U: uva
Ranma mangiava a tutte le ore.
Dal mattino appena sveglio alla sera poco prima di andare a dormire la sua bocca era in continuo movimento, soprattutto da quando abitava in casa Tendo.
Kasumi, con i suoi manicaretti, contribuiva ogni giorno di più a rafforzare questa sua abitudine, ma per qualche strana legge dell’universo, sotto quel tetto c’era anche Akane, che invece sembrava quasi volesse aiutarlo a smettere di ingozzarsi proponendogli i suoi piatti mortali.
Ogni volta che lei gli proponeva qualche intruglio la storia era la solita: lui la offendeva, Akane lo malmenava per poi scappare infuriata.
Ma lei non sapeva che per prenderlo per la gola sarebbe bastato molto meno.
A Ranma sarebbe bastato un grappolo d’uva.
Aveva imparato ad amare quel frutto proprio da quando si era trasferito a Nerima e aveva conosciuto Akane.
L’uva gli ricordava la sua fidanzata.
Ogni chicco era duro fuori, ma morbido e dolce all’interno, potevi trovarci a sorpresa dei semi, proprio così come in Akane ogni tanto si poteva trovare qualcosa di inaspettato che lo lasciava stupito.
Akane era uva: da lei si poteva creare un prodotto ottimo, bastava solo avere pazienza e cura.
E Ranma ne avrebbe avuta, di pazienza.
Avrebbe colto il suo piccolo grappolino a tempo debito.
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