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Autore: crimsontriforce    19/12/2008    3 recensioni
Breve storia di un successo annunciato che alla fine non poté che tramutarsi in sconfitta.
Eterno è solo Sin assieme alla sua corte.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Auron, Bahamut, Braska, Ixion, Jecht
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dieci anni fa, la stessa strada'
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Ed eccoci al finale. ;_; Ho tanto amato questa storia, spero sia stata gradita! Ora, per un po', potrebbe essere tempo di drabble, o comunque cosucce corte... e una buffa. Oh sì. <3





5. Echi del tuono – Falsità di una statua




Like the perfect ending
It won't be long
Till everything I've ruined has seen me gone
In time, I pray you'll forgive
Now you know the man I am
Can you forgive me?







“Così ora sei un campione di Yevon, Braska?”, aveva chiesto dieci anni e una Calma dopo, quando da poco era tornato a calcare le vie dei vivi.
La statua non rispose.

Stonava.
Il tempio di Djose non era cambiato in quegli anni, notò mentre la sua seconda evocatrice si intratteneva in chiacchiere con un ragazzino che pretendeva di rivedere in lei lo sguardo del padre. Raramente, d'altronde, Spira poteva permettersi un tale lusso, se non a mezzo di Sin.
Ma c'era una nuova statua a guardare l'ingresso alle Prove, a celebrare l'uomo che dieci anni prima si era sacrificato per dare al mondo qualche notte libera dall'ombra incombente del Distruttore. E agli occhi di Auron – quello aperto, che vedeva, e quello perduto, che ricordava – quell'elogio di pietra stonava. Da morire.
Che Yocun e Ohalland scortassero i nuovi evocatori, mentre il vecchio Gandof meditava in disparte su quanto aveva dato e quanto più tolto al suo mondo: Braska non apparteneva a Yevon. Era stato della strada e della gente, e della piccola Yuna, di sua moglie, certo di Sin cui si era votato, e di Jecht per la cui forza era morto, e forse, se non era troppo ardito pensarlo, forse un poco anche suo. In nessuno dei casi Yevon rientrava nel conto e vederlo raffigurato lì, sereno com'era giunto ad essere ma privo del sorriso che in pochi avevano compreso, era una bestemmia verso la sacralità vera.
Si sentì bruciare. Alzò il bavero, si sistemò gli occhiali scuri e tacque, perché in quel momento lo disertava anche l'ironia secca di cui aveva imparato ad ammantarsi a tal punto da scomparirne.

Allontanandosi per seguire Yuna, si voltò indietro e trovò una nuova prospettiva: forse era un'intrusione. Un infiltrato.
Braska credeva nel cambiamento. Anche nell'ora più buia, di fronte alla consapevolezza che nessun miglioramento, personale o collettivo, avrebbe mai avuto il potere di scacciare Sin, non aveva abbandonato la speranza di poter essere un inizio, il gradino su cui altri, con la mente sgombra dall'oppressione, sarebbero saliti per riguadagnare il cielo. Erano passati dieci anni da quei discorsi e nulla era cambiato, salvo la sua statua, una macchia grigia sotto gli occhi di tutti, nel cuore a tinte nette del territorio nemico.
Forse un gradino non bastava, ma sulle sue spalle un giorno sarebbe sorto il secondo e poi avanti, verso un altro futuro. Braska era Braska. Il suo spirito non sarebbe andato perduto.

Lo salutò un'ultima volta prima di entrare nel chiostro.
“Deliziosa ironia, eh?”, lo apostrofò a cuor sereno.
Gli sembrò che sorridesse.

***


Dopo la morte, il riposo non dona conforto.
Quella notte, Auron vagava senza meta nei dintorni del tempio, grato a un silenzio assoluto fuorché per l'infrangersi delle onde sulla scogliera lontana. Per coloro che vivevano secondo i Precetti, Djose era un angolo di pace che nemmeno l'orrore del giorno prima, il massacro di Mi'ihen, era riuscito a scalfire nella sua prima essenza.
L'alba portò i suoi passi all'interno del tempio, ugualmente silenzioso e vuoto. Tranne che per una figura.
Una ragazzina era inginocchiata a fianco della statua di Braska. In abiti da accolita di terzo rango, non più di quindici anni, il volto minuto eclissato da paramenti rotondi dalle tinte vivaci. Avvicinandosi, Auron vide che la stava lucidando.

“Signore?”, chiese quando si fu accorta della sua presenza.
“Continua pure, ragazzina.”
“Mi chiamo Damia, signore.”
“...continua pure, Damia. Quello che fai è... ammirevole.”
Restò ad osservarla, faticando un poco a convincere il se stesso di dieci anni prima che lo spettacolo davanti ai suoi occhi stesse realmente accadendo.

“Lucidi solo questa statua, Damia?”
“Sono devota a Lord Braska, signore. È il massimo fra gli evocatori, meglio di lui non ce ne sono.”
Auron sbuffò, divertito. Il primo gradino.
“E cosa ti ha donato l'ultimo Alto Evocatore che gli altri non hanno saputo darti, ragazzina?”
“Quando gli altri hanno portato la Calma io non c'ero ancora, signore, quindi con tutto il rispetto, non so se mi spiego...”
“Abbastanza, sì.” Una risata bassa e roca: Yevon e Spira, sempre prevedibili, sempre uguali a se stessi, uniti in un'eterna spirale di egoismo. Era davvero tornato a casa.
La ragazza riprese a spiegare.
“Non è tanto quello, però, signore. Vede, io ho un fratello, signore, un fratello di poco maggiore che è nei Crociati e da mesi sognava, oh, quanto lo sognava! Sognava di combattere nell'Operazione Mi'ihen come tutti i senza fede suoi compagni. 'Sconfiggeremo Sin', diceva, 'vedrai sorellina! Nessuno dovrà più morire', e lustrava quella sua arma eretica parlando di machina da guerra con poteri tremendi, signore. Io tremavo e gli dicevo di lasciar perdere, e pregavo, pregavo, pregavo. E l'avrei perso e sarei sola al mondo se all'ultimo la fede non l'avesse salvato, mostrandogli la perversione delle vie degli Al Bhed! Se non sono fra quelli che piangono i loro morti, signore, almeno è mio compito ringraziare... non so se mi spiego.”

Per questo lo ringraziavano?
Sentì scivolare la presa sulle luci fatue che componevano il suo corpo, riempite ora di un orrore sordo, violento, che spingeva per liberarsi e incanalarsi in una nuova forma in cui zanne e artigli potessero meglio esprimere una rabbia che andava oltre le parole. Gli era già capitato una volta: una mattina d'inverno alle pendici del Gagazet, quando si era reso conto di essere morto e che tre vite votate a cambiare il mondo non avevano concluso altro che venir schiacciate dal suo lento girare. Aveva resistito.
La situazione non era molto diversa. Resistette.

“Questo dicono nei templi?”, articolò a fatica.
“È storia nota, signore, sulla bocca di tutti. Lord Braska che ha ritrovato la sua fede dopo essere sceso nell'abisso della perdizione è il più grande fra gli eroi. Il suo successo, Yevon sia benedetto per averlo preso a sé nella sua gloria, è la prova provata per noi tutti che la perfezione è raggiungibile, non so se...”

Resistette, perché la rabbia, in lui, aveva il dono di sfumare in fretta in un'amarezza tutta personale, che sapeva trattare col rispetto dovuto a una compagna fedele. E di quella si svanisce, al massimo, quando il mondo non ha più nulla da offrire a un'anima stanca, ma Auron era sorretto da due promesse e restò saldo al suo posto.
Non del tutto.
Si appoggiò alla statua con tutta la sua forza, col palmo aperto della mano guantata, alzò la testa, chiuse gli occhi e pregò. Cadde in ginocchio e lì restò, chiuso, immobile e di pietra lui stesso.



“Miracoli della fede”, mormorò sorpresa Damia allontanandosi, lasciando quel forestiero al suo credo e alle sue verità. “Sia lode a Yevon.”

























******
@sony1987: ci puoi scommettere! Alla base di quel che scrivo, almeno in Myst e qui in FFX, c'è sempre la voglia di condividere qualcosa che ho scoperto o ipotizzato. Sono così tanti i risvolti fascinosi, così tanti i dettagli buttati lì forse nemmeno volontariamente dai creatori, ma che comunque s'inseriscono a meraviglia nel quadro generale, arricchendolo e sfaccettandolo! Invece di un post argomentativo su un qualche forum, mi diverto di più a mettere il tutto in prosa e vedere i personaggi che amo muoversi all'interno di quell'idea. :3 E le Fayth sono miei grandissimi amori fin dalla prima partita (prima di Braska volevo cosplayare Bahamut... ci son riuscita quattro mesi fa, ma ci son riuscita XD Coming next, Fayth of Shiva è_é), quando ancora li conoscevo poco, solo per quelle parole gentili e splendide rivolte a Tidus. Quelle restano, ma su di loro pesa un millennio di peccato d'indifferenza che non può non caratterizzarli (assieme all'aspetto da Eone e da statua). Complessi e affascinanti. Ixion poi è un buffo signore.
forse chi leggerà le tue pagine capirà che Ixion non è un cavallo bianco... :-P <-- Pubblicità progresso, faccio del mio meglio! XD Quello, e altre amabili cose come le tendine del copricapo di Braska che NON sono i suoi capelli (non è il fato turchino u_u), la spiegazione ufficiale del camminare sull'acqua, la Calma che NON dura dieci anni, il numero stesso di Calme, eccetera. Mi sono fatta una cultura grazie ad autori di fanfiction competenti, cerco di rendere il favore, quando capita. XD
Quel che dici sull'ipotesi di prequel è parecchio interessante. Sarebbe una gran bella sfida! Anche solo un fangame... Sentito, gente sfaticata in Squenix e altrove? Ora sarei curiosa di vedere se qualcuno, in qualche altra opera, ha fatto qualcosa di simile. Come citavo nella scorsa risposta (scuse? Ma stai scherzando? Grazie dello scambio di idee! =D), la mia cultura porta solo a esempi contrari. O anche solo studiare i casi di finale negativo nei videogiochi, dato che su due piedi me ne viene solo uno e mezzo (il mezzo essendo FFX stesso).
...no, sono un'idiota. Crisis Core! Ecco, sulla Compilation of FF7 tento di chiudere gli occhi, tapparmi le orecchie e far finta che non esista, ma quando lo troverò usato a poco sarò curiosa di giocarlo anche solo per vedere come hanno gestito questa faccenda qui, visto che il caso è quasi identico. Però hanno aggiunto molto in un modo che, visto da fuori, non mi convince mica tantissimo... mmmmmmh. Ah, e il KH per DS prossimo venturo, quello sarà un altro esempio interessante. E anche lì hanno aggiunto almeno un personaggio, però. Boh. XD


E con questo è veramente tutto. ;_; Alla prossima!

   
 
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