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Non poteva
essere vero, non poteva succedere davvero.
Non a lei.
Rimase immobile
sbattendo le palpebre un paio di volte ma ogni volta che le apriva la
scena era la stessa.
Voleva che
fosse un incubo, un terribile incubo dal quale si sarebbe svegliata.
La voce le si
bloccò in gola impedendole di dire qualcosa, di emettere un
solo suono.
Vicino al letto
Tomas era intento a premere le mani sul corpo di una ragazza dai
lunghi capelli castani e la pelle olivastra.
Lo vide mentre
chinava il capo per baciarle il collo e scendeva verso il seno
prosperoso contenuto a malapena in un reggiseno rosso di pizzo.
La ragazza
buttò la testa all'indietro con gli occhi chiusi e Ariell poté
constatare che si trattava di Lara.
Fu allora che
la ragazza aprì gli occhi e si accorse della sua presenza
irrigidendosi all'istante.
Fermò
Tomas che, seguendo lo sguardo di Lara si voltò.
Non appena i
suoi occhi si posarono su Ariell sbiancò sorpreso.
Ariell ancora
non riusciva a parlare, le sembrava di avere due pesi al posto delle
gambe e, per quanto avesse voluto correre via, rimase impalata mentre
l'immagine di Tomas si faceva sfocata dietro il muro delle lacrime.
Il ragazzo fece
un passo avanti allungando le braccia come a volerla afferrare.
“Ariell
t-ti posso spiegare, i-io...” farfugliò avvicinandosi di
un altro passo.
Dietro di lui
Lara si stava velocemente mettendo la maglietta, i suoi occhi che non
osavano guardarla.
“A-ariell?
Vieni qui ti prego.” Tomas si avvicinò ancora
afferrandola per le spalle.
Non appena
Ariell sentì le mani di lui sulla pelle si ritrasse come
scottata e riacquistò la capacità di muoversi.
Le lacrime le
caddero sul viso rigandolo.
Il ragazzo si
fermò capendo che avvicinarsi non l'avrebbe aiutato.
“Ti prego
Ari, vieni qui e siediti. Ti posso spiegare tutto.” le disse
dolcemente come se parlasse ad un bambino.
Distolse lo
sguardo posandolo su Lara che si dondolava da un piede all'altro a
disagio.
Era sempre
stata bellissima, la più bella della scuola.
Lasciò
vagare lo sguardo sul corpo della giovane, scrutò le forme
prorompenti e le labbra piene e gonfie probabilmente per i baci che
si erano scambiati.
Guardare Tomas
che la toccava, la baciava lascivamente, la desiderava era stato uno
schock.
Ma cosa si
aspettava?
Lo sapeva che
era impossibile che Tomas potesse amarla realmente, proprio lei che
era strana, chiusa.
Si era soltanto
illusa che potesse provare gli stessi sentimenti che provava lei.
Li guardò
entrambi e pensò quanto sarebbero stati bene assieme.
Il cuore le si
spezzò in petto e si prese la testa tra le mani mentre un
profondo singhiozzo le tagliava il respiro.
“Mi
dispiace. Sono uno stronzo, tu sei la cosa più importante
della mia vita Ariell. Io ti amo.” le disse Tomas guardandola
implorante mentre tornava ad avvicinarsi.
Lei lo stoppò
con un gesto della mano.
“Non ti
avvicinare. Non provare nemmeno a toccarmi!” urlò
ritrovando la voce.
Come poteva
mentire così?
Come osava
dirle che l'amava se nemmeno due minuti prima era intento a esplorare
il corpo di un altra?
Una rabbia
bruciante la investì mandandole in tilt il cervello.
“Tu non
sai nemmeno cosa vuol dire amare qualcuno! Sei solo un bastardo, un
bugiardo, un verme schifoso, un essere ripugnante! Mi fai schifo!”
Urlò ancor più forte.
Provò
una certa soddisfazione a vederlo sobbalzare ferito dalle sue parole
ma, non era ancora abbastanza, doveva fare di più.
“Ariell
lo so che mi merito tutto ma ti prego calmati un attimo e
ascoltami.” disse lui cercando nuovamente di avvicinarsi.
“Calmarmi?!
Forse non hai capito, ti ho appena trovato avvinghiato a quella
zoccola e mi dici di calmarmi?” sbottò la ragazza
sentendo montare ancor di più la rabbia.
Lara sussultò
sentendosi offendere, inarcò il sopracciglio alzando lo
sguardo su Ariell.
“Ok,
capisco che sei incazzata ma non starò qui a farmi offendere
da te.”la rimbeccò raddrizzando la schiena per darsi un
contegno.
“La
verità fa male eh? Sei una puttana Lara, una lurida puttanella
da quattro soldi!” l'aggredì ferocemente muovendo
qualche passo in avanti come a sfidarla.
Tomas si
frappose tra le due e per Ariell fu l'ennesimo colpo al cuore.
Stava cercando
di difendere Lara da una sua possibile aggressione.
“In
questo momento non sei in te, mi dispiace che tu ci abbia visti e se
potessi tornare indietro non lo rifarei ma ora è meglio
calmarci e parlarne in fondo non è successo nulla. Non abbiamo
fatto nient'altro che baciarci lo giuro. Possiamo ancora recuperare.”
le sussurrò con gli occhi comprensivi e supplicanti.
“Se non
fossi arrivata ci saresti andato a letto. Non prendermi per stupida
Tomas perché non lo sono affatto.” sbraitò a
pochi centimetri dalla sua faccia.
Il ragazzo non
l'aveva mai vista così arrabbiata, in genere Ariell era una
ragazza dolce e pacata, sempre educata mentre ora si trovava davanti
una belva pronta a saltargli al collo e questo lo spaventava, non
sapeva come gestire quel suo inaspettato comportamento.
“Ti amo
te lo giuro. Non voglio rovinare tutto, sei la cosa più bella
che mi sia mai capitata.” le disse dolcemente cercando di
calmarla.
Lei non rispose
nemmeno allontanandosi di qualche passo e stringendosi le braccia al
petto, tremava per la collera e il dolore.
Speranzoso lui
si avvicinò ancora prendendola per la vita ma appena la toccò
la sentì irrigidirsi.
Ariell si voltò
di scatto, i palmi aperti contro il suo petto.
Lo spinse
mandandolo a terra accanto al letto.
Rimasero tutti
sorpresi dal fatto che fosse riuscita a mandarlo al tappeto con una
spinta.
Lui pesava
settanta chili ed erano quasi interamente dovuti ai muscoli.
“Ok ora
basta! Datti una calmata!” le urlò Lara prima di
avvicinarsi a Tomas per aiutarlo ad alzarsi.
Ariell respirò
pesantemente sentendo la testa girare, la vista le si offuscò
ma non per le lacrime stavolta.
L'occhio destro
le pizzicava terribilmente e sentiva un gran calore in tutto il
corpo.
Tornò a
guardare Lara e vide la sua mano poggiata sul braccio di Tomas, il
cuore prese a battere all'impazzata come fosse pronto ad uscirle dal
petto, fu come se una bomba le fosse esplosa dentro offuscandole i
pensieri.
Sentì i
piedi che si muovevano, vide la propria mano afferrare Lara per i
lunghi capelli e tirarle su il viso così che potesse guardarla
in faccia prima che la mano le si serrasse sulla gola.
Fu un movimento
fulmineo al quale Lara non poté sottrarsi, la mano prese a
stringerle il collo sempre più forte mozzandole il respiro.
Provò a
pregarla di lasciarla andare ma non riuscì a parlare tanto la
teneva stretta, il bagliore sinistro che luccicava nello sguardo di
Ariell le fece paura.
Il viso della
ragazza era deformato da una smorfia di puro odio, sembrava un altra
persona.
“Sei solo
una puttana che va a scoparsi i fidanzati altrui, dovresti
vergognarti!” le urlò in faccia mentre la sollevava e la
sbatteva contro il muro sempre stringendole la gola.
Lara battè
la testa contro il muro, i polmoni iniziavano a bruciarle e la paura
la invase.
L'avrebbe
uccisa, glielo leggeva negli occhi spietati.
“Ariell
che fai?! Lasciala andare!” urlò Tomas prendendo Ariell
per la vita e strattonandola.
Il calore che
emanava attraverso i vestiti era quasi insopportabile e il ragazzo
riuscì a stento ad allontanarla dal muro.
Era forte, più
di quanto sembrasse.
Si chiese come
fosse possibile che una ragazza così minuta riuscisse a
sollevare Lara tenendola per la gola.
All'improvviso
Ariell mollò la presa tremando, guardò Lara mentre si
portava le mani alla gola tossendo livida, e il velo che le offuscava
la mente si dissipò.
Una profonda
paura le avvolse il cuore, paura di se stessa.
Che cosa stava
facendo?
Si voltò
e senza guardare nessuno scappò via.
ANGOLINO
DELL'AUTRICE:
Ciao ragazzi! Allora che ne
pensate del capitolo?
Finalmente entriamo nel vivo
della storia.
Cos'è preso ad
Ariell?
È stata la rabbia a
farle fare un atto così forte oppure c'è dell'altro?
Lo saprete andando avanti.
Un bacione da Fly90.
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