Capitolo
X. Forti emozioni.
-È
stato uno sbaglio. Devi uscire per sempre dalla mia
vita.
Come
diavolo mi era saltato in mente di baciarla?
Non
so cosa mi fosse preso in quel momento, ma vederla lì, in
lacrime,
aveva letteralmente abbattuto ogni mia difensiva e ogni mia
capacità
di intendere e di volere.
Anzi,
non era propriamente esatto, perché in quel momento avevo
desiderato
davvero ardentemente quel maledetto contatto.
So
di aver tradito Fuka con quel mio gesto, ma il mio istinto mi ha
detto di agire così e io, come uno sciocco, gli avevo dato
retta
distruggendo una promessa fatta alla mia ragazza.
Per
quanto io provi ad odiarti, Sana, proprio non ci riesco.
Non
riuscivo a lasciarmela alle spalle.
Certo,
ero davvero incazzato con lei perché era sparita per ben tre
anni,
ma non la odiavo, non ci riuscivo.
Mi
ripetevo sempre che dovevo odiarla, le mi aveva abbandonato
nonostante sapesse cosa io provassi per lei, ma per quanti motivi io
potessi trovare, i suoi occhi così profondi e pieni di gioia
mi
incatenavano ogni volta e sgretolavano ogni mia barriera costruita
per respingerla.
Ma
non potevo perdere la persona che amavo per una sbandata
infantile.
Non
le avrei permesso di rovinare tutto per l'ennesima
volta, no,
stavolta non sarebbe successo.
Ero
davvero combattuto.
Mi
sentivo dannatamente in colpa nei confronti di Fuka, ma dovetti
ammettere a me stesso che quel contatto lo bramavo da tempo e non mi
era dispiaciuto affatto baciarla.
Il
pensiero delle sue labbra rosee sulle mie aveva riempito i miei
polmoni di aria pura, come se solo con quel contatto avessero ripreso
a respirare dopo tanto tempo.
In
quel momento però, un grande interrogativo si fece spazio
nella mia
mente: che posizione occupava Lei per me?
In
cuor mio sapevo di non amarla più, eppure, in qualche modo,
lei era
una calamita e io non potevo fare nulla per allontanarla da me in
modo tale da poter andare avanti serenamente con la mia vita.
Be,
sarebbe più corretto dire che tutte queste convinzioni
nascevano
dalla testa perché il mio cuore diceva
ben altro, ma non
volevo e non potevo ascoltarlo.
Con
tutti questi odiosi pensieri nella testa raggiunsi casa, aprii la
porta d'ingresso, salutai mio padre e mia sorella per avvisarli del
mio ritorno e corsi nella mia camera dove mi chiusi a chiave.
Una
volta dentro e al sicuro da occhi indiscreti, presi dalla cartella il
mio fedele paio di auricolari, le collegai al telefono e mi sdraiai
sul letto.
Avevo
un disperato bisogno di allontanarmi da tutto e tutti, cercavo in di
trovare una risposta alla mia domanda ignorando ciò che il
cuore mi
suggeriva perché sapevo che lui mentiva.
Dentro
di me si era scatenata l'ennesima tempesta, ma non potevo stupirmi
più di tanto visto che accadeva ogni santissima volta che la
incontravo; ma ignorando questi stupidi dettagli
tornai a
concentrarmi sulla canzone in play al momento “Wherever
you will
go” e cullato dalla musica mi addormentai.
Quando
la mattina seguente mi svegliai mi accorsi di aver dormito con le
auricolari, feci per alzarmi ma un bel mal di testa fece capolino
stordendomi in una maniera davvero fastidiosa.
Alla
fine dopo lunga e penosa malattia decisi di alzarmi dal letto che
iniziava a diventare improvvisamente scomodo.
Scesi
in cucina, con l'intento di fare colazione, ma l'odore che
colpì le
mie narici appena sveglie non fu l'aroma di caffè, ma
l'odore di
carne alla piastra.
Quell'odore
mi fece capire che dovevo aver dormito per molto tempo e infatti, una
volta varcata la soglia della porta della cucina, l'orologio appeso
al muro confermò la mia teoria.
Senza
spiaccicare parola mi sedetti al tavolo e iniziai a fare zapping tra
i vari canali televisivi dimenticandomi un particolare che
traumatizzò le mie povere orecchie e cervello appeni svegli;
infatti
venni subito rimproverato da mia sorella che odiava quando io o
papà
facevamo zapping nella vana impresa di trovare qualcosa di un minimo
interessante da guardare, ma si sa com'è: in tv non
c'è mai niente
di nuovo, sempre le solite cose; un po' come il film
“Grinch” nel
periodo di Natale.
Dopo
aver quasi perso l'udito smisi di cercare un programma decente e solo
dopo mi accorsi di essermi imbattuto in una commedia romantica
strappa-lacrime; roteai gli occhi esasperato anche quando notai
l'improvviso interesse di mia sorella verso quell'abominio di
telefilm che trasmettono per le donne di mezza età che non
hanno
nulla da fare all'ora di pranzo se non mangiare e piangere.
Finalmente
mi potei concentrare su qualcosa di diverso quando mia sorella mi
mise davanti un piatto fumante di carne con un contorno di insalata
verde e patate al forno, in quel momento mi accorsi che il tavolo era
apparecchiato per due e guardai interrogativo mia sorella, lei in
tutta risposta mi disse che avevano chiamato all'ultimo momento
papà
per un lavoro urgente, come al solito.
Dopo
pranzo decisi di andare a fare visita a Tsuyoshi che mi aveva
chiamato quattro volte stamattina ma non avevo potuto rispondere
visto che il mio telefono, dopo aver riprodotto musica per una decine
di ore ininterrotte, era morto.
Dopo
una decina di minuti arrivai davanti al condominio di Tsuyoshi e
suonai il campanello un paio di volte visto che nessuno accennava a
rispondere, così feci per andarmene quando venni fermato da
una voce
femminile, mi girai e vidi Aya corrermi incontro.
-Ciao
Akito, cerchi Tsuyoshi? -mi chiese lei sempre sorridente.
-Emh...si...dopotutto
sono sotto casa sua, no?
-Emh
si, certo- rispose lei imbarazzata guardandosi le punte dei piedi -Ho
le chiavi di casa di Tsu, sai è a letto con la febbre e la
madre mi
ha chiesto di controllarlo visto che lei avrebbe dovuto lavorare.
-Se
sta male non mi sembra il caso di farlo stare ancora peggio con i
miei proble- mi bloccai di colpo quando mi resi conto del danno che
stavo per fare o che avevo già fatto vista l'espressione di
Aya.
-Ti
riferisci a Sana?
-No.
- risposi secco e un po' troppo deciso per risultare credibile.
-Non
c'è motivo di nasconderlo, ieri mi ha chiamata e mi ha
raccontato
l'accaduto-Ops, questo non dovevo dirlo!- disse lei, grattandosi la
testa allarmata.
-Non
fa nulla, farò finta di non aver sentito nulla...-dissi con
tono un
po' vago e abbassando lo sguardo.
Mi
dava davvero i nervi il fatto che Sana dopo esser sparita e aver
tagliato i rapporti con tutti, cercasse qualcuno di
noi per
sfogarsi sui suoi problemi che in questo caso erano anche i miei.
Ad
un tratto si accese un campanello d'allarme. Sana ha raccontato tutto
ad Aya, e Aya è la migliore amica di Fuka, e tra migliori
amiche non
ci sono segreti, giusto?
Ero
fottuto.
-Emh...Aya?-
dissi preso dal panico e spezzando il silenzio imbarazzante che si
era venuto a creare. Lei non rispose ma mi fece segno di andare
avanti -Non dirai nulla a Fuka vero?
-Assolutamente
no! Non lo farei mai, certo siamo molto amiche e non è bello
nascondersi le cose, ma io tengo molto a entrambe e non voglio
metterle l'una contro l'altra come non voglio creare problemi tra te
e Fuka!
-Grazie,
Aya -dissi tirando un sospiro di sollievo -Be, che aspetti ad aprire
la porta? Voglio far visita al malato -dissi accennando un sorriso
per alleggerire l'aria.
-Certo!
-rispose lei sorridente.
Una
volta aperto il portone, preso l'ascensore e aperta la porta di casa
Sasaki, Aya sollevò una voce per avvisare il fidanzato che
era
arrivata. La ragazza prese dalla busta un contenitore con dentro
qualsiasi tipo di verdura possibile e immaginabile e quando, per
caso, si girò verso di me e mi vide, scoppiò a
ridere.
-Akito
dovresti vedere la tua faccia schifata!
-Lo
credo...vuoi avvelenare il mio migliore amico con chi sa quale strana
verdura...
-Oh,
Akito, ci sei anche tu?
Mi
voltai verso la porta del piccolo corridoio che collegava le camere
alla sala e vidi il mio amico reggersi a pena sulle sue gambe.
Il
pigiama era tutto aggrinzito e i capelli tutti spettinati e i suoi
famosi occhiali rotondi erano poggiati sul suo naso arrossato.
Insomma...si vedeva chiaramente che non era in forma.
-Che
ci fai qui? - mi chiese tirando su col naso.
-Sono
venuto per parlarti ma non mi sembra il caso visto come sei messo-
dissi squadrandolo da capo a piedi.
-Che
è successo stavolta con Sana?- disse sedendosi sul divano e
prendendo un fazzoletto stropicciato dalla taschina del pigiama per
poi soffiarsi il naso.
-E
tu come fai a-
-Semplice,
da quando è tornata mi fai molto spesso visita e la maggior
parte
delle volte parliamo di lei- disse con disinvoltura.
-Ah...-
ero senza parole. Dopotutto il suo ragionamento non faceva una piega
-Tsuyoshi ieri l'ho baciata...
-Ah
si? Aspetta...cosa avresti fatto?- chiese urlando, per quanto la voce
rauca glielo permettesse, come se avesse capito in ritardo le mie
parole. -...Akito, ora ti sto per rifare una domanda di qualche tempo
fa e al quale tu non mi avevi risposto,
ma ora non ti
permetterò di sviare il discorso, quindi preparati. Posso
lasciarti
pensare anche tutto il giorno, ma non uscirai da questa casa senza
prima aver risposto, chiaro? E non pensare che la febbre ti possa
salvare.
Deglutii.
Iniziai
a sentirmi nervoso perché sapevo che la domanda di Tsuyoshi
non mi
sarebbe piaciuta per niente e tutti questi suoi avvisi mi fecero
pensare al fatto che sarebbe stata una domanda troppo
diretta.
Aya
uscì dalla cucina e si sedette affianco al ragazzo
prendendogli la
mano, entrambi puntarono il loro sguardo su di me e già dai
loro
occhi avevo capito dove volevano andare a parare.
-Ami
Sana?- chiese il mio amico dando voce ai pensieri di tutti dentro
quel piccolo salotto di quello stramaledetto palazzo.
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Salve a tutti! Ed eccomi di nuovo
qua con un nuovo capitolo!
Mi scuso con tutti voi per la lunga
assenza ma ho avuto vari impegni in questo periodo. Inoltre
l'ispirazione è venuta a mancare, non riuscivo a scrivere
più di due righe ogni qual volta cercassi di andare avanti.
Ma ieri sera è tornata e parola tira l'altra ho finito il
capitolo! (Dovrei scrivere più spesso di notte xD)
Vi faccio gli auguri di Buon Natale
e di Buon Anno, anche se in ritardo...
Spero di non sparire per altri tre
mesi, ma non si sa mai con questa scuola che mi sta letteralmente
risucchiando.
Ma bando alle ciance e parliamo
della storia!
Che pensate di questo capitolo?
Akito è sempre più confuso sul conto di Sana, non
sa cosa veramente provi per lei o forse non lo vuole ammettere. E
soprattutto...come risponderà alla domanda si Tsuyoshi?
Vi faccio un piccolo spoiler per il
prossimo capitolo: non sarà narrato da Akito, ma da Sana,
quindi dovrete aspettare un po' prima di sapere la sua risposta :3
Mi raccomando recensite! Voglio
leggere i vostri pareri!
E se vi va mettete un piccolo "mi
piace" alla mia pagina facebook, sarei molto felice di parlare con
tutti voi ^w^
Kiss e alla prossima!
Maka
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