Human cap 12
I colori della stanza parevano amalgamarsi alla vista di Juuzou
quando questi, con una poderosa spinta dei piedi, faceva girare su sè
stessa la sedia d'ufficio su cui era seduto da quasi quattro ore.
Beh, non erano esattamente quattro ore dal momento in cui l'albino
non faceva che alzarsi e girovagare per la stanza annoiato. Di tanto
in tanto guardava fuori dalla finestra sbuffando. Il cielo aperto
sembrava invitarlo ad uscire ma lui era bloccato in quella
noiosissima stanza per completare il rapporto sull'uccisione dei
ghoul della sera precedente. Il signor Shinohara qualche volta
alzava lo sguardo dal laptop per dare uno sguardo al giovane collega.
Una volta lo aveva sorpreso a tenere in equilibrio una matita sul
naso. O almeno ci stava provando. In quelle occasioni sorrideva
divertito e, scuotendo il capo, tornava a lavorare non senza aver
prima richiamato Juuzou al suo dovere. Come in quel momento ad
esempio. -Juuzou se continui a girare in quel modo ti verrà
la nausea- esordì per l'ennesima volta nella giornata l'uomo
senza alzare lo sguardo dal suo lavoro. Juuzou emise un lamento
annoiato puntando i piedi a terra per frenare la pseudo
giostra. -Signor Shinohara mi annoio!- esclamò l'albino
come se non l'avesse ancora detto quel giorno. -Perché non
ti sbrighi a finire il rapporto? Prima finisci prima potrai
andartene- disse l'uomo voltandosi a guardarlo con il tipico sguardo
di un padre che si rivolge al figlio iperattivo, ma a cui cederebbe
l'anima. Nei suoi occhi era sempre presente quella scintilla
d'affetto quando guardava Juuzou. Juuzou non rispose. Gurdava il
soffitto con sguardo perso girando leggermente la sedia a destra e
sinistra. -Signor Shinohara credo di essere malato- disse
infine. Il cuore di Shinohara perse un battito ma il suo viso non
lo diede a vedere. Mantenne la sua compostezza ma si voltò
completamente verso l'albino, segno che ormai egli aveva tutta la sua
attenzione. -Che vuoi dire?- Juuzou non gli rivolse lo sguardo
continuando a scrutare in alto. -Ho spesso una strana sensazione
nello stomaco, come se le mie budella si stessero aggrovigliando e
poi mi sento scottare la faccia e se mi guardo allo specchio mi
accorgo di essere tutto rosso. Il cuore poi mi batte fortissimo, così
forte che potrebbe esplodermi da un momento all'altro!- esclamò
spalancando le braccia mimando un'esplosione. Il suo mentore lo
ascoltò attentamente per poi tirare mentalmente un sospiro di
sollievo. -Sta tranquillo Juuzou, non sei malato- sorrise l'uomo
con un pizzico di emozione nella voce. Non pensava che l'albino
avesse mai potuto provare un simile sentimento...! -Ah no?- chiese
lui raddrizzandosi sulla sedia. -No, ma stai avendo un'altra
cosa- -E cosa?- -Una cotta- -Ah. Si mangia?- -No Juuzou,
non si tratta di cibo. La cotta è quando ti piace qualcuno in
un forte modo affettivo. Potremmo dire che è la prima fase
dell'innamoramento-
Juuzou restò in silenzio a scrutare il viso dell'uomo. Non
era sicuro di aver capito. Lui innamorato? Che sciocchezza! E di chi
poi? Non conosceva molte ragazze. Anzi, a dire il vero conosceva solo
l'investigatrice Akira e...
In quel momento il suo cellulare (regalatogli dal signor
Shinohara) squillò riportandolo con i piedi per terra. Lo
prese e, dopo aver letto il nome di Akane sullo schermo, rispose con
un tono ancora più squillante della stessa suoneria.
-Poooooooonto?-
-JUUZOU!!!-urlò la ragazza dall'altro capo del telefono
costringendo l'albino ad allontanare il cellulare dal'orecchio.
-No, mi spiace, ha sbagliato numero arrivederciii!-
-Non azzardarti a riattaccare! Hai di nuovo rubato il mio
portafogli!?-
Juuzou si tastò la tasca del pantalone trovandovi
effettivamente l'oggetto reclamato dalla ragazza.
-No, non ce l'ho io- disse tranquillamente l'albino.
Il signor Shinohara smise di lavorare incuriosito dalla
discussione dei due giovani. Guardò con sguardo di rimprovero
Juuzou, il quale sorrideva sornione mentre fingeva di non avere la
più pallida idea di dove fosse il portafogli dell'amica.
-Ma se non ce l'hai tu... dove posso averlo lasciato?- abbassò
finalmente la voce Akane mentre con una mano manteneva il cellulare
premuto contro l'orecchio e con l'altra tratteneva Hikari dal
fiondarsi contro un piccolo gruppetto di piccioni mentre Red
analizzava un insetto morto.
-Non ne ho idea, ora se vuoi scusarmi devo tornare a lavoro, sai,
sono un uomo molto impegnato io!- esclamò Juuzou prima di
riattaccare letteralmente in faccia ad Akane
il telefono.
-Perché hai il portafogli di
Akane?- chiese infine Shinohara.
Juuzou si voltò verso di lui
con un sorriso entusiasta.
-Perché oggi è il suo
compleanno ed io voglio farle un regalo! E' quello che mi ha detto
lei signor Shinohara, no? “Ai compleanni le persone sono solite
fare regali”- disse alzando un dito in aria, il petto gonfio e
gli occhi chiusi, quasi si stesse immedesimando nel suo mentore.
Shinohara sorrise intenerito.
-E' davvero un bel gesto Juuzou, ma
dovresti comprarle un regalo con i tuoi soldi altrimenti non è
più un regalo- spiegò l'uomo sorridendo.
Juuzou aprì gli occhi di
scatto.
-E perché? Non basta che le
dia qualcosa comprato da me?-
-Sì ma deve essere comprato
con i tuoi soldi- ripeté l'uomo con pazienza.
-Oh... beh, vorrà dire che
dovrò tornare a casa a prenderli!- esclamò il giovane
investigatore saltando giù dalla sedia per poi correre fuori
dalla stanza senza voltarsi indietro.
-Porta gli auguri ad Akane anche da
parte mia!- gridò Shinohara per farsi sentire.
-Va beeeeene!- gridò Juuzou
dalle scale.
Shinohara si lasciò andare
contro lo schienale della sedia con un sorriso stanco. Rivolse gli
occhi verdi verso la finestra mantenendo il sorriso, quasi si fosse
dimenticato di averlo.
“Chi l'avrebbe mai detto”
pensò tra sé e sé.
…
Qualche ora prima
Akane salì
le scale che conducevano alla piccola sala riunioni dell'Anteiku
tenendo Hikari sotto braccio e Red dal colletto della maglia.
Una volta
giunta a destinazione chiuse la porta alle sue spalle con un sospiro.
-Cavoli...
che... fatica... certo che pesate voi due!- esclamò
appoggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
-Ma non è
vero!- protestò Hikari gonfiando le guance.
-Scommetto che
tu pesi almeno...-
-RED STA
ZITTO!! LO SAI CHE NON SI DICONO QUESTE COSE AD UNA DONNA??-
-Donna? Quale
donna?-
-Giuro che
prima o poi io ti...-
Si fermò
in tempo essendosi finalmente accorta della presenza di Yoshimura, il
quale assisteva alla scena con le mani dietro la schiena e un sorriso
divertito a solcargli il viso.
-Ehm...
buongiorno Yoshimura-san- si inchinò la giovane.
-Buongiorno
Akane. Chi sono questi bambini?- chiese spostando lo sguardo prima su
Red e poi su Hikari che prese a salutarlo con la manina.
Akane si
raddrizzò e iniziò a raccontare di come lei e il suo
coinquilino avessero trovato quei bambini mezzo sangue e di come
avessero iniziato a vivere a casa loro.
Yoshimura
ascoltò attentamente annuendo di tanto in tanto.
-Capisco- disse
una volta che Akane ebbe finito di parlare.
-Ospitarli a
casa nostra non sarà un problema- aggiunse la giovane
arrossendo leggermente quando pronunciò l'aggettivo “nostra”
pensando a Juuzou, -ma ci sarebbero comunque molti rischi da non
sottovalutare... Yoshimura-san, mi stavo chiedendo se per lei non ci
fossero problemi... ecco...- cominciò a balbettare in
imbarazzo. Non se la sentiva di dar voce alla richiesta che da giorni
aveva alloggiato nella sua mente ma ormai era lì davanti al
suo capo...
-Mi chiedevo se
l'Anteiku potesse darmi una mano a mantenerli-
Yoshimura
rimase in silenzio per qualche istante guardando Akane dritta negli
occhi, la quale si sforzava di non abbassare lo sguardo.
Con suo grande
sollievo, l'uomo si sciolse in un sorriso e, facendo qualche passo
avanti, disse,
-Saremmo felici
di aiutarti. Anche Kaneki è un ghoul da un solo occhio ma,
come sai, lo è diventato a seguito di un' operazione. Avere
questi due bambini con noi sarebbe anche un' occasione per capire
meglio le capacità che possiede e che può sviluppare un
ghoul mezzo sangue- spiegò Yoshimura.
Akane annuì
con un sorriso determinato poi guardò i bambini accanto a lei.
Hikari le sorrise di rimando, un sorriso dolce che però celava
un grande senso di colpa, più grande dei suoi occhioni
castani.
Red
però se ne accorse e le prese la mano stringendola dolcemente.
La piccola ricambiò la stretta quasi impercettibilmente e Red
si chiese se fosse riuscito a infonderle un po' di forza attraverso
quel minimo contatto.
“Mi
dispiace sorellina” pensò stringendo i denti.
“Ti
prometto che ne usciremo. Ti proteggerò anche a costo di
morire”.
…
-Akane
cosa mangiamo oggi?- chiese Hikari camminando accanto alla più
grande e tenendole la mano come una brava bambina.
Akane
ci pensò su un istante.
-Vi
va del chazuke?- chiese guardando i gemelli accanto a lei.
Red
si limitò ad annuire mentre Hikari cominciò a
saltellare sul posto e a ripetere allegramente “chazuke!
chazuke! chazuke!”.
La
rossa la guardò intenerita per un attimo, ritrovando in lei il
carattere di Juuzou.
Già,
Juuzou.
Era
tutta la giornata che non lo vedeva e solitamente il pensiero di non
averlo vicino non le suscitava alcuna emozione ma in quel momento si
sentì, per la prima volta da quando l'aveva incontrato, vuota.
Sentì come se mancasse qualcosa, come se loro tre non fossero
al completo senza Juuzou.
Arrossì
scuotendo la testa. Non poteva permettersi di sviluppare certi
sentimenti verso di lui, l'albino non sapeva nemmeno cosa volesse
dire “voler bene a qualcuno”. Si sarebbe solo fatta male.
Di nuovo.
Sospirò
mentalmente reprimendo quelle riflessioni nel cassetto dei pensieri
che poteva permettersi di aprire solo di notte, ma che, sapeva, non
avrebbe dovuto lasciar uscire nemmeno allora.
Persa
in quelle considerazioni non si era nemmeno accorta di essere
arrivata davanti al supermercato. Red la fermò prima che
potesse andare a scontrarsi con un palo della luce lì vicino.
-Capisco
che ti manchi il tuo ragazzo ma non puoi aspettare di tornare a casa
e abbracciare lui piuttosto che un palo?- la schernì il
bambino con quel solito tono vuoto mentre Hikari si teneva la pancia
dalle risate e Akane si tratteneva dal macchiarsi di infanticidio.
-Credi
di essere simpatico?- sussurrò adirata la rossa voltandosi a
guardarlo con occhi di fuoco.
Red,
ovviamente, non si scompose.
-No.
SO di essere simpatico- rispose infatti.
La
rossa si schiaffò una mano in fronte facendola scivolare sul
viso come per scacciarvi la voglia di chiamare un taxi e caricarvi su
i due bambini.
-UAAAA
PICCIONIIIII!!!- urlò improvvisamente Hikari prendendo la
rincorsa verso il gruppo di volatili intenti a beccare indisturbati
dei pezzi di pane sull'asfalto.
Akane,
però, riuscì ad afferrare la bambina dal colletto della
maglia prima che potesse sfuggirle. A niente serviva dimenarsi, la
rossa aveva una stretta ferrea.
-Red
potresti darmi una mano a mantenere tua sorella?- chiese Akane
spazientita, ma non ricevette risposta. Si voltò verso Red per
trovarlo accovacciato accanto ad un' aiuola per osservare meglio un
insetto in decomposizione.
-Stai
scherzando, vero?-
Red
continuò a ignorarla e Hikari a dimenarsi per correre verso
quei poveri piccioni.
“Forse
è il caso di entrare a fare la spesa” sospirò
mentalmente la ragazza frugando nelle tasche della giacca per cercare
il portafogli.
Che
ovviamente non c'era.
-Mh?
Akane ti senti bene? Sei rossa proprio come i tuoi capelli!- rise
Hikari voltandosi verso la maggiore che aveva solo un nome stampato
in testa in quel momento. E non certo in modo positivo.
-Juuzou...-
ringhiò prendendo il cellulare e componendo in fretta e furia
il numero dell'albino.
…
Qualche ora dopo
-Vediaaaaamo...
cosa potrebbe piacere ad Aka-chan?-
Juuzou
camminava con il naso all'insù, le mani in tasca e la mente
vuota. Non aveva la più pallida idea di cosa poter comprare
alla sua amica, non aveva mai fatto regali a nessuno dopotutto...
Si
fermò davanti ad una vetrina del negozio di animali del grande
centro commerciale e rimase incantato a fissare i piccoli cricetini
che zampettavano in una gabbia posta su un ripiano alto, così
da concedere una vista migliore ai clienti e passanti.
L'albino
schiacciò il naso contro il vetro per riuscire a guardare
meglio mentre un sorriso si faceva largo sul suo viso.
-Trovato!-
esclamò staccandosi dalla vetrina per fiondarsi nel negozio.
…
Akane
sentiva i piedi pesanti, la testa che pulsava e lo stomaco
completamente vuoto.
-Akaneeeeee-
si lamentò Hikari, -abbiamo fame!-
La
rossa sospirò.
-Anche
io ho fame ragazzi ma se non torniamo a casa a prendere il portafogli
non potremo mangiare- spiegò con tono stanco mentre cercava le
chiavi dell'appartamento.
Quella
scena la riportò improvvisamente alla mente la sera in cui
aveva perso i suoi genitori.
Un
brivido le attraversò la schiena, una dolorosa morsa le
imprigionò il cuore tanto forte da non riuscire nemmeno a
respirare. Gli occhi le si fecero lucidi e dovette alzare lo sguardo
per impedire a piccole lacrime di scappare.
-Aka-chan?-
la chiamò piano Hikari riportandola al presente.
I
bambini la guardavano con un misto di preoccupazione e curiosità
ma la ragazza scosse la testa e sorrise senza nemmeno guardare la
piccola negli occhi.
-Se
siete stanchi potete anche aspettarmi qui mentre torno al
supermercato. Juuzou dovrebbe essere torna...- cominciò a dire
aprendo la porta.
Ma
non finì la sentenza che l'albino le si parò di colpo
davanti al viso costringendola a fare un passo indietro.
-BUON
COMPLEANNO AKA-CHAAAAAAAAN!!- gridò Juuzou tenendo le mani
dietro la schiena.
-Buon...
che!?-
Le
ci volle giusto un secondo per rendersi conto di che giorno fosse.
Già,
il sette Dicembre. Proprio il giorno del suo compleanno. Ma come
diamine aveva fatto a dimenticarsene?
-Non
dirmi che te n'eri dimenticata! Sei irrecuperabile Aka-chan- scosse
la testa Juuzou con un' espressione rammaricata.
Akane
stava per ribattere ma Hikari le si appese alla gamba costringendola
a guardare in basso.
-Che
stai facendo!?-
-Tanti
auguri Aka-chan!!-
-Hey!
Solo io posso chiamarla Aka-chan! Vero Aka-chan?-
-Ciò
vuol dire che sei ancora più vecchia... beh, auguri in ogni
caso-
Akane
non ci stava capendo più nulla. Si voltò prima verso
Juuzou, poi verso i gemelli per almeno tre volte.
-I-io...
grazie ragazzi- balbettò infine sciogliendosi in un sorriso.
Juuzou
sorrise di rimando per poi rivelare ciò che aveva dietro la
schiena.
-E
questo è il tuo regalo di compleanno!- esclamò
mettendole tra le braccia una gabbietta con due piccoli criceti,
intenti a dormire beatamente l'uno accanto all'altro. La ragazza notò
che vi era un fiocco rosso legato in modo improbabile proprio sulla
parte superiore della gabbietta e dedusse che fosse, senza ombra di
dubbio, opera di Juuzou.
Si
ritrovò a sorridere commossa davanti a quei due esserini che
dormivano beatamente, ignari di essere appena entrati a far parte di
un'improbabile famiglia composta da ghoul e umani.
Angolo
autrice
Lo
so. Fa schifo.
UFFA
MA PERCHE' NON RIESCO A SCRIVERE NULLA DI DECENTE ULTIMAMENTE??
Beh,
in ogni caso...
lancia
coriandoli
TANTI
AUGURI AKANEEEEEEE!!! sussurra
e tanti auguri a me
ehehe!
Già,
esatto, oggi questa Kawaii Potato diventa un anno più vecchia
u.u che volete farci? Il tempo passa... ewe
A
discapito del fatto che non sia riuscita a renderlo al meglio come
avevo sperato di fare, mi auguro che vi sia piaciuto ^^
E
noi ci leggiamo nel prossimo capitolo!
Sayonara!
CherryPau_99
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