CAPITOLO
3
Apro
gli occhi,
guardandomi intorno. Dove sono? Alzo la mano e me la porto davanti
agli occhi, cercando di capire se è la realtà o
solo un sogno.
Effettivamente è la realtà. Mi tiro su, cercando
qualcosa a cui
aggrapparmi; alla fine trovo un ramo e lo stringo tra le dita della
mia mano destra, sentendo la sua sottile corteccia tracciarmi graffi
sulla pelle del palmo.
Quando
sono del tutto
sveglia mi accorgo di essere nel bosco dov'ero...ieri? A quanto pare
dovevo essermi addormentata. Cavolo. Do un'occhiata in giro, per
capire se nessuno è stato qui o se invece ho avuto delle
visite.
Tutto apposto. Nessuna orma fuori posto, almeno per quanto io possa
vedere. La mia ascia è a terra poco distante dal punto
dov'ero
distesa. Ma c'è qualcosa di strano nell'atmosfera. Non so
cosa,
sento che qualcosa non va. Poi sento un leggero pizzicore sul braccio
sinistro, quindi mi porto la mano su di esso per grattarmi. Ed
è in
quel momento che mi accorgo di cosa non va : sul braccio c'è
un
lungo taglio, già rimarginato.
–Oh,
no!– esclamo,
cominciando a controllarmi ossessivamente alla ricerca di altre
ferite. Fortunatamente non ce ne sono altre, quindi sospiro e
raccolgo l'ascia. Come me la sono fatta questa ferita?
Cammino
via da quel
posto, dirigendomi verso un lago poco distante. Lo conosco molto
bene, perché da bambina ci andavo spesso, sia per lavarmi
che per
pescare. È un semplicissimo laghetto circondato da alberi,
un grande
masso rimasto bloccato sovrasta l'acqua sul lato nord. Mi piace
questo posto, c'è sempre molta tranquillità.
Non
appena mi avvicino
all'acqua, però, trovo Hiccup con Sdentato con lui.
È immerso
nell'acqua fino al bacino, senza maglia. Non capisco cosa ci faccia
qui, non l'ho mai incontrato in questo posto prima d'ora. Le opzioni
sono due, ora : o sta cercando ogni modo per darmi fastidio, o ha
scoperto questo posto solo ora. Spero tanto per lui che sia la
seconda la sua idea.
–Ma
guarda chi si
vede!– esclama, lanciandomi un'occhiata.
–Cosa
ci fai tu qui?–
chiedo, brandendo la mia ascia.
–Tu
che dici?– mi
chiede, uscendo dall'acqua e scuotendo la testa, bagnandomi con le
gocce d'acqua che c'erano sui suoi capelli. Io mi giro dall'altra
parte, non fregandomene minimamente di lui e inizio a camminare via.
Pensavo che mi avrebbe lasciata andare, senza nemmeno provare a
fermarmi. Invece mi corre dietro, prendendomi un braccio. Io mi giro
sospirando, perché tanto...cosa mi costa ripetergli un'altra
volta
di lasciarmi in pace e poi lasciarlo solo?
Mi
guarda con i suoi
soliti occhi verdissimi, fisso. Alcune gocce scendono veloci sul suo
petto bagnato, formando rivoli d'acqua. È davvero bellissimo
così,
eppure so cosa mi ha fatto, cos'ha fatto a più di una
ragazza.
–Astrid..
–Avevi
promesso.– gli
ricordo, guardandolo con gli occhi lucidi.
–Sì,
sì, lo so. Ma...
–Ma
niente, Hiccup.
Mi
rigiro, tornandomene a
casa. Non voglio sentire nulla oggi.
~~~
I
pensieri nella mia
testa infuriano come se volessero uscire, ma non possono. Non capisco
perché io continui a ritrovarmelo sempre in giro, appena mi
giro lui
è lì. Vorrei che se ne andasse una volta per
tutte dalla mia vita,
ma a quanto pare se deve tormentare una persona lo fa per bene.
Forse
sono io a dovermene
andare. Tanto vivo da sola. Non cambia nulla a nessuno se faccio un
viaggetto.
Raccolgo
le mie cose in
fretta, per quanto ridotto possa essere il loro numero; poi esco
velocemente dalla casa, correndo via anche se in ogni modo chiunque
si accorge di me, dato il sole spaccapietre. Non m'importa
più
nulla, voglio solo mettere fine a questa storia. Sorrido.
Scendo
al molo, salutando
i vichinghi che incontro. Ho una buona reputazione su quest'isola, ma
ho bisogno di lasciarla almeno per un attimo. Non è fuggire,
non è
arrendersi. È trovare un altro modo per ottenere
ciò che si vuole.
Ci
sono solo due navi
attraccate, ma è la mia giornata fortunata,
poiché una è proprio
di Johann, il mercante che commercia con tutti i popoli conosciuti,
naviga ovunque. Mi porterà lui da qualche altra parte, in un
posto
isolato.
–Buongiorno
Johann!–
esclamo, sorridendogli.
–Oh,
salve a te,
Astrid! Cosa ci fai qui? Ti serve per caso una nuova ascia? Ti
conviene sbrigarti, perché sto per salpare.
Io
sorrido nuovamente, è
proprio quello che cercavo! Una nave pronta a partire!
–No,
non mi serve
nulla, ma...potresti accompagnarmi su un'isola?
Guardo
il mio borsellino
e mi chiedo se io abbia delle monete da scambiare con Johann per il
viaggio, in caso me le chieda.
–Certo,
non c'è
problema! Quale isola?
A
quanto pare è già
ricco sfondato. Cerco di ricordare qualche nome di isola, qualche
isola già frequentata in passato, su cui sono già
stata, oppure
semplicemente qualche isola di cui conosco il nome. Non mi viene
nulla in mente, però. –Non lo so, una qualsiasi
isola disabitata.
–L'isola
deserta.
Una volta era popolata dai draghi, ma i vichinghi li sterminarono
tutti. Ora come ora è un vero e proprio deserto. Non ci vive
nessuno, se non i soliti arbusti selvatici e qualche cinghiale che
non manca mai.
La
conversazione dura un
po'. Mi dà qualche informazione in più
sull'isola, mi chiede il
perché del volermi trasferire, domanda a cui io non
rispondo. Poi
arriva l'ora di andare.
Johann
saluta gli ultimi
clienti. L'ultima cosa che vedo di Berk è proprio lui, che
mi
osserva dall'alto, in volo con il suo drago. Spero non mi segua,
né
chieda informazioni riguardanti la mia posizione. Sto andandomene
proprio per staccarmi da lui, non chiedo altro che
tranquillità.
Quando
arrivo sull'Isola
deserta parto subito per all'esplorazione. Non mi piace trovarmi in
luoghi sconosciuti, voglio sempre conoscere tutto. Tutte le insidie,
tutte le meraviglie. Non mi lascio ingannare da nulla.
In
realtà non c'è un
granché di sorprese..come mi aveva annunciato Johann, le
uniche cose
che continuo a vedere sono sterpi e cespugli rinsecchiti. Dei
cinghiali nessuna ombra, fortunatamente. So che prima o poi
spunteranno fuori, ma posso riuscire a conviverci, in qualche modo.
Penso siano della stessa mentalità dei draghi : lascia stare
me e io
lascio stare te. Nessun animale è aggressivo di natura, in
questo
mondo. Ognuno dev'essere provocato per diventare crudele. Per gli
uomini è un altro discorso.
La
sera arriva presto,
molto probabilmente perché mi trovo in una valle in mezzo a
delle
montagne, perciò i raggi del sole non riescono a restare
sopra le
cime molto a lungo. Inoltre è giusto la fine dell'inverno,
quindi
tutto quadra. Non mi sono portata molto per passare la notte, solo
una coperta di lana più o meno pesante. Farà
freddo, ne sono
consapevole, ma sopporto temperature molto basse. Ormai sono
totalmente abituata a ciò.
Decido
di arrampicarmi su
un albero e passare la notte su una biforcazione costituita da due
rami a mio avviso abbastanza spessi da sostenermi senza che si
rompano mentre dormo. Sarebbe una cosa davvero tremenda cadere da
questa altezza mentre dormi. Spero non succeda.
Una
volta finito di
preparare questa sorta di giaciglio, lo occupo appisolandomi
immediatamente.
Un'immagine
sfocata mi
passa davanti agli occhi. Non riesco a capire cosa sia, o chi sia.
Forse è una persona. Già, probabilmente lo
è. Sta correndo, non si
ferma. Aspetto vari minuti affinché lo faccia. Ma quando si
ferma e
mi guarda con i suoi occhi ipnotizzanti avrei voluto che non si fosse
mai fermato. Mai.
A
metà tra la rabbia e
lo spavento inizio a correre via. Il vento trattiene la mia treccia a
mezz'aria, mentre essa inizia a sfilacciarsi. Sento che mi sta
seguendo. Il mio battito cardiaco aumenta, fino quasi a impazzire.
Vorrei fermarmi a prendere una boccata d'aria, ma lo ammetto..ho
paura. Non voglio che mi raggiunga. Poi sento una mano sul braccio, e
capisco che è troppo tardi.
Urlo
per lo spavento. Mi
ritrovo di nuovo sul mio albero. Cos'è successo? Uno dei
miei comuni
incubi? Di nuovo? Sospiro, portando indietro la testa fino a
poggiarla contro il tronco dell'albero. Le mie mani sono madide di
sudore, così come la mia fronte.
Mi
perseguita ovunque.
Persino nei sogni.
ANGOLO
AUTRICE :
If
I fall, let me fall...it might take time, but I'll find my own way
out.
So
che è una vita intera
che non mi faccio viva su questo sito, e mi scuso. Sorry not sorry.
Per
quelli a cui
interessa qualcosa della mia vita, ovvero nessuno, ma come sapete
ormai mi piace parlare da sola (lol), sono viva!
Veramente
l'ultima volta
che ho postato qualcosa qui doveva essere tipo marzo o aprile, ma non
sono mai tornata davvero. Non ero io, cricrina. Nel senso..non
è che
fosse un'altra persona ad aggiornare le mie storie, ma mi sono
sentita persa tutto l'anno senza le persone che ho conosciuto qui.
E...dato che è il cinque giugno, mi sembra l'ora di tornare.
Già...sta
finendo
scuola. Non so se ridere o piangere. Probabilmente piangerò.
Ora
aspetto solo il vostro supporto, dato che senza di
voi...dov'è che
vado? In riassunto ho conosciuto persone fantastiche al liceo e mi
sono ambientata abbastanza, ho temuto di non farcela perché
prendevo
solo insufficienze, ma poi è andata bene. Non mi sono
più ritrovata
sola in stazione, perché ho conosciuto un ragazzo
fantastico. OwO
Mi
piacerebbe che
qualcuno di voi tipo HHH, una delle due Chiara del fandom ( che sia
Stormfly77 o Astrid4ever fa lo stesso, io amo tutti qui ), RECTIA (
mia supportatrice numero uno ) o tu che stai leggendo si facesse vivo
con una recensione o con un messaggio privato. CAVOLO, MI MANCATE
TUTTI TROPPO.
So
che sono strana negli
angoli autrice, ma chissene frega.
Tanto
peace and love,
By
cricrina01, pazzoide
numero 1 in circolazione.
Ps.
Se vi siete sentiti
esclusi perché non vi ho citati sopra ( poco probabile, ma
passiamo
oltre...), non preoccupatevi. Io ci tengo a tutti voi. TUTTI. Ho
citato le prime persone che mi venivano in mente, probabilmente
perché sono state le ultime che ho sentito.
Ps2.
Non c'è un ps2.
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