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Autore: Kim WinterNight    19/12/2016    3 recensioni
In codesta composizione aulica (?) si narrano le appassionanti vicende concernenti i personaggi indicati nel primo capitolo intitolato "Presentazione della band" (quindi, se volete sapere di quali artisti si parla, entrate a leggere), i quali saranno per l'occasione riuniti in una super band a caso di cui non si può esattamente definire il genere né l'entità delle loro “canzoni”.
Il loro nome grind/hardcore è Death of Mortadella Roots, il quale spiega perfettamente la demenza in stato avanzato dei suddetti, nonché l'infermità mentale della sottoscritta.
Se volete sfatare questa mia convinzione, fatemi sapere cosa ne pensate e ditemi che non sono cerebralmente inetta.
All'interno della narrazione troverete vari personaggi originali, tra cui un componente della band.
Se non conoscete tutti gli artisti di cui scriverò, non preoccupatevi: nella Presentazione ho inserito dei link che vi permetteranno di ascoltarli e di farvi un'idea sul genere delle loro band originarie.
In ogni caso, la storia è accessibile a tutti e si può benissimo prendere come un'originale.
Insomma, buona lettura efpiani!
Genere: Comico, Demenziale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ReggaeFamily

Merry Xmas to all... but not to Dave!




Il Natale è una festa veramente importante, ecco perché i nostri eroi sono stati invitati a suonare a un concerto che si tiene a Saint-Étienne il 25 dicembre.

Nessuno dei componenti è particolarmente credente o tradizionalista, qualcuno tende al buddismo e qualcun altro al rastafarianesimo, ma a nessuno essenzialmente frega una mazza delle varie tradizioni religiose. Sanno solo che devono suonare, il che è positivo.

Fred e Aurélien si limiteranno a dare gli auguri di Natale al pubblico tra un pezzo e l'altro, poi eseguiranno una versione dub metal di Last Christmas, per poi proseguire per la loro strada.

Intanto tutti tranne Dave stanno hanno organizzato alla perfezione il piano per spedire il chitarrista al concerto degli One Direction, non vedono l'ora di metterlo in pratica.


Ormai la vigilia è arrivata e tutti ceneranno insieme a casa di Aurélien e del suo compagno Hakim. Sono tutti felici come pasque, e anche Dave stranamente non è di cattivo umore come al solito: sarà che sta già pregustando il momento in cui potrà ubriacarsi senza ritorno? Chissà...

Per cena hanno cucinato – più o meno – tutti insieme e il risultato è un banchetto nuziale mal assortito e dall'aspetto pressoché orribile, ma che emana un profumino irresistibile.

«Siamo tutti quei riuniti per celebrare il matrimonio tra Aurélien e Hakim...» strilla Daron, versandosi del vino in un bicchiere.

«Sei già ubriaco, Malakian?» indaga Damian, sorseggiando la sua spremuta d'arancia.

«Nah. Reggo bene l'alcol, ho tanta esperienza alle spalle!» cinguetta il chitarrista, tracannando dal suo bicchiere.

«Siamo veramente contenti che tutti voi siate qui. Trascorrere il Natale con gli amici è qualcosa di speciale» dice Hakim, appoggiando un braccio sulla spalla di Aurélien.

«Come siete carini!» trilla ancora Daron, poi si alza e corre ad abbracciare i due ragazzi, come un invasato sotto stupefacenti.

«La smettete? Mi date il voltastomaco!» borbotta Dave.

«Mustaine, ma non riesci a stare zitto e tranquillo neanche in un giorno come questo?» lo punzecchia Fred seccato.

La cena prosegue tranquillamente – almeno per gli standard della combriccola – e ogni tanto gli organizzatori del regalo per Dave si scambiano delle occhiate complici, tanto il chitarrista non se ne accorge perché sta pian piano cadendo sotto gli effetti dell'alcol.

A un certo punto qualcuno suona il campanello e tutti interrompono le conversazioni animate che stanno intrattenendo. Hakim aggrotta le sopracciglia e si alza, seguito da un Aurélien perplesso.

«Non aspettavamo nessun altro» commenta il cantante dei DOMR.

«Chi sarà mai?» gli fa eco il suo compagno.

Raggiungono l'ingresso e aprono la porta. Un brutto ceffo, con tanto di passamontagna, giubbotto in pelle con le borchie e una pistola alla cintura li spintona all'interno, gridando cose che solo lui capisce.

«Oddio, cosa vuole? Oddio, aiuto, chiamate la polizia!» grida Hakim, sbattendo contro la parete.

«Io non lo farei, stronzetto» grida l'intruso, oltrepassando anche Aurélien e fiondandosi in sala da pranzo.

«No! Ragazzi, attenti! Un ladro!» grida Carlo dall'altra stanza.

Hakim e Aurélien si ricompongono e si scambiano un'occhiata complice.

«Rimaniamo qui» sussurra Aurélien.

Hakim annuisce e gli posa una mano sul braccio.


«Mustaine! Tu vieni con me! Altrimenti ti ammazzo!» strilla il nuovo arrivato, sfoderando la pistola e puntandola contro il chitarrista, il quale sembra tornare lucido tutto d'un fiato.

«Cosa? Ma vaffanculo, io non mi muovo di qui!» afferma Dave, incrociando le braccia al petto e rimanendo fintamente impassibile. In realtà, è evidente che si sta trattenendo per non tremare di paura, stringe convulsamente i pugni e il suo sguardo è colmo di terrore.

«Vuoi morire?» sbraita il rapitore.

«No! Non sparare!» interviene Jens, ostentando un tono calmo. «Dave ti seguirà, ma tu prometti di non fargli del male?» propone.

«Col cazzo! Ma siete rincoglioniti? Che aspettate a chiamare la polizia?!» si rivolta Dave, lanciando occhiate omicide ai suoi compagni di band.

«Loro non chiameranno nessuno. Altrimenti faccio una strage! Tu!» sputa il rapitore, spostando l'arma da fuoco su Kelsey. «Prendi dei tovaglioli e legalo!»

«Ma...»

«Vuoi morire?!»

«No, n-non v-voglio...»

«Allora muovi il culo!»

Kelsey si alza velocemente dalla sua sedia e raccatta qualche tovagliolo. Raggiunge Dave – che ormai trema senza ritegno – e gli lega i polsi.

«Imbavaglialo, non voglio che strilli!» ordina ancora il criminale.

Kelsey esegue senza mai sollevare il capo né pronunciare una sola parola.

Il malintenzionato si accosta a Dave e Kelsey fa un balzo all'indietro. Il chitarrista viene afferrato per i polsi e strattonato verso l'uscita.

Dave mugugna cose incomprensibili, attutite dal bavaglio, e nota che Hakim e Aurélien sono abbracciati nell'ingresso, immobili e spaventati. Mai come in questo momento vorrebbe stare con i suoi compagni di band.

«Se chiamate la polizia lo uccido» ammonisce per l'ennesima volta il rapitore, poi esce di casa trascinandosi dietro il malcapitato chitarrista.

Dave vorrebbe piangere, vorrebbe davvero farlo. Ora la sua dignità non conta tanto.

Del resto, questo rapimento fa saltare tutto: non riceverà neanche un soldo per il concerto di Natale, dannazione!


«Ragazzi? Dove siete? Ha rapito anche voi?»

Hakim e Aurélien si guardano, poi scoppiano a ridere e corrono dai loro amici in sala da pranzo.

Daron si sta già rotolando a terra in preda a grosse risate, si preme le mani sulla pancia e non riesce a trattenere le lacrime.

«Ma avete visto la faccia di Mustaine?! Oh, gli sta bene a quel pezzente!» esclama Fred, soddisfatto.

«Dopo il concerto degli One Direction, se non lascia la band, non saprei proprio cosa altro inventarmi» commenta Jens.

«Già, hai ragione. Ma sono sicuro che alla fine ci mollerà. Non sopporterà questo scherzetto» ghigna Carlo.

«Bene, amici miei, io ho fame! Finiamo di cenare o no? E poi: scambio dei regali!» starnazza Daron dopo essersi ripreso.

Così tutti si rimettono a tavola e continuano a festeggiare la vigilia di Natale come se niente fosse.


Il concerto di Natale va benissimo. A Saint-Étienne tutti conoscono Aurélien, perciò il pubblico è veramente numeroso e allegro.

I ragazzi si divertono da matti a suonare, propongono alcune cover di vari generi, canzoni dei loro rispettivi gruppi rivisitate e rese in pieno stile DOMR e un paio di inediti giusto per far venire un po' di curiosità a chi li ascolta.

Hakim, in prima fila, riprende il tutto, scatta un sacco di foto e non si perde neanche una mossa di Aurélien.

Il Natale per i nostri eroi diventa speciale, semplicemente perché sono tutti insieme, fanno ciò che più amano fare e non potrebbero desiderare di meglio.

Daron pascola sul palco come un esaltato, si rotola abbracciando la sua chitarra, sostituisce Dave in maniera magistrale e tutti, nessuno escluso, sono d'accordo nel pensare che non ci sarebbe assolutamente bisogno di quel troglodita nel gruppo.

A fine concerto li attende un banchetto strepitoso, si abbuffano e bevono come maiali, ridono e decidono che dovranno rifarlo assolutamente.

«Suonare in questo posto non ha prezzo. Bellissimo! Grazie Aurélien!» strepita Carlo, in brodo di giuggiole, abbracciando il suo djambé come fosse un figlio.

«Sono felice!» esclama il francese.

«Jens, cosa c'è? Sei serio» dice Joey, avvicinandosi al tastierista con in mano una fetta di torta salata.

«Lui è sempre serio» fa notare Kelsey.

«Anche tu, se è per questo! Che ti prende Jens?» insiste il batterista.

«Niente.»

«Balle. Hai una faccia da funerale.»

«E allora?»

Joey fa spallucce. «Allora ti è successo qualcosa. Sei preoccupato per Mustaine?» sghignazza.

«Neanche per idea. Non ho niente.»

«Chi ci crede? Dai, dimmelo!»

«Fossi in lui ti ucciderei, Jordison» interviene Tim C, ficcandosi mezza busta di patatine in bocca.

«Macché. Voglio solo sapere che gli passa per la testa!» obietta il batterista, saltellando sul posto per cercare di compensare la sua bassa statura.

«Io ho un'idea migliore per te. Là fuori ci sono alcune ragazze che vorrebbero conoscerci. Chi se ne occupa?» dice Aurélien, senza allontanarsi troppo da Hakim.

«Contate su di me!» strepita Joey. «Malakian?»

«Ma sì dai! Tim C, vieni con noi?»

«E figa sia!» grida il bassista, uscendo dal camerino imbandito, seguito dagli altri due.

Jens intanto è rimasto fermo e zitto, e Kelsey non può fare a meno di notare che, effettivamente, sembra proprio giù di morale.

«Se hai bisogno di parlare, io ci sono» gli dice allora, mollandogli una pacca sulla spalla.

«Ci penserò. Grazie Kel.»

Alla fine, i tre che hanno deciso di occuparsi delle fan spariscono per più di un'ora e la tranquillità sembra regnare nella stanza.

«Io ho sempre odiato il Natale» ammette a un certo punto Damian, quando tutti sono nuovamente riuniti in camerino e anche i tre dispersi sono tornati, affamati e con espressioni soddisfatte e i capelli arruffati.

«Dai, davvero? E perché?» chiede qualcuno.

«Non lo so. Però, ragazzi, sappiate che quest'anno mi è piaciuto, davvero. Siete davvero un'ottima band, degli amici, dei fratelli... grazie a tutti» conclude il giamaicano, commovendo più o meno tutti.

«Godiamoci la pacchia finché dura» commenta Tim C, sgranocchiando dei salatini. «Domani Dave sarà di ritorno.»



Cari lettori, questo capitolo ha anche qualcosa di sentimentale, qualcosa che forse poco si addice ai nostri Mortadella! Però, vedete, mi piaceva molto l'idea di un Natale perfetto tra loro, un Natale tra amici, quegli amici che poi sono come una famiglia. Tengo molto al concetto di famiglia non biologica, quella che ognuno di noi trova lungo la sua strada, e che spesso e volentieri non coincide con i parenti e consanguinei ^^

Spero che vi abbia fatto sorridere almeno la prima parte, ovvero quella del rapimento di Dave: io mi sono divertita a scriverla, anche perché lui se lo meritava proprio XD

Bene, vi auguro qui buone feste, perché non aggiornerò prima di Natale, non so quando accadrà! Grazie ancora per il supporto, ci vediamo – probabilmente – nel 2017 con i Death of Mortadella Roots ♥

  
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