Fallen angel

di AnAngelWithBrokenWings
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“L’amicizia nasce nel momento in cui una persona dice ad un’altra: “Cosa? Anche tu? Credevo di essere l’unica”. [C.S. Lewis]

Come il re Davide d'Israele



Tossisco, perdo sangue a fiotti e potrei essere morto.
C’è lei che mi sorregge, che non si dà per vinta, troppo concentrata per dedicare attenzione al suo stato e, nonostante ciò, è bellissima.
Poteva cogliere al volo l’occasione per scappare e non l’ha fatto, conscia di ciò che era accaduto poche ore prima. Sono stato un mostro, sta volta sul serio.
Angela mi poggia cautamente sul sofà del gran salone e qualche domestico fa capolino per vedere quel che succede. Lei se ne accorge e chiede immediatamente delle garze pulite e dell’acqua mista a calendula, con la voce intrisa di una certa apprensione.
-Hai intenzione di curarmi? – le chiedo – Perché?
-Posso provarci, è il minimo – risponde, osservando dispiaciuta la mia zampa graffiata.
 Non appena le viene recapitato il necessario, inizia a tamponare sulle mie ferite, che bruciano abbastanza a contatto con il panno. C’è molto silenzio e lei non alza mai gli occhi. Un dolore acuto si concentra sul mio braccio.
-Aaarh! Fa male! – sbotto, ritraendo la zampa in medicazione.
-Beh, forse se stesse fermo sarebbe anche meglio – commenta lei.
-Beh, forse se non foste fuggita tutto questo non sarebbe accaduto.
Blocca i movimenti ritmici del suo braccio e solleva lo sguardo, assumendo un’espressione accigliata – Io sono fuggita perché mi avete dichiarato come vostra… proprietà, e vi siete avvicinato a me come se aveste avuto intenzione di… - tronca il discorso volgendosi alla garza. Non ho voglia di controbattere, perché ha ragione. Mi volto altrove con aria seccata.
-Ad ogni modo – dice arrossendo, quasi in un sussurro – grazie… per avermi salvata.
-Di… di niente – rispondo, girandomi– mi dispiace per quello che è successo, intendo... a cena. - Interrompe per un momento la tamponatura e solleva le lunghe ciglia verso di me, senza un minimo accenno di disgusto in volto – Vi ho già perdonato prima, nel momento esatto in cui mi avete soccorso – un sorriso fugace le si dipinge in volto, poi torna alla zampa per bendarla – comunque ho finito, non sarò la croce rossina ideale, però penso che per lenire i dolori e chiudere in modo progressivo le ferite queste essenze siano adatte.
Durante la disinfezione delle mie ferite lei non ha curato le sue, e proprio quando sta per alzarsi e andare nella sua camera, la blocco chiedendole perché non l’abbia fatto. 
– Grazie,  ma mi medicherò nella mia camera – risponde subitanea. Sta per immergersi nella penombra dell’atrio quando si ferma e, voltandosi, mi chiede – Qual è il vostro nome?
Ormai sono così disabituato a sentirne il suono che quando lo scandisco sembra quasi non appartenermi più – David.
-Ah! – esclama ridente, tra due fossette – come il re Davide d’Israele – ma si ricompone subito. –Beh, allora… buonanotte.
-Buonanotte – Angela. Il suo nome mi muore in gola un attimo prima che oltrepassi l’arco della stanza e che mi lasci da solo con la mente in preda a una furiosa tempesta.



Angolo autrice: ecco un altro capitolo, sistematicamente in ritardo. Spero vi piaccia ^_^ in cso contrario lasciatemi pure un commento con delle critiche costruttive per aggiustare la scrittura, la scorrevolezza della storia o simili. Bye! ;)




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