Padre, secondo te, esistiamo? di tilia (/viewuser.php?uid=175340)
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Esistiamo-ch7 (nn corretta)
La mia famiglia non si tocca
Non
c'è niente che ti rende più folle del vivere in
una
famiglia. O più felice. O più esasperato. O
più...sicuro.
[Jim Butcher]
Morton continuò a parlare e parlare. In qualche modo lo
spavento aveva sciolto la sua lingua ancora più del normale.
Raccontò incurante del totale disinteressamento dei suoi
fratelli, le sue personalissime avventure nei sotterranei. Aggiungendo
ogni volta sempre più particolari inediti, fino ad arrivare
ad una motosega, la quale non si sapeva bene come era arrivata nelle
mani di Iggy.
Larry lo
guardò annoiato, ormai era passato parecchio tempo da quando
aveva lasciato i suoi fratelli nel laboratorio.
"Adesso basta, cazzo!"
sbottò Roy alzandosi di scatto e avvicinandosi
minacciosamente al chiacchierone, aggiunse: "Taci."
"Ma..."
"Chiudi quella fottuta
bocca!" Ringhiò senza ammettere repliche. Mantenne un tono
basso per non farsi sentire dalla
principessa.
Se di solito aveva poca pazienza, quando si arrivava a parlare di
Morton ne riusciva ad avere ancora meno. Nonostante il loro rapporto
fosse buono -condividevano
molte passioni, fra le quali la lotta-, non sopportava quando il minore
parlava a ruota libera, e non era il solo a pensarla in quel modo.
Finalmente, il chiacchierone ammutolì e Larry
tirò un
sospiro di sollievo. Roy gli faceva sempre
scherzi -di pessimo gusto-, ma quella volta lo ringraziò con
una muta
occhiata. Il penultimo genito iniziava ad avere mal di testa.
Si guardò
intorno e notò come Wendy si stesse divertendo. Era proprio
felice quella sera, non l'aveva mai vista sorridere così
radiosa.
Doveva essere dura per lei vivere solo con maschi. Larry la
comprendeva: per una volta aveva
l'occasione di parlare di trucchi, smalti e vestiti, senza ricevere
sbadigli come risposte.
Peach sembrava molto partecipe. Wendy si stava
rivelando sorprendentemente una vera esperta nel campo della moda,
anche se ogni tanto un velo di
mascolinità trapelava nel suo modo di esprimersi.
Anche Bowser osservava la sua unica figlia con un misto di
stupore e orgoglio. Non
capiva una sola parola di quello che si stessero dicendo, ma era una
gioia vedere le sue due principesse così felici.
Perché
Wendy era la sua unica figliola, la sua piccola principessina.
Esasperante, ma adorabile, in mezzo a tutti i fratelli che si
ritrovava. Stavano parlando come se si conoscessero da sempre, come
amiche o
confidenti. Wendy appariva davvero felice.
Mario a suo fianco -il nano non aveva voluto sentire ragioni, per
controllarlo meglio si era seduto accanto a lui, aveva una gran voglia
di incenerirlo!- seguiva distrattamente il discorso, e ogni tanto
sospirava annoiato.
"Tu ci capisci qualcosa?" chiese improvvisamente l'idraulico, alzando
lo sguardo verso la sua nemesi. Aveva notato il suo interesse
nell'interazione fra i due.
"No" ammise."Tu?"
Non aveva sentito il dovere di chiamarlo con soprannomi. Gli occhi
azzurri di Mario si posarono per un secondo sulle due
ragazze e scrollò le spalle. Non lo aveva mai
visto
così annoiato e poco partecipe a qualcosa. Pareva proprio,
che
quei discorsi non gli piacessero.
"No, non mi sono mai interessato alla moda..." sospirò
alludendo con un gesto distratto alla sua uniforme da idraulico.
Evidentemente,
pensò sogghignando Bowser. Non fece commenti in
merito, perchè in quel momento erano sulla stessa barca.
"Meglio lo sport." Ridacchiò il sovrano appoggiando la testa
sul
palmo della mano aperto. Mario fu quasi del tutto certo di averlo
già visto da qualche parte quel comportamento durante la
serata, ma
assentì.
"Che avreste fatto questa sera?" domandò improvvisamente
Bowser,
provando un leggero senso di rabbia. Se non avesse tentato
di rapire Peach, era sicuro: lei e l'idraulico avrebbero passato il
Natale insieme.
"Intendi, se non ti fossi messo in mezzo, come tuo solito?" chiese
Mario,
roteando gli occhi e girandosi a guardarlo finalmente negli occhi.
"Io volevo rapire Peach, non te." sottolineò, piccato.
Non aveva alcun interesse per lui. Figuriamoci, se volesse
passare più tempo con chi solitamente lo buttava nella lava!
"E, secondo te, sarei rimasto a guardare?" chiese sarcastico
l'idraulico, appoggiandosi stancamente allo schienale della sedia.
"Magari!" rispose a tono.
Mario gli lanciò un occhiataccia, ma sospirò:
"Comunque,
saremmo andati a prendere la principessa Daisy, mio fratello e avremmo
passato il Natale insieme."
Bowser in qualche modo ne fu rassicurato. Non sarebbero stati solo lui
e Peach, ma ci sarebbero stati anche gli altri due. Si concesse di
rilassarsi.
"Toglimi una curiosità" iniziò, improvvisamente,
l'idraulico. "Perché non hai passato il Natale con la tua
famiglia?"
Il sovrano rimase un attimo soprappensiero, ma
alla fine scrollò le gigantesche spalle e rispose: "Mi
annoiavo, così ho cambiato un po' la
solita routine."
Mario corrugò le sopracciglia e si staccò dallo
schienale."Ti sembra una buona motivazione?"
"Sì" ribatté spavaldo Bowser. Per la prima volta
in vita
sua, però, non aveva alcuna voglia di litigare.
Ritornò
ad osservare il tavolo e si accorse che mancava qualcuno. Non aveva
prestato molta attenzione al resto dei suoi figli durante il corso
della serata. Il fatto che Peach fosse presente, lo aveva totalmente
preso. Contò con un piccolo sbuffo i suoi figli.
Lemmy c'era, stava ridacchiando e giocando con il suo pallone,
nonostante tutte le volte gli avesse detto di non farlo a
tavola.
A fianco c'era Larry, che sembrava annoiando e si guardava intorno,
probabilmente in cerca di qualcosa di divertente. Wendy parlava con
Peach, mentre Morton aveva ripreso a parlare con Roy, anche se sembrava
più che il
maggiore
stesse tentando di zittirlo,piuttosto di ascoltarlo. Cercò
istintivamente Iggy intento in chissà quale assurda
invenzione,
ma non lo trovò.
Si accorse che mancavano lui e Ludwig. Eppure, il maggiore avrebbe
dovuto dare il buon esempio e rimanere a
tavola.
Bowser s'irritò leggermente, non riusciva proprio a
capire cosa passasse per la testa del primo genito. Aveva persino
inghiottito il suo orgoglio e aveva chiesto a Kamek
consiglio,
perché doveva ammetterlo: lui passava più tempo
con i
suoi figli. Quello stregone da strapazzo che cosa gli aveva risposto?
Tutta colpa dell'adolescenza... e una certa dose d'incomprensione da
parte di entrambi.
Insomma, non aveva concluso nulla.
"Non hai pensato, non sia normale andare in giro a
rapire la gente?" chiese Mario tutto ad un tratto, ancora preso dal
discorso precedente.
"Sono un sovrano e ho bisogno di una regina, non ci vedo nulla di male
nel prelevarne una dai regni confinanti e, si da il caso, quello dei
Funghi sia il più vicino, con una principessa abbastanza
graziosa da soddisfare le mie richieste." Concluse stizzito sbuffando
una nuvoletta di fumo dalle narici. Era decisamente convinto che se
l'idraulico non si fosse messo in mezzo, a quell'ora Peach sarebbe
stata sua moglie e sarebbero stati felici e contenti nel loro palazzo.
"Sei senza speranza." Sbuffò Mario schiaffandosi una mano
sulla
fronte in segno di rassegnazione, Bowser non sarebbe mai cambiato.
"Lo prenderò come un complimento" ringhiò di
risposta, continuando a cercare i suoi figli mancanti, non voleva
rovinassero la cena con qualche loro solito pasticcio, specialmente si
preoccupava di Iggy.
"Perché crei problemi agli altri? Non ne hai già
abbastanza qui?" continuò l'idraulico iniziando a stancarsi
del
comportamento egocentrico dell'altro.
"Che vorresti insinuare?"
"Guardati attorno, mi sembra che questi scalmanati ti diano
già
abbastanza noie, perché vieni da noi a creare altro caos?
Cos'è, ti devi sfogare?" ribatté Mario alzandosi
in
piedi.
"In questo momento, non hai idea di quanto mi vorrei sfogare su di te,
Nano Baffuto!" ringhiò il drago sovrastandolo con tutta la
sua
stazza. "Rimangiati ciò che hai detto! Questi scalmanati,
come
li
chiami tu, sono la mia
famiglia e
guai a te, se ripeti una cosa del
genere, chiaro? Sì, a volte sono talmente pestiferi, che
vorrei
strangolarli uno ad uno, ma sono comunque la mia famiglia!"
completò il discorso eruttando una violenta fiammata sul
terreno
e sbatté un pugno sul tavolo.
Tutti nella stanza si zittirono. Peach si alzò preoccupata,
aveva paura
potessero iniziare a picchiarsi, ma non fu così, anzi Bowser
fu
il primo a risedersi di schianto. Mario lo guardò,
improvvisamente vergognandosi di quello che aveva insinuato.
Era più che
evidente: il sovrano teneva ai suoi figli, più di quanto non
dimostrasse.
"Ok, va bene" annuì seguendo la sua nemesi. "Questa volta
è colpa mia." ammise, alzando la mano e abbassando la testa.
Wendy guardò il sovrano e si mordicchiò il
labbro, non
aveva seguito il loro discorso, ma aveva capito la parola "famiglia",
pronunciata con rabbia. Erano loro la causa della sua ira?
"Che strano" bisbigliò Iggy intanto da dietro una tenda,
"Avrei giurato che stesse per esplodere pochi secondi fa..."
"Dacci un taglio con quell'aggeggio ed usciamo da qui!"
sbottò,
invece, Ludwig divincolandosi dal tessuto.
Aveva dovuto assecondare la
follia del fratello. Si erano nascosti dietro al tendaggio
per potersi
avvicinare di più al sovrano, in modo da capire, se
l'invenzione
portatile del minore per rilevare calore funzionasse. In
poche parole era una
specie di termometro a scanner, nulla di più, ma Iggy ne era
orgoglioso, perchè tutti i macchinari che solitamente
utilizzava erano stati compattati in una piccola scatoletta da tenere
con comodità nelle zampe.
Peccato, che avessero scelto il momento peggiore per
testarla. Avevano anche sentito tutta la discussione fra il
sovrano e Mario.
Ludwig sorrideva, nonostante la pagliacciata di nascondersi dietro le
tende. Era felice, anzi, al settimo cielo, Bowser aveva ammesso di
voler loro del bene! Il suo mal di
testa si era affievolito e non era neanche più
così
stanco.
"No, seriamente. I suoi valori erano schizzati alle stelle, poi di
colpo si sono abbassati!" continuò lo scienziato guardando
il
display della macchinetta, "Non riesco proprio a capire!"
"Toglimi una curiosità, hai ascoltato mezza parola di quello
che
hanno detto?" chiese sarcastico Ludwig, sicuro di una risposta
negativa, che non tardò ad arrivare.
"Perché hanno parlato?" domandò distrattamente,
Iggy
armeggiando con le viti della scatoletta per tentare di aprirla e
controllare tutto fosse a posto.
Il maggiore sospirò rassegnato.
Non appena uscirono dal loro nascondiglio, dovettero passare in punta
di piedi
fino all'altro lato della stanza per far finta, poi d'entrare dalla
porta principale.
Nessuno fece caso a loro, tutti gli occhi erano rivolti
ancora verso il sovrano e l'idraulico, che però si erano
stranamente riseduti senza più fare commenti, ognuno
guardando
in una direzione diversa dall'altro.
Il silenzio era imbarazzante.
Peach guardò l'ora e si accorse che si era fatto
più
tardi di quanto avesse immaginato. La cena era stata così
movimentata
da farle perdere il senso del tempo. Era talmente concentrata su quel
particolare , che non si accorse della ricomparsa dei due
Bowserotti.
La cosa non passò invece inosservata a Morton, il quale si
affrettò a nascondersi dietro Roy.
"Che cazzo
gli è saltato in mente a quel pazzo?" chiese minaccioso a
Ludwig, che si limitò a scrollare le spalle. Il maggiore dei
Bowserotti sapeva che Morton doveva aver ingigantito la faccenda. Roy,
inoltre, lo avrebbe negato fino alla morte, ma era molto protettivo con
i suoi fratelli -soprattutto Wendy-, solo lui doveva aver il diritto di
picchiarli, guai al primo che avesse osato sfiorarli con un artiglio.
"Quante storie per una piccola donazione alla Scienza!"
esclamò
Iggy, roteando gli occhi dietro gli occhiali spessi, ma si nascose a
sua volta dietro a Ludwig.
Il maggiore dei Bowserotti lo ignorò,
trascinò lo scienziato al suo posto,
prima che Morton potesse iniziare a parlare e commentare.
"Ho sonno Lud" bisbigliò Larry, non appena il maggiore gli
fu abbastanza vicino.
"Resisti ancora un attimo."
Ludwig sapeva, che il minore era capace di addormentarsi sul tavolo.
Aveva bisogno di qualcuno, il quale potesse chiedere qualcosa a
Bowser, senza ricevere un "No"come risposta. Sorrise, esisteva una sola
persona, che potesse riuscire in una simile magia.
Tentando di apparire disinvolto si avvicinò alla principessa
Peach.
"Principessa, posso permettermi di chiederle un favore?"
domandò
in modo formale. Tutti i suoi fratelli consideravano Peach un po' come
la loro mamma, ma lui sapeva perfettamente che non lo era.
"Certamente Ludwig!" Sorrise, lei non fingeva di sentirsi a proprio
agio, lei lo era in maniera sincera. Peach era sorpresa, il bowserotto
non aveva parlato molto durante la serata. Sembrava stanco.
Ludwig avvertì il mal di testa farsi di nuovo martellante.
Evitò di emettere uno sbuffo di fumo dalle narici per la
frustrazione. Doveva apparire calmo e rilassato, purtroppo il suo corpo
non lo stava aiutando.
"Potrebbe far terminare questa cena?" chiese, accorgendosi subito di
essere stato troppo rude e sfacciato. Si affrettò ad
aggiunse con un tono più lusinghiero: "Sono sicuro che a lei nostro padre
non dirà di
no..."
Peach lo fissò per un lungo istante. Ludwig temette di aver
esagerato.
"Abbiamo avuto tutti una giornata pesante, vero?" chiese gentilmente.
Il suo sorriso era di comprensione.
Il maggiore si ritrovò ad annuire, colto impreparato
dall'empatia della donna. "Non può neanche immaginare"
Peach ammiccò e sussurrò in tono confidenziale:
"Ci penso io."
Ludwig non seppe dire il motivo, ma a quella dimostrazione di
affettò gretuito si ritrovò le guancie bollenti
dall'imbarazzo.
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Piccolo angolo autrice:
Dunque, questo capitolo è piuttosto corto, diciamo
più di
transizione. Non accade quasi nulla e ammetto che potrebbe
essere
un po' noioso, ma il discorso di Bowser ci tenevo a metterlo in un
capitolo a parte, senza legarlo ad altro. Nei prossimi, ho intenzione
di concludere le vicende, spero di riuscire nel mio progetto! Visti i
miei tempi...
Anche se ammetto che sarà piuttosto difficile,
ormai portare avanti questa storia è diventata un po' la mia
sfida personale.
Che dire?
Non so davvero come ringraziare chi ancora aspetta che io pubblichi un
nuovo capitolo, chi ha recensito e chi ha inserito la mia storia nelle
preferite/ ricordate/ seguite. Davvero, siete dei santi! Un grazie
davvero di cuore a chi è arrivato a leggere fino a qui, a
chi
mi ha aiutato tanto criticandomi in maniera costruttiva e
facendomi notare gli errori.
So di essere ripetitiva, ma sul serio GRAZIE di cuore!
Alla prossima!
Tilia=|=
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