Spesso il signor Graves lo
salutava con una pacca affettuosa sulle spalle.
Quando lo fece quella sera
per poco Credence non urlò di dolore.
-Credence! Che succede, stai
bene?-
Lui non rispose. Aveva gli
occhi che gli bruciavano e doveva stringere i denti per resistere
alle ondate di dolore che gli infiammavano la schiena.
Il signor Graves lo scrutò
con le labbra strette ad una linea sottile, gli occhi che
lampeggiavano di rabbia.
-Ti ha punito ancora, non è
vero?-
Credence annuì. Non
aveva senso negare visto che il Signor Graves sapeva già che
veniva regolarmente picchiato.
-Ma stavolta è stato
peggio del solito. Vuoi dirmi cosa è successo?-
Il viso del ragazzo divenne
improvvisamente rossissimo per l'imbarazzo.
Il signor Graves non gli
chiedeva sempre perchè sua madre lo puniva, anzi di solito si
limitava a curarlo. Credence avrebbe preferito che fosse una di
quelle volte.
-Credence? È successo
qualcosa di particolare?-
Gli tremavano le labbra.
-Signor Graves... stavolta
credo di averlo meritato-
-Ne abbiamo già
parlato, Credence. Nessuno merita questo. Frustate sulla schiena...
Non sei una bestia da soma, ragazzo mio!-
Credence rabbrividì.
Quella volta era stato davvero peggio del solito.
-Ti fidi di me, Credence? Ti
dirò io se davvero hai meritato una punizione-
Lui non sapeva davvero cosa
fare: era troppo combattuto tra il desiderio di sentirsi dire che non
aveva fatto niente di male e la paura che il signor Graves fosse
disgustato.
In fondo cosa ne sapeva lui
di cosa pensavano i maghi di certe cose?
Il mago aspettava paziente,
senza forzarlo a fare o dire niente.
Nei suoi occhi castani
Credence trovava solo comprensione.
Alla fine decise che il
signor Graves meritava che lui fosse onesto. Se non altro, lui non lo
avrebbe punito a colpi di cinghia.
-Stavolta è stata
davvero colpa mia. Io ho fatto un sogno e... e...- non trovava il
modo di dirlo. Qualunque cosa gli sembrava sporca, disgustosa.
Orribile.
-E sono caduto... in
tentazione...-
Aggiunse alla fine. Si
sentiva talmente umiliato che non osava alzare gli occhi verso il
signor Graves, di cui sentiva ancora lo sguardo su di sé.
Sperò che avesse capito, perchè non sarebbe riuscito ad
esprimersi con più chiarezza senza morire di vergogna.
-Mia madre mi ha visto
mentre lavavo i vestiti. Lo ha capito e... e... stavolta ha fatto
bene a punirmi, signor Graves-
All'accenno a "Lavare i
vestiti" il mago emise un piccolo "Oh" di
comprensione, salvo poi sbottare in un "Che cosa?"
oltraggiato.
-Credence! Stai cercando di
dirmi che hai avuto un'eiaculazione spontanea mentre dormivi e che
tua madre ti ha picchiato per questo? Guardami, Credence!-
Lo aveva afferrato per le
spalle per costringerlo a guardarlo in faccia, ma Credence era
paralizzato dalla paura.
Che aveva fatto?! Era
normale che il signor Graves, si fosse arrabbiato, che si aspettava?
-Mi dispiace- riuscì
ad esalare con un filo di voce.
Le lacrime premevano per
uscire ma lui non poteva. Non aveva il diritto di piangere.
Il signor Graves prese un
paio di respiri profondi come se dovessa calmarsi, ed in effetti
Credence non lo aveva mai visto tanto alterato.
-Perdonami Credence. Ho
reagito male. Non voglio dire che tu abbia fatto qualcosa di
sbagliato-
Il ragazzo fu
incredibilmente sorpreso quando il signor Graves gli mise una mano
sulla guancia per accarezzarlo -Perdonami se ti ho spaventato-
-Mi dispiace- Ripetè,
ancora tremante, ma il mago scosse la testa.
-Non deve dispiacerti,
Credence. Ormai sei un uomo, non puoi ignorare i tuoi bisogni. Uno
sfogo sessuale alla tua età è normale come la fame e la
sete. Sono certo che è successo qualcosa qualche giorno prima
che tu facessi quel sogno, non è vero?-
-Io... hem...-
-Andiamo, ormai il peggio è
passato, no? Pui dire tutto il resto-
Allora Credence gli raccontò
delle foto che aveva trovato per caso qualche giorno prima.
Non lo aveva fatto apposta:
c'era una busta da lettere aperta fuori dal cassonetto ed il
contenuto era sparpagliato per terra, e lui le aveva viste prima di
rendersi conto di cosa fossero, cioè foto esplicite anche se
in bianco e nero di rapporti tra un uomo ed una donna.
Era fuggito via senza
nemmeno gettare la sua spazzatura nel cassonetto ma ormai quelle
immagini lo avevano contaminato.
Quando ebbe finito di
raccontare era ancora molto imbarazzato ma più tranquillo.
Come aveva detto il signor
Graves, ormai il peggio era passato.
-Capisco. C'è altro
che vuoi dirmi?-
-Io... signore... non ho
peccato?-
-No, Credence. Peccato è
che tu sia represso e frustrato nelle tue necessità. Non c'è
alcuna colpa in ciò che hai fatto e che non puoi controllare.
Anche se potessi controllarlo non dovresti farlo. Mi hai capito,
Credence? Mai, non devi mai farti del male nè devi lasciare
che te ne facciano gli altri-
Le parole del signor Graves
riuscirono a confortarlo come sempre.
Era più facile
credere alla sua voce bassa e confortevole che a tutte le minacce di
inferno di sua madre.
-Ho capito, signor Graves.
Grazie, signore-
-Non ringraziarmi. Ti sto
restituendo ciò che è tuo. La tua facoltà di
pensare, il tuo corpo, e presto, molto presto, quando i maghi
potranno finalmente uscire dall'ombra, anche la tua capacità
di usare la magia. Il che mi ricorda che c'è ancora qualcosa
di cui devo occuparmi-
Credence credette che si
riferisse a qualche compito importante che lo attende, invece il
signor Graves gli posò una mano sulla nuca per attirarlo a sé.
-Mi permetti?-
Si fermò poco prima
di sollevargli la camicia e la giacca.
Era una sensazione strana
che gli faceva girare la testa.
Era così diverso da
come lo trattava sua madre!
Mary Lou gli strappava la
camicia di dosso a frustate se lui non era veloce a spogliarsi per
ricevere la sua punizione, il signor Graves invece gli chiedeva il
permesso per curarlo.
Credence si limitò ad
annuire, perchè come ogni volta che era trattato con
gentilezza gli si era formato un nodo in gola che gli impediva di
parlare.
Il signor Graves lasciò
che si aggrappasse a lui per resistere al dolore ogni volta che
sfiorava una delle escoriazioni per guarirla.
Il dolore che provava era
come una nuova frustata nonostante l'unguento con cui lo aveva
medicato sua sorella Chastity, ed ogni sfregameto della camicia gli
faceva strizzare gli occhi nel tentativo di trattenere le lacrime.
-Credence. Se senti il
bisogno di piangere, fallo. Non farti del male, ricordi? Se piangere
ti aiuta, fallo pure-
Era quello di cui aveva
bisogno: come se il permesso del mago gli avesse tolto un peso dal
petto, Credence si trovò con le guance bagnate ed il viso
affondato nel cappotto del signor Graves.
Persino l'odore del suo
dopobarba era rassicurante, come la sua voce che mormorava parole
incomprensibili e la sua mano che cercava di lenire il dolore senza
procurargliene di nuovo.
Aveva delle mani
incredibilmente gentili, per quanto fossero mani grandi e forti, e
Credence si fidava ciecamente perchè non gli avevano mai fatto
del male.
Si lasciò cullare
dalla sensazione del dolore che svaniva e dall'avere, anche se per
pochi minuti in un vicolo, qualcuno che si prendeva cura di lui.
-Ecco fatto, Credence, ora è
a posto. E ricordati che se avrai altri dubbi o anche solo semplici
curiosità potrai chiedere a me. Ci sono modi meno traumatici
di scoprire il sesso che non la pornografia-
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Nel cerchio della
Strega
Benritrovati.
Forse stavolta ho un po'
esagerato. Immagino che Credence sia cresciuto represso anche dal
punto di vista sessuale, e quindi Graves/Grindewald potrebbe doversi
occupare anche di questo.
Comincerei a provare pena
per lui, se non fosse che sappiamo tutti quanto si comporta da
bastardo con Credence alla fine.
Fatemi sapere se per
trattare queste tematiche devo alzare il rating da arancione a rosso.
Non so bene quale sia il
confine esatto tra un arancione scuro ed un rosso, per cui chiedo
consiglio a voi, gentili lettori che siete arrivati alla fine di
questo capitolo.
Grazie a Wales-Kirkland
per aver aggiunto la storia alle seguite e alle
ricordate ed a Tony Stark per averla
messa tra le preferite.
Lady Shamain
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