Il medium
Distante, verso ovest, Jon Harper vide le luci di Spokane accendersi, visto l'imminente arrivo della sera.
E' ora di andare. si disse.
Scese la collinetta che lo separava dal suo rifugio, e cominciò a camminare tra gli alberi.
Jon non aveva sempre vissuto lì. Figlio unico di una coppia
povera, aveva avuto a malapena la fortuna di andare a scuola. Non
potendosi permettere il college, lavorò prima come meccanico,
presso la minuscola e ridicola officina del padre. Alla morte dei
genitori, senza un pezzo di carta tra le mani, fu preso per benevolenza
dal comune di Spokane e messo a lavorare come netturbino. Dopo un
incidente, però, in cui rimase ucciso un suo collega, Harper fu
licenziato, e cominciò a vagare per il circondario, alla ricerca
di una sistemazione, seppur abusiva. La trovò nella fabbrica
appartenuta alla "Washing Gun", ditta specializzata nella produzione di
lavatrici, abbandonata negli anni '90 dopo il fallimento
dell'attività.
Jon ci viveva da una decina d'anni ormai, dove a fargli compagnia non
c'era altro che qualche cianfrusaglia ed una tavola ouija. L'aveva
trovata rovistando tra la spazzatura, arrivata da chissà dove.
In biblioteca, aveva scoperto cos'era e come funzionava. Da allora,
ogni tanto, riceveva persone nel suo alloggio di fortuna, rimesso in
ordine e nel modo più presentabile possibile. Gli avventori, di
tanto in tanto, per la sua bontà, gli lasciavano qualche soldo
od oggetto, per tirare avanti, visto che viveva principalmente di
elemosina.
Ora, Jon Harper era davanti all'ingresso della fabbrica. Lo
varcò, e salì al piano superiore, dove un tempo vi erano
gli uffici. Sui muri, graffiti di vario tipo, lasciati da qualche
vandalo. Le finestre erano inesistenti, le serrande si tenevano a
malapena in piedi. L'unica zona decente rimasta era l'ufficio del
direttore, da cui poteva controllare anche la zona di produzione, dove
svolgeva le sue sedute spiritiche.
Finora, aveva incontrato pochissimi spiriti maligni, ed era riuscito,
fortunatamente, ogni volta, a chiudere i collegamenti. La maggior parte
delle persone che si rivolgevano a lui erano donne e uomini che avevano
perso un loro caro, oppure giovani curiosi.
Aveva anche ricevuto visite poco gradite. Più di una volta,
quando ancora non si era sparsa la voce del suo stanziamento, gruppi di
giovani si intrufolavano nella fabbrica, ritenendola abbandonata;
giovani che fuggivano puntualmente a gambe levate quando Harper
cominciava a fare rumori, e con un tubo faceva propagare la sua voce,
fingendosi un fantasma, invitando i visitatori a fuggire, aiutato da
trappole che aveva costruito.
Ma gli incontri peggiori Jon li fece quando, nel 2007, un gruppetto di
satanisti si presentò nella fabbrica circa una volta al mese,
per svolgere le loro sedute. Quando arrivavano, il senzatetto restava
inizialmente nascosto nella sua stanza; poi, quando una sera uno di
loro si accorse che il luogo era abitato, fuggì verso la collina
che sorgeva ad un paio di miglia dalla fabbrica, per poi tornare la
mattina dopo. All'ennesima visita, arrivò a piedi alla centrale
di polizia, che, arrivata sul posto, colse in flagrante i satanisti
mentre si preparavano a compiere un rito. Tolto questo problema, Jon
non aveva avuto altre spiacevoli avventure nella sua permanenza alla
fabbrica.
Ora, il senzatetto scaldava la cena, offerta dal parroco della chiesa
vicina. Diede un'occhiata al giornale, fornito sempre dall'uomo di
chiesa, e ne lesse i vari titoli. Dopodichè, prese un blocchetto
che teneva accanto al suo sacco a pelo, e scrisse i nomi dei defunti
nella sezione di cronaca nera.
Harper amava fare scommesse con se stesso. E tra le sue preferite, vi
era quella di indovinare entro quanto tempo, e soprattutto se, i
genitori o gli amici dei defunti si sarebbero rivolti a lui per poter
entrare in contatto con i propri cari.
E proprio mentre scriveva, sentì dei passi all'esterno.
Mise via il blocchetto, prese una spranga di ferro, uscì dalla
stanza, e corse ad una finestra che dava sull'ingresso principale.
Una donna guardava la struttura ergersi tetra nella lieve luce del crepuscolo.
Nuova cliente in arrivo. pensò.
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