I draghi non piangono
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storia partecipa all'iniziativa flash "Scrivi e recensisci" del gruppo
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prompt di Sky:
"Non
poteva credere ai suoi occhi. Quelle
che fino a poco prima erano state minuscole lingue di fuoco erano
divenute
fiamme, così alte da avvolgere la figura in un gigantesco abbraccio
cremisi."
I draghi non piangono
«Pronta?»
chiese Rick con la voce che gli tremava. Il libro nelle sue mani
odorava di
polvere e carta vecchia, un miscuglio che aveva imparato ad amare, ma
l’emozione per ciò che stavano per fare sovrastava ogni cosa.
Kat
annuì, il volto rosso e le mani fredde come pezzi di ghiaccio, come le
succedeva sempre quando era agitata. Sorrise a Lemuel e Adeline, che la
guardavano incoraggianti. Lem non aveva detto una parola negli ultimi
dieci
minuti, ma bastava guardare quanto stesse stringendo il bordo della
felpa per
capire che era ben lontano dall’essere tranquillo.
Qinglong,
il drago compagno di Kat, poggiò il muso sulla sua spalla soffiando
piano per
farle il solletico sul collo. La ragazza rise e accarezzò l’amico
dietro le
orecchie: «Sei sicuro, Qing?» chiese
in
draconiano.
Qinglong
si sollevò e la fissò negli occhi: «Sono
sicuro»
Kat
sorrise e annuì all’indirizzo di Rick, che cominciò a leggere con
qualche
difficoltà l’antico inglese in cui era scritto l’incantesimo. La sua
voce si
levava nel prato assolato così potente che Adeline avrebbe giurato di
sentire
anche una leggera eco. Non avrebbe mai detto che il suo amico potesse
far
risuonare tanto le parole che pronunciava.
Era
così presa dal ritmo quasi musicale dell’incantesimo che dapprima non
si
accorse che Lemuel le stava parlando. Aveva allentato la presa sulla
felpa fino
quasi a lasciarla e aveva iniziato a chiamarla piano.
«Addie»
disse per la quarta volta.
«Sì?»
rispose infine lei.
«E
se fermassimo tutto qui?» la sua voce esprimeva una preoccupazione
affrettata
che quasi spaventò lui stesso «Voglio dire, non siamo del tutto sicuri
di ciò
che sta per succedere. Forse è troppo pericoloso, in fondo non ne
sappiamo
nulla»
Adeline
considerò i suoi dubbi nello spazio di un secondo: «Io mi fido di Rick.
Lui ha
studiato questo procedimento prima di noi e se dice che si può fare io
gli
credo. Lo so che sei agitato, Lem, lo siamo tutti, ma andrà tutto bene»
Lemuel
avrebbe voluto replicare, ma la voce di Rick all’improvviso tacque e
per un
attimo tutti trattennero il respiro, in attesa che succedesse qualcosa.
Anche
le piante che li circondavano parvero immobilizzarsi, come se non
avessero
osato disturbare quel momento tanto significativo.
All’improvviso,
una luce abbagliante ferì gli occhi dei presenti, che furono costretti
a
proteggerli con il braccio. Rick lasciò cadere il libro per lo
spavento. Solo
Kat e Qinglong rimasero immobili, inondati dal fascio di luce che era
scaturito
dal punto in cui la mano di lei sfiorava la punta dell’ala del suo
compagno
drago.
Quando
Lemuel e Adeline tornarono a guardare, Kat rivolse loro un sorriso
raggiante.
Aveva funzionato. Poteva sentire come un flusso di energia attraversare
quei
pochi centimetri quadrati di pelle che la mantenevano in contatto con
Qing e
portarla in completa sintonia con la creatura.
Rick
si chinò lentamente e raccolse il libro da terra, senza staccare gli
occhi di
dosso a Kat, incantato: «Sembri… diversa»
«Mi
sento diversa» rispose lei, con una piccola risata nascosta nella voce.
Lemuel
abbassò lo sguardo verso il prato e si accorse che attorno ai piedi di
Kat era
disegnato un piccolo cerchio di fiammelle di colore rosso-oro, che
danzavano
appena, mosse dalla brezza. Lo indicò in silenzio agli altri, che
spalancarono
gli occhi per lo stupore.
«Questo…
questo è strano» disse Rick, sfogliando freneticamente il libro alla
ricerca di
una spiegazione.
Adeline
fece qualche passo in avanti, verso l’amica, ma Lem la fermò afferrando
un
bordo della sua giacca. Lei si voltò per dirgli qualcosa, ma proprio in
quell’istante
vide il volto di Lemuel trasformarsi in una maschera di terrore, mentre
negli
occhi di lui vedeva un riflesso rosso. Non aveva il coraggio di
voltarsi, ma si
costrinse a farlo. Non poteva credere ai propri occhi.
Quelle
che fino a poco prima erano state minuscole lingue di fuoco erano
divenute
fiamme, così alte da avvolgere la figura in un gigantesco abbraccio
cremisi.
Kat
gridò, ma la sua voce fu soffocata dalle fiamme. Rick si gettò
in avanti nel tentativo di spegnere quelle fiamme, ma non era
possibile. Si
allontanò, impotente, mentre sentiva la pelle delle mani bruciare
ancora per le
ustioni che aveva ricevuto.
Non
era un fuoco naturale, quello. Non avrebbero potuto spegnerlo
né con l’acqua né soffocandolo. Adeline fece uno scatto verso l’amica,
sentendo
gli occhi bruciare per quelle lacrime così rare per lei, ma qualcosa la
trattenne. Lemuel la strinse tra le proprie braccia, impedendole di
vedere e allo
stesso tempo allontanandola dalle fiamme.
«Lasciami
andare!» gridava Addie «Lei ha bisogno di me, ha bisogno
di noi! Non possiamo permettere che le succeda qualcosa!»
«Non
possiamo fare niente» ripeteva Lemuel a bassa voce, senza
allentare la presa «Non possiamo fare niente»
Adeline
si fermò per qualche istante sentendo le forze venire meno
e delle sue grida rimase soltanto un lieve singhiozzare, poi, come
presa da una
nuova furia, si divincolò dalla stretta di Lemuel e corse al fuoco.
Le
fiamme ormai si stavano esaurendo ed era evidente che dietro a
quel muro rosso ormai non così alto non c’era nessuno.
Adeline
attraversò le fiamme, incurante del calore e dei vestiti
che si incendiavano, e prese a rivoltare la terra mista a cenere alla
ricerca
di neanche lei sapeva cosa. Non era naturale, continuava a ripetersi.
Non
funzionava così, le persone non bruciavano in quel modo. Kat non poteva
essere
arsa viva, non era così che andavano le cose.
Non
reagì, quando Lemuel la portò via dal cerchio di fiamme ormai
quasi spente e la affidò a Rick. Non reagì quando Rick le passò un
braccio
attorno alle spalle e piano piano la fece allontanare da là.
Fu
quando sentì levarsi in cielo, nitido come uno squillo di
tromba, il suono che doveva essere il pianto di Qinglong, che
finalmente reagì.
Si gettò a terra in ginocchio e gridò tutto il proprio dolore.
I
draghi non piangevano mai, si ripeteva Rick nel frattempo,
standole vicino per cercare invano di consolarla. I draghi non
piangevano mai,
eppure Qing piangeva. Stava provando dolore, stava provando il suo dolore.
La
gravità di quella rivelazione fu il colpo di grazia per lui. Il
giovane studioso cadde in ginocchio accanto ad Adeline e pianse in
silenzio con
il viso tra le mani, senza neanche fare attenzione a non sporcare gli
occhiali.
I draghi non piangevano mai. Adeline non piangeva mai. Rick, lui
qualche volta
sì.
Lemuel
si avvicinò ai suoi amici e sentì nascere un groppo in gola
ancora prima di vedere che Adeline piangeva. Non poteva farlo, non
poteva
andare così vicino a quel dolore. Voltò le spalle e andò via,
mormorando che sarebbe
andato a cercare aiuto.
Nessuno
dei due lo sentì, ma a nessuno dei due importava: tutto
ciò che vedevano era il loro amico che se ne andava.
Magic
Corner:
Una scena clou del
romanzo, anche se probabilmente nella versione definitiva verrà
modificata. Appena ho letto il prompt non ho potuto fare a meno di
pensare a questo momento.
Spero che vi sia
piaciuto e vorrei tanto sapere se si riesce a vedere il collegamento
tra i vari episodi o risultano sconnessi. Grazie di aver letto fino a
qui, a chi vorrà lasciare un commento e alle due di Sagas che hanno
lanciato l'iniziativa!
Che gli dèi siano con
voi!
-Magic
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