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Autore: najaran    17/04/2009    7 recensioni
(SG-1) Una normale missione di salvataggio, il trasferimento di un piccolo villaggio... come sempre, ciò che sembra semplice porta a conseguenze devastanti
Genere: Romantico, Triste, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack O'Neill, Samantha 'Sam' Carter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo X

A poco a poco, con suo immenso stupore, tornò a percepire il mondo attorno a se, sentì di nuovo la presenza fisica del suo corpo, chiedendosi se quello fosse davvero l’al di là, comparando sorpresa quella sensazione di leggerezza, l’ultima che riuscisse a ricordare, con ciò che stava provando in quel momento, una sorta di… rinascita?
Stanca di quelle riflessioni che forzavano la mente ancora intorpidita, calò in una sorta di sonno vigile che interruppe non appena sentì di aver recuperato a sufficienza le forze. Non appena prese la decisione di alzarsi, udì un rumore forte, come di pietra contro pietra, ed una calda luce tremolante entrò come pioggia attraverso le ciglia appena socchiuse.
Samantha aprì gli occhi, facendosi schermò con un braccio, in attesa che le pupille si abituassero al cambio dell’intensità luminosa, e si tirò a sedere e si guardò intorno sospettosa: era in una sala circolare di medie dimensioni illuminata da alcune torce, al centro c’era l’enorme sarcofago d’oro in cui l’avevano posta.
"Vuol dire che sono… morta?", si chiese ravviandosi i capelli, confusa. Scosse la testa e decise che in fondo non era poi così importante, anzi, si congratulò con se stessa per aver mantenuto la promessa fatta al Goa’uld – anche se ancora una volta si ritrovò a pensare che Jack l’avrebbe ammazzata con le sue mani una volta che gliel’avesse comunicato… dura la vita di un subordinato del colonnello O’Neill!
Una volta sicura di aver riacquistato in pieno le sue facoltà motorie, saltò fuori dal sarcofago e mosse qualche passo per sgranchirsi le gambe; girando la leva che aveva la forma di un tuono richiuse le ante del prezioso quanto pericoloso marchingegno Goa’uld, dirigendosi poi verso l’entrata sbirciando fuori per accertarsi di essere sola e quindi di svignarsela… almeno fino all’hangar. Non c’erano guardie in giro, ciò significava che molto probabilmente aveva interrotto il processo di guarigione prima che fosse completato del tutto.
Sgusciò fuori e si diresse silenziosa fino alla fine del corridoio, fermandosi e tendendo l’orecchio quando udì il rumore familiare di un’armatura metallica in avvicinamento: Jaffa nemico, ergo un’arma da poter rubare. Si schiacciò contro il muro dorato trattenendo il fiato e, non appena la punta dello stivale nemico spuntò da dietro l’angolo, sferrò un potente calcio che finì precisamente sul naso del guerriero, finito poi da una gomitata alla base del collo – data non appena la vittima di era piegata in avanti per il dolore – che lo spedì direttamente tra le braccia di Morfeo.
« Mi dispiace per te », borbottò Sam, sbuffando e trascinando il nemico inerte fin dentro la stanza del sarcofago e privandolo dello zatt’nel’kum, « Tendo ad arrabbiarmi parecchio quando mi torturano! ».

Contrariamente alle sue più rosee aspettative, non incontrò quasi nessuno ed ogni qualvolta un nemico spuntasse sulla sua strada riuscì a nascondersi in tempo, arrivando fino a meno di due corridoi di distanza dalla sua meta primaria, ma improvvisamente le si pararono davanti alcuni Jaffa con le lance in resta. Riuscì a colpirne un paio, però giunse alle sue spalle un altro manipolo di guerrieri.
« Tal’bet! Getta la tua arma! », intimò uno di loro puntandole minacciosamente contro la sua lancia.
Riconoscendo la propria sconfitta e constatando velocemente che non c’era via d’uscita, Sam lasciò cadere a terra lo zatt e alzò le mani, stringendo i denti per la rabbia e la frustrazione. "Maledizione!".
« I miei complimenti, maggiore Carter », la canzonò quell’odiosa voce metallica, accompagnata da un leggero applauso, « Ci hai messo meno tempo di quanto avevo previsto a riprenderti nel sarcofago ».
Apu Illapu arrivò a passo lento e misurato, facendosi largo tra i suoi Jaffa – che si spostarono inchinando rispettosamente la testa – e parandosi di fronte a lei. « Davvero brava », ripeté con un ultimo battito di mani. Inaspettatamente, le mollò un ceffone in pieno viso, tanto forte da farla barcollare. Ancora frastornata, Sam sentì un sapore metallico in bocca e si tastò appena il labbro inferiore, scoprendolo rotto e sanguinante.
Senza darle il tempo di reagire, il Goa’uld le afferrò violentemente i capelli dietro la nuca di modo che non sfuggisse alla sua ira, strattonandola con rabbia.
« Non osare mai più mancarmi di rispetto!! », urlò infuriato con gli occhi lampeggianti, torreggiando minaccioso su di lei, « Non ti permetterò di sfidarmi nuovamente, femmina!! ».
Sam fu attraversata da un brivido, spaventata dalla rabbia per lo smacco subito che esplodevano negli occhi di Illapu, ma fu solo per un attimo e sostenne il suo sguardo senza avere la benché minima intenzione di dargliela vinta. Ancora più frustrato alla vista di quegli occhi tanto limpidi da dimostrare chiaramente che non era nascosta alcuna paura sul fondo, il Goa’uld, stufo marcio di attendere oltre, decise di passare alle "maniere forti".
Lasciò andare Samantha con un violento strattone che la fece cadere sul pavimento, sibilando irritato con una strana luce negli occhi: « Orai vedrai, maggiore. Sono stanco di giocare ». Si rivolse nella loro misteriosa lingua ad uno dei Jaffa impartendo quelli che sembravano ordini precisi e dettagliati, dopodiché il guerriero partì di gran carriera precedendoli.
Due Jaffa costrinsero Carter ad alzarsi e scortarono poi lei ed Illapu lungo i corridoi. Sam si massaggiò il volto nel punto in cui il suo carceriere l’aveva colpita, notando al contempo che il sarcofago aveva eliminato il profondo taglio sulla guancia lasciando solo un leggero graffio… almeno aveva evitato di sfregiarsi. Proseguì a testa bassa, ignorando completamente tutto ciò che aveva intorno, rassegnata anche al fatto di non avere ormai neanche la più remota possibilità di fuggire contando unicamente sulle proprie forze: era palese che il Goa’uld l’avrebbe tenuta sotto sorveglianza ventiquattro ore su ventiquattro. Lasciò che propria mente vagasse lontano da quel palazzo, da quel pianeta e da quella parte di galassia, atterrando sulla Terra e più precisamente nell’ex-base missilistica del Monte Cheyenne. Chissà cosa stavano facendo i suoi compagni, se erano preoccupati per lei, se erano almeno riusciti a localizzare il pianeta… chissà cosa stava facendo Jack. Senza saperne il perché, le balenò in mente un’immagine di lui seduto al loro tavolo in mensa, intento a mangiare una fetta della sua torta preferita mentre leggeva distrattamente un rapporto… a giudicare dalla confusione nei suoi occhi e la fronte corrugata, probabilmente si trattava di uno dei suoi. Si chiese con un moto di tristezza quando e se avrebbe potuto rivederlo di nuovo.
Le sue riflessioni vennero bruscamente interrotte da uno strattone di Illapu che quasi la lanciò nella ormai familiare Sala delle Torture, dritta tra le grandi mani del Jaffa aguzzino che l’assicurò alle catene. I polsi piagati, che non erano riusciti a guarire bene, protestarono inviando fitte di dolore al cervello. Le ignorò completamente, concentrandosi sulla figura del suo carceriere che stava versando in una coppa un liquido denso e scuro come sangue. Sperò vivamente di sbagliarsi.
« Dimmi, maggiore, hai mai sentito parlare del Sangue di Sokar? », chiese il Goa’uld sollevando lo sguardo su di lei mentre le accennava un piccolo brindisi. « Certo che sì, sei stata ospite del suo creatore, no? Sappi che uno dei suoi ex-Jaffa milita tra le mie truppe e mi ha passato la "ricetta" del Sangue… sono molto curioso di provarlo ». Si avvicinò lentamente e ghignò: « Sentiti onorata: sarai la mia cavia ».
Quando il possente Jaffa accostò la coppa alle sue labbra, Sam le serrò con forza ed al contempo arricciò il naso per l’odore acre che si sprigionava dal Sangue. Alla fine dovettero costringerla facendole ingoiare a forza la bevanda amara. Sam tossì cercando di risputare più liquido possibile, ma ormai buona parte di quella roba era entrata nel suo organismo. E già cominciava a fare effetto.
Sentì le ginocchia cedere e la vista annebbiarsi. Chiuse un momento gli occhi e quando li riaprì si trovò nel bel mezzo della sala controllo dell’SGC. Era coperta di macerie, con i computer distrutti e fumanti mentre drappelli di Jaffa uscivano continuamente dal tunnel spaziale. Sulle prime era incapace di muoversi, poi finalmente si decise cambiare scenario e scese velocemente le scale che portavano al corridoio. Era tutto molto confuso e sfocato, la sua mente continuava a ripeterle che tutto questo non era reale e quindi la visione faticava a prendere il controllo su di lei… ma le sensazioni erano così terribilmente vere e forti. Tanto vere e forti che, anche sapendo che era tutta un’illusione, quando lo vide accasciato contro una parete con una tremenda ferita all’addome, non poté fare a meno di dimenticarsi di ogni altra cosa, anche della falsità di ciò che stava vedendo, correndo accanto a lui.
« Colonnello?! Colonnello O’Neill, mi sente?! », chiamò disperata. Non ottenendo risposta, si chinò sul suo petto, animata da una flebile quanto sciocca speranza. Niente, dal suo cuore non proveniva alcun suono.
« Jack… », mormorò sfiorandogli una guancia sporca di sangue e polvere. Tentò inutilmente di ricacciare indietro quelle stupide lacrime che le pungevano gli occhi, cercando di convincersi che tutto ciò non era reale. Non era facile ragionare compostamente quando c’era lui di mezzo, fosse in carne e ossa o solamente una proiezione mentale.
« Puoi evitare tutto questo », le disse la voce metallica di Apu Illapu riportandola bruscamente alla realtà. Le lacrime non erano solo una sua immaginazione. Stava piangendo davvero.
« Se non hai il codice dell’iride non puoi fare niente! », gridò Sam, infuriata per ciò che l’aveva costretta a vivere. « Non potrai far del male a nessuno di loro! ».
La testa riprese a girarle vorticosamente e di nuovo il ghigno beffardo del Gao’uld scomparve alla sua vista. Si ritrovò nella sua vecchia casa, intenta a sfornare una teglia di biscotti.
No, non voleva rivivere quel giorno ancora una volta. Basta, ne aveva abbastanza! Non voleva più rivedere gli occhi di suo padre, non voleva più ritrovarsi davanti alla bara di sua madre … agli incubi sulla sua morte si erano aggiunti quelli sul passato di Jolinar, basta!
Ma anche questa volta come le successive, non poté impedire alle visioni di spedirla da un mondo all’altro, da un dolore ad un altro senza sosta, senza riposo…

***

17 aprile 2009
Angolo dell’autrice!!!

Ok, questo capitolo è stato un parto! Porca vacca che fatica… e la cosa bella (o per meglio dire brutta) è che neanche mi convince più di tanto *yeee*! Cercherò di postare il prossimo il più presto possibile!
Ora vi spiego: praticamente mi sono fatta uno specchietto con i vari argomenti da trattare per capitolo, solo che arrivata a questo non sapevo se finirlo come avevo ideato all’inizio oppure attaccarci un pezzo del chap seguente… solo che poi mi saltava tutto!! Che disastro .-.
Alla fine l’ho fatto come l’avevo ideato XD Infatti è venuto leggermente più lungo dei precedenti, e credo che il prossimo lo sarà ancora di più… "contente"?

Perdonate l’imperdonabile ritardo! Sorrysorrysorrysorrysorry!!!

RecenZioni:

Jolinar: io mi aggrego al pranzo con la truppa, tu vieni? Così distraiamo Daniel e Teal’c lasciando Sam e Jack soli soletti XD!!! Cosa ne pensi di questo capitolo? Uh, don’t worry, il prossimo è un po’ più movimentato!
borboletta: la cavalleria parte nel prossimo capitolo, tranquilla, devono solo riparare la tromba x3!!
Najara: beh, Sam ci ha provato a scappare XD Ma tocca al principe azzurro partire a cavallo, no?
kloe2004: ciao kloo!!! Quanto tempo è che non ci sentiamo? Mi sa che sei un po’ impegnata con l’università, eh? Questo capitolo non mi entusiasma molto, ma la scena del Sangue la dovevo mettere! Perdonami!
ilaria8: ehm, la svolta definitiva arriva nel prossimo capitolo… non mi uccidi, vero? Almeno Sammy è viva ^O^
sam93: ma io adoro torturare la gente, ve l’avevo detto XD!!! Scusa il capitolo molto probabilmente noioso ç_ç
23jo: ed ecco un altro capitolo che non mi convince… ma dopotutto avevo dedicato quasi tre capitoli a Jack e volevo concentrami anche su Sam. L’ho fatta un po’ più "dolce" in questo chap, contenta?

Bacione a kae che leggerà in ritardo *smak smak* e a mary_poppins che si è operato di tonsille *lancia ghiaccioli*

Uuuhhh *w*, i Preferiti sono saliti a 8!! Grazie a iris81, l’ottava adepta: benvenuta nella mia modesta ficcy ^w^

Un’ultima cosa, poi vi lascio andare
Questa storia, la mia prima a capitoli sull’SG-1, per me molto importante, è dedicata alle mie Gelatine Blu / Sorelle Maggiori, ma anche ad una persona a cui tengo moltissimo e che ormai se ne sta andando.
Nonna, ti voglio un bene dell’anima e speravo davvero tanto che tu mi vedessi diplomata… ma da come stanno andando le cose, non credo che ce la faremo ad arrivare insieme a quel traguardo. Non sono certo perfetta, e so di averti fatto arrabbiare spesso, ma sappi che quando te ne andrai se ne andrà anche una parte di me. Ti voglio bene, sul serio.

Bacioni, GiuLs
   
 
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