Take my Revolution

di Rota
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*Epilogo*

 

 

 

Il suo sorriso è rimasto quello di sempre, anche se circondato da barba rossiccia e ispida.
-Mi ricordavo quale tè ti piacesse.
Ha qualche ruga, a lato degli occhi, e i capelli appena più lunghi sulla nuca.
-Sì, ricordavi bene.
Sa di avere qualche incuria del tempo sul viso a propria volta, come quelle fossette agli angoli della bocca, e il fisico non più così minuto.
Kagami lo guarda come se fosse un prezioso tesoro, e lo fa sentire bene.
-Perché mi fissi?
Nello sguardo di lui, c'è sempre quell'innocenza di fondo,ma per quanto le sue guance si colorino di piacere, non c'è molto imbarazzo ad appesantirgli gli occhi, che continuano così a guardarlo. La sua voce, anche, è diventata più calda e posata, come quella di un uomo adulto.
È proprio bello, e lo fa arrossire.
-Ti attendevo da tanto tempo.
Dieci anni sono passati, dall'ultima volta che gli è stato permesso di toccarlo.
Dieci anni a cercarlo ovunque, dieci anni lontano da quel maledetto istituto scolastico e da ogni schema preimposto che divide in bianco e nero ogni possibile slancio umano di categoria.
Dieci anni che Kagami è andato via, e lui ha dovuto cercarlo.
Prova per lui soltanto attrazione pura, incontaminata da odio o da rancore. È stata la sua volontà a portarlo lì, e Taiga lo ha accolto a braccia aperte.
Ha una casa nuova, tanto spazio e tanta luce, un bel giardino con una cuccia pronta per un cagnolino in arrivo, che sarebbe dovuto arrivare da un momento all'altro. Un letto matrimoniale, oggetti da dividere in due persone.
Una foto del piccolo Tatsuya sul comodino del salotto, perché il cuore non possa mai dimenticare le cose davvero belle della vita passata.
E una teiera che non ha mai usato prima di quel pomeriggio.
Non è più goffo, d'altronde, e Kuroko lo nota quando, dalla propria sedia, si alza per andare da lui.
-Mi ami ancora?
-Non ho mai smesso.
Nessun dubbio a riguardo.
Ritrovano la felicità l'uno sulla bocca dell'altro, e finalmente è pace vera.





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