CHAPTER 14: (La luce)
La festa proseguì fino a tardi, tra
allegri balli e cibo in quantità, finché gli ospiti si ritirarono nelle proprie
capanne. Queste erano vicine tra loro, bastavano pochi
passi per passare da una all’altra. Daniel stava seduto all’esterno, ammirando
le stelle che brillavano nel cielo ormai schiarito e libero
dalla sabbia. Trovarsi catapultato di nuovo in quel mondo lo fece riflettere
sulla possibilità di tornarvi, idea che subito
ricacciò; aveva impiegato molto tempo a superare la morte della moglie, non
voleva che tornando lì tutto ricominciasse da capo. I pensieri si accalcavano
nella sua mente, tutto gli sembrava così confuso, che avrebbe fatto ora che la
missione era compiuta? Sarebbe tornato ai suoi manoscritti? O avrebbe chiesto
il reintegro nell’SGC? Quest’ultima opzione
parve la più logica al momento; di certo tornare al vecchio lavoro di sole
traduzioni non era quello che desiderava. Voleva sentirsi realizzato, voleva trovare
il modo di tornare a viaggiare, a esplorare siti
archeologici di persona, ma forse neppure questo gli bastava. Voleva qualcuno
accanto, qualcuno che condividesse i suoi interessi, qualcuno che lo capisse, che sapesse amarlo e questi pensieri si
condensarono in un'unica parola: Tessa. Improvvisamente non gli importava più
*cosa* avrebbe fatto, gli importava solo sapere che
lei gli sarebbe stata accanto.
-Sogni Daniel, solamente sogni…-
pensò tra sé e sé ad alta voce scuotendo la testa
-I sogni sono
desideri… non lo sai?- con questa frase scherzosa Tessa si avvicinò a
Daniel, cogliendolo di sorpresa e facendolo trasalire.
-Tessa…-
-Ti ho spaventato?-
-No… solo non ti ho sentita arrivare…-
Ci furono alcuni istanti di
silenzio, durante i quali la ragazza si sedette in fianco a Daniel.
-Ti manca molto?-
-Chi?-
-Sha’re-
Daniel esitò, ma poi rispose con
voce ferma -Lei non c’è più… a volte sì, mi manca, ma ho imparato che bisogna
andare avanti…confido che sia in un posto migliore.-
-Dev’essere stata dura…-
-Lo è stato
infatti…però è passato molto tempo, forse troppo…ora voglio rifarmi una
vita…- dicendo questo sorrise serenamente alla ragazza, confermando la
sincerità delle sue parole.
Passarono alcuni minuti in
silenzio, osservando le stelle, entrambi persi nei propri pensieri.
-E così rimani nell’SGC?-
-Già, credo di sì… tu che farai una volta tornati?- la domanda colse di sorpresa
Daniel
-Io...beh… non lo so ancora, forse
chiederò il reintegro…o mi limiterò a fare l’archeologo “terrestre”…come mai
“credo di sì”?-
-Beh, forse questo non è esattamente
il mio stile di vita ideale…-
-Che intendi?-
-Che forse è meglio che mi limiti
allo studio e all’esplorazione sulla Terra…questo è uno stile di vita troppo
“imprevedibile”-
-Capisco…-fece una pausa,
guardandosi attorno -…beh, potremmo sempre lavorare insieme- aggiunse questa
frase come una battuta, ma dagli sguardi nessuno dei due la prese come tale
-E’ un’idea!- gli
sorrise la ragazza.
Di nuovo il silenzio prese il
sopravvento per alcuni minuti
-Hai qualcuno a casa che ti aspetti?
Oltre alla tua famiglia intendo…- chiese Daniel improvvisamente
-Cosa vuoi
dire?-
-Un ragazzo, qualcuno…-
-No…nessuno.- Daniel fu quasi
sollevato da una risposta simile -Di solito i ragazzi fuggono quando mi
conoscono bene…credo sia a causa del mio carattere “particolare”…- proferì la
frase con una sfumatura di rassegnazione nella voce.
Il ragazzo volse lo sguardo verso Tessa -Non sanno cosa si perdono…- la giovane rimase stupita
dalla frase e si voltò verso l’archeologo. I loro visi erano a pochi centimetri
di distanza e il loro sguardo era incatenato; per alcuni istanti non accadde
nulla.
-E tu come lo sai?-
domandò sussurrando la ragazza
-Non lo so- ammise
lui senza distogliere lo sguardo -…però mi piacerebbe scoprirlo- dicendo questo
mise la mano sulla guancia della ragazza e le accarezzò dolcemente le labbra
con il pollice.
-Sei bellissima…-
le sussurrò prima di avvicinare il suo volto a quello della ragazza e
far connettere le loro labbra. La ragazza dapprima esitò e si ritrasse
debolmente, poi ricambiò il bacio chiudendogli occhi, facendosi trasportare in
quel sogno, mandando al diavolo tutte le sue paure e i
suoi timori.
Furono istanti che durarono anni,
ma quando i due si separarono non ci fu bisogno di aggiungere parole, che
sicuramente avrebbero rovinato un momento tanto desiderato. Daniel le passò il
braccio intorno alle spalle e la strinse a sé, mentre la ragazza si lasciava
trasportare chiudendo gli occhi. Rimasero così, abbracciati e in silenzio, per
parecchi minuti; Tessa si addormentò tra le sue braccia dopo l’estenuante
giornata e lui non si mosse per evitare di svegliarla.
Aveva trovato la risposta che tanto
aveva cercato, ora sapeva che qualsiasi cosa avesse fatto una
volta tornato non aveva importanza, Tessa sarebbe stata con lui, e lui
avrebbe avuto qualcuno di cui prendersi cura, qualcuno da amare con tutto il
cuore. Finalmente quel senso di vuoto che aveva occupato la sua vita negli
ultimi due anni era scomparso, lasciando spazio alla
speranza per il suo futuro, un futuro che sicuramente avrebbe amato, un futuro
luminoso, perché era questo che aveva trovato in realtà nella ragazza
addormentata tra le sue braccia, la luce che tanto aveva cercato nel buio
grigiore della sua vita.
I minuti passavano senza che Daniel
smettesse di ammirare il tesoro che aveva conquistato, e che l’aveva conquistato.
Improvvisamente un suono di passi lo destò dai suoi pensieri e alzò lo sguardo,
incontrando quello di Jack; il colonnello rimase sorpreso dalla visione e
sorrise all’amico, ricambiato.
Quando
l’aria cominciò a farsi più fredda, l’archeologo si alzò e, facendo attenzione
a non svegliare la ragazza, la prese in braccio, entrando in una capanna. L’adagiò dolcemente sul letto e le rimboccò le coperte, baciandola
teneramente sulla fronte. Rimase fermo a guardarla per
alcuni minuti, dopodiché si diresse anche lui a riposare, spossato dalla
pesante giornata.
Era una mattina afosa e soleggiata,
una giornata ordinaria ad Abydos. La squadra si era svegliata piuttosto tardi
ed aveva impiegato diverso tempo ad essere pronta alla partenza. Salutarono
Kasuf, Skaara e gli altri abitanti che li avevano ospitati, dopodiché si avviarono nella direzione in cui sapevano essere lo
Stargate. Ci vollero un paio d’ore di cammino per raggiungere la piramide che
ospitava il grande cerchio, e quando arrivarono non
esitarono a comporre l’indirizzo della Terra. Erano tutti quanti ansiosi di
tornare a casa, alla vita normale.
Il viaggio attraverso l’orizzonte
fu breve, malgrado ciò a loro sembrò durasse
un’infinità di tempo.
Dopo pochi istanti videro davanti
ai loro occhi la familiare stanza dello Stargate all’SGC.
Furono accolti con un sorriso da Rowley e da Bra’tac, e subito soccorsi da una
squadra medica.
-Bentornata SG-1- Rowley sembrava
realmente felice di vederli, e probabilmente era proprio così anche se O'Neill nutriva
qualche dubbio in proposito
-Grazie signore-
-Kir'ton,
che ci fai qui?-
-Maestro Bra’tac…i Tau’ri mi hanno salvato la vita-
-Signore, dobbiamo dirle una cosa a
proposito di Niktari.-
-E’ una traditrice-
-Lo sapeva?-
-La notizia del suo tradimento mi è
stata portata pochi minuti fa da Bra’tac…sapete che ne è
di lei?-
-Era nella nave quando è esplosa-
-Bene, allora non credo che ci darà
più fastidio. Andate pure in infermeria, c’è tempo per il rapporto…-
I membri della squadra ubbidirono e
dopo essersi fatti visitare dalla dottoressa Fraiser, che fu entusiasta nel
rivederli, si fecero una doccia, si cambiarono e si prepararono a fare
rapporto.
Arrivati in sala riunioni si
sedettero al tavolo e il colonnello cominciò subito ad esporre i fatti al
generale, che ascoltò attentamente ogni parola. Non ci volle molto tempo per
raccontare la vicenda e alla conclusione Bra’tac e Kir'ton espressero
la loro meraviglia nei confronti del tradimento d Niktari.
-Bene, credo che l’SG-1
possa essere congedata, a meno che qualcuno di voi non sia interessato ad
essere reintegrato…- furono tutti d’accordo nel ringraziare il generale
declinando la proposta
-E lei
cosa mi dice signorina Evans? E’ ancora interessata ad unirsi all’SGC?-
Daniel guardò verso a ragazza, che
sedeva in fianco a lui -No, generale. La ringrazio per la sua disponibilità e
mi dispiace se le ho arrecato disturbo, ma credo che
questa non sia la vita che fa per me…Diciamo che ho altri progetti al momento- detto
questo sorrise all’archeologo
-Non si preoccupi…sono contento che abbia trovato la sua strada. Bene, potete
andare…grazie a tutti-
La squadra si sciolse ed ognuno
tornò alla propria casa, Jonas tornò a Kelowna, per iniziare la ricostruzione,
Bra’tac e Kir'ton tornarono su Chulak, mentre i
terrestri tornarono nelle loro abitazioni; certo ci sarebbero voluti alcuni
giorni perché fossero di nuovo ufficialmente in congedo, ma nessuno di loro ci
badava.
La settimana seguente Sam e Jack decisero di invitare il resto della squadra a cena, e quando
Daniel e Tessa arrivarono insieme colsero di sorpresa tutti, tranne Jack. Gli
argomenti di discussione certo non mancavano e la serata
trascorse piacevole e allegra.
-Che progetti avete
ora?- la domanda di Jack era piuttosto diretta, ma Tessa e Daniel non erano
impreparati; avevano parlato molto nel corso della settimana e avevano preso
una decisione comune
-Siamo archeologi, viaggeremo-
rispose la ragazza con un sorriso
-Già…Cina, Grecia, Spagna, Italia,
e perché no?, magari anche Egitto…- aggiunse
l’archeologo sorridendo.
Anche quella sera dovette
terminare, ma era rinato il vecchio spirito di squadra tra di
loro, e qualcosa suggeriva ai loro cuori che non sarebbe passato molto tempo
prima di rivedersi, di festeggiare, di parlare. Infondo erano
una famiglia…o no?
Con questo pensiero si salutarono,
senza provare la minima malinconia, sicuri che questa volta non si sarebbero
persi di vista.
Era novembre eppure rimasero
stupiti di vedere la neve scendere soffice dal cielo e ricoprire tetti, strade,
persone e prati. Tessa e Daniel si incamminarono sotto
la neve, verso la macchina del ragazzo. Improvvisamente la ragazza si fermò e
l’archeologo la guardò incuriosito. I sottili fiocchi di neve si fermavano
sulle sue ciglia, mentre il suo respiro si condensava in nuvolette bianche.
-Danny…-
-Sì?-
-…ti amo- il ragazzo le si avvicinò e la strinse a sé.
-Anch’io Tes- e dicendo questo la
baciò, mentre la neve scendeva fitta intorno a loro e si perdeva nel buio della
notte, ricoprendoli di un bianco manto che rifletteva una debole luce; la luce
che loro stessi emanavano, la luce del loro amore appena nato e destinato a
crescere senza limiti né costrizioni, un amore sincero, un amore libero, un
amore eterno.
THE END
Grazie della vostra pazienza e spero vi sia piaciuto. Aspetto i vostri commenti! ^_^
Tan’Hayk -- The Tok'Ra --