Inkheart

di midnight_light
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Inkheart
A Martina
Annego in un mare di inchiostro, nero, freddo, che mi sporca.
Le onde mi avvolgono, cercano di portarmi a riva, l’unica via di salvezza sono le parole.
Scrivo, scrivo, scrivo finché la mano non comincia a farmi male, pensieri scomposti, quasi indecifrabili segnano la pagina bianca, bianca come la neve.
Mi addentro nei meandri della mia mente, scrivo tutto quello che mi passa lì e la mano fa da sola, sa già cosa scrivere, cosa dire.
Intanto affondo negli abissi più neri, sempre più freddi, mi lascio andare ad un senso di strana quiete mentre annego da sola nel buio, lasciando indietro mille problemi che prima mi sommergevano e mi torturavano.
Quello che è stato fatto non si può cancellare, come l’inchiostro scuro quando si asciuga sulla pagina: puoi anche tirare una riga per non leggerla più ma la parola rimarrà per sempre segnata, una specie di ferita sulla carta, una cicatrice.
Ecco perché c’è pace quaggiù, sono da sola, senza nessuno che mi dice cosa devo fare.
Solo io e il mare scuro.
Non tutto quello che scrivi deve avere un senso, una logica, alcune volte è meglio lasciarsi andare, e farti trasportare dalla corrente, come il mare.
La scrittura mi salva, i libri mi salvano, le parole sono nelle mie vene, scorrono fino al mio cuore d’inchiostro.




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