Titolo: #2:
Sfogliando le stagioni
Introduzione:
Dal testo: Sa che ci
sarà un altro inverno, prima o poi; che l'estate ha lasciato
un'impronta indelebile e ormai l'autunno l'ha denudata ed esposta. Sa
anche che lo scivolare delle stagioni della loro storia dovrebbe
insegnarle qualcosa, dovrebbe aprirle gli occhi. Ma lei vuole ignorarlo.
Genere:
Introspettivo, Romantico (maybe...)
Rating: Verde
Avvertimenti:
Nessuno
Personaggi:
Leslie Shay, Clarice Carthage, Kelly Severide
Coppie:
FemSlash
Declaimer: I
personaggi non mi appartengono e il loro uso non è a scopo
di lucro.
Il
tempo con il suo trascorrere insegna tutte le cose-
Eschilo.
Partecipante alla Challenge Diamo
visibilità a chi non ne ha indetto da
Nuvola Barocca sul forum di EFP.
Nota: In
corsivo trovere dei flashback. Ho deciso di uniformare il tempo
verbale, pura scelta stilistica, quindi sarà tutto al
presente – questo perché i ricordi sono sempre
presenti. Il corsivo è apportato per evitare confusioni.
Tratto da una storia vera.
Enjoy, Ax.
Sfogliando le stagioni
Il tempo con il suo
trascorrere insegna tutte le cose;
ma ci sono lezioni che Leslie non avrebbe mai voluto imparare.
In retrospettiva sa che era inevitabile, ma stesa nel suo
letto riesce a isolare il presente con le così temute
conseguenze, e guardare solo al passato. E il passato le appare
fulgido, inebriante come la prima mattina di primavera, quando ti alzi
e senti che l'aria è cambiata anche se non sai afferrarlo.
Allora ti sembra che i temporali, il freddo e la nebbia siano solo un
vago ricordo alle tue spalle, che non ha più alcun peso o
legame con il fresco odore di rose, cespugli e sole che ispiri a pieni
polmoni. Riesci a respirare, ti accorgi, senza che il petto bruci per
il freddo o la gola si tinga di umidità, che spinge le
tempie all'interno, mentre in mezzo agli occhi c'è solo la
pressione dell'inverno.
A Chicago è tutto diverso, eppure in
qualche modo quella squisita qualità della primavera
persiste agli angoli delle strade, nei giardini in fiore, nelle fontane
zampillanti e nei parchi assolati. Persiste con una forza inerte, come
un cavaliere che combatte la morte semplicemente esistendo in quel
tempo e quello spazio.
Come i suoi ricordi.
-Estate
Clarice ha un
sorriso grazioso, nei suoi ricordi. È la prima volta che la
vede ed è come il primo giorno di estate: abbagliante, caldo
e opprimente nella sua luce, una luce che la costringe a distogliere lo
sguardo. Leslie guarda lo scaffale con i libri, i dorsi rilegati in oro
e argento, piccole menzogne che il mondo accetta senza proteste: il
vero oro e il vero argento sono troppo importanti per prendere polvere
su una libreria in un cafè qualunque. Importanti come lo
è questo momento, quello in cui Clarice si avvicina al suo
tavolo e schiarendo la voce le chiede: "Posso sedermi?"
Leslie sbatte
le palpebre e si guarda attorno, quasi tema di aver capito male.
"Oddio,
starai pensando che sono pazza" continua Clarice. "E' tutto occupato e
ho questo libro che vorrei davvero leggere."
Quando alza
il volume, Leslie lo osserva con bizzarro fascino: un semplice
libricino viola, senza pretese e senza bugie. Sincero nella sua
modestia.
"Certo,
certo...siediti."
E' brusca,
diretta, e Clarice arrossisce. Leslie sa che dal sole non ci si
può proteggere: compri creme costose e le spargi ovunque,
inforchi occhiali spessi e ti calchi in testa cappelli con visiere
enormi, ma la verità è che il sole diventa sempre
più intenso e non importa quanto ne fuggi, l'unico modo per
evitarlo è nascondersi all'ombra.
Quando
Clarice sorride, Leslie non può che ricambiare,
perché non ha senso vivere nell'ombra per paura di scottarsi.
-Autunno
Le dita di
Clarice sono fredde come piccoli ramoscelli, che resistono contro il
gelo che avanza. Sono ovunque, muovendosi sotto le raffiche del
bisogno. I suoi occhi brillano e, mentre Leslie li guarda annegandovi,
è già sera ed è già tutto
uguale a prima.
La abbraccia
quando il freddo comincia a farsi sentire, disegnando sulla sua spalla
cerchi confortevoli con il palmo della mano sudato e caldo. Clarice
trema appena, assorbendo il calore dei loro corpi uniti. Sono ferme in
quella posizione da così tanto tempo che le loro pelli si
uniscono e il loro odore diventa unico, la temperatura condivisa in
un'omeostasi perfetta. Fuori è freddo, appena oltre le
coperte, ma lì sotto sono solo loro. Non ci sono parole,
perché tutto è già stato detto,
lasciandole al silenzio.
La passione
fine a se stessa sta tramontando oltre l'orizzonte della loro
relazione, e l'amore sorge. Leslie lo sente mentre bacia le labbra
ancora calde di Clarice e la vede chiudere gli occhi, le palpebre
arrese alla stanchezza. Quel senso appagante di vuoto e calma l'assale,
scoprendola nuda. Leslie è come quegli alberi che ai primi
giorni d'autunno cominciano già a perdere le foglie,
tremando in attesa della neve che li ricopra, nascondendoli all'occhio
umano. Spera di passare inosservata, ma mentre il sonno incede, sa che
Clarice vede oltre il fragile vestito di foglie rosse e dorate. Ora la
vede.
Un pensiero
pungente, una soffiata insinuante di vento, le turba la mente: se
Clarice fosse un sempreverde? Se il suo vestito di foglie e fiori non
fosse mai stato tolto, lasciando alla menzogna il posto della
verità? E se non ci fosse null'altro che foglie e fiori, per
lei?
Scaccia via
questo pensiero con un sorriso, lasciando che la stanchezza
tediosamente la trascini via.
Via da ogni
timore.
Nuda e felice.
-Inverno
C'è calma quando riapre gli occhi. Fuori dalla finestra,
l'alba sembra sospesa dietro i grattaceli. La lunga notte
invernale ha rubato quel bagliore di speranza nei primissimi raggi
solari, lasciando sul mondo un'ombra innaturale.
Una tempesta
è in arrivo e tutti la attendono in segreto, fingendosi
distratti. Leslie sente sorgere i ricordi della notte prima, il cielo
scuro che ancora non si allontana da essa. In questo buio di una
tonalità diversa e più meschina, diventa
difficile pretendere che nulla sia accaduto.
Il pianto di
Clarice è ancora fresco nell'aria, e le proprie urla di
rabbia strette in gola.
"Hey."
Alza gli
occhi e vede Kelly, esistante sull'uscio, con i capelli ancora
spettinati e gli occhi gentili.
"Non
è ancora il momento?" chiede con l'ombra di un sorriso.
Leslie scuote
appena la testa. I capelli che le finiscono negli occhi e la voce
intima, così vicina, dell'amico diventano il pretesto atteso
per non frenare le lacrime.
Affonda il
viso nelle mani, perché così è
più facile fingere di non essere debole, esposta. Un albero
dal quale il vento ha scrollato via la neve. Ma quando sente la
depressione del materasso e le braccia nude di Kelly circondarla, sa
che non importa più. Si lascia abbracciare e sul suo petto
piange, mentre le parole scivolano via spezzate.
"E' finita,
Clarice è andata via. Lei non mi ha mai amata."
Kelly non le
dice che andrà tutto bene, ma le carezza i capelli e le
bacia la fronte, perché la tempesta è arrivvata e
nessun rifugio rimane. I suoi rami spogli si spezzano, mentre Clarice
resta ritta tra le foglie, intoccabile. Germoglia anche d'inverno. Non
c'è sofferenza senza amore, i suoi rami sono forti e al
sicuro; la neve scivola via. Leslie realizza: le foglie di Clarice
non sono mai cadute e la sua luce non è mai stata altro che
riflessione.
Non sole, ma
luna, la sua luna personale.
Clarice non
l'ha mai amata, ma ha amato il suo amore.
-Primavera
Shay riapre gli occhi, trovandosi ad osservare il fresco
sole primaverile disegnare ombre e luci sul soffitto bianco. Sposta un
ciuffo di capelli dalla fronte, dove un sottile strato di sudore
è tutto ciò che resta di una notte più
calda del normale. Ispira a fondo e sente quell'odore particolare
invadergli la mente: sono rose ed è sole e ha in
sé qualcosa di seducente e ingannevole. Lei sa che non
dovrebbe farsi illudere da quell'aroma, eppure il suo cuore capriccioso
non sembra aver memoria, non vuole imparare dagli errori.
"Tutto bene?"
La voce di Clarice è impastata per il sonno, il
suo fiato caldo sul volto. Si volta e la vede attraverso il cuscino.
"Tutto bene" le dice, afferrandole delicatamente il mento.
La bacia e la sente sorridere contro le sue labbra. "Torna a dormire."
Clarice si risistema sul cuscino e chiude gli occhi,
perché l'alba è tediosa oltre le finestre.
Leslie si volta sul fianco e la osserva, mentre il respiro
torna ad essere regolare e profondo. Quando è certa che si
sia riaddormentata, le carezza la fronte, scostando i morbidi ciuffi
castani. Assapora le proprie labbra, succhiando il sapore di quelle di
Clarice che ancora persiste.
Sa che ci sarà un altro inverno, prima o poi; che
l'estate ha lasciato un'impronta indelebile e ormai l'autunno l'ha
denudata ed esposta. Sa che Clarice è sempre in primavera,
senza che realmente l'atmosfera la sfiori. Sa anche che lo scivolare
delle stagioni della loro storia dovrebbe insegnarle qualcosa, dovrebbe
aprirle gli occhi. Ma lei vuole ignorarlo.
Clarice è tornata, ed è di nuovo
primavera.
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