6 – Personaggi in
cerca di una fine (Epilogo)
Masumi fece
scivolare una mano nel taschino della giacca elegante per sfilarsi una
sigaretta e subito l’accese. Tirò qualche boccata e il fumo salì rapido a disperdersi
nel blu scuro della notte trapuntata di stelle; nonostante le luci della città,
quella sera si riuscivano a vedere anche da lì. Era come se un velo fosse
strato strappato, e Masumi riusciva a scorgere il firmamento brillare in tutta
la sua imponenza.
In quel momento,
si sentiva come da bambino, quando si rifugiava al planetario; si sentiva
piccolo, insignificante, leggero come polvere di fronte alla grandezza che
sovrastava tutti i suoi piccoli e grandi problemi d’uomo adulto, impelagato in
un fidanzamento combinato che era deciso a rompere, e gli importava poco delle
conseguenze.
Era sulla terrazza
del palazzo da due minuti, ma quando sentì i passi timidi e incerti
avvicinarsi, capì che era lei. Rimase immobile, pervaso da una strana calma, nell’attesa
di sentire la sua voce.
“Hayami-san…”
Lo sorprese il
tono, quasi timoroso con cui lo aveva chiamato. Non le rispose subito, ma
continuò ad aspirare il fumo della sigaretta, senza guardarla.
“Sei delusa,
Maya?” chiese semplicemente. Era la sola cosa che gli premeva sapere.
Seguì un silenzio
denso d’imbarazzo che solo la risposta di Maya avrebbe sciolto. Lei non pareva
arrabbiata e questo lo consolava. Sicuramente era confusa, preda di sentimenti
in conflitto. Negare che avesse paura era inutile; da quell’istante, tutto
sarebbe cambiato, e lui non sapeva ancora in che maniera.
“Più che altro
molto stupita, e mi sento anche un po’ stupida per non averlo capito prima…”
“Non devi. Sono
stato un bravo attore anch’io, non credi? Ho indossato la mia maschera e ti ho
fatto credere fosse reale.”
“Già, solo che io
ora non so quale sia la maschera, e quale il volto…” replicò lei con un po’
d’amarezza stemperata nel tono di voce.
Lui finì la
sigaretta e si voltò finalmente a guardarla.
“Questo non posso
dirtelo io, forse neppure mi crederesti; prova ad ascoltare cosa ti dice il
cuore… - le suggerì con una tranquillità che in realtà non aveva. – In che modo
mi sono tradito?”
“In quel biglietto
ha citato il fazzoletto blu di Stewart; l’abbiamo usato solo la sera della
prima.”
Masumi sorrise
amaramente.
“Capisco. Sono
sempre stato molto attento a non lasciare indizi, ma questo è un dettaglio che
non potevo immaginare… è quasi un paradosso: temevo che tu potessi scoprire
tutto da quel forum, e invece…”
La vide avvicinarsi.
Maya si fermò di fianco a lui.
“In quel forum
parlavano di lei come del mio ammiratore, ma era una cosa che non potevo
credere… fino a questa sera. Ora mi dica: devo considerarla un amico o un
nemico?”
Prima di
rispondere, lui le posò le mani sulle esili spalle, e scese poi ad accarezzare
le sue braccia.
“Non sono mai
stato un tuo nemico, Maya. Di questo vorrei tu fossi certa.”
Maya arrossì a
quel contatto, e per un momento abbassò lo sguardo, preda dell’emozione. Quasi
subito, lo rialzò con decisione.
“Lo sono
Hayami-san. Lo sono…”
Era sincera e
bendisposta; questo a lui bastava per sperare che fosse pronta ad amare, o
almeno, accettare chi fosse lui in realtà. Da adesso, l’ammiratore avrebbe
cambiato tattica.
“Allora, possiamo
essere amici alla luce del sole, Maya? Sarebbe un inizio, non ti sembra? E
dopo, chissà fino a che punto potranno evolversi le cose… - lo diceva
accarezzandole una guancia con un gesto lento della mano che seguiva il
contorno del suo viso - io non escludo niente, ragazzina.” Disse, intenerito
dalla sua deliziosa aria imbronciata, che non riuscì a camuffare il turbamento
profondo che la pervadeva.
“Sì, ma la smetta
di chiamarmi ragazzina!” borbottò prima di correre via, sopraffatta dalle
troppe emozioni vissute quella sera.
*******
La nostra storia in qualche modo è andata avanti.
Sul manga della sensei Miuchi ha preso la piega che tutti
i lettori conoscono, ma io e Maya ci siamo ritagliati i nostri spazi privati
fuori dalla storia ufficiale.
È stato il modo più semplice che abbiamo trovato per
vivere il nostro amore, - non mi sembra vero di poterlo dire - e la cosa
non è stata priva di difficoltà. Sembrerà impossibile da credere, ma è così.
Quando Maya è partita per raggiungere la sua sensei nella
valle dei susini, io molto volentieri l’ho seguita, non solo col pretesto di
dover cercare mio padre, ma anche per allontanarmi da Tokio e dal putiferio
sollevato con la mia decisione di annullare l’impegno preso con la cozza
cotonata. Non dovrei, ma questo nomignolo continua a tornarmi in testa, e
ammetto che mi diverte.
In realtà, c’è davvero poco da divertirsi.
Ho dato la mia risposta alla famiglia Takamiya prima di
partire per Nara, il paese d’origine di Ichiren Ozaki, ed è stato relativamente
facile; con mio padre dato per disperso, forse morto, non ero più il rampollo
di buona famiglia accettabile dall’impero dei Takamiya.
Il nonno e il papà di Shori, uomini pratici e di mondo,
compreso che potrei non essere un buon partito, mi hanno lasciato andare senza
tanti rimpianti.
Potere dei soldi; ecco cosa vuol dire perdere una buona
posizione che ti garantisce certi privilegi. Ma del presunto privilegio di
sposare Shiori, ne faccio volentieri a meno.
So anche che i potenti Takamiya tornerebbero
immediatamente sui loro passi, se la situazione si ribaltasse, e io
riacquistassi prestigio.
Dovrei sperare che ciò non avvenga, ma ci penserò a suo
tempo.
Shori, a sentir lei, era innamorata persa, e non ha
reagito bene, come prevedibile, ma togliermela dai piedi per qualche tempo
(scusate l’espressione, ma non ne trovo una più calzante) è stato un vero
sollievo. Mi sono sentito leggero, liberato da un peso di piombo che avevo sul
cuore. Questo la dice lunga, su quanto io fossi legato a quella donna.
Quando ho detto a Mizuki di divulgare la notizia
attraverso un comunicato stampa, le è quasi venuto un colpo per la sorpresa.
Dopo si è congratulata con me, con un’esuberanza tale, che mi ha divertito
moltissimo.
“Oh, finalmente, signor Masumi! – ha esclamato Saeko
gettando un plico di fogli sulla scrivania. - Si è liberato di quel manichino
vestito. Lei è già un tipo troppo ingessato, voi insieme sareste sembrati due
statue di cera. Ho sempre pensato che non fosse adatta a lei. La vedo con un
altro tipo di compagna… una come Maya, magari.”
“Mizuki, non esageri con i commenti. Lei ogni tanto si
dimentica d’essere solo la mia segretaria.” L’ho redarguita, ben sapendo che è
anche un’amica sincera e disinteressata.
“Mi perdoni, ha ragione, ma questa gliela dovevo proprio
dire. Vede, sto esprimendo il pensiero di tutte le utenti del forum; faranno
tripli salti di gioia, piroette e quant’altro quando apprenderanno la notizia.
(nda. - soprattutto quella originale che uscirà dalla penna della Miuchi, a
data da destinarsi) Il forum sarà subissato di commenti…”
“Continuo a non capire perché sia tanto odiata. È una
donna discreta, mite, che ama i fiori… un po’ fragile di nervi, magari…”
Al mio commento, ho visto Saeko aggiustare gli occhiali
sul naso, con un moto di disappunto. Quando lo fa, di solito, segue una delle
sue frasi pungenti.
“Ama i fiori? Lei non sa cosa sarà capace di fare davanti
ad un mazzo di rose viola! Non la riconoscerebbe! Forse avrebbe rotto il
fidanzamento ufficiale molto prima. Provi ad immaginare una squilibrata con le
forbici in mano! Fa un certo effetto, no? Altro che fragile di nervi!”
Così, Mizuki mi ha raccontato l’episodio di villa
Takamiya, com’è riportato sul manga. Ho saputo poi, leggendo alcuni riassunti sul
forum che la svenevole anemica Shori, oltre ad assumere comportamenti meschini
impensabili, darà di matto, in maniera piuttosto grave.
Questi sono fatti che devono ancora accadere, ma come
negli affari che tratto abitualmente, conoscere in anticipo le possibili mosse
dell’avversario è un modo sicuro per trovarsi in vantaggio.
La reazione di Shori mi ha sorpreso, ma di più mi ha
impressionato il suo accanimento contro le rose viola. Sì, lo so che nella sua
mente deviata rappresentano Maya, ma avevo sempre pensato che i fiori le
piacessero, che in fondo al cuore fosse una donna gentile, dotata di vera
sensibilità verso le persone meno fortunate come la mia ragazzina. Mi sono
sbagliato clamorosamente.
Ora capisco perché le utenti del forum la detestano a morte,
in effetti, non mi sento di biasimarle. (nda. – grazie caro; in effetti quello
da biasimare sei tu… se non ti dai una mossa.)
Non ho mai pensato che si potesse impazzire né morire per
amore. Non l’ho mai pensato prima d’incontrare Maya, ma non escludo che potrei
impazzire anch’io, se lei finisse tra le braccia di un altro, e Hijiri ne sa
qualcosa (vedi lancio di tagliacarte).
No, non la lascerò a nessun altro. L’ho detto una volta,
e lo ripeto adesso, con maggior convinzione, perché ora so cosa vuol dire
essere amato da lei, e non è una felicità a cui intendo rinunciare.
Nella valle dei susini, una sera io e Maya ci siamo
trovati stesi su un prato a contemplare il cielo notturno. Era la seconda volta
che ci capitava di guardare le stelle insieme, e adesso erano vere e
splendevano sopra le nostre teste. Era il nostro primo vero incontro dopo aver
scoperto che ero il suo ammiratore segreto. All’inizio parlammo delle prove a
cui la sottoponeva la signora Tukikage, ma in realtà avevamo il forte desiderio
di parlare di noi, dei nostri sentimenti. C’erano così tante cosa da dire,
tante spiegazioni che avrei dovuto darle. Mi ripromisi che lo avrei fatto, col
tempo, un passo alla volta.
Eravamo entrambi emozionati.
“Hayami-san, io sono davvero felice di essere qui con
lei, stasera. Non vorrei essere in nessun altro luogo.”
Le presi la mano e la strinsi nella mia, come avevo fatto
tanto tempo prima a teatro, quando la invitai a vedere Anna Karenina.
“Anch’io sono felice di essere qui con te, Maya.”
“Io vorrei trovare le parole giuste per ringraziarla; lei
non sa quanto mi abbia incoraggiata… quanto sia stato importante, per me…” era
commossa, e lo sentivo dal tono della sua voce che tremava.
“Oh, Maya, sono io che dovrei ringraziarti. Ho lasciato a
Tokio un’infinità di problemi, ma quando stiamo insieme io sento di poter
essere me stesso. Il mio cuore è legato al tuo, e qualunque cosa accada, i
nostri destini sono intrecciati.”
“Lo credo anch’io Hayami-san, anche se adesso abbiamo
davanti molti ostacoli.”
“È vero Maya, ma se la Miuchi vorrà, risolverò tutto.
Stai tranquilla.”
“Il signor Hijiri continua ad essere un collegamento fra
noi?”
“Sì, è meglio, almeno in alcune circostanze. Nessuno deve
sospettare che sono il tuo ammiratore; qualcuno potrebbe pensare che ti
favorisco per il ruolo della dea Scarlatta, e questo potrebbe danneggiarti, e
io non voglio che accada una cosa simile.”
Ci fu un lungo silenzio, carico solo del suono dolce
della notte intorno a noi. L’aria era fresca; presi la giacca e la usai come
coperta per proteggere Maya, vestita in modo troppo leggero. Inaspettatamente,
lei si strinse a me e avvertii il suo profumo, il corpo caldo che premeva
contro il mio.
“A cosa pensi?” le domandai dopo un po’.
“Stavo pensando che è grazie a quel forum, se stasera
siamo qui, così…”
“Addirittura? Galeotto fu il forum…”
“Leggendo alcuni commenti lì sopra, ho iniziato a pormi
qualche domanda su di lei… beh, a volte ho trovato cose un po’ azzardate, altre
a cui non volevo proprio credere; ad esempio, lo sa che c’è chi pensa che
Hijiri sia innamorato di lei?”
“Cosa? – Esclamai sorpreso e vagamente divertito. - No,
questo non è possibile. Sono sicuro che gli piacciano le donne…” aggiunsi
convinto.
“Oppure di me, solo nasconde la cosa per lealtà nei suoi
riguardi…”
La strinsi di più. Poi le sollevai il viso, che lei
teneva nell’incavo della mia spalla, per guardarla dritta negli occhi.
“Vuoi farmi diventare geloso, ragazzina? Hijiri non
oserebbe… Comunque, credo di sapere cosa hai trovato davvero azzardato e
sconvolgente: quei disegni dove siamo travolti dalla passione. Devo ammettere
Maya, che hanno scatenato la mia fantasia… ultimamente sto facendo molta fatica
a porvi un freno…” le sussurrai nell’orecchio, con tono suadente e sensuale
carico di sottintesi, che Maya non poté fraintendere.
E io volevo che capisse cosa stavo provando, quanto in
effetti la desideravo. Quanto forte fosse l’amore che scaldava il mio petto.
Al colmo dell’imbarazzo con il viso in fiamme, il cuore che
forse le scoppiava dentro, la mia ragazzina cercò bruscamente di scansarsi da
me, ma le impedii di muoversi, bloccandola sull’erba col peso del mio corpo.
“Non fuggire via, Maya, ti prego. Ti ho aspettata così a
lungo, un sogno disperato che credevo impossibile, e devo aspettarti ancora, ma
va bene così. Non voglio spaventarti; il desiderio è una cosa normale tra un
uomo e una donna, com’è normale il fatto che io ora abbia la dannata voglia di
baciarti.”
Colsi un sospiro in quella tenera oscurità che ci
custodiva.
Quello fu il primo
bacio, mio, e mio soltanto.
Mie furono le sue
labbra morbide e piene, promesse tenere schiuse per me, in cui abbandonarmi
sull’onda della gioia.
Mio fu il suo
fresco, dolce sapore di donna, donato con trasporto, mentre le sue mani
s’intrecciavano con carezze lievi ai miei capelli.
Non ci furono
altro che baci, quella notte. Tutti quelli mancati, rubati, attesi, sognati,
tutti quelli che con dolore ci saremmo negati dopo, una volta tornati a Tokio.
Lì, erano baci carichi di promesse, amore dichiarato a fior di labbra, tra i
nostri nomi sussurrati.
Avremmo fermato il
tempo, lì sul prato, sotto quel cielo nella valle dei susini.
Nella valle
ritrovai mio padre vivo, con tutto quello che ciò implicava; non fu contento
della mia decisione di rompere il fidanzamento, e agì tentando miseramente si
ricucire lo strappo che io avevo causato.
Alla fine di tutto
tornammo nella valle dei neon, delle luci artificiali senza calore, dove mi
attendeva la mia lotta quotidiana, per tornare ad essere un uomo libero da
vincoli imposti, dove Maya doveva trovare la sua Dea e renderla reale come solo
lei poteva fare.
Ci restavano i
nostri ricordi; la notte al tempio in cui la scaldai e la sentii tremare
d’amore tra le mie braccia, mentre mi sforzavo di controllare la mia brama che
aumentava, la sua potente esibizione nei panni di Akoya che mi rapì per
l’ennesima volta il cuore, l’incontro struggente delle nostre anime che per un
istante si sono sfiorate.
Lasciammo tutto
nella valle della Dea Scarlatta, come sogni in custodia da tornare a prendere.
Ora sono qui, in
attesa che questa nostra storia abbia un seguito, e prego il destino e gli dei
perché non resti incompleta.
Nel mondo dei neon
io e Maya ancora non possiamo amarci, troppi ostacoli sono frapposti fra noi,
ma siamo fiduciosi che la nostra unione si realizzerà, perché ora sappiamo di
essere anime gemelle.
Ora sappiamo
quanto siamo stati soli prima di trovarci.
Bramo come un
assetato il momento in cui ci rincontreremo, l’istante in cui la vedrò su quel
palco indossare il kimono scarlatto e petali di susino voleranno sulla scena.
Perché sarà lei.
Io lo so.
Per me sarà lei
soltanto, la mia Dea Scarlatta.
Adesso so perché
sono stato adottato da mio padre, perché ho inseguito tutta la vita il filo rosso
che mi legava a una dea leggendaria.
Non era una
vendetta che dovevo attuare.
È il mio destino e
il suo.
Per questo mi
rivolgo a colei che tira i fili delle nostre esistenze. Siamo nelle sue mani
Miuchi sensei, ci dia vita attraverso i suoi disegni, palco di un teatro dove
noi possiamo vivere, il mondo dell’arcobaleno dove nasce e respira il nostro
amore.
Ci dia Izu, luogo
e speranza lontana di un sogno nascosto nei nostri cuori, dove forse potremo
finalmente amarci per davvero.
Non le voglio male,
ma tolga Shiori dal mio percorso di vita. Non la amo né potrei amarla e la
renderei infelice, ma lei che l’ha creata, può salvarla. Può salvarci tutti.
Come dice Hijiri, amico sincero che dovrei ascoltare più spesso, a costo di
qualsiasi tempesta, devo onestà a me stesso, pretendere la mia felicità e la
sua, non cedere a sensi di colpa inutili e dannosi.
Ho attraversato i
miei inferi, ora mi faccia risalire verso il cielo dove c’è l’atra metà della
mia anima.
Lei deve volere un
finale degno di una grande storia.
Completi
quest’opera.
Faccia incontrare
per sempre i nostri destini.
Quello mio e di
Maya.
Su un palco, in
fondo è lì che è iniziato tutto, e nella vita.
E se chiudere il
cerchio di una storia così lunga che l’accompagna da tanti anni, (non solo lei)
la renderà forse un po’ triste e malinconica, pensi alla felicità che riempirà
i nostri cuori fatti di carta e inchiostro, di cui le saremo grati per sempre.
Una felicità che
divideremo volentieri con lei e migliaia d’altri cuori nel mondo, fatti di
carne e sangue, che hanno palpitato e continueranno a palpitare per questa
storia.
Miuchi sensei, ci
renda eterni.
Fine (nell’attesa
di quella vera)
Con l’augurio che
la Miuchi trovi la fine della storia originale, qui si conclude questa storia
lievemente surreale, nata per un contest indetto su http://glassnokamen.forumfree.it/ . Prendendo come fonte primaria il manga, ho preso alcuni eventi
e li ho liberamente adattati alla mia storia, cercando in ogni caso di restare
fedele ai caratteri dei personaggi. Io mi sono divertita a scriverla, spero voi
a leggerla; naturalmente, se avrete voglia di lasciare un piccolo commento per
farmelo sapere, ve ne sarò sinceramente grata. Ringrazio Rossella, l'admin del forum che ha creato il banner premio per il contest.
Un saluto, Ninfea (Scarlett Blu)