviva cibo, prese un piccolo piatto di snack, sperando che forse al capitano sarebbe venuto un poco di fame. Stava per tornare indietro al tavolo quando incrociò una figura familiare a faccia in giù sul bancone.

"Ace?" esclamò improvvisamente a voce alta, prima di avvicinarsi al ragazzo narcolettico. "Oi…"

Un leggero scossone portò Pugno di Fuoco fuori dal mondo dei sogni, facendolo balzare su, e quindi di voltarsi a guardare chiunque l'avesse svegliato. I suoi occhi assonnati si spalancarono mentre metteva a fuoco Zoro ed il suo cipiglio si trasformò velocemente in un sorriso aperto.

"Hey, Zoro!" lo salutò entusiasta. "Non ci vediamo da tempo! Che stai facendo qui?"

"Il solito," replicò lui, sorridendo leggermente. Ace gli ricordava Rufy; Rufy prima dell'attacco. "E tu?"

"C'era una falsa pista su Barbanera da queste parti, così ho deciso di fermarmi qui e ristorarmi un po' prima di riprendere la caccia."

"Quindi sei stato nella prossima isola dopo questa?"

"Sì, niente di che. Questa è per di più un'area commerciale. Le isole sono piccole, per la maggior parte composte da villaggi con abitanti che non hanno mai messo un piede fuori." Replicò l'altro, appoggiandosi casualmente contro il bancone. "Quindi il mio fratellino fadanni è qui? Oppure è fuggito via per mettersi di nuovo in qualche guaio?"

Il sorriso di Zoro si spense ed Ace alzò un sopracciglio, il suo stesso sorriso trasformato in un cipiglio curioso.

"Che c'è?" chiese, alzandosi. "Non dirmi che è nei guai?"

"Non esattamente," mormorò Zoro, resistendo alla tentazione di voltarsi verso Rufy. Sapeva che il ragazzo si sarebbe imbarazzato se suo fratello l'avesse visto nello stato in cui si trovava, ma non poteva nasconderglielo, proprio come non si aspettava che Ace nascondesse loro qualcosa riguardante Rufy. "Il pericolo è passato ora, ma lo ha lasciato di pessimo umore. Stiamo cercando di tenerlo tranquillo."

"Cosa?" domandò Ace, aggrottando le sopracciglia mentre un sorriso incredulo compariva sul suo viso. "Stai chiedendo a Rufy di rimanere tranquillo?"

Zoro sbuffò leggermente, scuotendo la testa con un piccolo sorriso. Non aveva visto il suo capitano nello stato in cui era dalle scorse due settimane, perciò non ci avrebbe creduto comunque.

"Non penso che combinerà troppi danni per un po'," mormorò amaramente.

"Che? Perché?" chiese il ragazzo con le lentiggini, il sorriso scomparso al tono serio di Zoro. "Che diavolo è successo?"

"E' un po'… Nei guai ora," spiegò l'altro, non sicuro di come raccontarlo. Solitamente era uno brusco in queste situazioni e che arrivava diritto al punto, ma l'ultima cosa che voleva era un irato Pugno di Fuoco fra le mani. "E' successo qualche merdoso accidente, e lo ha sconvolto particolarmente."

"Sconvolto come?" domandò Ace, i suoi occhi stretti per l'ovvia rabbia. Zoro sapeva che non era diretta contro di lui.

Fece una pausa, notando in che modo il barista si era avvicinato a loro e come numerose conversazioni attorno si fossero bloccate. Accennando ad Ace perché lo seguisse fuori, i due afferrarono le loro bevande ed uscirono dal bar così che Zoro potesse spiegare la situazione.

---

Robin strofinò la macchia sul tavolo con le dita. Per un momento rifletté se Zoro potesse avere possibilità di perdersi nel ritornare dal bancone, ma guardandosi attorno e scannerizzando tutta la stanza, lo trovò con Ace e sorrise. Non aveva ancora avuto la possibilità di incontrarlo di persona, ma aveva sentito parlare di lui ed Usop lo aveva anche ritratto in modo che potesse vedere com'era fatto. Non che ne avesse bisogno: Ace Pugno di Fuoco era dopotutto un pirata ben conosciuto, essendo il comandante della seconda flotta di Barbabianca. Decidendo di non avvertire ancora gli altri della sua presenza, continuò a strofinare un dito sul tavolo rovinato, mantenendo un set extra di occhi ed orecchie in maniera che nessuno potesse tentare qualcosa.

Chopper spostava lo sguardo dal tavolo a Rufy ogni quindici secondi circa per assicurarsi che fosse a posto. Era la prima volta che si trovava in una zona così affollata dall'attacco, ed era in effetti la prima volta che era in contatto con qualcun altro che non fosse un membro della ciurma da quel momento. La piccola renna non poteva far altro che preoccuparsi per il suo capitano. Osservava il suo respiro per assicurarsi che non avesse nessun tipo di attacco, ma a parte le sue mani tremanti, non poteva vedere nessun altro problema.

All'inizio, dopo l'approdo all'isola aveva pensato di lasciare Rufy indietro con uno della ciurma, ma la nave avrebbe potuto essere attaccata per qualsiasi ragione, perciò un unico membro non avrebbe potuto essere sufficiente. Una persona poteva proteggere se stessa, ma non altrettanto bene Rufy, ed i ragazzi di Cappello di Paglia non volevano correre rischi. Nami aveva suggerito che comunque poteva essere positivo per lui ritornare in mezzo alla gente.

Pochi minuti passarono e Robin continuò a guardare il viso di Ace con la sua coppia di occhi in più, come cambiasse dalla curiosità alla preoccupazione allo shock, alla pietà e alla fine si sistemasse in un miscuglio tra preoccupazione e rabbia. I due finirono di parlare e l'archeologa fece scomparire le sue estremità in eccesso, tornando a fronteggiare i due mentre camminavano verso di loro.

"Oi," mormorò Zoro, arrivando al tavolo. "Alzatevi, ce ne andiamo. Ace sa qualcosa su cos'è accaduto."

Senza un'altra parola, Chopper e Robin si alzarono per andarsene. Ace osservò Zoro muoversi verso la persona che gli avevano detto essere Rufy, ed il ragazzo travestito indietreggiò prima di spostarsi da solo dietro Robin. Ace non avrebbe voluto, ma doveva dire loro cos'era successo. Sperava solo che Rufy potesse superare qualcosa come quella. Aveva fiducia nelle capacità del suo fratellino. Zoro si era tenuto vago nei dettagli, ma da quello che conosceva su ciò, non poteva essere semplice. Qualcosa che aveva colpito il suo fratellino così duramente… Doveva essere stato orribile.

Scuotendo la testa per liberarsi dai cattivi pensieri, Ace si sistemò nelle retroguardie, vicino a Zoro. Rufy ovviamente non l'aveva visto, e all'apparenza (non si poteva vedere il suo viso), gli occhi erano fissi sul pavimento polveroso, guardando i suoi stessi passi. Restringendo gli occhi, vide la difficoltà dei suo passi e non mancò di notare i movimenti rigidi del suo corpo, come se fosse dolorante. Non disse nulla, semplicemente camminò in silenzio, scoccando occhiate di fuoco a chiunque osasse anche solo guardare suo fratello troppo a lungo.

Dopo qualche tempo, il piccolo gruppo arrivò alla nave. Non avrebbero impiegato così tanto tempo dal bar se Chopper e Robin non si fossero fermati a numerose bancarelle e negozi per comprare qualunque cosa di cui avessero bisogno. Rufy era rimasto notevolmente indietro, e in più di un'occasione si era dovuto fermare per riprendere fiato.

Posando i piedi sul ponte, Zoro si avvicinò per togliere il travestimento dal corpo abbattuto di Rufy, cercando di ignorare come le sue spalle si irrigidissero e come il suo corpo si scuotesse leggermente al tocco. Questa volta Rufy indietreggiò solo un poco e cercò di aiutarlo, movendo le sue stanche e ferite braccia in maniera che il suo primo compagno potesse rimuovere il travestimento che lo nascondeva.

Non appena gli fu levato, Ace non poté evitare il leggero singhiozzo che sfuggì dalle sue labbra alle ferite del suo fratellino - ed erano passate due settimane dall'accaduto! Sembrava che Rufy fosse troppo perso nei suoi pensieri per aver notato suo fratello maggiore fino a quel momento. Senza pensare, i suoi occhi si spalancarono, le braccia si alzarono mentre si avvicinava come se lo volesse abbracciare. La ciurma rimase sconvolta, perché quello era il primo contatto che Rufy avesse effettivamente iniziato di propria volontà. Tuttavia la loro delizia ebbe vita breve, perché lui si bloccò un istante prima, per poi tornare a ritirarsi ancora, osservando il ragazzo con le lentiggini con sguardo quasi colpevole per non essere riuscito a completare l'azione.

Ace lo guardò, leggermente scosso; Zoro gli aveva detto che la situazione era grave, ma non si aspettava che lo fosse così tanto. Lasciò passare gli occhi sulle forme tremanti di Rufy, trattenendosi su ogni bruciatura e taglio e fermandosi sugli spiritati occhi neri. Era sul punto di accusare gli altri di aver cambiato il suo fratellino. Davvero quello non poteva essere Rufy. Il suo felice, luminoso, ottimista Rufy. Ma alla fine, se fosse stato nella sua posizione, probabilmente avrebbe reagito nella stessa maniera.

Sospirando leggermente, avanzò, cancellando la distanza fra lui e suo fratello e avvolse le braccia muscolose attorno al corpo sottile del ragazzo, circondando il suo fratellino con una stretta sicura. Per un poco il ragazzo non tremò e restò semplicemente tranquillo con la fronte contro le spalle di suo fratello. Ace allentò le sue braccia giusto un poco, scotendosi leggermente mentre sentiva l'irrigidirsi dei muscoli di Rufy, ma lo ignorò, guardando verso Zoro.

"Quand'è stata l'ultima volta che ha mangiato?" domandò, ritornando ad osservare l'aspetto sottile di Rufy. "E' ancora più magro del solito."

"Abbiamo cercato di forzarlo a mangiare dall'attacco," spiegò Zoro. "Abbiamo tentato di tutto, ma non è riuscito a trattenere nulla."

"Che mi dite di compresse per fermare il vomito?" suggerì Ace.

"Rigetta anche quelle," singhiozzò Chopper. "E anche i tranquillanti."

"Tranquillanti?"

"Per i suoi incubi," spiegò la renna. "Li ha per tutta la notte."

"Hn. Brutto segno."

Il gruppo rimase silenzioso, mentre lo sguardo di Rufy rimase fisso sul pavimento. Ace non poteva fare altro che pensare che sembrasse… Imbarazzato.

"Se hai intenzione di diventare il Re dei Pirati," parlò Ace improvvisamente, ovviamente rivolgendosi a Rufy. "Dovrai essere capace di superare qualcosa di simile."

I grandi occhi di Rufy si alzarono per scoccargli uno sguardo prima di tornare a fissare il pavimento, azione seguita da un piccolo cenno pochi secondi dopo.

"Non puoi lasciarti buttare giù da questo, Rufy, devi gettartelo alle spalle," continuò calmo. "Non sarà nulla se non passerai là di nuovo."

"In verità," intervenne Robin, dolcemente. "Lo faremo."

"Che?" La testa di Ace si voltò così velocemente che Chopper fu sicuro che si fosse staccata. "Perché?"

"Non c'è altro modo," spiegò Zoro. Lentamente, lo spadaccino ripeté la storia della notte precedente, affinché sia Rufy che Ace ascoltassero.

"Quindi, non ci sono alternative?" chiese il pirata con le lentiggini, lasciando correre gentilmente tra i capelli neri di Rufy per cercare di calmare i brividi del ragazzo. Ovviamente, non gliel'avevano detto fino a quel momento.

"No," replicò Zoro, voltandosi verso Rufy e dirigendo la prossima frase a lui. "Non se vogliamo proseguire."

Tutti gli sguardi si concentrarono su Rufy, ma sembrava che non avesse sentito. I suoi occhi erano socchiusi mentre suo fratello continuava a far scorrere la mano attraverso i suoi capelli per rilassarlo. La porta della cambusa si aprì improvvisamente, facendo saltare il ragazzo tra le braccia del fratello, finché non vide i tre restanti membri della ciurma, calmandosi.

Nami, Usop e Sanji sbatterono le palpebre vedendo Ace, prima di avvicinarsi per salutarlo. Veloci conversazioni vennero fatte e la situazione spiegata ancora una volta per essere sicuri che tutti avessero capito cos'era successo. Quando tutto fu sistemato, e la ciurma fu accomodata nella cambusa con bevande calde, Zoro iniziò l'argomento.

"Allora, quali informazioni hai per noi?" chiese, gli occhi ristretti in riflessione. "Sai chi ha fatto questo a Rufy?"

Sei paia di occhi curiosi guardarono il ragazzo narcolettico, aspettando una risposta.

"Già," rispose Ace solennemente, sospirando mentre si passava una mano fra i capelli, domandandosi se le persone davanti a lui gli avrebbero creduto o no. "Sono stati i fantasmi."

"Fantasmi," ripeté Nami, ovvio scetticismo nella sua voce.

"Già, be', una specie," mormorò Ace, scuotendo la testa. "Non so davvero come spiegarlo."

"C-Come lo sai?" chiese Usop, maledendosi mentalmente perché non era riuscito a nascondere il tremolio della sua voce ed i brividi del suo corpo.

"Perché è successo anche a me."

"Che?" chiese il cecchino, gli occhi spalancati. "Quando?"

"Prima dell'incidente con Barbanera, quando ero ancora sulla nave di Barbabianca."

"Quindi cos'è successo?"

"Veramente non ricordo nulla," ammise Ace. "So solo quello che il mio capitano mi ha raccontato dopo."

"Potrei rispondere io a qualche domanda," si offrì Robin, facendo scivolare sul tavolo un libro che aveva letto. "L'ho trovato pochi giorni fa."

"La caduta" lesse Usop piano, mentre si sporgeva per poter vedere il volume. "Cos'ha a che fare con noi?"

"Questo libro schematizza la vita dei cinquanta più grandi capitani pirati che siano mai vissuti, e che sono stati uccisi," spiegò Robin. "Trenta di loro sono morti in quel tratto di mare dove il nostro capitano è stato attaccato."

"Che?" urlò Zoro, sbattendo le mani sul tavolo mentre si alzava in piedi. Rufy si allontanò da lui, tremando. "Perché non ce l'hai detto fino ad adesso?"

"Mi sono imbattuta nella connessione con la nostra situazione solo oggi, Samurai-san," replicò Robin calma. "Non si può credere a tutto ciò che si legge in un libro. Per prima cosa i fatti devono essere separati dalla finzione, e i 'fantasmi' sembrano un po' un cliché considerate le circostanze."

"Bene," borbottò lo spadaccino, ovviamente ancora arrabbiato per la nuova informazione. "Che cos'ha a che fare con noi?"

"Tutti i capitani che sono morti, sono stati trovati dalla loro ciurma al mattino senza alcuna traccia di arrembaggi sulla nave," spiegò Robin lentamente, restringendo gli occhi mentre apriva il libro, scannerizzando numerose pagine che aveva segnato.

"Proprio come…" intervenne Nami, ripensando a quando avevano cercato indizi su colui che aveva potuto attaccarli. Non ne avevano trovato uno.

"La ragione dell'attacco è una leggenda," continuò la donna dai capelli scuri.

"Ho sentito un sacco di leggende che sono diventate realtà, Robin-chan," mormorò Sanji. "Che cosa ne pensi, Ace?"

"Non è una leggenda," convenne Ace, scotendo la testa. "Il mio capitano mi ha spiegato che tutti noi siamo stati posseduti, ciascun uomo nella ciurma."

Zoro impallidì leggermente, non gli piaceva come si stavano mettendo le cose, per niente.

"Si dice che in fantasmi infestino quel tratto dell'oceano, cercando vendetta contro i capitani pirati," spiegò Robin. "Sono spiriti di una ciurma uccisa secoli fa dal loro capitano 'Bonzey', durante un crudele massacro seguito alla decisione dell'uomo di non voler essere più un pirata."

"E' terribile," sussurrò Nami arrabbiata. Erano pirati come 'Bonzey' e Arlong che rovinavano le vite degli altri.

"In centinaia morirono a causa di quel capitano pirata," continuò Robin. "Ed ora aspettano le navi pirata che passano con ciurme e capitani, e se scende la notte mentre la nave attraversa le loro tombe acquatiche, possiedono la ciurma e la utilizzano per torturare ed uccidere il capitano, lasciando che l'equipaggio lo trovi quando si sveglia."

"Quindi vogliono vendetta?" mormorò Sanji, veemente.

"Ma perché tutti i pirati?" chiese Chopper, con le lacrime agli occhi. "Non dovrebbero occuparsi solo di quelli cattivi?"

"Non funziona in questa maniera, Chopper," spiegò Ace. "Questi spiriti sono convinti che tutti i capitani prima o poi tradiranno la ciurma - lo fanno per 'liberare' la ciurma."

"Ma questo non è giusto!" piagnucolò il piccolo dottore. "Rufy non ci tiene prigionieri! Tutti noi ci siamo uniti a lui di nostra spontanea volontà!"

"Come l'hai superato?" chiese Sanji improvvisamente, interrompendo la piccola renna. "Hai detto che ti è successo."

"Barbabianca ci ha sconfitto," rispose Ace semplicemente, alzando le spalle.

La ciurma rimase in silenzio dopo la nuova informazione, lasciando che le parole affondassero dentro di loro. Sanji scoccò un'occhiata alla sua destra e sbatté le palpebre confuso mentre i suoi occhi si posarono su Zoro. Il ragazzo era bianco come un lenzuolo, come se stesse per morire.

"Oi, Testa d'alga," chiamò. "Cosa c'è che non va?"

"Non ci sei ancora arrivato, vero?" chiese Zoro, appena più che un sussurro. "Fottuto idiota!"

"Che?" ribatté Sanji, alzandosi come se volesse colpirlo. Si fermò a poca distanza perché l'altro non si era mosso. Improvvisamente realizzando che aveva capito ciò che tutti volevano sapere, lo chef impallidì. "Che!"

Rufy affondò nella sua sedia, chinando la testa e desiderando solamente potersi fondere con il pavimento. Erano sul punto di capirlo, e lui lo sapeva. Nonostante si fosse sforzato di non lasciar trasparire nulla, stava per essere rivelato. Zoro l'aveva già capito - glielo diceva la maniera con cui lo aveva guardato.

"Non avete sentito!" urlò Zoro. "Ci hanno posseduto! Noi abbiamo fatto questo a Rufy!"

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Note di Akemichan:
Ecco, questa è l'idea per cui ho deciso di tradurre la fanfiction. Sinceramente, mi ha sconvolto. E ora Rufy come ne esce? O.o Terribile. E poi c'è Ace, che è sempre una chicca in più (ma questo solo per me XD). La parola "nakama" è l'originale giapponese per "compagni", a proposito, mentre "Marimo" è "testa d'alga". Grazie a tutti per la lettura e per le recensioni, e per i ringraziamenti alla mia traduzione. Li apprezzo molto. ^^ Qui sotto ci sono le risposte dell'autrice. Mi dispiace che non ci sia quella di Giodan, perché non ho fatto in tempo a rintracciare l'autrice, ma al prossimo capitolo la metterò di sicuro. A meno che tu non l'abbia già recensita in inglese, e che quindi non ne abbia bisogno ^^ A questo proposito, se hai delle correzioni da fare alla mia traduzione, sentiti libero di farle, così posso migliorarne la qualità. E se avessi altre storie da suggerire...^.-

Kuronekochan: Sono felice che la storia ti abbia colpito così tanto. Cerco di fare del mio meglio e di utilizzare le recensioni per migliorarmi. Spero che continuerai a leggere!

Rika87: Grazie mille! Cerco di provare idee originali! Spero che ti abbia divertito anche il secondo capitolo!

Gloglo: è DAVVERO strano vedere Rufy così, ma in quelche maniera, funziona parecchio bene con la trama e le persone sembrano apprezzarlo. Grazie della recensione!

Nicorobin82: hahaha, in arrivo ancora più torture, Nico! Non è ancora il tempo per Rufy di sentirsi meglio! Grazie per la recensione!

Neko: sono molto felice che abbia apprezzato la fic. Sto lavorando ora al prossimo capitolo...

Beat: non si vede spesso Rufy in pericolo, ed io stessa non avevo letto storie di questo tipo, perciò volevo farne una io. Sono contenta che ti sia piaciuto!

 

  
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