Capitolo 4
A Tokyo, subito dopo la partenza di Misaki, tutto il gruppo era ancora
riunito in aeroporto.
"Ragazzi, mi sa che Misaki ci rimane secca appena si ritrova davanti
Usui-kun", espose Sakura, prendendo le mani di Satzuki e venendo
investite dai fiori moe moe.
"Effettivamente non hai tutti i torti, ma potrebbe anche prenderlo a
sberle come faceva a scuola", rispose Shizuko.
"Io penso proprio che quei due faranno venire il voltastomaco a tutti i
passeggeri presenti in aeroporto", sentenziò con il suo solito tono
Tora, voltandosi poi per andarsene via, borbottando parole che avevano
senso solo per lui.
"Andiamo, dobbiamo tornare al Caffè, altrimenti ci sentiremo in ansia e
sonosicura che non avremo notizie della coppietta di idioti fino a che
non torna Misa-chan", disse Aoi, trovando l'assenso del gruppo e
dirigendosi poi verso l'uscita seguito dagli altri.
A Venezia, nel frattempo i due piccioncini si trovavano ancora sotto la
doccia.
"Non puoi capire quanto mi siano mancati questi momenti", sussurrò
Takumi, riprendendo a baciare il collo di Misaki, dopo averle tolto il
fiato con quel bacio carico di passione.
"Posso capirti, invece, è quello che provo io quando non sono con te",
rispose lei con unfilo di voce, interrompendosi per le sensazione che
il biondolestava provocando, solo stringendola a sé.
"Taku..." Misaki non riuscì a pronunciare il nome dell'amato perchè lui
le strappò un gemito, con un gesto per lei inatteso in quel momento.
"Ti piace ancora quando ti tocco così, vero?" domandò lui, dedicando la
sua attenzione al seno della ragazza con le sue labbra bollenti e con
lamano biricchina stuzzicando la sua intimità.
Misaki rispose solo con gemiti che a seconda dei movimenti della mano
di Takumi si trasformavano in urla, che il biondo prontamente soffocava
chiudendole la bocca con la sua.
La mora però non voleva essere da meno, sperava solo di non creare
danni, lasciando che la sua mano scendesse lungo il corpo bagnato di
Takumi, arrivando a sollecitare il suo membro già pronto per passare
alla fase successiva, ma voleva che lei fosse pronta a riceverlo, senza
provare quel dolore che ha sentito la loro prima volta, voleva che
fosse piacevole e trasmetterle tutto l'amore che provava per lei;
perciò fece inmodo che con pochi movimenti ben mirati, lei giungesse ad
un orgasmo che avrebbe permesso a lui di entrare e a lei di provare
solo piacere.
Quando la sentì venire copiosamente sulle sua mano, l'abbracciò,
facendole poggiare le spalle alla parete della doccia, provocandole dei
brividi per la freddezza delle piatrelle, facendosi circondare il
bacinoconle sue spendide gambe e poi far sentire a lei come lo aveva
ridotto.
"La prendi ancora la pillola, vero?" si sincerò il biondo, non volendo
creare casini con la sua famiglia e soprattutto a lei, costretta a
rinunciare alla sua vita per un figlio; meglio non rischiare e poi
sarebbe troppo doloroso visto che siamo distanti e non sapremo quando
potremo ricongiungerci definitivamente.
"Certo, non serve solo per le gravidanze,e tu lo sai bene dato che mi
hai accudito duranteun certo periodo del mese e sai cosa succede",
rispose lei, richiamando l'attenzione dello sguardo del biondo che si
era fatto vacuo e pensieroso.
Takumi ripresosi dai suoi pensieri grazie alle carezze che la mora
aveva cominciato a fargli, non perse altro tempo e sollecitandola un
altro po' e poi stringendosela ancora di più addosso, lasciò che i
loro corpi, dopo sei mesi, tornassero ad essere una cosa sola.
Misaki si sentiva piena e completa in quel momento, avrebbevoluto
tenerlo dentro di sé per sempre, ma si riscosse da quello stato quando
il biondo cominciò a spingere lentamente in lei,, sorreggendola perle
natiche e lasciando che i loro corpi siscontrasse e sfregassero con
movimenti lenti e profondi, i quali stavano facendo impazzire la mora,
la quale gemeva senza sosta, srtringendosi ancora di più al corpo di
Takumi e graffiandogli la schiena quando lo sentiva fino in fondo,
travolgendola con la sua passione.
Dopo un po' tempo, Takumi avvertiva il peso della fatica e la necessità
di afffondare più velocemente e profondamente in Misaki, quando
cominciò a seguire il suo istinto avvertì che Misaki era sul punto di
riversarsi su di lui, agevolando il movimento che stava per portarlo
all'apice del loro amore portando nuovamente la mora con lui, in quel
mondo in cui esistevano solo loro due.
Quando entrambi ebbero ripreso fiato, si guardarono negli occhi e si
sorrisero dolcemente, per poi baciarsi teneremente sotto l'acqua che
ancora scorreva su di loro.
"Ti amo", sussurrò lei, stringendolo forte, anche perché non riusciva a
reggersi in piedi dopo quella dimostrazione intensa del loro amore.
"Sempre bello come la prima volta, ti amo anche io Misa; però è meglio
uscire da qui, non vorrei che ci roviniamo questi pochi giorni rubati
per una frescura", rispose il biondo, chiudendo l'acqua e avvolgendo
la ragazza nel telo che si trovava vicino la cabina doccia.
Delicatamente, Takumi portò la mora nella stanza e la depose sul letto,
mettendola sotto le soffici coperte e poi distendendosi accanto a lei,
avvolgendola tra le sue braccia e lasciando che lei poggiasse il capo
sul suo petto, sommergendolo con il suo profumo, che lo facceva
impazzire, infatti, neanche il tempo di un respiro, che venne preso da
una passione che non riuscì a reprimere, non dando a se stesso e
neanche alla mora il tempo di riprendersi dall'amplesso avvenuto prima
della doccia, che già era pronto per ricominciare, ma stavolta sarebbe
stato l'amore che provava a rendere il tutto più dolce e delicato, come
quel fiore che teneva tra le braccia e che quando si arrabbiava
diventava carnivoro.
Misaki si sentiva stremata, ma sapeva che il tempo a loro disposizione
era troppo poco per essere sprecato, perciò si lasciò trascinare da
Takumi in quel mondo fatto di loro, e nel quale si sentivano completi.
Takumi osservava il viso sereno della mora, distesa accanto a lui,
stretta nel suo abbraccio e notava come la luce del sole morente
baciasse quella pelle che lui aveva venerato per l'intero pomeriggio,
il quale era stato inframmezzato anche da risate e piccoli bisticci,
risolti dopo pochi minuti e poi sfociati nella passione più pura che
rrendevai loro occhi lucidi e velati da ciò che provavano.
Il biondo non aveva ilcoraggio di svegliarla, perciò la coprì meglio
con la coperta e vestitosi, uscì delicatamente dalla stanza, lasciando
un messaggio alla sua piccola micina addormentata;poggiatolo sul
cuscino accanto a lei, si diresse verso la reception, dove trovò
Roberto intento a sistemare delle carte, accanto le quali vi era una
tazzina di caffè.
"Salve", attirò l'attenzione il biondo, con il suo inglese perfetto.
"Oh ciao, la camera vi piace?", rispose il proprietario, alzando lo
sguarda dai fogli di prima.
"Si, è molto pittoresca e suggestiva, ma volevo sapere dopo posso
comprare qualcosa da mangiare in camera, la mia ragazza si è
addormentata per la stanchezza e non vorrei svegliarla", rispose il
ragazzo, guardandosi attorno e osservandola bellezza di quel posto,
ringraziando mentalemente Sakuya per il pensiero che ha avuto.
"Per la cena posso consigliarti il ristorante all'angolo dove fanno
anche prodotti da asporto, è molto conosciuto qui" rispose l'uomo.
"Grazie per il consiglio, arrivederci", disse il biondo, uscendo e
dirigendosi verso il posto consigliato dal signor Roberto.
Mentre camminava, prese il cellulare e mandò un messaggio al padre di
Misaki, rigraziandolo per il pensiero che aveva avuto e di non perdere
le speranze per recuperare il rapporto con la figlia; dopo di che
entrònel ristorante e ordinò qualche piatto tipico italiano da portare
via e fare una piccola sorpresa alla sua Kaichou.
Misaki si era ridestata dal suo sonno e a tentoni aveva cercato il
corpo del ragazzo che amava, ma trovando solo il vuoto e il letto
freddo, schiuse gli occhi e si ritrovò sola,notando poi un biglietto di
Takumi, il quale l'avvisava che era uscito a prendere la cena,
assicurando che il dessert era lei. La mora era arrossita leggendo il
piccolo biglietto che teneva tra le mani.
"Sei sempre il solito alieno pervertito proveniente dal pianeta
feromoni", sussurrò, conun dolce sorriso che accompagnava le sue
parole; non accorgendosi del biondo che sorrideva con malinconia a
quelle parole.
"Grazie per il complimento, Kaichou", rispose, palesando la sua
presenza e facendo sussultare la ragazza che a quelle parole si nascose
sotto le coperte, rossa come unpomodoro per l'imbarazzo.
"Ehi, Kaichuo, non vuoi la cena? Oggi anelletti a forno e coniglio alla
cacciatora", la richiamò Takumi, togliendosi la giacca, dopo aver
disposto laloro cena sul piccolo tavolino posizionato davanti la
finestra.
Misaki era ancora sotto lecoperte e sembrava che nonvolesse uscire da
lì.
"Kaichou, vuoi che ti porti come una sposa? Mi piacerebbe molto come
cosa, però so che adesso mi sbranerai, perciò, vuoi unirti a me per una
cena spartana e poi goderti il dessert?", propose il biondo, con quello
sguardo smeraldino venato di lussuria.
Misaki non sapeva che fare, se urlargli contro o gettarsi addosso a
lui; infine prese la decisione di alzarsi, a quanto sembrava il suo
stomaco reclamava cibo; lentamente si avvicinò alla valigia da dove
tirò fuori una sottoveste semitrasparente, ma era la cosa più decente
che Aoi aveva messo e si decise a sedersi su una sedia vicino il
tavolino, aspettando che Takumi prendesse posto anche lui.
"Buon appetito", dissero in sincrono, per poi sorridersi a vicenda e
dedicarsi a quella cena così strana da consumare nella camera di un
albergo.
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