Rid8

di olor a libros
(/viewuser.php?uid=136407)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Era brava a scomparire. Non richiede molta fatica, spogliarsi di un’identità che non è mai stata realmente tua. Quando sua madre era ancora in vita, anche lei era qualcuno: era una figlia. Ma dopo, dopo non era più neanche quello. Non era più niente.
Pensò che forse era vero, ognuno al mondo ha un suo ruolo prestabilito; il suo era quello di farsi da parte. Sempre. Lasciare che pedine più importanti facessero il loro gioco e guardare, immobile. Annullarsi, se le regole lo richiedevano. E ora, più che mai, le veniva richiesto. Le chiedevano di prendere la sua dignità, la sua identità, il suo stesso istinto di sopravvivenza, e lasciarseli scivolare addosso. Correre incontro alla bomba e abbracciarla perché il suo corpo riducesse i danni dell’esplosione. Poi svanire. In silenzio.
   Ma chi, esattamente, glielo stava chiedendo? Sua madre? Una promessa? Le circostanze? Se stessa?
Forse un istinto di autodistruzione, forse quel piacere masochista e vittimista del cedere, dell’automortificarsi.
O era forse, a ben vedere, proprio quella la vendetta? Incassare i colpi senza rispondere, sentire fino all’ultimo grammo di dolore guardando negli occhi chi ti sta uccidendo e punirli con la tua superiorità? Punirli con il tuo stesso dolore, costringerli ad abbassare gli occhi, a vergognarsi di se stessi?
Sun strinse la penna e firmò, con il suo nome che non era mai appartenuto a nessuno.
Il rancore cercò di entrare ma non trovò spazio nel vuoto dentro di lei.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3347204