Capitolo 5:Suzaku Kururugi, Knight of seven
La luce del mattino si fece strada sul
terreno reso fangoso dalla pioggia che era caduta nei giorni
precedenti.
Mano a mano che avanzava,
ogni elemento
lasciato in ombra dalla notte precedente si spogliava delle su
impressioni per riprendere una forma che gli occhi umani potessero
meglio distinguere.
Prima, gli alberi.
Poi, il muro di cinta che
delimitava
l'intero perimetro della zona.
Infine, le lapidi emersero
nelle loro
pose granitiche.
Al centro di quello che era
un
cimitero, la figura di Suzaku, avvolta nei suoi abiti di cavaliere,
stava ferma a contemplare un immenso obelisco di marmo bianco,
riportante un unico nome:
Euphemia Li Britannia.
Nella sua mano destra,
stringeva un
mazzo di fiori. Era rimasto fermo davanti alla tomba di Euphie non
sapeva per quanto tempo ancora, sebbene inizialmente avesse
programmato solo di depositare il suo omaggio ed andarsene. Ma quando
si era ritrovato davanti a quel monumento che per lui era vuoto, non
aveva saputo cosa fare.
“ I Giapponesi non credono in Dio,
Euphie. ”
Era stato il suo primo
pensiero.
“ Non so nemmeno
cosa ci faccio qui.
Forse avevo solo voglia di salutarti, un'ultima volta. Forse speravo
solo che venendo qui, ad un certo punto, tutto il dolore che sento
sarebbe scomparso, e io mi sarei sentito come se non ci fosse mai
stato. Poi forse sarei riuscito a dimenticarmi di te, a vivere di
nuovo come un essere umano. Ma la verità, Euphie, la pura e
semplice
verità è che non ci riesco. Non riesco a pensare
che una volta
depositato questo mazzo di fiori riuscirò a dimenticare
quello che
provo ancora per te, o l'odio che ancora prova verso Zero, verso
Lelouch che ti ha ucciso. L'odio che provo verso la persona che ti ha
portato via da me, davanti ai miei occhi, sapendo quello che io
provavo nei tuoi confronti. Lui, che si proclamava mio amico, ma che
così facilmente si è preso tutto quello a cui
tenevo. Lui, che era
l'uomo di cui più mi fidavo al mondo, quello per il quale
non avrei
esitato a dare la vita, si è preso la mia vita senza
uccidermi. Si è
portato via te Euphie, e adesso io non riesco più a pensare
chiaramente. Continuo a pensare alla prima volta che ci siamo
incontrati,di quando ti sei lanciata dalla finestra. Sei sempre stata
così, fin dall'inizio. Così semplice,
così onesta. Così forte.
Alla fine, forse ho capito che tu non avevi capito: tu eri la mia
forza, Euphie. Potevo alzarmi ogni giorni perché sapevo che
c'eri
tu. Potevo affrontare qualsiasi pericolo e battaglia perché
sapevo
che era per il tuo bene. Ma io, al contrario di tutto il mondo che ti
reputa una criminale, ho potuto guardarti negli occhi, e sapere quali
pensieri si celavano dietro di loro. Io ho conosciuto la Euphemia che
al mondo non interesserà mai conoscere. Ho visto la persona
dietro
la britanna, e ho amato la donna dietro la principessa.
Perché io,
soltanto io, sapevo quanto soffrissi di non poter cambiare questo
mondo maledetto, questo mondo che si rifiuta di cambiare, che vuole
stagnare in sé stesso, e che mentre muore ride di chi cerca
di
salvarlo. Tu eri la cura di questo mondo, ma loro ti hanno cacciato,
e adesso ti odieranno, per sempre. Ecco come il cane ringrazia il
padrone, alla fine. Di te, dei tuoi sogni di giustizia e
libertà,
non resterà niente. Un solo ricordo resterà
impresso nelle ciniche
pagine della storia di questo mondo ipocrita, quello dell'assassina,
quello della genocida. Ma in fondo, Euphie, non importa. Lascia che
credano quello che reputano giusto. Io conosco la verità
– io, ed
io soltanto. E quindi sarò io a ricordarti, a ricordare il
tuo dolce
sorriso, la tua anima buona, la tua gentilezza, la tua
generosità,
che sì, erano così fuori dal comune, ma che ti
rendevano così
splendente. Lo sai Euphie? Non ci ho messo nemmeno un momento ad
innamorarmi di te. Mi è bastato che mi parlassi una volta, e
a quel
punto ti sarebbe bastato chiedere perché io morissi per te.
Ma io
sono vivi, e tu invece no. E' successo per causa mia, perché
io non
ero li a proteggerti quando ne hai avuto davvero bisogno, quando era
necessario che io fossi li al tuo fianco. Per
questo, ti
prego, perdonami, perché so che tu puoi, mentre io invece
non potrò
mai, mai farlo. Io ho fallito. Ho fallito nel proteggere te, e ho
fallito nel proteggere il tuo sogno. Non posso fare nient'altro,
adesso, che affrontare il futuro. Ma io ti prometto, Euphie, che non
mi arrenderò, non mi arrenderò mai. Il tuo sogno,
il nostro sogno,
non è morto, e ti giuro solennemente che, qualunque cosa
accada,
fino a che ci sarà vita in questo mio corpo, io
combatterò.
Combatterò per far sì che il domani possa
risplendere della tua
luce, perché possa essere migliore di oggi, e lasciarsi ieri
alle
spalle. Combatterò per te, e per quello che abbiamo sognato
insieme.
Ancora adesso, mille ricordi che ho con te mi si affacciano alla
mente. Non credo di avere ancora molto da dire, e del resto sai che
non sono mai stato bravo con le parole. Ma il resto tu lo sai. Ti
amo, Euphie. ”
Depositò infine
il mazzo di fiori ai
piedi della tomba.
Si voltò.
Vedeva, parcheggiata fuori
dalle mura
del cimitero, la macchina della signorina Cecile, ancora addormentata
sul volante. Lloyd dormiva sdraiato sul posto del passeggero di
fianco a lei. Lo avevano aspettato, e sapevo che lo avrebbero
aspettato ancora, se lo avesse voluto.
Ma non ce n'era più
bisogno. Era stato fermo abbastanza. Era giunto il momento di
rimettersi a camminare. Per Euphie, per il futuro. Perché
lui era
Suzaku Kururugi, il Knight of Seven. Era un santo, ed era un dannato.
E lo sarebbe stato per niente. Ma tutto questo ormai non importava
più. Avrebbe combattuto, e forse sarebbe morto. Ma sapeva
che lo
avrebbe fatto per realizzare il sogno di un futuro migliore.
“ Per qualcosa
del genere, vale la
pensa di mettere in gioca la vita. Per questo, anche se dovessi
morire, tutta la mia vita la dono al futuro. Io lo renderò
splendente. Te lo giuto, Euphie. ”
Il sole proiettò
la sua ombra sul
suolo.
La osservò un
istante.
Poi, riprese a camminare.
Verso un futuro che non
conosceva, ma
per il bene del quale avrebbe dato tutto quello che poteva.
Questa convinzione, era
incisa nel suo
spirito a lettere di fuoco.
E questa convinzione, non
lo avrebbe
mai lasciato.
FINE
L'angolo di Pizeta:
Salve a tutti, qui
è Pizeta. Mi rendo
conto che sia passato tantissimo tempo dall'ultima volta, e che una
pagina e mezza di scritto non è quello che la maggior parte
di voi
si sarebbero aspettati. Ho pensato di allungarlo, di metterci
qualcos'altro, ma mi sento che va bene così. Ho scritto di
getto
questo ultimo capitolo, e l'ho scritto tutto in una volta. Penso che
se cercassi di allungarlo o correggerlo perderebbe il suo senso. Ho
finito con questo la fanfiction su Suzaku. Non so se sia piaciuto o
meno, se possa avere interessato o meno. Onestamente, non so
più se
questo conti. Ho scritto una storia che volevo scrivere, e sono
soddisfatto del risultato. Questo è il mio Suzaku, e se a
qualcuno
di voi sarà piaciuto, spero che me lo facciate sapere.
Ovviamente,
se vi va, anche se non vi è piaciuto. Comunque, grazie a
tutti
quelli che mi hanno seguito fino a qui, e che magari, anche dopo due
o tre anni, si prenderanno la briga di leggersi questo striminzito
ultimo capitolo. Spero che sia stato un bel viaggio per tutti.
A presto, e grazie a tutti,
Pizeta.
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