14
Ariell ripensò
a quanto aveva scoperto poco prima e si sentì mancare.
Tutta la sua
vita era basata su una menzogna.
A ben pensarci
fisicamente non somigliava ne a quella che, fin ora, reputava sua
madre, ne a quello che pensava essere suo padre.
Com'era
possibile che non se ne fosse mai accorta, che non avesse mai avuto
il minimo sospetto?
Joyce e Norman
si erano sempre comportati come genitori veri, sempre affettuosi, le
avevano insegnato tutto quel che sapeva ed era a loro che doveva
tutto.
Le lacrime le
velarono gli occhi al ricordo del viso così simile al suo di
Maria.
Si chiese come
sarebbero andate le cose, che persona sarebbe ora se lei non l'avesse
abbandonata.
Scacciò
quel pensiero con un moto di rabbia e si asciugò gli occhi
rudemente.
Non poteva
permettersi di pensare a quella donna che sentiva di odiare, non
l'aveva voluta e doveva considerare una vera e propria fortuna che
due persone meravigliose l'avessero adottata.
Il cuore le si
infiammò di viva rabbia che le esplose nelle vene come lava
incandescente.
L'ormai
consueta scarica di calore all'intero corpo la pervase, guardò
in basso e vide le proprie mani illuminarsi come braci.
Più
pensava a quella donna e più la rabbia cresceva nell'attesa di
esplodere.
L'occhio prese
a pizzicarle dolorosamente e sentì le mani scaldarle la pelle
del ventre dov'erano posate.
Qualcuno bussò
alla porta e Ariell si stese velocemente sul letto nascondendo le
mani sotto al cuscino.
“Avanti.”
disse con voce roca, una voce per nulla simile alla sua.
La figura della
madre si stagliò sull'uscio scrutandola intensamente.
“Ti va di
parlarne?” le chiese titubante.
Ariell scosse
la testa abbassando lo sguardo.
Joyce curvò
le spalle abbattuta e si lasciò scappare un sospiro.
“Non mi
piace che tu ti chiuda a riccio tesoro. Abbiamo sempre affrontato
tutto insieme e abbiamo bisogno di confrontarci.” ritentò
guardandola speranzosa.
“Non mi
pare che tu e papà abbiate mai affrontato con me questo
argomento o saprei da anni di essere stata adottata.” rispose
tagliente guardandola duramente.
Appena vide gli
occhi di Joyce velarsi di lacrime si pentì e le regalò
un sorriso forzato.
“Mamma,
perché non me ne avete parlato prima?” chiese
flebilmente.
La donna si
avvicinò a passo lento e si sedette sul letto.
“So che
abbiamo sbagliato ma volevamo solo proteggerti. Quando ti abbiamo
adottata ci avevano assicurato che non si sarebbe mai fatta viva.”
cercò di spiegarle.
“Quindi
se non si fosse presentata non me l'avreste mai detto?” domandò
sconcertata.
“Certo
che te l'avremmo detto, non ora però. Un giorno te ne avremmo
parlato.” la rassicurò la donna.
Ariell finse di
crederle, non riusciva ad arrabbiarsi con i genitori.
Sapeva bene che
l'amavano più di ogni altra cosa al mondo e, anche se le
avevano nascosto la verità, l'avevano fatto a fin di bene ne
era certa.
Lasciò
andare un grosso e amaro sospiro.
La rabbia era
stata sostituita dalla tristezza perciò si tirò su e
appoggiò la mano su quella della madre.
Le lacrime
presero a rigare il volto della donna.
Rimasero così
per un attimo lunghissimo prima che Joyce trovasse il coraggio di
guardarla negli occhi.
“Tesoro,
spero che un giorno potrai perdonarci.” sussurrò prima
che le si rompesse la voce.
Ariell sentì
il cuore stringersi e di getto abbracciò la madre scoppiando a
piangere a sua volta.
Si strinse a
lei come ad un ancora di salvezza.
Si sentiva come
una naufraga in pieno oceano e in balia di una tempesta.
“Quindi
loro non sono i tuoi genitori?” chiese ancora incredula
Magdalena mentre si rigirava una ciocca di capelli tra le dita.
“Esattamente.”
concluse per la centesima volta Ariell iniziando a spazientirsi.
“Come
l'hai presa?” le chiese preoccupata l'amica.
La
ragazza scrollò le spalle corrugando la fronte.
“Direi
che è stato un bel colpo ma, infondo penso che non sia
cambiato nulla. Ho capito che l'hanno fatto solo per proteggermi.”
affermò sinceramente.
Gli
occhi dell'amica si addolcirono.
“Ti
vogliono molto bene.” annuì.
Ci
fu un momento di silenzio nel quale ognuna sprofondò nei
propri pensieri, poi Maddy ruppe il silenzio.
“Com'è
lei?” chiese titubante come avesse paura della reazione
dell'amica.
Immediatamente
lo sguardo della giovane s'indurì e le lanciò
un'occhiata tagliente prima di rispondere.
“Quella
donna è praticamente la mia copia solo con diversi anni in
più. È impressionante.”
Maddy
annuì lentamente.
“Che
effetto ti ha fatto vederla?” chiese esitante sapendo di
entrare in terreno minato.
“Non
lo so nemmeno io Maddy, so solo che la odio. La odio per avermi
abbandonato e per essere venuta a sconvolgermi la vita proprio ora.”
ammise duramente.
Il
solo pensiero le faceva ribollire il sangue nelle vene.
Prese
un lungo respiro e chiuse gli occhi per calmarsi.
“Non
sei curiosa di sapere perché ti ha abbandonata? Insomma io
vorrei almeno sapere il motivo.” affermò la ragazza
tornando a rigirarsi un ricciolo biondo attorno al dito.
“Non
la voglio vedere mai più! Non mi interessa il perché
l'ha fatto, so solo che non la perdonerò mai. Non è una
madre quella è...è un mostro senza cuore.”
sentenziò Ariell dura.
Maddy
trasalì sentendo il tono intriso d'odio dell'amica.
“Beh,
io lo sarei. Penso che ti debba una spiegazione.” insistette
decisa.
“Per
me può anche morire ora.” sbottò arrabbiata
decretando la fine del discorso.
Magdalena
fu scossa da un brivido, non aveva mai visto Ariell così, di
solito era dolce e sempre allegra ma, da qualche mese era
completamente cambiata.
Non
era certa che il brusco cambiamento fosse dovuto solo al fatto di
aver scoperto Tomas con Lara e nemmeno dal fatto che era stata
adottata, c'era di più ma lei non riusciva a capirne il reale
motivo.
Sperava
solo che la sua amica sarebbe tornata ad essere quella di un tempo
perché, sinceramente faceva molta fatica a interagire con la
nuova Ariell.
Il
mattino seguente Ariell si alzò di cattivo umore.
Non
era riuscita a dormire e, per di più aveva sognato ancora una
volta Tomas.
Il
solito incubo dove lo torturava nelle maniere più cruenti che
si potesse immaginare.
Iniziava
ad avere paura di se stessa, com'era possibile che dentro avesse
tanta cattiveria?
Ancora
una volta le tornò alla mente Lara.
Da
quando l'avevano ricoverata non era mai andata a trovarla, nonostante
Joyce si fosse offerta più di una volta di accompagnarla, in
realtà aveva paura che vedendola la ragazza avesse potuto
svelare il suo segreto.
L'ansia
la divorava, ogni momento poteva essere la sua fine.
Per
ora Maddy le aveva detto che non parlava, ancora in stato di shock,
eppure non era tranquilla.
Maddy
le fece un sorriso dolce mentre si sedeva accanto a lei.
“Come
va?” le sussurrò cercando di non farsi sentire dal prof.
Grey.
Ariell
scrollò le spalle come a dire che stava bene anche se in
realtà era ancora piena di rabbia repressa e tristezza.
La
giovane le accarezzò il braccio prima di girarsi e prestare
attenzione alla noiosa spiegazione che il prof stava cominciando.
Nonostante
cercasse di fare altrettanto Ariell non capì nulla di ciò
che Grey stava spiegando immersa com'era nei propri lugubri pensieri.
Per
distrarsi si mise a scarabocchiare sul foglio davanti a lei senza un
idea precisa, lasciò che la mano guidasse la penna.
“Che
cos'è quel coso?” chiese Maddy indicando il disegno
appena terminato.
Ariell
lo guardò attentamente come se lo stesse vedendo solo ora.
Un
essere abominevole con grandi corna e pelle squamosa che prendeva
tutto il foglio.
“Ehm..
ecco io...in realtà penso sia una specie di diavolo.”
borbottò stranita.
Come
aveva fatto a disegnare tanto dettagliatamente senza nemmeno
rendersene conto?
“Beh,
è orrendo!” la schernì lei facendo segno di
vomitare.
“Già,
non è proprio un capolavoro.” ammise mettendo via il
foglio con un brivido.
Gli
occhi di quell'essere sembravano guardarla davvero e la cosa la mise
a disagio.
Quando
la campanella suonò la fine delle lezioni il prof Grey fermò
Ariell prima che uscisse.
“Ci
vediamo all'uscita.” le disse Maddy prima di lasciare l'aula.
Sospirando
Ariell si avvicinò alla cattedra dove l'uomo la guardava
severamente.
“Ariell,
i tuoi voti sono calati a picco e se non inizierai a studiare
seriamente sarai rimandata.” sentenziò con sdegno.
Aveva
sempre saputo di essergli decisamente antipatica ma non credeva che
sarebbe stato soddisfatto di condannarla a bocciatura sicura.
Un
moto di bile le risalì le viscere mentre puntava lo sguardo in
quegli occhi severi e di uno slavato azzurro.
“Ho
avuto un sacco di problemi ultimamente e i voti sono calati, ne sono
al corrente.” rispose spocchiosa.
Non
voleva proprio dargliela vinta a quello scarafaggio.
“I
problemi non devono intaccare il rendimento scolastico.”
rispose secco Grey guardandola con ancor più stizza.
“Se
lei sapesse cos'ho passato io non parlerebbe così!” lo
rimbeccò impudentemente alzando il viso e sfidandolo
apertamente.
“Non
ti permettere di rivolgerti così ad un professore o ti
beccherai una bella sospensione signorina!” alzò anche
lui il tono della voce.
“Io
mi rivolgo come mi pare visto che lei è il primo a mancarmi di
rispetto!” gli rispose prontamente sentendo la vena della
tempia pulsare convulsamente.
Stava
perdendo il controllo per l'ennesima volta.
“Ti
consiglio di chiedermi scusa immediatamente o te ne pentirai
amaramente.” sibilò strabuzzando gli occhi.
“Non
ci pensi nemmeno, lei non può minacciarmi!” gli urlò
in faccia ormai al colmo della rabbia.
Il
consueto velo le oscurò la mente e il calore prese a scorrerle
sotto pelle ma, questa volta, accolse quella sensazione con gioia
sentendosi potente come non mai.
“Ora
basta!” Urlò il professore a sua volta diventando
paonazzo e alzandosi di scatto, fra i loro volti solo pochi
centimetri.
Ariell
gli sputò in faccia cogliendolo di sorpresa.
Poggiò
le mani sulla superficie di legno e lo guardò furente.
Per
un lungo attimo ci fu solo silenzio poi, l'uomo si riprese dalla
sorpresa e divenne ancor più rosso.
“Hai
fatto il più grosso errore della tua vita, io ti rovinerò,
ti insegnerò la disciplina, ti farò bocciare e
frequenterai questa scuola finché io avrò vita, io
ti...” urlò al colmo della furia prima di venire
interrotto da Ariell.
“Lei
non farà proprio nulla.” lo minacciò seria.
Lasciò
fluire tutta la rabbia che sentiva dentro liberandola di botto.
Tutti
i neon della classe scoppiarono lanciando pezzi di vetro ovunque.
Mentre
il professore si chinava portandosi le braccia alla testa per
ripararsi non vide Ariell in piedi in mezzo al caos, le scaglie di
vetro che la scansavano senza ferirla e si abbattevano su di lui
ferendogli le braccia, l'addome, le gambe.
Prese
ad urlare dal dolore e dalla paura.
Poi
come tutto era cominciato finì.
L'uomo
si alzò lentamente mentre il sangue sgorgava dagli
innumerevoli tagli, alcune schegge uscivano dalla carne martoriata.
Guardò
allibito Ariell, incolume che lo guardava con un sorriso di
soddisfazione sul volto e si sentì agghiacciare.
“C-che
cosa è successo?” balbettò prendendo a tremare.
“Questo
è nulla. Posso distruggerti in un solo istante.” tuonò
gelida avvicinandosi a lui che d'istinto retrocesse.
Quando
fu abbastanza vicina a lui gli sussurrò all'orecchio: “Te
lo do io un consiglio ora: vattene di qui e non farti mai più
rivedere.”
Detto
questo si allontanò e uscì dall'aula come se nulla
fosse successo.
Nel
corridoio non incontrò nessuno quindi si diresse a passo
svelto verso l'uscita col cuore a mille.
Il
professor Antonio Grey rimase fermo per un periodo lunghissimo
tremando da capo a piedi.
Doveva
andarsene e subito, avrebbe preso il primo volo che gli fosse
capitato.
Quella
ragazza non era certo umana ma non sarebbe rimasto un minuto di più
per accertarsene.
Rimase
in classe per un ora togliendosi le schegge una per una, trattenendo
le urla di dolore e, quando fu certo che nessuno era rimasto
nell'edificio, uscì in tutta fretta coprendo le ferite con il
lungo giaccone ed il cappello a tesa larga che era solito portare.
Non
poteva assolutamente rischiare che qualcuno lo vedesse e gli ponesse
domande, doveva scappare via e subito.
Non
sapeva cos avrebbero pensato l'indomani trovando la classe inondata
di schegge di vetro ma non sarebbe più stato un problema suo
se Dio l'assisteva.
ANGOLINO
DELL'AUTRICE:
Ciao
a tutti ragazzi!
Eccomi
con l'ennesimo capitolo, con questo sono stata un po' truculenta e
spero di non aver esagerato, visti i miei standard di crudeltà
sono stata buona quindi se siete deboli di stomaco vi dico subito che
ne vedrete di peggio.
Cosa
ne pensate?
Ariell
verrà scoperta o la passerà liscia?
Ditemi
la vostra se avete voglia.
Un
bacione da Fly90.
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