2) Sbrinare il frigorifero
“Cos’è l’amore? Amore è quando una
persona conosce tutti i tuoi segreti… i più profondi, i più oscuri, i più
terribili segreti che nessun altro al mondo conosce… e ancora alla fine,
quell’unica persona non pensa niente di meno di te; anche se il resto del mondo
lo fa.”
-Ignoto
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Se c’era una cosa che Sharpay Evans
non era, era il compromesso. Secondo lei, cooperare era una debolezza. O volevi
qualcosa o non la volevi. Non c’era una via di mezzo, nessuna gradazione di
grigio; il mondo era bianco e nero, e se non potevi distinguere tra quello che
volevi e quello che le altre persone volevano che tu volessi, allora era un tuo
problema.
“Sharpay.” la voce di lui era così
bassa, che si dovette sforzare per sentirlo “Potresti per favore andare via?”
“Vuoi davvero che lo faccia?”
Il suo tono era pesante: “Sì.”
“Che peccato,” rispose lei brusca
“Non ti lascio qui da solo.”
Lui respirò esasperato con il naso:
“Sharpay, non puoi scendere a compromessi per una volta nella vita?” la sua
voce crebbe finchè non suonò quasi arrabbiato, quasi come se fosse vivo di
nuovo “Questo non riguarda te, okay? Per una volta nella vita, smettila di
essere così dannatamente testarda e pensa a me!”
“Pensi che non stia pensando a te,
Troy? Per le ultime tre settimane, non ho fatto altro che fare ciò che faccio per te.” lo rimproverò e scosse la testa,
incredula, la voce pericolosamente bassa “Per le ultime tre settimane, non ho
mai pensato una volta a me. Sai
perché?” Ci fu un lungo silenzio, e quando lei parlò di nuovo, le sue parole
furono fredde e distaccate, che fendevano l’aria pesante dell’estate come un
coltello “Perché questo riguarda te e sarò testarda quanto voglio esserlo.” lui
era vagamente conscio di una scintillante umidità sulla guancia di lei “Perché
io penso sempre, sempre a te.”
La sua gola si restrinse: “Possiamo
trovare un compromesso?”
“Io non faccio compromessi.”
“Ho bisogno di stare da solo.”
sentenziò lui e i suoi occhi mossero guerra contro quelli di lei.
Lei non si tirò indietro: “Allora
verrò con te.”
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“Salve, passeggeri. È il vostro
capitano che vi parla. Vorrei solo avvisarvi che atterreremo in New Messico tra
pochi minuti. Speriamo abbiate passato un buono volo.”
Gabriella si morse nervosamente il labbro. Il suo iPod si
era scaricato e l’unico film che stavano trasmettendo era ‘Bring it on’ [Scusate l’ignoranza, ma non so che film sia
in italiano ^^ E’ quello con Kirsten Dunst che fa la cheerleader XD Ndt], che
lei aveva promesso a se stessa non avrebbe guardato più perché era estremamente
nocivo per la sua crollante autostima, benchè traesse molto conforto dal fatto
che Kirsten Dunst era attualmente in riabilitazione e Eliza Dushku era caduta
in un abisso d’oscurità.
Si schiarì la gola e cercò di controllare il cuore
pulsante mentre i motori dell’aereo ronzavano dolcemente sotto il suo sedile.
Ora che non c’era niente a distrarla dal destino incombente, e non c’era
nessuna musica di sottofondo mentre inevitabilmente scoppiavano in una focosa
palla di fiamme sopra il deserto del Nevada (aveva deciso per Madonna e Justin
Timberlake; aveva solo quattro minuti per darsi un calcio, sognare di aver
comprato un paracadute, chiamare sua madre, gongolare e dire ‘Te l’avevo detto,
mamma’), poteva sentirsi diventare sempre più nervosa.
Prendendo un profondo respiro, lanciò un’occhiata al suo
fianco, al ragazzo che si era presentato come Troy. Stava osservando
attentamente il suo schermo TV, ovviamente studiando la complicata fisica
implicata quando Kirsten Dunst faceva una ruota e mostrava la biancheria. Lui
la sorprese a fissarlo e a disagio spense lo schermo: “Ricerca,” balbettò
debolmente “Sto ehm… pensando di, ehm, diventare una… cheerleader.”
Gabriella riuscì a fare un sorriso tremolante: “Sai cosa
sarebbe stato più credibile? Che tu esci con una cheerleader.”
“Sì,” rispose pensieroso Troy “Avrebbe avuto più senso. E
sarebbe suonato meno gay.” le lanciò un ghigno “Come ti senti, comunque?”
“Oh,” Gabriella deglutì “Sto bene. Bene. Be-e-ne.”
“Davvero?” non sembrava convinto.
“Sì,” Gabriella annuì vigorosamente “Certo. Ce-e-erto. Il
mio iPod si è appena scaricato e non posso guardare ancora ‘Bring it on’
altrimenti finirò per sentirmi una perdente perché non so fare una ruota o una
verticale o perché non ho lo spirito della scuola.” si accigliò “Lo spirito
della scuola non è il peggiore? Tra l’altro, penso che potrei essere allergica
ai ponpon. Non è strano? E comunque, di cosa sono fatti i ponpon? Esiste una
cosa tipo un negozio di ponpon? Voglio dire, le cheerleader dove comprano i
loro ponpon? C’è qualche ragazzo là fuori che fabbrica ponpon per guadagnarsi
da vivere?”
Troy sbattè le palpebre: “Beh, sì, suppongo di sì.” si
grattò il collo, riflettendo “Sai, non ci avevo mai pensato.”
“Immagina quanto può essere orgogliosa sua madre. ‘Mio
figlio è un dottore.’ ‘Mio figlio è un avvocato.’ ‘Mio figlio fabbrica
ponpon.’” fece una smorfia “Scommetto che finirò così. Io nella vita fallisco.
Finirò per andare in un Community College e mi guadagnerò da vivere facendo
ponpon.” sospirò, affondando di più nel suo sedile “Lo spirito della scuola non
è il peggiore?”
“Sono sicuro che non finirai a fabbricare ponpon per
guadagnarti da vivere.” ribattè Troy rassicurante.
“Scommetto che lo farò,” borbottò cupa Gabriella “Sarò
Gabriella Montez, il tuo negozio preferito di ponpon.”
Troy sorrise: “Beh, se può essere di alcuna consolazione,
se mai avrò una figlia e vorrà diventare una cheerleader, non andrò da nessuna
altra parte per i ponpon.”
Lasciandosi scappare un gemito frustrato, Gabriella
seppellì il viso nel suo poggiatesta: “Dio, sono così incasinata. Mio papà mi
odiava così tanto che mi ha lasciata; mia mamma mi odia così tanto che mi
trasferisce in New Messico; ho paura del formaggio;
diventerò una fabbricatrice di ponpon
quando sarò grande.” sospirò e voltò la testa per guardare Troy, la stanchezza
sul viso “Mi dispiace per te,” disse pratica “So che non volevi sederti di
fianco ad una futura manifatturiera di ponpon che ti racconta la sua vita da
manifatturiera di ponpon.”
“Oh no,” Troy ghignò “Devo dire che sei la manifatturiera
di ponpon più interessante che abbia mai incontrato.”
“Lo dici ora,” Gabriella fece un mezzo sorriso stanco “Ma
solo perché non sai che sbrino il frigorifero ogni weekend.”
La bocca di Troy tremò incontrollabile: “Sbrini il
frigorifero ogni weekend?” ripetè incredulo, trattenendosi dallo scoppiare a
ridere. Si corresse velocemente e strinse le labbra “Voglio dire, tu sbrini il frigorifero ogni weekend. Wow, questo implica un sacco
di… coraggio.”
“Va bene,” Gabriella agitò una mano “Prenditi gioco di me
quanto vuoi, ma mia mamma pensa ancora che ci sia una magica fatina sbrinatrice
di frigorifero, quindi non dirlo a nessuno.”
“Il tuo segreto è al sicuro con me,” le assicurò serio
Troy “Puoi venire quando vuoi e sbrinarmi il frigorifero.”
“Questa è la peggiore scusa di abbordaggio che abbia mai
sentito,” Gabriella arrossì “In realtà, questa è la prima scusa di abbordaggio che abbia mai sentito.”
Troy apparve divertito: “Davvero? Pensavo fosse molto romantica.
Almeno tanto romantica quanto portarti una dozzina di rose rosse e camminare
lungo una spiaggia illuminata dalla Luna.”
“Perché noi che togliamo il ghiaccio da un freezer con una
spatola mi fa sicuramente battere il cuore.” Gabriella arricciò il naso “Come
se non avessi nient’altro di meglio da fare che sbrinare il tuo frigorifero,
Troy.” si fermò “Che, non ho. Non davvero. Sono una secchiona. I secchioni non
hanno molta vita al di fuori di sbrinare il frigo e piegare le calze al
weekend.”
“Sei una secchiona?” Troy apparve offeso “Davvero? Vuoi
dire che le persone fighe non passano il venerdì sera a sbrinare i loro
frigoriferi?”
Gabriella rise dolcemente, il suo viso che si
accartocciava come una noce, e Troy pensò che fosse probabilmente una delle
cose più adorabili che aveva visto in tutta la sua vita: “Non prenderti gioco
di me,” rispose seria lei “C’è una ragione per cui non dico queste cose a
nessuno. Se qualcuno sapesse questi fatti, nemmeno il Club degli Scacchi mi
lascerebbe uscire con loro.”
“L’hai detto a me.” puntualizzò Troy.
“Sì,” Gabriella scosse le spalle “Ma non ci vedremo mai
più. Non riderai mai più della mia fobia del formaggio o del mio destino di
ponpon o il mio modello di sbrinamento del frigorifero.”
“Beh, potrei sempre chiederti il tuo numero.”
“Potrei sempre dire di no.”
“Potresti sempre dire di sì.”
“Ma non lo farò.”
“Perché no?”
“Perché sai che sbrino il mio frigorifero.”
Troy rise: “D’accordo. Beh, se non ci vedremo mai più, hai
qualche altro segreto davvero bizzarro per il quale, se mai dovessi rivederti
ancora, mi prenderei gioco di te per l’eternità?” pensò per un momento “Ce
l’ho. Scommetto che passi l’aspirapolvere sul soffitto.”
Gabriella fece una smorfia: “Hai mai toccato il tuo
soffitto? Per esempio, passandoci sopra il dito? È polveroso lassù. È come il
Settimo Girone della Polvere di Dante. Se volessi che fosse polveroso, mi
trasferirei a Brooklyn. Se volessi che fosse polveroso, uscirei, comprerei un
sacchetto di polvere, e la spolvererei sul mio soffitto.”
Troy rise di nuovo, i suoi chiari occhi blu che
s’increspavano con ilarità: “Okay, bene, io ho un segreto imbarazzante. Mia
mamma mi prepara ancora il pranzo.”
“Ho la media del nove e ancora non so come riscaldare il
forno.”
“Penso segretamente che Whitney Houston canti molto bene
‘I will always love you.’”
“Non mi allaccio le scarpe dalla seconda elementare, e ora
non riesco a ricordarmi come si fa.”
“Non so andare in bicicletta.”
“Quando le persone mi chiamano ‘Brie’, mi da fastidio. Non
sanno che la ‘Brie’ è un tipo di formaggio che si appiccica ai denti?”
“Mi sveglio ancora presto la domenica mattina per guardare
i Pokemon.”
“Prendo ancora in prestito i libri della sezione dei
bambini della biblioteca.”
“A volte ingoio il dentifricio quando non ho voglia di
spazzolarmi i denti.”
“Il primo ragazzo che ho baciato è stato all’asilo e mi
sono strozzata con la sua saliva e ho avuto paura di baciare da quel momento.”
“Una volta, ho preso il piegaciglia di mia madre e l’ho
usato per vedere che effetto faceva.”
“A volte metto del purea di piselli nel mio toast.”
La bocca di Troy si chiuse e lui fissò la ragazza di
fronte a lui: “Metti del purea di piselli nel tuo toast?” rabbrividì
involontariamente e fece una smorfia “E’ disgustoso!”
Gabriella roteò gli occhi, un sorriso scherzoso che le
attraversava il viso: “Come vuoi, uomo. Tu ti arricci le ciglia.”
Troy aggrottò la fronte, appoggiandosi allo schienale del
suo sedile: “Sai cosa, Gabriella?” esclamò allegro, girando il volto per
guardare la ragazza al suo fianco “E’ una buona cosa che non ci vedremo mai
più. Me lo rimangio. Non vorrò mai, sotto qualunque circostanza, il tuo numero
di telefono.”
“Quasi vorrei il tuo numero ora, però,” rise Gabriella
“Immagina cosa diranno nella tua scuola quando sapranno che sei un segreto fan
di Whitney Houston.”
“Come vuoi. Tu sbrini il frigorifero il venerdì sera.”
“Speriamo che abbiate passato un
buon volo. Per favore controllate sotto i vostri posti per qualche vostra
proprietà e uscite dall’aereo con ordine. Speriamo di ritrovarvi sulle United
Airlines.”
Gabriella si tirò su sorpresa: “Siamo già qui?” domandò
confusa “Wow, abbiamo parlato così tanto che non mi sono accorta che stavamo
atterrando.”
Troy rise leggermente, sganciandosi dal suo posto prima di
offrirle la mano per aiutarla ad alzarsi dal suo: “Non te l’avevo detto?”
ghignò da birbante, gli occhi indaco che brillavano “Sei morta, Gabriella
Montez?”
“Beh,” Gabriella era quasi scontenta che non fosse morta e
perciò privata della possibilità di dire a sua madre ‘Te l’avevo detto.’ Si
caricò a disagio la borsa sulla spalla e lentamente percorse il corridoio “No.
Ma avrei potuto morire.”
“Ma, ehi, Gabriella. Stavo scherzando prima. Io, ehm,
voglio davvero il tuo numero. Magari possiamo…” cercò nella cappelliera la sua
borsa, completamente dimentico che stava parlando all’aria. Emergendo un
momento più tardi con la sua valigia, fissò lo spazio dove sarebbe dovuta
esserci Gabriella “…tenerci in contatto.” terminò debolmente. Guardò fuori dal
finestrino sporco dove potè riconoscere un debole lampo di capelli castani, che
brillavano come diamanti alla luce del sole.
Quella notte, quando ritornò a casa, prese un sacchetto
vuoto del pattume e una spatola e si avviò al frigorifero, del tutto impotente del
piccolo sorriso che si stampava sul suo volto.
Lo
so che ho tremila cose da finire, WF da aggiornare e così Ask me a question, ma non riesco a fare a meno di tradurre questa
fic ^^
Ringraziamenti:
lovely_fairy: thanks adels ^^ Che
pensi ora del carattere di Troy, segretamente arricciatore di ciglia? XD
Angels4ever: sono contenta che ti
faccia ridere XD E’ l’umorismo pungente dell’autrice :D
Tay_: sai che non lo so?
Provo a chiedere appena risento somewhereonlyiknow
su msn (cosa difficile, vive in Australia ^^’’’) ! Bacio dear, quand’è che io e
te ci sentiamo su msn??
Ciokina14: per forza ti piace, è
Troyella!! J Bisos sorellina
minore !
Francesca_22: ha fatto ridere anche
me, ed è un piacere sentire che nono sono l’unica. L’umorismo di questa autrice
sembra essere poco apprezzato qui da noi, ma vedo che con te non è così, per
fortuna ^^ Spero di risentirti!
Armony_93: nuu ma a me i papiri
piacciono dappertutto :DDD La prossima volta avviso, promesso ^^
Spero
vi piaccia; avviso che andrò lenta in modo da non lasciarvi senza capitoli! Un
bacio a tutti,
Hypnotic Poison