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Autore: AlexEinfall    16/03/2015    2 recensioni
Have a heart and try me, 'cause without love I won't survive
Raccolta di One-shot, Flashfic e Dabble che ho deciso di unire in un unico posto. I paring e i rating variano da pezzo a pezzo. Il filo conduttore è il coraggio e l'amore, nel loro essere mutaforma e muta-spazio.
#1. Natural and Real: "Naturale e reale", sussurrò, guardandolo negli occhi.
Fu un momento, uno scambio di sguardi, e nessuno dei due era realmente lì. Entrambi vedevano occhi diversi, calmi e sinceri. L'amore per Matthew li univa, il suo amore li divideva.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Gabriela Dawson, Kelly Severide, Matthew Casey, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: #2: Sfogliando le stagioni
Introduzione: Dal testo: Sa che ci sarà un altro inverno, prima o poi; che l'estate ha lasciato un'impronta indelebile e ormai l'autunno l'ha denudata ed esposta. Sa anche che lo scivolare delle stagioni della loro storia dovrebbe insegnarle qualcosa, dovrebbe aprirle gli occhi. Ma lei vuole ignorarlo.
Genere: Introspettivo, Romantico (maybe...)
Rating: Verde
Avvertimenti: Nessuno
Personaggi: Leslie Shay, Clarice Carthage, Kelly Severide
Coppie: FemSlash
Declaimer: I personaggi non mi appartengono e il loro uso non è a scopo di lucro.
   Il tempo con il suo trascorrere insegna tutte le cose- Eschilo.
Partecipante alla Challenge Diamo visibilità a chi non ne ha indetto  da Nuvola Barocca sul forum di EFP.

Nota: In corsivo trovere dei flashback. Ho deciso di uniformare il tempo verbale, pura scelta stilistica, quindi sarà tutto al presente – questo perché i ricordi sono sempre presenti. Il corsivo è apportato per evitare confusioni.
  Tratto da una storia vera.
   Enjoy, Ax.


Sfogliando le stagioni




  Il tempo con il suo trascorrere insegna tutte le cose;
ma ci sono lezioni che Leslie non avrebbe mai voluto imparare.


  In retrospettiva sa che era inevitabile, ma stesa nel suo letto riesce a isolare il presente con le così temute conseguenze, e guardare solo al passato. E il passato le appare fulgido, inebriante come la prima mattina di primavera, quando ti alzi e senti che l'aria è cambiata anche se non sai afferrarlo. Allora ti sembra che i temporali, il freddo e la nebbia siano solo un vago ricordo alle tue spalle, che non ha più alcun peso o legame con il fresco odore di rose, cespugli e sole che ispiri a pieni polmoni. Riesci a respirare, ti accorgi, senza che il petto bruci per il freddo o la gola si tinga di umidità, che spinge le tempie all'interno, mentre in mezzo agli occhi c'è solo la pressione dell'inverno.
   A Chicago è tutto diverso, eppure in qualche modo quella squisita qualità della primavera persiste agli angoli delle strade, nei giardini in fiore, nelle fontane zampillanti e nei parchi assolati. Persiste con una forza inerte, come un cavaliere che combatte la morte semplicemente esistendo in quel tempo e quello spazio.
  Come i suoi ricordi.


-Estate
 
  Clarice ha un sorriso grazioso, nei suoi ricordi. È la prima volta che la vede ed è come il primo giorno di estate: abbagliante, caldo e opprimente nella sua luce, una luce che la costringe a distogliere lo sguardo. Leslie guarda lo scaffale con i libri, i dorsi rilegati in oro e argento, piccole menzogne che il mondo accetta senza proteste: il vero oro e il vero argento sono troppo importanti per prendere polvere su una libreria in un cafè qualunque. Importanti come lo è questo momento, quello in cui Clarice si avvicina al suo tavolo e schiarendo la voce le chiede: "Posso sedermi?"
  Leslie sbatte le palpebre e si guarda attorno, quasi tema di aver capito male.
  "Oddio, starai pensando che sono pazza" continua Clarice. "E' tutto occupato e ho questo libro che vorrei davvero leggere."
  Quando alza il volume, Leslie lo osserva con bizzarro fascino: un semplice libricino viola, senza pretese e senza bugie. Sincero nella sua modestia.
  "Certo, certo...siediti."
  E' brusca, diretta, e Clarice arrossisce. Leslie sa che dal sole non ci si può proteggere: compri creme costose e le spargi ovunque, inforchi occhiali spessi e ti calchi in testa cappelli con visiere enormi, ma la verità è che il sole diventa sempre più intenso e non importa quanto ne fuggi, l'unico modo per evitarlo è nascondersi all'ombra.
  Quando Clarice sorride, Leslie non può che ricambiare, perché non ha senso vivere nell'ombra per paura di scottarsi.


-Autunno

  Le dita di Clarice sono fredde come piccoli ramoscelli, che resistono contro il gelo che avanza. Sono ovunque, muovendosi sotto le raffiche del bisogno. I suoi occhi brillano e, mentre Leslie li guarda annegandovi, è già sera ed è già tutto uguale a prima.
  La abbraccia quando il freddo comincia a farsi sentire, disegnando sulla sua spalla cerchi confortevoli con il palmo della mano sudato e caldo. Clarice trema appena, assorbendo il calore dei loro corpi uniti. Sono ferme in quella posizione da così tanto tempo che le loro pelli si uniscono e il loro odore diventa unico, la temperatura condivisa in un'omeostasi perfetta. Fuori è freddo, appena oltre le coperte, ma lì sotto sono solo loro. Non ci sono parole, perché tutto è già stato detto, lasciandole al silenzio.
  La passione fine a se stessa sta tramontando oltre l'orizzonte della loro relazione, e l'amore sorge. Leslie lo sente mentre bacia le labbra ancora calde di Clarice e la vede chiudere gli occhi, le palpebre arrese alla stanchezza. Quel senso appagante di vuoto e calma l'assale, scoprendola nuda. Leslie è come quegli alberi che ai primi giorni d'autunno cominciano già a perdere le foglie, tremando in attesa della neve che li ricopra, nascondendoli all'occhio umano. Spera di passare inosservata, ma mentre il sonno incede, sa che Clarice vede oltre il fragile vestito di foglie rosse e dorate. Ora la vede.
  Un pensiero pungente, una soffiata insinuante di vento, le turba la mente: se Clarice fosse un sempreverde? Se il suo vestito di foglie e fiori non fosse mai stato tolto, lasciando alla menzogna il posto della verità? E se non ci fosse null'altro che foglie e fiori, per lei?
  Scaccia via questo pensiero con un sorriso, lasciando che la stanchezza tediosamente la trascini via.
  Via da ogni timore.
  Nuda e felice.


-Inverno

   C'è calma quando riapre gli occhi. Fuori dalla finestra, l'alba sembra sospesa dietro i grattaceli.  La lunga notte invernale ha rubato quel bagliore di speranza nei primissimi raggi solari, lasciando sul mondo un'ombra innaturale.
  Una tempesta è in arrivo e tutti la attendono in segreto, fingendosi distratti. Leslie sente sorgere i ricordi della notte prima, il cielo scuro che ancora non si allontana da essa. In questo buio di una tonalità diversa e più meschina, diventa difficile pretendere che nulla sia accaduto.
  Il pianto di Clarice è ancora fresco nell'aria, e le proprie urla di rabbia strette in gola.
  "Hey."
  Alza gli occhi e vede Kelly, esistante sull'uscio, con i capelli ancora spettinati e gli occhi gentili.
  "Non è ancora il momento?" chiede con l'ombra di un sorriso.
  Leslie scuote appena la testa. I capelli che le finiscono negli occhi e la voce intima, così vicina, dell'amico diventano il pretesto atteso per non frenare le lacrime.
  Affonda il viso nelle mani, perché così è più facile fingere di non essere debole, esposta. Un albero dal quale il vento ha scrollato via la neve. Ma quando sente la depressione del materasso e le braccia nude di Kelly circondarla, sa che non importa più. Si lascia abbracciare e sul suo petto piange, mentre le parole scivolano via spezzate.
  "E' finita, Clarice è andata via. Lei non mi ha mai amata."
  Kelly non le dice che andrà tutto bene, ma le carezza i capelli e le bacia la fronte, perché la tempesta è arrivvata e nessun rifugio rimane. I suoi rami spogli si spezzano, mentre Clarice resta ritta tra le foglie, intoccabile. Germoglia anche d'inverno. Non c'è sofferenza senza amore, i suoi rami sono forti e al sicuro; la neve scivola via. Leslie realizza: le foglie di Clarice non sono mai cadute e la sua luce non è mai stata altro che riflessione.
  Non sole, ma luna, la sua luna personale.
  Clarice non l'ha mai amata, ma ha amato il suo amore.



-Primavera

  Shay riapre gli occhi, trovandosi ad osservare il fresco sole primaverile disegnare ombre e luci sul soffitto bianco. Sposta un ciuffo di capelli dalla fronte, dove un sottile strato di sudore è tutto ciò che resta di una notte più calda del normale. Ispira a fondo e sente quell'odore particolare invadergli la mente: sono rose ed è sole e ha in sé qualcosa di seducente e ingannevole. Lei sa che non dovrebbe farsi illudere da quell'aroma, eppure il suo cuore capriccioso non sembra aver memoria, non vuole imparare dagli errori.
  "Tutto bene?"
  La voce di Clarice è impastata per il sonno, il suo fiato caldo sul volto. Si volta e la vede attraverso il cuscino.
  "Tutto bene" le dice, afferrandole delicatamente il mento. La bacia e la sente sorridere contro le sue labbra. "Torna a dormire."
  Clarice si risistema sul cuscino e chiude gli occhi, perché l'alba è tediosa oltre le finestre.
  Leslie si volta sul fianco e la osserva, mentre il respiro torna ad essere regolare e profondo. Quando è certa che si sia riaddormentata, le carezza la fronte, scostando i morbidi ciuffi castani. Assapora le proprie labbra, succhiando il sapore di quelle di Clarice che ancora persiste.
  Sa che ci sarà un altro inverno, prima o poi; che l'estate ha lasciato un'impronta indelebile e ormai l'autunno l'ha denudata ed esposta. Sa che Clarice è sempre in primavera, senza che realmente l'atmosfera la sfiori. Sa anche che lo scivolare delle stagioni della loro storia dovrebbe insegnarle qualcosa, dovrebbe aprirle gli occhi. Ma lei vuole ignorarlo.
  Clarice è tornata, ed è di nuovo primavera.







  
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