Dedico questo piccolo racconto a delle persone speciali, davvero
speciali, che purtroppo non conosco personalmente ma, almeno un po',
sento di averle vicino con i loro commenti. E ne sono felice.
E' bello, ragazze, ritrovarvi anche in questa fanfiction sentendovi
"parlare".
Grazie di tutto.
Hiko_Chan
Ladynena
Ryanforever
Sasusakuxxx
Atto III
Lady
of the flowers
She wears her tears on her blouse
confused and racked with self-doubt
she stole the keys to my house
and then she locked herself out
Lady of the flowers - Placebo
La stanza
d'albergo era spaziosa, con la finestra ampia che dava su una delle
strade centrali della grande metropoli.
Naruto, le braccia incrociate dietro la testa affondate nel soffice
cuscino, osservava pensoso il ventilatore sopra di lui restare immobile.
Per qualche tempo contò e ricontò le pale,
perdendosi poi in altri pensieri più o meno importanti,
infine voltò la testa verso il compagno che, dandogli le
spalle,
dormiva. Stette a fissarlo e senza una ragione precisa
immaginò
quella schiena stretta tra le braccia di Sakura: sarebbe dovuta
andare così, a dire il vero, e invece notte dopo notte
Sasuke era in un albergo a dare il suo corpo ad un altro uomo.
Un uomo che amava.
“Smettila di guardarmi, Naruto.” la sua voce,
secca, nell'oscurità lo fece sussultare.
“Allora eri sveglio.” commentò
grattandosi distrattamente una guancia.
Sasuke rimase immobile, non rispondendo. Finché, tra le
coperte e i cuscini, non emerse la sua voce:
“Ho intenzione di lasciare Sakura.”
Quelle parole furono per l'Uzumaki come una doccia fredda:
completamente
inaspettate e incredibilmente dolorose. Sakura, Sakura che voleva
passare a sua vita accanto a Sasuke e, nonostante il passare dei
giorni, aveva aspettato che lui si decidesse ad amarla come avrebbe
meritato.
Naruto scattò a sedere esclamando con la sua solita irruenza:
“Stai scherzando, vero?”
A quel punto l'amante si voltò, in un frusciare quasi
fastidioso di lenzuola, e confermò impassibile:
“Non sto scherzando. Tra noi è finita,
punto.”
“Prova a lasciarla e giuro che ti rifilo un pugno su quel tuo
faccino arrogante.” sibilò Naruto assottigliando
gli occhi guardando l'interlocutore con aria minacciosa.
Quest'ultimo incollerito esclamò:
“Ma perché vuoi a ogni costo cercare di salvare
tutti?! Non ti rendi conto che portando avanti la nostra relazione
qualcosa dev'essere sacrificato?”
C'era accusa in quelle parole. E Naruto l'aveva colta in pieno tra le
righe della rabbia del compagno; perché lui non aveva il
coraggio di troncare un rapporto ormai sterile con la moglie.
Eppure credeva veramente alla possibilità di poter evitare
di far soffrire Hinata; si copriva gli occhi di fronte all'evidenza che
lei aveva già intuito molto - ignorando i singulti sommessi,
soffocati da una mano, che di tanto in tanto le scappavano quando
rientrava a casa.
Piangeva ed entrambi, per non perdersi, sapevano il perché.
Ma come poteva andare da lei e dirle che era tutto finto?
“Se magari noi due ci vedessimo di meno...”
accennò Naruto incrociando le gambe.
Sasuke però lo interruppe, prendendolo per una spalla e
costringendolo a voltarsi verso di lui:
“Questo è il tuo sacrificio? Ma se è
proprio per la nostra relazione che stiamo abbandonando tutto il
resto...”
Lo lasciò reggendosi le fronte con una mano, la schiena
appena incurvata in avanti, e non parlò chiudendosi in uno
dei suoi rigidi silenzi.
Naruto appoggiò le mani al materasso; si reclinò
con la
schiena e tornò a guardare il soffitto, sentendosi frustrato
perché Sasuke aveva ragione su tutta la linea: il loro
rapporto non aveva alternative, per essere alimentato bisognava
sacrificare le altre relazioni.
Perché lui non aveva nessun diritto di far soffrire ancora
Hinata, lasciandola in un limbo di incertezza e agonia - agonia, visto
che non sapeva se mai il giorno dopo Naruto sarebbe tornato a casa da
lei.
“Se tu mi ami e non vuoi che tua moglie soffra devi fare
ciò che è giusto.” disse Sasuke
tornando a guardare davanti a sé.
“Sei sicuro che sia davvero come dici tu?” chiese
Naruto quasi con aria di sfida, alzando appena un sopracciglio.
Sasuke girò il busto, fissandolo, per poi rispondere con
voce incolore ma scandendo le parole quasi per marchiarle a fuoco nella
mente del partner:
“Quando sono a letto con lei faccio finta di avere un
orgasmo. Quando la abbraccio immagino come sarebbe abbracciare il tuo
corpo. Quando guardo i suoi occhi mi chiedo come sarebbero se fossero
azzurri. Quando mi parla immagino quale delle tue battute riuscirebbe a
strapparmi un sorriso - fece una pausa per poi aggiungere –
ora, dimmelo tu. Ti sembra corretto questo nei suoi
confronti?”
Naruto si morse un dito con nervosismo, sentendo lo stomaco rivoltarsi.
Decisamente, tra i due Sasuke era quello più realista,
mentre
lui da stupido sognatore qual era tentava di aggrapparsi alle sue
piccole illusioni domestiche.
No, certo che non era corretto. Così come non era giusto che
lui fingesse di amare Hinata con una passione che non aveva.
“Non lo è.” ammise infine, detestando
con tutto sé stesso dar ragione a Sasuke.
Questi rimase immobile. Finché lentamente non si
portò più vicino a Naruto, facendo scivolare un
braccio sulla sua vita per poi baciarlo sul collo con quella studiata
lentezza che gli era propria.
Il ragazzo sospirò, accennando ad un sorriso, sentendo la
voce
di Sasuke chiedergli più roca:
“Pensi che sia sbagliato portare avanti la nostra relazione?
Noi, due uomini?”
“Non penso che sia questione di giusto o sbagliato. Si tratta
solo di scelta, una scelta che nessuno ha il diritto di
giudicare.” commentò Naruto rimanendo con le gambe
incrociate.
Il giovane Uchiha accennò ad un sorriso: “Da
quando formuli
pensieri logici?”
Il compagno si limitò a fargli una smorfia borbottando,
perché non poteva evitare di controbattere qualsiasi cosa
dicesse Sasuke, rifiutando che avesse lui l'ultima parola: erano sempre
stati competitivi e anche a distanza di anni le cose non
erano cambiate.
Anzi, amandosi, come non era stato possibile fare in passato
perché erano tutti e due troppo immaturi, avevano sentito
con più forza il loro legame, compresi i lati positivi e
quelli negativi. Alla fine provavano le stesse sensazioni di una coppia
normale, la
stessa eccitazione, la stessa gelosia, addirittura la stessa
difficoltà a lasciarsi per tornare a lavoro.
Cosa c'era di sbagliato
in tutto questo?
*°*°*°*
Ormai erano le sei quando Sasuke era rientrato a casa, ripetendo i
soliti rituali che andavano avanti da mesi - da quando aveva passato
la sua prima notte assieme a Naruto. Sakura lo aspettava a letto senza
ormai più chiedere nulla,
limitandosi a sguardi carichi di biasimo; eppure non rinunciava a
mostrarsi comunque gentile con lui, come per cercare di comprenderlo:
quanto a coppia erano parecchio confusi sul da farsi.
Quando entrò nell'ampio e raffinato soggiorno, Sasuke
avvertì il forte odore di lavanda, grazie ai fiori secchi
simili a granelli sistemati nella ciotola di porcellana - la
ciotola che lui non poteva più usare per posare le chiavi.
“Se continui a metterle lì dentro prima o poi
righi lo smalto.” aveva notato sorridente Sakura; in
realtà le sue parole sputavano veleno.
E da quel giorno lei aveva deciso di destinare il contenitore ad altri
usi: il suo monito per far capire a Sasuke che sapeva, tutto, e non
lo accettava. Ma quella sera le cose erano destinate ad andare
diversamente.
Sakura, i capelli legati nello stesso modo professionale che aveva
quando si occupava dei pazienti, era infatti in piedi presso il salotto
ad aspettare il proprio fidanzato, gli occhi indagatoriche puntati su di lui e il volto
carico di tensione.
“Dobbiamo parlare, Sasuke.” disse con tono neutro.
Questi rimase impassibile; si tolse la giacca e, dopo un attimo
esitazione, lasciò le chiavi della macchina sul tavolo.
“Sono d'accordo.” aveva detto lui incrociando le
braccia e, con il volto cupo, si fermò davanti alla ragazza
-
la quale in compenso non aveva ceduto di un passo.
I suoi occhi verdi, ampi e sinceri, erano scintillanti di orgoglio.
Sasuke lo aveva sempre pensato: dietro le maniere composte e i
sorrisetti leziosi la sua ragazza era una guerriera.
“Per me è molto difficile parlarti in questo
modo.” aveva ammesso Sakura, abbassando un istante lo sguardo
come per trovare la forza di andare avanti. Perché lei amava
il compagno con tutta sé stessa.
Visto che Sasuke non accennò a voler parlare
continuò, questa volta senza distogliere gli occhi dal
fidanzato che, invece, non aveva mutato espressione:
“Ho capito da un pezzo ormai che tu hai una relazione. Lo so,
tu sai di amore, amore
vero, quando rientri a casa. Un amore che io probabilmente
da te non potrò mai aspettarmi.”
“Dove vuoi arrivare a parare dicendo tutto questo?”
chiese Sasuke senza negare.
Il cuore di Sakura perse un battito: un'altra pugnalata così
diretta da rischiare di ucciderla.
Ma, ferma nelle sue intenzioni, continuò:
“Che cosa hai intenzione di fare? Di noi, del nostro
rapporto...”
L'aveva detto.
Oltre quegli occhi d'ossidiana, Sasuke si sentiva un mostro e allo
stesso tempo un incompreso; era così semplice confessare
tutto a Sakura e dirle che
amava Naruto - lo stesso Naruto che un tempo era suo amico d'infanzia?
Per lui avrebbe sacrificato ciò che in quegli anni avevano
cercato di creare, spezzato le illusioni e rovinato le fondamenta della
loro casa.
Si limitò a dire, lasciando che lo sguardo sfuggisse
lontano, in un punto remoto del muro:
“Lasciamoci. E' meglio per tutti e due.”
Sakura era rimasta immobile, le mani contratte al punto da sentire le
unghie conficcarsi nella pelle e il labbro che tremava incerto; scosse
la testa, non accettando in alcun modo quelle parole.
Senza emettere un sibilo si scagliò contro Sasuke;
cercò di
colpire quel petto che tanto amava, che nell'intimità aveva
accarezzato con passione, con i pugni ben chiusi, sperando davvero con
tutto il cuore di fargli male, di costringerlo a restare.
“Non puoi, Sasuke, non puoi andartene.” aveva quasi
sussurrato, non smettendo di colpirlo con una disperazione che sembrava
darle ancora più forza.
Sasuke non si mosse, limitandosi a sollevare leggermente il mento per
schivare un pugno, finché non prese Sakura per i polsi quasi
dolcemente, così da bloccarla per poi dirle secco:
“Finiscila ora - fece una pausa per poi aggiungere con amore -
Sakura.”
Lei rimase a fissarlo, tenendo le braccia ancora sollevate nella presa
salda delle mani di Sasuke, mostrando uno sguardo sconvolto.
Aprì la bocca ma rimase in silenzio.
Poi abbassò la testa; i capelli le andarono davanti
agli occhi perché la coda non aveva retto ai suoi movimenti
convulsi. Improvvisamente la sua voce arrochita si levò da
oltre la coltre rosa:
“Sasuke io... sono incinta. Aspetto un bambino, tuo
figlio.”
Sasuke, per la prima volta nella sua vita, rimase completamente
disorientato: si era sentito crollare il mondo addosso, come se
qualcosa di molto
crudele gli si fosse avventato contro, spezzandogli entrambe le gambe
per lasciarlo steso a terra del tutto impotente.
Lasciò la presa, così che le braccia di entrambi
ricaddero mollemente lungo i fianchi.
Un bambino.
Un bambino che stava crescendo, maturando, sviluppandosi, nel ventre di
una donna che non amava - almeno, non quanto amava Naruto.
Si portò una mano alla bocca, chinando la testa
così che i capelli scuri gli coprirono gli occhi. Sakura non
si mosse, non smettendo di guardare il pavimento con le
labbra contratte; finché non alzò lo sguardo
dicendo con
determinazione:
“Voglio che nostro figlio cresca meritandosi un padre e non
uno sconosciuto che non è mai a casa. Un padre che lo ami.”
Sasuke sollevò il volto, guardandola in modo penetrante e
indagatorio:
“Sei sicura di essere disposta a questo? A... volere
me?”
“Cos'altro dovrei fare? Arrendermi a lasciarti andare? No,
non sono il tipo.”
Aveva concluso con fierezza nonostante la voce facesse fatica ad uscire.
Sasuke si passò una mano tra i capelli; sentì un
sudore
freddo scorrergli lungo la schiena e avvertì quella
sensazione di
prigionia che detestava: era braccato, con le spalle al muro, solo che
questa volta non poteva
fuggire né combattere. Merda, era di suo figlio che si
stava parlando.
Suo figlio al quale non aveva mai pensato e che neppure aveva mai
desiderato; però c'era, grande meno di un'unghia, senza
ancora un cuore,
ma c'era. E
già stava tentando di tenere uniti sua madre e suo padre
per evitare che lo lasciassero solo.
Sentì un senso di nausea che lo costrinse ad appoggiare una
mano alla parete, tenendo la testa abbassata e i capelli scuri che
andavano a nascondere lo sconvolgimento che in realtà Sasuke
stava provando. Non rabbia, bensì confusione
perché ad un passo
dal lanciarsi a tutta velocità in un strada senza ritorno
loro, la sua famiglia, lo avevano fatto tornare indietro.
Sakura gli disse, tenendosi un braccio con l'altra mano, carica
stranamente di un amore sofferto:
“Io ti amo ancora Sasuke. Perché forse sono
stupida o solo un'illusa, come tu meglio credi. Ti amo anche se questa
notte non eri con me quando ho fatto il test e...”
Sasuke lentamente alzò gli occhi, guardando Sakura, per poi
invitarla a continuare:
“E?”
L'espressione di Sakura cambiò diventando più
accusatrice:
“E ho telefonato ad Hinata. Anche lei, come me, era
sola.”
Le labbra del ragazzo si schiusero ma non uscì parola; era
rimasto prosciugato da tutto quello che era accaduto e da quello che la
propria fidanzata provava.
Immaginò, dall'altro capo del telefono, Hinata alzarsi dal
letto vuoto e rispondere, ricevendo la notizia che Sakura era incinta:
una presa in giro del destino visto che lei, moglie di Naruto, guardava
il proprio ventre arido con sofferenza.
Lui e Naruto.
Sakura e Hinata che, nelle tenebre della notte, sapevano ciò
che gli uomini da loro amati stavano facendo. Soffrivano sentendo le
loro rispettive voci distorte dal telefono.
*°*°*°*
Quella mattinata era festa, Naruto si era potuto quindi concedere il
lusso di dormire un po' di più nonostante fosse logorato
dalla tensione. Quando oltrepassò il soggiorno ed
entrò in cucina,
vide Hinata intenta a sistemare una serie di fiori in un vaso - fiori
che, a giudicare dai gambi, erano stati accuratamente recisi e disposti.
La guardò appoggiando la testa allo stipite della porta,
ammirando i suoi lunghi capelli scuri raccolti su di una spalla, la
maglia ampia che andava a nascondere le curve morbide e sensuali, le
mani delicate che tagliavano gli ultimi gambi.
La sua signora dei fiori.
Che ogni mattina gli faceva trovare un vaso colmo di rose, narcisi,
calle... fiori che andavano a seconda della stagione, del tempo,
dell'umore.
Ma c'erano. Sempre.
“Buongiorno Hinata!” salutò sorridente.
Lei si voltò sorridendo a sua volta:
“Buongiorno, Naruto.”
Questi sentì il proprio stomaco gorgogliare e, accennando ad
una risata timida, Hinata prontamente gli porse un piatto colmo di
biscotti e un bicchiere di latte freddo, proprio come lui amava.
“Oh.. grazie!” esclamò sorpreso.
Poi si sedette al tavolo, inzuppando i biscotti e tenendo una guancia
appoggiata alla mano; Hinata gli dava le spalle, silenziosa, avvolta
dal profumo di fiori. Ma, tra un colpo di forbici e l'altro,
l'avvertì sospirare - con delicatezza, forse per paura di
disturbare.
Naruto aveva ancora in testa le parole di Sasuke e l'irrevocabile
decisione: la sua spada di Damocle.
“Cosa c'è Hinata?”
Avrebbe voluto che gli parlasse perché lui non riusciva, con
la sua irruenza e il suo istinto, a tenere tutto dentro.
Lei cercò di prendere coraggio, sforzandosi di non far
tremare la voce, infine accennando un debole sorriso disse:
“Stanotte mi ha telefonato Sakura...”
Naruto lasciò cadere il biscotto che aveva in mano, il quale
si andò a fiondare nel latte schizzando sul tavolo pulito,
mentre lui era rimasto con la bocca ancora spalancata.
La giovane si voltò, intrecciandosi nervosamente le mani e
lasciando che lo sguardo sfuggente rifiutasse di posarsi sul marito:
“Beh... ecco, lei... mi ha detto di essere incinta. Era...
davvero felice.”
Sakura non aveva Sasuke con cui condividere la sua felicità,
lui glielo aveva portato via. E Hinata... come doveva essersi sentita?
Naruto a sua volta non era
lì per consolare lei.
Il ragazzo balbettò qualcosa, imbarazzato e sofferente,
trovandosi senza quelle parole che altre volte tanto spontaneamente
uscivano dalla sua bocca. La sua compagna, le gambe che non le
reggevano, continuò:
“Lo... lo so che ami Sasuke – non c'era accusa
nella sua voce ma quasi dolcezza – e io non voglio che tu
d-debba sentirti obbligato nei miei confronti. Non... non voglio
compassione.”
Aveva detto quelle parole in un soffio e Naruto, per una volta
silenzioso, era rimasto ad ascoltarla.
“Non è compassione la mia.” ammise con
serietà.
Non era nemmeno per il senso di colpa: agiva cercando di proteggerla,
anche se sapeva benissimo che Hinata era forte, nonostante la timidezza
e i modi schivi.
E lei sapeva tutto. Come aveva potuto essere così stupido da
illudersi che non avesse notato nulla? Ora, con dolore, lo aveva
invitato a non pensare a lei,
perché aveva capito ogni cosa di quel sentimento
impossibile da gestire che era l'amore.
Poi, come una stoccata finale, arrivarono le parole di Hinata
più sofferte; quasi rigettò il dolore che, non
solo in quei mesi ma addirittura in quegli anni, aveva provato:
“Mi dispiace Naruto. Io... sono un fallimento. Non sono stata
nemmeno in grado di avere un bambino: sono vuota, vuota ed
inutile.”
Pianse, indossando le sue lacrime sulla propria camicetta. Confusa e
tormentata dai suoi stessi dubbi.
Naruto era scattato in piedi esclamando:
“Non dire assurdità! Tu sei la donna migliore
che...”
Ma prima che potesse parlare ancora lei corse via oltre il soggiorno;
spalancò la porta di casa e la chiuse dietro di
sé,
sotto gli occhi sconvolti di Naruto. Questi fece per aprire la porta ma
si arrestò, con
la mano posata sulla maniglia, perché avvertì la
presenza di Hinata
dall'altra parte: aveva preso le chiavi di casa e si era chiusa fuori.
A piangere, lasciando Naruto dentro ad ascoltarla oltre quel muro di
legno.
Questi scivolò appoggiando la schiena alla porta, la testa
rivolta verso il soffitto; infine dire ad alta voce, sperando che la
sentisse:
“Non sei tu a doverti scusare! Mi fai arrabbiare quando dici
queste cose e ti svilisci... – fece una pausa
prendendo aria – Perdonami: è vero, sono proprio
uno stupido.”
*°*°*°*
Questa volta Naruto era arrivato per primo davanti alle scale della
biblioteca ed era rimasto con le gambe incrociate mollemente appoggiate
sui gradini, facendole ondeggiare di tanto in tanto per nervosismo.
Vide arrivare Sasuke con le mani infilate dentro le tasche del giaccone
e si alzò in piedi quasi di scatto.
Aveva notato il volto sciupato del compagno, gli occhi bui, i capelli
ancora più scompigliati del solito: doveva aver davvero
sofferto, tenendosi tutto dentro come al solito.
“So già quello che stai per dirmi.” lo
aveva anticipato bruscamente.
Naruto distrattamente calciò un sassolino per poi affondare
il collo tra le spalle alzate e dire:
“Sarai padre, Sasuke.”
“Lo so, maledizione, lo so!” esclamò
guardando imbronciato un gradino.
Naruto osservò un istante il cielo stellato, quel
meraviglioso cielo notturno che li aveva coperti nel loro amore,
proteggendoli stendendo un manto notturno sulle loro fughe.
Infine disse con rammarico:
“Non è andata come ci aspettavamo.”
“Nonostante ci amassimo.”
“Nonostante ci amassimo.” ripeté a sua
volta, sofferente.
E con un breve sorriso prese tra le mani la testa di Sasuke,
affondando le dita tra i capelli sottili, per poi baciarlo appoggiando
castamente le labbra.
L'Uchiha era rimasto immobile, gli occhi pieni di dolore per
l'inevitabile, finché non appoggiò una mano su
quella dell'amante.
“Dobbiamo separarci.” disse infine, sentendo
quelle parole suonare stranamente innaturali.
“E' la cosa giusta; anche se fa strano sentire parlare me
di fare la cosa giusta...” scherzò Naruto ridendo.
Come al solito cercava di sdrammatizzare con il suo fare solare.
“A questo punto sarà difficile
rivederci.” concluse Sasuke.
Abbassarono entrambi lo sguardo.
Per chi alla fine era la cosa giusta? Non per loro, probabilmente era
solo la cosa migliore ma... per gli
altri.
“Non pensare di sbarazzarti di me! - esclamò
Naruto con un sorriso sicuro di sé –
Saprò sempre come stai, in un modo o nell'altro...”
“Ti credi così migliore di me? Io
entrerò a conoscenza
tutto, non mi sfuggirà niente.”
“Vedremo...” disse con aria di sfida il ragazzo dai
capelli biondi.
Quelle parole si dispersero nell'aria, cariche del loro dolore.
Naruto e Sasuke non riuscirono ad abbracciarsi, a sfiorarsi ancora,
perché altrimenti sarebbe stato impossibile dividersi.
Dovevano andare avanti con razionalità e buon senso: se
avessero ascoltato l'istinto probabilmente sarebbero finiti a letto e
avrebbero portato avanti
le loro esistenze come fino a pochi giorni fa.
Quella sera la notte non vide più due amanti
baciarsi bensì due persone solitarie allontanarsi, sole,
nelle rispettive macchine: entrambi rientrando nelle loro case,
riavvicinandosi alla propria
moglie, accudendo il negozio, il figlio, i frammenti di quella vita che
avrebbero rischiato di perdere per sempre.
Sasuke, una volta all'anno, per Natale riceveva un regalo destinato a
sua
figlia - proveniente da un mittente che continuava a fingersi
sconosciuto.
I due amanti di un tempo passato, quando potevano, si guardavano da
lontano: portando a scuola
il figlio, andando a lavoro, incrociandosi per sbaglio nel
traffico.
Sakura avrebbe imparato ad accettare un uomo forse più
triste
e solitario ma non riusciva a trattenere un sorriso ogni volta che
vedeva il padre avvicinarsi alla figlia, silenzioso, per coccolarla
magari anche solo con un semplice gesto sui capelli scuri come i suoi.
In fondo anche Sasuke sapeva amare. E, sì, amava persino
lei,
finalmente come moglie.
*°*°*°*
Naruto era rimasto solo al ristorante, mentre Hinata si era allontanata
per comprare alcuni ingredienti - Hinata in quegli anni gli aveva
chiesto se non volesse andare da
Sasuke;per lei sarebbe andato bene, lo avrebbe capito.
Lui aveva rifiutato, non c'era più un Sasuke da cui andare.
Il giovane aveva la testa china sul bancone; era intento a lavorare la
pasta per
il ramen quando una ragazzina entrò nel negozio, avanzando a
passo determinato.
“Scusa?” aveva chiesto per attirare l'attenzione.
Il ragazzp rimase basito: davanti a sé aveva una bambina
tale e
quale a Sasuke, la pelle diafana e i lunghi capelli scuri ma gli
occhi... verdi e brillanti, appartenevano a Sakura. Dovette sforzarsi a
reagire per trasformare lo stupore in qualcosa di
più concreto, ad esempio un dialogo che potesse risultare
almeno minimamente coerente.
“Dimmi.” aveva risposto allegro.
“Sai indicarmi dove posso trovare un negozio di
cravatte?”
Naruto la guardò perplesso, osservando scherzoso:
“Non hai l'aria di una che porta le cravatte...”
La bambina incrociò le braccia, offesa dell'equivoco:
“Guarda che non è per me!”
“Ah sì?” fece, fingendosi sorpreso.
“E' per mio padre. Oggi è il suo compleanno e
stasera quando torna voglio fargli una super sorpresa.”
Naruto sentì un tuffo al cuore. Da qualche parte, nella
città, Sasuke avrebbe festeggiato il giorno del suo
compleanno – con la ritrosia che gli apparteneva –
assieme alla propria famiglia.
E lui non ci sarebbe stato,come tutti gli altri anni.
Allora si sporse in avanti; invitò la ragazzina a tendergli
l'orecchio, per poi bisbigliare con aria complice:
“Non comprargli una cravatta. Piuttosto, regalagli un
portachiavi da tavolo, chessò... simile ad una ciotola:
credo
che sua moglie lo abbia privato della propria.”
Ridacchiò, mentre la bambina era rimasta con gli occhi
sgranati per poi chiedergli bisbigliando:
“Tu credi?”
“Certo!” ammise lui trionfante.
“Ma come fai sa sapere quello di cui ha bisogno?”
chiese con un accenno di sospetto e tanta meraviglia.
Naruto sospirò, vedendo dove ora c'era la bambina l'immagine
di Sasuke che, anni fa, lo aveva ritrovato: lì, su quel
bancone, splendente nella sua bellezza
orgogliosa.
Poi confessò: “Ero il suo migliore amico, tempo
fa. Chissà, forse lo sono ancora.”
“Davvero? E perché non vi vedete mai?”
chiese con onestà disarmante.
“Perché non siamo più
bambini.”
E non potevano tornare indietro per riscrivere la propria storia.
La ragazzina, non capendo ciò che implicava quella frase,
alzò le spalle per poi sorridere e correre via impaziente di
comprare il regalo per il padre. Sulla soglia del negozio,
salutò all'ultimo con un
cenno della mano, quasi gridando:
“Arrivederci, signore del ramen!”
E scomparve.
Naruto sorrise, grattandosi distrattamente il naso: notò
compiaciuto che
quell'appellativo su di lui suonava proprio bene. Improvvisamente si
dette un buffetto sulla fronte; che stupido, non sapeva come si
chiamasse la bambina.
Non la bambina... la figlia di Sasuke, il suo migliore amico e il suo
amante.
Scorse su uno dei tavoli alcuni dei fiori che aveva comprato Hinata -
Hinata che non poteva avere bambini da chiamare e a cui donare il
proprio amore; Hinata che era sterile e aveva iniziato a farsene una
ragione, andando
avanti con determinazione.
“Hana...” mormorò.
Un fiore cresciuto sul terreno del tradimento eppure anche dell'amore.
Un amore colpevole, quello tra lui e Sasuke, ma che negli anni a venire
non avrebbe mai negato né rimpianto.
Era stato bello cadere insieme.
“Auguri di buon compleanno, Sasuke.”
Sproloqui di una
zucca
Sigh, sob... fiction
finita. Sarei da picchiare perché sin da quando avevo
postato il primo capitolo l'avevo già conclusa, eccetto
qualche piccola revisione, ma ho voluto aspettare un po'... certo
questa volta, tra una cosa e l'altra, non ho più avuto tempo
per aggiornare l'ultima parte e così ho accumulato un
ritardo cosmico nel pubblicare.
Cosa dire, spero che
non vi abbia deluso... magari vi aspettavate altro. Io l'ho molto
vissuta, mi sono sentita pienamente coinvolta in questi quattro
personaggi.
Perché
tutti, a modo loro, si amano.
Lady of the flowers
è per me una canzone geniale e ho usato direttamente le
parole per descrivere parte del racconto... mi fa venire i brividi ogni
volta che la ascolto.
ryanforever: Oddio, aggiungessi
qualcos'altro a questo commento lo rovinerei! Hai colto quello che
volevo riuscire a trasmettere con questa fiction e sono felice che tu
abbia notato la differenza nel rapporto tra Hinata e Naruto e quello
tra Sakura e Sasuke... essendo personaggi diversi si comportano
reagendo in modo diverso (sì, Naruto è davvero
ottuso per quanto riguarda i sentimenti! XD)
Grazie per aver
commentato (non preoccuparti della lunghezza del commento: per me
più scrivi meglio è! XD) e seguito questa storia,
grazie per tutte le bellissime osservazioni che ne hai tratto! Bacioni!
ladynena: Ohibò quel
geniaccio è niente popòdimeno (ehm... si scrive
così? °_°) che mia sorella la quale
è appena fuggita dal manicomio... pare che l'abbiano
rintracciata per il colli torinesi a caccia di specie poco studiate
note come i rgzi blxxmi. Però,
bisogna ammetterlo, mi ha regalato ore di divertimento.
Ma ora passiamo alle
questioni serie: io ho adorato descrivere il rapporto tra Sasuke e
Sakura. Perché tutti e due, a modo loro, sono complicati nel
loro modo di esprimersi: Sakura sembra gentile e disponibile ma alla
fine dimostra di essere pronta a lottare, Sasuke sembra freddo e
distante ma alla fine ci tiene a lei.
In qualsiasi modo sia
finita Sasuke e Naruto, concordo in pieno, non avranno mai rimpianti
per ciò che c'é stato tra di loro... non lo
rinnegheranno mai.
Grazie per i tuoi
complimenti, spero che questo finale non deluda le tue aspettative! Un
bacione!
sasusakuxxx: Grazie! In questo momento,
credimi, lo griderei. Perché sei il genere di lettrice che
tutti vorrebbero avere: affronti un testo senza troppi pregiudizi,
cercando soprattutto una storia in quanto tale. Avvicinarti comunque
allo yaoi, mettendo momentaneamente da parte i preconcetti inevitabili
che si creano attorno a questo genere, per leggere una mia storia
è qualcosa che merita tutto il mio rispetto e i miei
ringraziamenti.
Sono quindi contenta
che tu abbia apprezzato Sakura, il modo in cui l'ho trattata, anche se
inevitabilmente il suo rapporto con Sasuke è più
incrinato rispetto a quanto in realtà potrebbe essere.
Rapporto che però non degenererà mai
nell'indifferenza.
Per quanto riguarda il
legame tra Sasuke e Naruto... beh, è splendido che tu sia
riuscito ad apprezzarlo, a piacerti, soprattutto l'idea della
competitività che, sempre e comunque, rimarrà tra
i due. Addirittura il bacio è riuscito a trasmetterti
qualcosa? ** Pensavo che non rendesse abbastanza bene perché
io preferisco, più che la classica descrizione trita e
ritrita di giochi di lingue e tutto il resto, un'idea più
sfumata facendo leva soprattutto sulle sensazioni.
Ti ringrazio anche per
aver recensito Solitudine, pur parlando di Itachi e Sasuke, ma di
questo vorrei scriverti più approfonditamente via mail. Un
grandissimo abbraccio carissima!!
Hiko_Chan:
Che
bello, sei riuscita a rivere internet! Me felice! Grazie davvero per
quanto scrivi sulle mie storie... sai, non avendo pareri esterni prima
di pubblicarle, non so mai quanto possa effettivamente piacere o
prendere ciò che scrivo.
Anche tu hai
rivalutato Sakura con Shippuden... già, secondo me ha messo
in luce aspetti del suo carattere con con la prima serie erano troppo
abbozzati o comunque soffocati dai suoi comportamenti più
infantili. Concordo, penso che molte altre come noi siano giunte alle
nostre stesse conclusioni XD
La
scena in cui Sasuke torna a casa e lei lo abbraccia da detro e lui
guarda la sua mano l'ho trovata veramente molto suggestiva, quasi che
in quelle due righe fosse descritto tutto lo spirito della storia: no, non hai sbagliato nulla.
Mi piace descrivere i gesti delle persone, gli sguardi, le
espressioni... perché sono ciò che meglio
rappresenta una sensazione.
Hai pienamente
ragione: si sfiorano, lui cercando di fuggire, lei trattenendolo.
Eppure non c'é violenza, rabbia, costrizione... solo amore.
Questo è il
loro rapporto e questa, sì, è anche la storia
perché tutti cercano di tenere saldi i loro legami con la
tristezza e l'amore di quel gesto.
Grazie per quello che
pensi sul rapporto tra Sasuke e Naruto, per quello che hai provato
leggendo i loro tormenti, i loro dubbi, e grazie anche per aver
apprezzato la mia scelta riguardo la presenza di Sakura e Hinata.
Passando ai Placebo...
beh, fossi una maestra e avessi un tuo vecchio diario delle elementari
sotto mano, ti darei un bell'Eccellente
*questo si chiama delirio di onnipotenza. E fa male. * Ascoltare il
capitolo con la canzone in sottofondo da' qualcosa in più,
di coinvolgente, specie se piace la canzone stessa! Anch'io adoro Meds
e Without You I'm Nothing (accidenti, già il titolo mi
sconvolge per la potenza di ciò che esprime)... il video di
Pure Morning nel quale Brian cammina sui muri a piedi nudi
è... non ho parole... molti loro clips sono
semplicemente geniali!
Non mi parlare di
Placebo dal vivo. Non me ne parlare ti prego. Ho una ferita ancora
sanguinante, nel mio cuoricino maltrattato, dopo anni di
distanza... più precisamente da quando non sono riuscita ad
andarli a vedere a Collegno (Provincia di Torino) e, dolore dei dolori,
il bello era che stavano a circa un quarto d'ora da casa mia!
Io, ammalata e col naso otturato, mi sono piazzata sul balcone con
coperta e, trasportata dal vento, la loro sublime musica giungeva sino
a me.
Che sfiga.
Felice comunque che ti
sia piaciuto l'aneddoto dei cereali XD Dovremmo creare una maglietta
con scritto "Tu compari proprio come i careali!" XD
Bene per ora mi fermo
qui altrimenti scriverei pagine su pagine... grazie di tutti i tuoi
splendidi commenti! Mi fanno davvero felice!** Un grande bacio!
Grazie a voi lettori,
sperando sempre in ulteriori commenti così da farmi un'idea
delle vostre opinioni. Spero davvero, nonostante non sia ancora
riuscito a farlo con la fiction precedente, di potervi rispondere via
mail.
Grazie a chi ha
inserito la storia tra i preferiti:
1 - Animenight89
[Contatta]
2 - anu [Contatta]
3 - elie84 [Contatta]
4 - figth [Contatta]
5 - gengy [Contatta]
6 - grethy [Contatta]
7 - Hiko_chan [Contatta]
8 - LadyG [Contatta]
9 - ladynena [Contatta]
10 - LilyChan [Contatta]
11 - liz90 [Contatta]
12 - Misallen [Contatta]
13 - sasusakuxxx
[Contatta]
14 - terachan [Contatta]
15 - _Zexion_ [Contatta]
Concludo dicendo due
cose che potrebbero interessarvi o meno però approfitto
comunque dell'invitante spazio di quest'angolino:
Fra poco dovrei
postare una fiction yaoi originale incentrata nel mondo della musica:
Imperfection. La storia, solo a linee generali, poi verrà
ripresa per adattarla ai personaggi di Naruto diventando quindi la mia
futura long fiction.
Ho indetto un concorso
nel fandom di Naruto, intitolato Rock Is My Inspiration (poteva essere
diversamente? XD). Se vi interessa questo è il link
Noterete che ho
inserito proprio Lady of The Flowers... che dire, sono un caso senza
speranza!
Ps: She wears
her tears on her blouse si dovrebbe tradurre come Si asciuga
le lacrime sulla sua camicetta ma io ho preferito tradurre
letteralmente perché da' un impatto maggiore. E' struggente
l'idea di indossare le proprie lacrime...
Grazie a tutti! Un bacione e
alla prossima!
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