Capitolo X
A poco a poco, con suo
immenso
stupore, tornò a percepire il mondo attorno a se,
sentì
di nuovo la presenza fisica del suo corpo, chiedendosi se quello fosse
davvero l’al di là, comparando sorpresa quella
sensazione
di leggerezza, l’ultima che riuscisse a ricordare, con
ciò
che stava provando in quel momento, una sorta di… rinascita?
Stanca di quelle
riflessioni che
forzavano la mente ancora intorpidita, calò in una sorta di
sonno vigile che interruppe non appena sentì di aver
recuperato
a sufficienza le forze. Non appena prese la decisione di alzarsi,
udì un rumore forte, come di pietra contro pietra, ed una
calda
luce tremolante entrò come pioggia attraverso le ciglia
appena
socchiuse.
Samantha
aprì gli occhi,
facendosi schermò con un braccio, in attesa che le pupille
si
abituassero al cambio dell’intensità luminosa, e
si
tirò a sedere e si guardò intorno sospettosa: era
in una
sala circolare di medie dimensioni illuminata da alcune torce, al
centro c’era l’enorme sarcofago d’oro in
cui
l’avevano posta.
"Vuol dire che sono…
morta?",
si chiese ravviandosi i capelli, confusa. Scosse la testa e decise che
in fondo non era poi così importante, anzi, si
congratulò
con se stessa per aver mantenuto la promessa fatta al Goa’uld
– anche se ancora una volta si ritrovò a pensare
che Jack
l’avrebbe ammazzata con le sue mani una volta che
gliel’avesse comunicato… dura la vita di un
subordinato
del colonnello O’Neill!
Una volta sicura di
aver
riacquistato in pieno le sue facoltà motorie,
saltò fuori
dal sarcofago e mosse qualche passo per sgranchirsi le gambe; girando
la leva che aveva la forma di un tuono richiuse le ante del prezioso
quanto pericoloso marchingegno Goa’uld, dirigendosi poi verso
l’entrata sbirciando fuori per accertarsi di essere sola e
quindi
di svignarsela… almeno fino all’hangar. Non
c’erano
guardie in giro, ciò significava che molto probabilmente
aveva
interrotto il processo di guarigione prima che fosse completato del
tutto.
Sgusciò
fuori e si diresse
silenziosa fino alla fine del corridoio, fermandosi e tendendo
l’orecchio quando udì il rumore familiare di
un’armatura metallica in avvicinamento: Jaffa nemico, ergo
un’arma da poter rubare. Si schiacciò contro il
muro
dorato trattenendo il fiato e, non appena la punta dello stivale nemico
spuntò da dietro l’angolo, sferrò un
potente calcio
che finì precisamente sul naso del guerriero, finito poi da
una
gomitata alla base del collo – data non appena la vittima di
era
piegata in avanti per il dolore – che lo spedì
direttamente tra le braccia di Morfeo.
« Mi
dispiace per te »,
borbottò Sam, sbuffando e trascinando il nemico inerte fin
dentro la stanza del sarcofago e privandolo dello
zatt’nel’kum, « Tendo ad arrabbiarmi
parecchio quando
mi torturano! ».
Contrariamente alle
sue più
rosee aspettative, non incontrò quasi nessuno ed ogni
qualvolta
un nemico spuntasse sulla sua strada riuscì a nascondersi in
tempo, arrivando fino a meno di due corridoi di distanza dalla sua meta
primaria, ma improvvisamente le si pararono davanti alcuni Jaffa con le
lance in resta. Riuscì a colpirne un paio, però
giunse
alle sue spalle un altro manipolo di guerrieri.
«
Tal’bet! Getta la tua arma! », intimò
uno di loro puntandole minacciosamente contro la sua lancia.
Riconoscendo la
propria sconfitta e
constatando velocemente che non c’era via d’uscita,
Sam
lasciò cadere a terra lo zatt e alzò le mani,
stringendo
i denti per la rabbia e la frustrazione. "Maledizione!".
« I miei
complimenti,
maggiore Carter », la canzonò
quell’odiosa voce
metallica, accompagnata da un leggero applauso, « Ci hai
messo
meno tempo di quanto avevo previsto a riprenderti nel sarcofago
».
Apu Illapu
arrivò a passo
lento e misurato, facendosi largo tra i suoi Jaffa – che si
spostarono inchinando rispettosamente la testa – e parandosi
di
fronte a lei. « Davvero brava », ripeté
con un
ultimo battito di mani. Inaspettatamente, le mollò un
ceffone in
pieno viso, tanto forte da farla barcollare. Ancora frastornata, Sam
sentì un sapore metallico in bocca e si tastò
appena il
labbro inferiore, scoprendolo rotto e sanguinante.
Senza darle il tempo
di reagire, il
Goa’uld le afferrò violentemente i capelli dietro
la nuca
di modo che non sfuggisse alla sua ira, strattonandola con rabbia.
« Non osare
mai più
mancarmi di rispetto!! », urlò infuriato con gli
occhi
lampeggianti, torreggiando minaccioso su di lei, « Non ti
permetterò di sfidarmi nuovamente, femmina!! ».
Sam fu attraversata da
un brivido,
spaventata dalla rabbia per lo smacco subito che esplodevano negli
occhi di Illapu, ma fu solo per un attimo e sostenne il suo sguardo
senza avere la benché minima intenzione di dargliela vinta.
Ancora più frustrato alla vista di quegli occhi tanto
limpidi da
dimostrare chiaramente che non era nascosta alcuna paura sul fondo, il
Goa’uld, stufo marcio di attendere oltre, decise di passare
alle
"maniere forti".
Lasciò
andare Samantha con
un violento strattone che la fece cadere sul pavimento, sibilando
irritato con una strana luce negli occhi: « Orai vedrai, maggiore.
Sono stanco di giocare ». Si rivolse nella loro misteriosa
lingua
ad uno dei Jaffa impartendo quelli che sembravano ordini precisi e
dettagliati, dopodiché il guerriero partì di gran
carriera precedendoli.
Due Jaffa costrinsero
Carter ad
alzarsi e scortarono poi lei ed Illapu lungo i corridoi. Sam si
massaggiò il volto nel punto in cui il suo carceriere
l’aveva colpita, notando al contempo che il sarcofago aveva
eliminato il profondo taglio sulla guancia lasciando solo un leggero
graffio… almeno aveva evitato di sfregiarsi.
Proseguì a
testa bassa, ignorando completamente tutto ciò che aveva
intorno, rassegnata anche al fatto di non avere ormai neanche la
più remota possibilità di fuggire contando
unicamente
sulle proprie forze: era palese che il Goa’uld
l’avrebbe
tenuta sotto sorveglianza ventiquattro ore su ventiquattro.
Lasciò che propria mente vagasse lontano da quel palazzo, da
quel pianeta e da quella parte di galassia, atterrando sulla Terra e
più precisamente nell’ex-base missilistica del
Monte
Cheyenne. Chissà cosa stavano facendo i suoi compagni, se
erano
preoccupati per lei, se erano almeno riusciti a localizzare il
pianeta… chissà cosa stava facendo Jack. Senza
saperne il
perché, le balenò in mente un’immagine
di lui seduto al
loro tavolo in mensa, intento a mangiare una fetta della sua torta
preferita mentre leggeva distrattamente un rapporto… a
giudicare
dalla confusione nei suoi occhi e la fronte corrugata,
probabilmente
si trattava di uno dei suoi. Si chiese con un moto di tristezza quando
e se avrebbe potuto rivederlo di nuovo.
Le sue riflessioni
vennero
bruscamente interrotte da uno strattone di Illapu che quasi la
lanciò nella ormai familiare Sala delle Torture, dritta tra
le
grandi mani del Jaffa aguzzino che l’assicurò alle
catene.
I polsi piagati, che non erano riusciti a guarire bene, protestarono
inviando fitte di dolore al cervello. Le ignorò
completamente,
concentrandosi sulla figura del suo carceriere che stava versando in
una coppa un liquido denso e scuro come sangue. Sperò
vivamente
di sbagliarsi.
« Dimmi, maggiore,
hai mai sentito parlare del Sangue di Sokar? », chiese il
Goa’uld sollevando lo sguardo su di lei mentre le accennava
un
piccolo brindisi. « Certo che sì, sei stata ospite
del suo
creatore, no? Sappi che uno dei suoi ex-Jaffa milita tra le mie truppe
e mi ha passato la "ricetta" del Sangue… sono molto curioso
di
provarlo ». Si avvicinò lentamente e
ghignò:
« Sentiti onorata: sarai la mia cavia ».
Quando il possente
Jaffa
accostò la coppa alle sue labbra, Sam le serrò
con forza
ed al contempo arricciò il naso per l’odore acre
che si
sprigionava dal Sangue. Alla fine dovettero costringerla facendole
ingoiare a forza la bevanda amara. Sam tossì cercando di
risputare più liquido possibile, ma ormai buona parte di
quella
roba era entrata nel suo organismo. E già cominciava a fare
effetto.
Sentì le
ginocchia cedere e
la vista annebbiarsi. Chiuse un momento gli occhi e quando li
riaprì si trovò nel bel mezzo della sala
controllo
dell’SGC. Era coperta di macerie, con i computer distrutti e
fumanti mentre drappelli di Jaffa uscivano continuamente dal tunnel
spaziale. Sulle prime era incapace di muoversi, poi finalmente si
decise cambiare scenario e scese velocemente le scale che portavano al
corridoio. Era tutto molto confuso e sfocato, la sua mente continuava a
ripeterle che tutto questo non era reale e quindi la visione faticava a
prendere il controllo su di lei… ma le sensazioni erano
così terribilmente vere e forti. Tanto vere e forti che,
anche
sapendo che era tutta un’illusione, quando lo vide accasciato
contro una parete con una tremenda ferita all’addome, non
poté fare a meno di dimenticarsi di ogni altra cosa, anche
della
falsità di ciò che stava vedendo, correndo
accanto a lui.
«
Colonnello?! Colonnello
O’Neill, mi sente?! », chiamò disperata.
Non
ottenendo risposta, si chinò sul suo petto, animata da una
flebile quanto sciocca speranza. Niente, dal suo cuore non proveniva
alcun suono.
«
Jack… »,
mormorò sfiorandogli una guancia sporca di sangue e polvere.
Tentò inutilmente di ricacciare indietro quelle stupide
lacrime
che le pungevano gli occhi, cercando di convincersi che tutto
ciò non era reale. Non era facile ragionare compostamente
quando
c’era lui di mezzo, fosse in carne e ossa o solamente una
proiezione mentale.
« Puoi
evitare tutto questo
», le disse la voce metallica di Apu Illapu riportandola
bruscamente alla realtà. Le lacrime non erano solo una sua
immaginazione. Stava piangendo davvero.
« Se non hai
il codice
dell’iride non puoi fare niente! »,
gridò Sam,
infuriata per ciò che l’aveva costretta a vivere.
«
Non potrai far del male a nessuno di loro! ».
La testa riprese a
girarle
vorticosamente e di nuovo il ghigno beffardo del Gao’uld
scomparve alla sua vista. Si ritrovò nella sua vecchia casa,
intenta a sfornare una teglia di biscotti.
No, non voleva
rivivere quel giorno ancora
una volta.
Basta, ne aveva abbastanza! Non voleva più rivedere gli
occhi di
suo padre, non voleva più ritrovarsi davanti alla bara di
sua
madre … agli incubi sulla sua morte si erano aggiunti quelli
sul
passato di Jolinar, basta!
Ma anche questa volta
come le
successive, non poté impedire alle visioni di spedirla da un
mondo all’altro, da un dolore ad un altro senza sosta, senza
riposo…
***
17 aprile 2009
Angolo
dell’autrice!!!
Ok, questo capitolo
è stato
un parto! Porca vacca che fatica… e la cosa bella (o per
meglio
dire brutta) è che neanche mi convince più di
tanto
*yeee*! Cercherò di postare il prossimo il più
presto possibile!
Ora vi spiego:
praticamente mi sono
fatta uno specchietto con i vari argomenti da trattare per capitolo,
solo che arrivata a questo non sapevo se finirlo come avevo ideato
all’inizio oppure attaccarci un pezzo del chap
seguente…
solo che poi mi saltava tutto!! Che disastro .-.
Alla fine
l’ho fatto come
l’avevo ideato XD Infatti è venuto leggermente
più
lungo dei precedenti, e credo che il prossimo lo sarà ancora
di
più… "contente"?
Perdonate
l’imperdonabile ritardo! Sorrysorrysorrysorrysorry!!!
RecenZioni:
- Jolinar:
io mi aggrego al pranzo con la truppa, tu vieni? Così
distraiamo
Daniel e Teal’c lasciando Sam e Jack soli soletti XD!!! Cosa
ne
pensi di questo capitolo? Uh, don’t worry, il prossimo
è
un po’ più movimentato!
- borboletta: la cavalleria parte nel
prossimo capitolo, tranquilla, devono solo riparare la tromba x3!!
- Najara: beh, Sam ci ha provato a
scappare XD Ma tocca al principe azzurro partire a cavallo, no?
- kloe2004:
ciao kloo!!! Quanto tempo è che non ci sentiamo? Mi sa che
sei
un po’ impegnata con l’università, eh?
Questo
capitolo non mi entusiasma molto, ma la scena del Sangue la dovevo
mettere! Perdonami!
- ilaria8: ehm, la svolta definitiva
arriva nel prossimo capitolo… non mi uccidi, vero? Almeno
Sammy è viva ^O^
- sam93: ma io adoro torturare la
gente, ve l’avevo detto XD!!! Scusa il capitolo molto
probabilmente noioso ç_ç
- 23jo:
ed ecco un altro capitolo che non mi convince… ma dopotutto
avevo dedicato quasi tre capitoli a Jack e volevo concentrami anche su
Sam. L’ho fatta un po’ più "dolce" in
questo chap, contenta?
Bacione a kae che leggerà in
ritardo *smak smak* e a mary_poppins
che si è operato di tonsille *lancia ghiaccioli*
Uuuhhh *w*, i
Preferiti sono saliti a 8!! Grazie a iris81,
l’ottava adepta: benvenuta nella mia modesta ficcy ^w^
Un’ultima
cosa, poi vi lascio andare
Questa storia, la mia
prima a
capitoli sull’SG-1, per me molto importante, è
dedicata
alle mie Gelatine Blu / Sorelle Maggiori, ma anche ad una persona a cui
tengo moltissimo e che ormai se ne sta andando.
Nonna, ti voglio un
bene
dell’anima e speravo davvero tanto che tu mi vedessi
diplomata… ma da come stanno andando le cose, non credo che
ce
la faremo ad arrivare insieme a quel traguardo. Non sono certo
perfetta, e so di averti fatto arrabbiare spesso, ma sappi che quando
te ne andrai se ne andrà anche una parte di me. Ti voglio
bene,
sul serio.
Bacioni, GiuLs
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