Il testamento di Tito

di workingclassheroine
(/viewuser.php?uid=227671)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.




ONORA IL PADRE, ONORA LA MADRE

 
"Onora il padre, onora la madre
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone:
quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Quanto a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore."



E onora anche il loro abbandono. 
Onora le porte che hanno sbattuto, bacia le mani che ti hanno allontanato mentre chiedevi una carezza. 
Ringrazia per la fuga codarda dell'uno e per la morte altrettanto codarda dell'altra, brinda ai lividi che hanno entrambi inciso nella tua coscienza e che sempre dietro ti porterai.
Quando ne parlavo con Paul lui scuoteva la testa, addolorato, e diceva che per me il mondo è bianco e nero e non c'è verso di convincermi dell'esistenza di qualcosa che stia in mezzo, a mediare fra i due poli. 
Gli ho dato ragione per anni, incapace di essere sincero, prima di iniziare a spiegare che nella mia vita ho conosciuto una vasta scala di grigi, amandoli tutti immensamente. Ho amato Mimi perché lei era grigio fra la condizione di orfano e una vera famiglia, ho amato i Beatles perché erano grigio fra le urla furiose e la completa fiducia, e ho amato Paul perché era grigio fra il vuoto più totale e l'amore più puro.
La mia vita si giocava in bilico come quella di un funambolo, con conseguenti oscillazioni da una parte o dall'altra a seconda dei momenti. 
Ho conosciuto l'essere orfano, le urla furiose e il vuoto più totale, così come il calore di una vera famiglia, la completa fiducia e forse, mai sono riuscito a comprenderlo davvero, l'amore.
O forse gli estremi non li avevo mai toccati ed avevo vissuto una vita da asintoto, vicino ad ognuno di loro ma mai abbastanza per viverli davvero, e da questo derivava la mia esasperante incompiutezza. 
O forse dovevo ritenermi fortunato perché l'amore l'avevo ricevuto in migliaia di modi diversi, senza capirlo, senza accettarlo, solo perché nessuno mi aveva mai insegnato a farlo.
I miei genitori mi avevano dimostrato che non esisteva: avevo creduto loro, ma non avevo smesso di sperare. 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3602837