Rebels On The Sea

di StormyPhoenix
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Hola!
Sì, sono ancora viva... l'unico problema è che negli ultimi mesi mi sono impantanata con quasi tutte le mie storie c.c aspetto sempre che l'ispirazione e le idee tornino, nel frattempo sviluppo altre idee e ispirazioni che vengono che comunque è meglio c:
E' un capitolo un po' breve, e spero di poter tornare a continuare questa storia a breve, dato che ci si sta avvicinando alla fine...
Buona lettura <3
Brani consigliati per la lettura: Disturbed, Indestructible / The Gazette, Ogre






Mi lancio in corsa contro il nemico con la spada sollevata e urlo senza rendermi conto della forza usata per gridare se non quando vedo alcuni dalla parte opposta venire spinti verso dietro come da un forte vento; provo una sorta di gioia selvaggia nel buttarmi nella mischia, sebbene da qualche parte dentro di me c'è un certo rimpianto... in guerra si uccide o si è uccisi, e si è tutti sullo stesso piano perché si uccide.
Alcuni dei nostri cadono, feriti, e spero che non siano morti; anche dall'altra parte diversi nemici cadono, ugualmente feriti e tramortiti, alcuni sembrano invece proprio senza vita...
Nella calca di persone e nel caos della guerra riesco a scorgere Dana che si fa strada spintonando e dando calci a destra e a manca e lei a sua volta, alzando la testa, scorge me e una smorfia cattiva le deforma il viso mentre ritorna a farsi largo con forza e più velocemente per dirigersi verso di me.
«Troia!» strilla, gettandosi addosso a me nel tentativo di colpirmi con uno schiaffo.
«Non mi chiamo come la famosa antica città, mi chiamo Kendra» commento sarcastica, schivandola, e dalla mia posizione le affibbio un calcio, facendola stramazzare a terra come un sacco di patate.
«Ma che simpaticona» grugnisce, rialzandosi per fronteggiarmi.
«Mai quanto te che hai una fantasia invidiabile nel trovare nomignoli da darmi.»
Il nostro duello è ad armi impari, Dana non è abbastanza veloce da riuscire a colpirmi una sola volta e continua ad arrancare, urlando insulti e bestemmie, e io inizio ad annoiarmi ed irritarmi; ad un certo punto mi stufo e le sferro un calcio, mandandola addosso a un gruppetto di suoi commilitoni che viene messo k.o. dall'urto, ma in un niente si rialza e carica nella mia direzione in stile toro da corrida contro il fazzoletto rosso.
«Adesso basta!!» ruggisco, sfuggendo per l'ennesima volta al suo attacco e dandole un colpo che la stende, al che la rialzo tenendola per il bavero della sua maglia.
«Questo è per il tuo tradimento!» la schiaffeggio con rabbia, urlandole in faccia. «Questo è per avermi insultata!» un altro colpo. «Questo è per ciò che i miei compagni hanno subìto da parte tua!» e ancora la colpisco, poi le mollo un pugno in faccia e la abbandono sul selciato con il naso tumefatto e sanguinante.
Improvvisamente la rabbia rimonta in me ancora peggio di prima e la sfogo con un urlo belluino, ignorando la fila frontale di nemici che viene spazzata via dalle onde sonore e sbattuta miseramente contro muri e pietre varie e rimane da ciò fortemente decimata. La mia furia è a livelli tali che non ho più remore nell'uccidere; corro, salto, faccio capriole e acrobazie ardite mentre brandisco la mia fidata katana e i nemici cadono al mio passaggio come foglie secche dagli alberi, il loro sangue imbratta i miei vestiti e la mia pelle in più punti.
Quando il furore interiore si placa un po' riacquisto lucidità maggiore e noto che la legione nemica è quasi ridotta all'osso e che dei nostri, nonostante tutto e nonostante i feriti, non è invece morto nessuno e la cosa mi appare alquanto strana... poi noto Emma, una mia compagna d'armi, concentrata e con le mani tese in avanti, e ricordo che la ragazza ha speciali poteri di protezione e guarigione; la ringrazio un milione di volte mentalmente, ripromettendomi di farlo poi a voce appena possibile.
Un urlo agghiacciante squarcia l'aria all'improvviso e tutti si fermano, come pietrificati...
In mezzo alla baraonda si è materializzato il capo della F.E.A.R. in persona.




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