Ed eccoci al finale. ;_; Ho tanto amato questa storia, spero sia stata
gradita! Ora, per un po', potrebbe essere tempo di drabble, o comunque
cosucce corte... e una buffa. Oh sì. <3
5. Echi del tuono – Falsità di
una statua
Like
the perfect ending
It
won't be long
Till
everything I've ruined has seen me gone
In
time, I pray you'll forgive
Now
you know the man I am
Can
you forgive me?
“Così ora sei un campione di Yevon,
Braska?”, aveva chiesto dieci anni e una Calma dopo, quando
da poco
era tornato a calcare le vie dei vivi.
La statua non rispose.
Stonava.
Il tempio di Djose non era cambiato in
quegli anni, notò mentre la sua seconda evocatrice si
intratteneva
in chiacchiere con un ragazzino che pretendeva di rivedere in lei lo
sguardo del padre. Raramente, d'altronde, Spira poteva permettersi un
tale lusso, se non a mezzo di Sin.
Ma c'era una nuova statua a guardare
l'ingresso alle Prove, a celebrare l'uomo che dieci anni prima si era
sacrificato per dare al mondo qualche notte libera dall'ombra
incombente del Distruttore. E agli occhi di Auron – quello
aperto,
che vedeva, e quello perduto, che ricordava – quell'elogio di
pietra stonava. Da morire.
Che Yocun e Ohalland scortassero i
nuovi evocatori, mentre il vecchio Gandof meditava in disparte su
quanto aveva dato e quanto più tolto al suo mondo: Braska
non
apparteneva a Yevon. Era stato della strada e della gente, e della
piccola Yuna, di sua moglie, certo di Sin cui si era votato, e di
Jecht per la cui forza era morto, e forse, se non era troppo ardito
pensarlo, forse un poco anche suo. In nessuno dei casi Yevon
rientrava nel conto e vederlo raffigurato lì, sereno com'era
giunto
ad essere ma privo del sorriso che in pochi avevano compreso, era una
bestemmia verso la sacralità vera.
Si sentì bruciare. Alzò il bavero, si
sistemò gli occhiali scuri e tacque, perché in
quel momento lo
disertava anche l'ironia secca di cui aveva imparato ad ammantarsi a
tal punto da scomparirne.
Allontanandosi per seguire Yuna, si
voltò indietro e trovò una nuova prospettiva:
forse era
un'intrusione. Un infiltrato.
Braska credeva nel cambiamento. Anche
nell'ora più buia, di fronte alla consapevolezza che nessun
miglioramento, personale o collettivo, avrebbe mai avuto il potere di
scacciare Sin, non aveva abbandonato la speranza di poter essere un
inizio, il gradino su cui altri, con la mente sgombra
dall'oppressione, sarebbero saliti per riguadagnare il cielo. Erano
passati dieci anni da quei discorsi e nulla era cambiato, salvo
la
sua statua, una macchia grigia sotto gli occhi di tutti, nel
cuore a tinte nette del territorio nemico.
Forse un gradino non bastava, ma sulle
sue spalle un giorno sarebbe sorto il secondo e poi avanti, verso un
altro futuro. Braska era Braska. Il suo spirito non sarebbe andato
perduto.
Lo salutò un'ultima volta prima di
entrare nel chiostro.
“Deliziosa ironia, eh?”, lo
apostrofò a cuor sereno.
Gli sembrò che sorridesse.
***
Dopo la morte, il riposo non dona
conforto.
Quella notte, Auron vagava senza meta
nei dintorni del tempio, grato a un silenzio assoluto
fuorché per
l'infrangersi delle onde sulla scogliera lontana. Per coloro che
vivevano secondo i Precetti, Djose era un angolo di pace che nemmeno
l'orrore del giorno prima, il massacro di Mi'ihen, era riuscito a
scalfire nella sua prima essenza.
L'alba portò i suoi passi all'interno
del tempio, ugualmente silenzioso e vuoto. Tranne che per una figura.
Una ragazzina era inginocchiata a
fianco della statua di Braska. In abiti da accolita di terzo rango, non
più di quindici anni, il volto minuto eclissato da paramenti
rotondi dalle tinte vivaci. Avvicinandosi, Auron vide che la stava
lucidando.
“Signore?”, chiese quando si fu
accorta della sua presenza.
“Continua pure, ragazzina.”
“Mi chiamo Damia, signore.”
“...continua pure, Damia. Quello che
fai è... ammirevole.”
Restò ad osservarla, faticando un poco
a convincere il se stesso di dieci anni prima che lo spettacolo
davanti ai suoi occhi stesse realmente accadendo.
“Lucidi solo questa statua, Damia?”
“Sono devota a Lord Braska, signore.
È il massimo fra gli evocatori, meglio di lui non ce ne
sono.”
Auron sbuffò, divertito. Il primo
gradino.
“E cosa ti ha donato l'ultimo Alto
Evocatore che gli altri non hanno saputo darti, ragazzina?”
“Quando gli altri hanno portato la
Calma io non c'ero ancora, signore, quindi con tutto il rispetto, non
so se mi spiego...”
“Abbastanza, sì.” Una risata bassa e
roca: Yevon e Spira, sempre prevedibili, sempre uguali a se stessi,
uniti in un'eterna spirale di egoismo. Era davvero tornato a casa.
La ragazza riprese a spiegare.
“Non è tanto quello, però, signore.
Vede, io ho un fratello, signore, un fratello di poco maggiore che
è
nei Crociati e da mesi sognava, oh, quanto lo sognava! Sognava di
combattere nell'Operazione Mi'ihen come tutti i senza fede suoi
compagni. 'Sconfiggeremo Sin', diceva, 'vedrai sorellina! Nessuno
dovrà più morire', e lustrava quella sua arma
eretica parlando di
machina da guerra con poteri tremendi, signore. Io tremavo e gli
dicevo di lasciar perdere, e pregavo, pregavo, pregavo. E l'avrei
perso e sarei sola al mondo se all'ultimo la fede non l'avesse
salvato, mostrandogli la perversione delle vie degli Al Bhed! Se non
sono fra quelli che piangono i loro morti, signore, almeno è
mio
compito ringraziare... non so se mi spiego.”
Per questo lo ringraziavano?
Sentì scivolare la presa sulle luci
fatue che componevano il suo corpo, riempite ora di un orrore sordo,
violento, che spingeva per liberarsi e incanalarsi in una nuova forma
in cui zanne e artigli potessero meglio esprimere una rabbia che
andava oltre le parole. Gli era già capitato una volta: una
mattina
d'inverno alle pendici del Gagazet, quando si era reso conto di
essere morto e che tre vite votate a cambiare il mondo non avevano
concluso altro che venir schiacciate dal suo lento girare. Aveva
resistito.
La situazione non era molto diversa.
Resistette.
“Questo dicono nei templi?”,
articolò a fatica.
“È storia nota, signore, sulla bocca
di tutti. Lord Braska che ha ritrovato la sua fede dopo essere sceso
nell'abisso della perdizione è il più grande fra
gli eroi. Il suo
successo, Yevon sia benedetto per averlo preso a sé nella
sua
gloria, è la prova provata per noi tutti che la perfezione
è
raggiungibile, non so se...”
Resistette, perché la rabbia, in lui,
aveva il dono di sfumare in fretta in un'amarezza tutta personale,
che sapeva trattare col rispetto dovuto a una compagna fedele. E di
quella si svanisce, al massimo, quando il mondo non ha più
nulla da
offrire a un'anima stanca, ma Auron era sorretto da due promesse e
restò saldo al suo posto.
Non del tutto.
Si appoggiò alla statua con tutta la
sua forza, col palmo aperto della mano guantata, alzò la
testa,
chiuse gli occhi e pregò. Cadde in ginocchio e lì
restò, chiuso,
immobile e di pietra lui stesso.
“Miracoli della fede”, mormorò
sorpresa Damia allontanandosi, lasciando quel forestiero al suo credo
e alle sue verità. “Sia lode a Yevon.”
******
@sony1987: ci puoi scommettere! Alla base di quel che scrivo, almeno in
Myst e qui in FFX, c'è sempre
la voglia di condividere qualcosa che ho scoperto o
ipotizzato. Sono così tanti i risvolti fascinosi,
così tanti i dettagli buttati lì forse nemmeno
volontariamente dai creatori, ma che comunque s'inseriscono a
meraviglia nel quadro generale, arricchendolo e sfaccettandolo! Invece
di un post argomentativo su un qualche forum, mi diverto di
più a mettere il tutto in prosa e vedere i personaggi che
amo muoversi all'interno di quell'idea. :3 E le Fayth sono miei
grandissimi amori fin dalla prima partita (prima di Braska volevo
cosplayare Bahamut... ci son riuscita quattro mesi fa, ma ci son
riuscita XD Coming next, Fayth of Shiva è_é),
quando ancora li conoscevo poco, solo per quelle parole gentili e
splendide rivolte a Tidus. Quelle restano, ma su di loro pesa un
millennio di peccato d'indifferenza che non può non
caratterizzarli (assieme all'aspetto da Eone e da statua). Complessi e
affascinanti. Ixion poi è un buffo signore.
forse chi
leggerà le tue pagine capirà che Ixion non
è un cavallo bianco... :-P <--
Pubblicità progresso, faccio del mio meglio! XD Quello, e
altre amabili cose come le tendine del copricapo di Braska che NON sono
i suoi capelli (non è il fato turchino u_u), la spiegazione
ufficiale del camminare sull'acqua, la Calma che NON dura dieci anni,
il numero stesso di Calme, eccetera. Mi sono fatta una cultura grazie
ad autori di fanfiction competenti, cerco di rendere il favore, quando
capita. XD
Quel che dici sull'ipotesi di prequel è parecchio
interessante. Sarebbe una gran bella sfida! Anche solo un fangame...
Sentito, gente sfaticata in Squenix e altrove? Ora sarei curiosa di
vedere se qualcuno, in qualche altra opera, ha fatto qualcosa di
simile. Come citavo nella scorsa risposta (scuse? Ma stai scherzando?
Grazie dello scambio di idee! =D), la mia cultura porta solo a esempi
contrari. O anche solo studiare i casi di finale negativo nei
videogiochi, dato che su due piedi me ne viene solo uno e mezzo (il
mezzo essendo FFX stesso).
...no, sono un'idiota. Crisis Core! Ecco, sulla Compilation of FF7
tento di chiudere gli occhi, tapparmi le orecchie e far finta che non
esista, ma quando lo troverò usato a poco sarò
curiosa di giocarlo anche solo per vedere come hanno gestito questa
faccenda qui, visto che il caso è quasi identico.
Però hanno aggiunto molto in un modo che, visto da fuori,
non mi convince mica tantissimo... mmmmmmh. Ah, e il KH per DS prossimo
venturo, quello sarà un altro esempio interessante. E anche
lì hanno aggiunto almeno un personaggio, però.
Boh. XD
E con questo è veramente tutto. ;_; Alla prossima!
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