ReggaeFamily
Merry
Xmas to all... but not to Dave!
Il
Natale è una festa veramente importante, ecco perché i
nostri eroi sono stati invitati a suonare a un concerto che si tiene
a Saint-Étienne il 25 dicembre.
Nessuno
dei componenti è particolarmente credente o tradizionalista,
qualcuno tende al buddismo e qualcun altro al rastafarianesimo, ma a
nessuno essenzialmente frega una mazza delle varie tradizioni
religiose. Sanno solo che devono suonare, il che è positivo.
Fred
e Aurélien si limiteranno a dare gli auguri di Natale al
pubblico tra un pezzo e l'altro, poi eseguiranno una versione dub
metal di Last Christmas, per poi proseguire per la loro
strada.
Intanto
tutti tranne Dave stanno hanno organizzato alla perfezione il piano
per spedire il chitarrista al concerto degli One Direction, non
vedono l'ora di metterlo in pratica.
Ormai
la vigilia è arrivata e tutti ceneranno insieme a casa di
Aurélien e del suo compagno Hakim. Sono tutti felici come
pasque, e anche Dave stranamente non è di cattivo umore come
al solito: sarà che sta già pregustando il momento in
cui potrà ubriacarsi senza ritorno? Chissà...
Per
cena hanno cucinato – più o meno – tutti insieme e
il risultato è un banchetto nuziale mal assortito e
dall'aspetto pressoché orribile, ma che emana un profumino
irresistibile.
«Siamo
tutti quei riuniti per celebrare il matrimonio tra Aurélien e
Hakim...» strilla Daron, versandosi del vino in un bicchiere.
«Sei
già ubriaco, Malakian?» indaga Damian, sorseggiando la
sua spremuta d'arancia.
«Nah.
Reggo bene l'alcol, ho tanta esperienza alle spalle!» cinguetta
il chitarrista, tracannando dal suo bicchiere.
«Siamo
veramente contenti che tutti voi siate qui. Trascorrere il Natale con
gli amici è qualcosa di speciale» dice Hakim,
appoggiando un braccio sulla spalla di Aurélien.
«Come
siete carini!» trilla ancora Daron, poi si alza e corre ad
abbracciare i due ragazzi, come un invasato sotto stupefacenti.
«La
smettete? Mi date il voltastomaco!» borbotta Dave.
«Mustaine,
ma non riesci a stare zitto e tranquillo neanche in un giorno come
questo?» lo punzecchia Fred seccato.
La
cena prosegue tranquillamente – almeno per gli standard della
combriccola – e ogni tanto gli organizzatori del regalo
per Dave si scambiano delle occhiate complici, tanto il chitarrista
non se ne accorge perché sta pian piano cadendo sotto gli
effetti dell'alcol.
A
un certo punto qualcuno suona il campanello e tutti interrompono le
conversazioni animate che stanno intrattenendo. Hakim aggrotta le
sopracciglia e si alza, seguito da un Aurélien perplesso.
«Non
aspettavamo nessun altro» commenta il cantante dei DOMR.
«Chi
sarà mai?» gli fa eco il suo compagno.
Raggiungono
l'ingresso e aprono la porta. Un brutto ceffo, con tanto di
passamontagna, giubbotto in pelle con le borchie e una pistola alla
cintura li spintona all'interno, gridando cose che solo lui capisce.
«Oddio,
cosa vuole? Oddio, aiuto, chiamate la polizia!» grida Hakim,
sbattendo contro la parete.
«Io
non lo farei, stronzetto» grida l'intruso, oltrepassando anche
Aurélien e fiondandosi in sala da pranzo.
«No!
Ragazzi, attenti! Un ladro!» grida Carlo dall'altra stanza.
Hakim
e Aurélien si ricompongono e si scambiano un'occhiata
complice.
«Rimaniamo
qui» sussurra Aurélien.
Hakim
annuisce e gli posa una mano sul braccio.
«Mustaine!
Tu vieni con me! Altrimenti ti ammazzo!» strilla il nuovo
arrivato, sfoderando la pistola e puntandola contro il chitarrista,
il quale sembra tornare lucido tutto d'un fiato.
«Cosa?
Ma vaffanculo, io non mi muovo di qui!» afferma Dave,
incrociando le braccia al petto e rimanendo fintamente impassibile.
In realtà, è evidente che si sta trattenendo per non
tremare di paura, stringe convulsamente i pugni e il suo sguardo è
colmo di terrore.
«Vuoi
morire?» sbraita il rapitore.
«No!
Non sparare!» interviene Jens, ostentando un tono calmo. «Dave
ti seguirà, ma tu prometti di non fargli del male?»
propone.
«Col
cazzo! Ma siete rincoglioniti? Che aspettate a chiamare la polizia?!»
si rivolta Dave, lanciando occhiate omicide ai suoi compagni di band.
«Loro
non chiameranno nessuno. Altrimenti faccio una strage! Tu!»
sputa il rapitore, spostando l'arma da fuoco su Kelsey. «Prendi
dei tovaglioli e legalo!»
«Ma...»
«Vuoi
morire?!»
«No,
n-non v-voglio...»
«Allora
muovi il culo!»
Kelsey
si alza velocemente dalla sua sedia e raccatta qualche tovagliolo.
Raggiunge Dave – che ormai trema senza ritegno – e gli
lega i polsi.
«Imbavaglialo,
non voglio che strilli!» ordina ancora il criminale.
Kelsey
esegue senza mai sollevare il capo né pronunciare una sola
parola.
Il
malintenzionato si accosta a Dave e Kelsey fa un balzo all'indietro.
Il chitarrista viene afferrato per i polsi e strattonato verso
l'uscita.
Dave
mugugna cose incomprensibili, attutite dal bavaglio, e nota che Hakim
e Aurélien sono abbracciati nell'ingresso, immobili e
spaventati. Mai come in questo momento vorrebbe stare con i suoi
compagni di band.
«Se
chiamate la polizia lo uccido» ammonisce per l'ennesima volta
il rapitore, poi esce di casa trascinandosi dietro il malcapitato
chitarrista.
Dave
vorrebbe piangere, vorrebbe davvero farlo. Ora la sua dignità
non conta tanto.
Del
resto, questo rapimento fa saltare tutto: non riceverà neanche
un soldo per il concerto di Natale, dannazione!
«Ragazzi?
Dove siete? Ha rapito anche voi?»
Hakim
e Aurélien si guardano, poi scoppiano a ridere e corrono dai
loro amici in sala da pranzo.
Daron
si sta già rotolando a terra in preda a grosse risate, si
preme le mani sulla pancia e non riesce a trattenere le lacrime.
«Ma
avete visto la faccia di Mustaine?! Oh, gli sta bene a quel
pezzente!» esclama Fred, soddisfatto.
«Dopo
il concerto degli One Direction, se non lascia la band, non saprei
proprio cosa altro inventarmi» commenta Jens.
«Già,
hai ragione. Ma sono sicuro che alla fine ci mollerà. Non
sopporterà questo scherzetto» ghigna Carlo.
«Bene,
amici miei, io ho fame! Finiamo di cenare o no? E poi: scambio dei
regali!» starnazza Daron dopo essersi ripreso.
Così
tutti si rimettono a tavola e continuano a festeggiare la vigilia di
Natale come se niente fosse.
Il
concerto di Natale va benissimo. A Saint-Étienne tutti
conoscono Aurélien, perciò il pubblico è
veramente numeroso e allegro.
I
ragazzi si divertono da matti a suonare, propongono alcune cover di
vari generi, canzoni dei loro rispettivi gruppi rivisitate e rese in
pieno stile DOMR e un paio di inediti giusto per far venire un po' di
curiosità a chi li ascolta.
Hakim,
in prima fila, riprende il tutto, scatta un sacco di foto e non si
perde neanche una mossa di Aurélien.
Il
Natale per i nostri eroi diventa speciale, semplicemente perché
sono tutti insieme, fanno ciò che più amano fare e non
potrebbero desiderare di meglio.
Daron
pascola sul palco come un esaltato, si rotola abbracciando la sua
chitarra, sostituisce Dave in maniera magistrale e tutti, nessuno
escluso, sono d'accordo nel pensare che non ci sarebbe assolutamente
bisogno di quel troglodita nel gruppo.
A
fine concerto li attende un banchetto strepitoso, si abbuffano e
bevono come maiali, ridono e decidono che dovranno rifarlo
assolutamente.
«Suonare
in questo posto non ha prezzo. Bellissimo! Grazie Aurélien!»
strepita Carlo, in brodo di giuggiole, abbracciando il suo djambé
come fosse un figlio.
«Sono
felice!» esclama il francese.
«Jens,
cosa c'è? Sei serio» dice Joey, avvicinandosi al
tastierista con in mano una fetta di torta salata.
«Lui
è sempre serio» fa notare Kelsey.
«Anche
tu, se è per questo! Che ti prende Jens?» insiste il
batterista.
«Niente.»
«Balle.
Hai una faccia da funerale.»
«E
allora?»
Joey
fa spallucce. «Allora ti è successo qualcosa. Sei
preoccupato per Mustaine?» sghignazza.
«Neanche
per idea. Non ho niente.»
«Chi
ci crede? Dai, dimmelo!»
«Fossi
in lui ti ucciderei, Jordison» interviene Tim C, ficcandosi
mezza busta di patatine in bocca.
«Macché.
Voglio solo sapere che gli passa per la testa!» obietta il
batterista, saltellando sul posto per cercare di compensare la sua
bassa statura.
«Io
ho un'idea migliore per te. Là fuori ci sono alcune ragazze
che vorrebbero conoscerci. Chi se ne occupa?» dice Aurélien,
senza allontanarsi troppo da Hakim.
«Contate
su di me!» strepita Joey. «Malakian?»
«Ma
sì dai! Tim C, vieni con noi?»
«E
figa sia!» grida il bassista, uscendo dal camerino imbandito,
seguito dagli altri due.
Jens
intanto è rimasto fermo e zitto, e Kelsey non può fare
a meno di notare che, effettivamente, sembra proprio giù di
morale.
«Se
hai bisogno di parlare, io ci sono» gli dice allora,
mollandogli una pacca sulla spalla.
«Ci
penserò. Grazie Kel.»
Alla
fine, i tre che hanno deciso di occuparsi delle fan spariscono per
più di un'ora e la tranquillità sembra regnare nella
stanza.
«Io
ho sempre odiato il Natale» ammette a un certo punto Damian,
quando tutti sono nuovamente riuniti in camerino e anche i tre
dispersi sono tornati, affamati e con espressioni soddisfatte e i
capelli arruffati.
«Dai,
davvero? E perché?» chiede qualcuno.
«Non
lo so. Però, ragazzi, sappiate che quest'anno mi è
piaciuto, davvero. Siete davvero un'ottima band, degli amici, dei
fratelli... grazie a tutti» conclude il giamaicano, commovendo
più o meno tutti.
«Godiamoci
la pacchia finché dura» commenta Tim C, sgranocchiando
dei salatini. «Domani Dave sarà di ritorno.»
Cari
lettori, questo capitolo ha anche qualcosa di sentimentale, qualcosa
che forse poco si addice ai nostri Mortadella! Però, vedete,
mi piaceva molto l'idea di un Natale perfetto tra loro, un Natale tra
amici, quegli amici che poi sono come una famiglia. Tengo molto al
concetto di famiglia non biologica, quella che ognuno di noi trova
lungo la sua strada, e che spesso e volentieri non coincide con i
parenti e consanguinei ^^
Spero
che vi abbia fatto sorridere almeno la prima parte, ovvero quella del
rapimento di Dave: io mi sono divertita a scriverla, anche perché
lui se lo meritava proprio XD
Bene,
vi auguro qui buone feste, perché non aggiornerò prima
di Natale, non so quando accadrà! Grazie ancora per il
supporto, ci vediamo – probabilmente – nel 2017 con i
Death of Mortadella Roots ♥
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