"Nothing
better to do
When
I'm stuck on you
And
still I'm here
Trying
to figure it out"
Royal Blood - Figure it out.
In quei giorni di
aprile, il tempo a Los Angeles era spesso nuvoloso. Tutto sommato
però si stava bene sia in città che in spiaggia,
non faceva poi tanto freddo; era una brezza primaverile abbastanza
piacevole.
Lavorare da Betty mi
piaceva. Mi ritenevo una persona fortunata in quanto avevo trovato
lavoro in un posto che mi piaceva e avevo un capo, Betty, che tutto
sommato mi adorava e di cui io d'altro canto stimavo l'intelligenza.
Le lezioni in quei
giorni non erano tanto pesanti ma neanche tanto leggere. Una via di
mezzo che non mi dispiaceva.
Tra le lezioni che
più adoravo, c'era quella dedicata alla letteratura
straniera. La letteratura che più amavo, a seguito di quella
inglese, era quella italiana: gli scrittori italiani erano
particolarmente passionali, alcuni molto tormentati e la cui
ispirazione, molte volte, era racchiusa in una graziosa figura
femminile; cosa che in alcuni casi giudicavo leggermente patetica, ma
che in altri casi ritenevo molto lusinghiera.
Nel pomeriggio, mentre
percorrevo il corridoio dell'università con grande fretta,
ricevetti una chiamata da Monique.
< Katie, si
può sapere dove sei finita? La lezione inizia a momenti e
non siamo riusciti ad occuparti un posto >
< Ero immersa
nello studio e ho perso la cognizione del tempo! Come sarebbe a dire
che non siete riusciti ad occuparmi un posto?! >
< L'aula
è strapiena. L'esame si avvicina e penso che la gente
ritenga finalmente opportuno seguire un po' le lezioni >
< Spero di
riuscire a trovare un posto a sedere. Ci vediamo tra 10 secondi!
>
< 9, 8, 7...
> sentii contare scherzosamente Monique al telefono, prima di
riattaccare.
Mentre correvo in
direzione dell'aula, cercando di mettere a posto il cellulare dati i
cinquantamila appunti che avevo le mani, qualcuno mi venne addosso.
Ovviamente, chi poteva venirmi addosso, se non una persona che avrei
preferito non incontrare per qualche altro decennio? "Per caso il karma
mi sta punendo per qualcosa che ho fatto?" mi domandai.
E' proprio vero che,
più cerchi di tenere lontano da te qualcosa, più
finisci per inciamparci nel corso della tua esistenza.
< Stai attento
a dove metti i piedi! > esclamai in prossimità
dell'aula di letteratura straniera.
< Stai attenta
tu! Non ti hanno mai detto che non si corre guardando altrove se non in
direzione del proprio obiettivo? > fece James Heat inarcando il
suo solito sopracciglio biondo.
< Per cortesia,
risparmiati la lezioncina! Sei il meno indicato per darmi consigli di
vita > affermai divertita da tale insolenza.
< Ehi voi due,
avete intenzione di entrare o di continuare a litigare come bambini? In
tal caso siete pregati di andare a discutere altrove >
esclamò il professore di letteratura straniera dal profondo
dell'aula, utilizzando il microfono che usava durante la lezione per
far sì che tutti gli studenti riuscissero a sentirlo.
Io e James ci
scambiammo sguardi profondamente irritati dalla reciproca presenza,
prima di fare ingresso in aula.
Durante
la lezione, cercavo di mantenere viva l'attenzione. Ero talmente presa
da altro che perfino una delle mie materie preferite non riusciva a
catturare la mia attenzione.
Ero seduta ad uno dei
banchi dell'ultima fila, cosa che sicuramente non incentivava la mia
attenzione. A pochi banchi di distanza dal mio era seduto James.
Istintivamente posai
gli occhi su di lui, notando che il suo sguardo azzurro e intenso era
già posato su di me. Chissà da quanto, mi
domandai. Quando i nostri occhi si incontrarono, leggermente in
soggezione scostai lo sguardo da lui, provando a concentrarmi sulla
lezione.
<
Tu e Heat poco fa eravate ridicoli! > esclamò
divertito Mike mentre tornavamo nelle nostre stanze.
Mike era un mio
grandissimo amico nonché ragazzo di Monique,
biondo/rossiccio e alto un metro e 94 centimetri. Una montagna insomma!
Era una persona fidata sulla quale poter contare in qualsiasi momento.
Un ragazzo d'oro che avevo intenzione di portare con me per tutta la
vita e che per nulla al mondo avrei rischiato di perdere. Mi donava
tanto con semplici parole e in lui avevo scovato un amico di cui avevo
bisogno da secoli.
< E' lui ad
essere ridicolo. Così come tutti i The wolves > feci
irritata.
< Mi chiedo
cosa ci trovino le altre persone che frequentano quella sottospecie di
feccia. Per non parlare delle loro ragazze! >
< Forse la
bellezza > affermai pensierosa.
< Ma per
cortesia. Sono più bello io! > fece Mike imitando la
vanità in persona. Scoppiai a ridere, divertita dalla sua
frizzante ironia.
< Come va il
lavoro? > mi chiese.
< Ho iniziato
da poco ma ho già imparato il mestiere! Adoro passare le mie
ore lì >
< La clientela
com'è? >
Ripensai a James Heat
che mi chiedeva di Dracula. < Singolare...direi. Alle volte vedi
e senti cose inaspettate >
Arrivata
in stanza, mi affacciai alla mia finestra dal secondo piano per godere
un po' della vista del giardino del college. Mi divertiva spiare gli
altri studenti; a loro insaputa, sapevo quando si mettevano le dita nel
naso o nei pantaloni, li vedevo mentre facevano gestacci alle spalle
dei loro compagni, oppure divenivo spettatrice di momenti dolci tra
innamorati. Una volta ebbi anche modo di assistere al primo bacio di
una coppia sulla quale scommettevano quasi tutti da tempo.
Fu proprio mentre
ispezionavo il giardino che notai James sotto un albero, immerso nella
lettura di un libro rosso che, nonostante la lontananza, riconobbi
essere Dracula. "Possibile che io non l'abbia mai notato fno ad oggi
sotto quell'albero? O forse è la prima volta che si mette
lì?" pensai tra me e me.
Il biondo se ne stava
appoggiato al tronco, con le gambe mediamente piegate e il libro tra le
mani, immerso nella lettura. Lo osservai a lungo mentre divorava le
pagine nel libro; ogni tanto scostava qualche giocca di capelli dal
viso chiaro e ben scolpito, portandoseli indietro con un gesto rapido
della mano.
I suoi occhi azzurri
ispezionavano attentamente le pagine, non scostava mai lo sguardo da
loro. Non si rendeva neanche conto delle ragazze che passavano davanti
a lui cercando di attirare la sua attenzione. Ignorava la loro
presenza, ignorava la presenza di tutto e tutti.
In quel momento nel
suo mondo c'erano solo lui, la terra soto i piedi e il libro.
Buonasera
a tutti :3 è da un po' che cercavo di scrivere un nuovo
capitolo, ma l'università non me lo permetteva! Anyway,
spero troviate un po' intrigante la figura di James...più
interessante di quella di Katie, forse!
Spero
che anche questo capitolo vi piaccia e non vi annoi e spero soprattutto
di leggere qualche vostro commento al riguardo :) un bacio x
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