capitolo 3
Capitolo 3
- Solo
a me preoccupa come abbia fatto, quella vecchia tartaruga, a procurarci
in poche ore dei documenti falsi nuovi di zecca? Non è che
possiede un passato da malavitoso e noi non ne sappiamo niente? -
Emma scocchiò la lingua infastidita, lanciando un'occhiataccia al fratello al suo fianco.
Certe volte sapeva dire delle vere stupidaggini, senza rendersene nemmeno conto.
- Puoi cercare di non trovare il pelo nell'uovo per un volta tanto, Hugo? - gli chiese lei, con velato sarcasmo - L'importante adesso è che abbiamo i documenti, per poterci infiltrare a scuola -
Erano da poco le 7:30 del mattino, e i due fratelli si stavano
dirigendo a piedi verso quella che, in quel tempo, era stata la scuola
dei loro genitori. Il posto dove si erano conosciuti, e che aveva visto
sbocciare il loro tenero amore.
- Ma solo io sono preoccupato? - strillò quasi il ragazzo dagli occhi verdi, osservando allibito la bionda - Non ci tengo a passare le nostre restanti ore, dentro una cella di una prigione - aggiunse, subito dopo.
La ragazza alzò gli occhi al cielo, in un'espressione alquanto
esasperata, e si fermò di botto, voltandosi verso il fratello
minore che camminava dietro di lei.
- Non dire stupidaggini, cretino!
Nessuno finirà in prigione,
men che meno noi due. Il piano è semplice: entriamo a scuola, ci
infiltriamo tra gli studenti e troviamo mamma e papà. Una volta
trovati gli parleremo con calma, e spiegheremo tutta la situazione -
Secondo il corvino, Emma la stava facendo davvero molto più
semplice di quello che era in realtà, e non si trattenne dal
farglielo notare.
- E che intenzioni hai, scusami? Andare da loro e dire loro "Salve! Siamo i vostri figli minori, venuti dal futuro per conoscervi. Vi va una tazza di the con dei biscotti?" - le domandò, con marcato sarcasmo, scimmiottando il suo tono di voce.
- Lo sai che papà preferisce i croissant - gli fece notare invece la bionda, seria.
Sembrava non aver nemmeno ascoltato la parte iniziale della frase; o almeno, fece finta di non averla ascoltata.
- Io non ci vedo niente di male, Hugo.
Tanto tutto quello che gli diremo noi, durante la nostra permanenza, lo
dimenticheranno. Possiamo dirgli quello che vogliamo, e possiamo stare
tranquilli su questo. E poi... siamo arrivati negli anni post-Papillon.
Mamma e papà hanno già combattuto con il nonno, ed hanno
scoperto le loro rispettive doppie identità. Non abbiamo niente
di cui temere! - esclamò poi, con un ampio sorriso in volto e gli occhi verdi che le brillavano di una strana luce.
Anche quando ripresero a camminare, il corvino continuò a restare non completamente tranquillo sulla faccenda.
Certo, avevano scelto con cura il momento storico in cui andare, ma il
ragazzo continuava ad avere una spiacevole sensazione addosso.
Come un piccolo allarme che continuava a suonargli nella mente; a cui però non sapeva dare un perchè certo.
Hugo si ritrovò a scuotere leggermente la testa.
Forse era solo la sua immaginazione che gli giocava brutti scherzi per la stanchezza.
Purtroppo, non era così, e se ne sarebbero accorti molto più avanti.
I due fratelli arrivarono molto presto a scuola, tanto da trovare solo pochi professori in giro per la struttura.
- Fai parlare me, e seguimi. Ho un piano - gli sussurrò Emma, poco prima di fargli uno scherzoso occhiolino e tirarlo per la manica della giacca.
- Non mi sono mai piaciuti i tuoi piani... - gemette, con una smorfia in volto.
Con due ampi sorrisi stampati in volto, e un velo di sudore freddo ad
imperlare le loro fronti, i fratelli Agreste attendevano una qualsiasi
parola da parte del preside, comodamente seduto dietro alla spessa
scrivania in legno scuro.
Tra le mani teneva due fascicoli, che sfogliava di tanto in tanto, spostando per pochi secondi gli occhi dai due giovani.
- Hugo ed Emma Noir... - lesse ad alta voce l'uomo - Vedo che avete cambiato scuola quasi... cinque volte. Come mai, se posso domandarvelo? -
- I nostri genitori viaggiano molto - inventò rapido Hugo, sperando insieme alla sorella che quella scusa funzionasse.
Il preside riportò lo sguardo sui due fascicoli, e corrugò la fronte.
I due fratelli ripresero a sudare freddo.
- C'è... - la bionda deglutì - C'è qualche problema? - domandò lieve, sporgendosi appena per sbirciare i fogli pinzati, evidentemente preoccupata.
- Qualche problema? - domandò l'uomo dalla folta barba - Assolutamente no! - esclamò subito dopo, con un ampio e caldo sorriso a rassicurarli.
- I vostri fascicoli sono a dir poco
impeccabili. Il nostro istituto è solo che ben lieto di poter
accettare l'iscrizione di due giovini così talentuosi -
I due ripresero a sudare freddo, con i sorrisi ancora fermi e congelati sui loro volti.
Non erano sicuri se sarebbero stati capaci di resistere ancora per molto; iniziavano a non sentire più le mascelle.
Forse, dopo aver superato quel momento, non sarebbero più stati capaci di utilizzarle come una volta.
Forse, sarebbero potute essere molte di più le cose che non
avrebbero più potuto fare alla medesima maniera dopo
quell'esperienza.
Chi poteva saperlo dopotutto?
Il direttore del liceo si prorogò in un lungo, ed assai
esaustivo per Hugo, discorso in cui non fece altro che parlare bene
della struttura, dei docenti presenti e su come si sarebbero sentiti
perfettamente a loro agio in quell'ambiente trasudante di
serenità e conoscenza. Alla fine i due poveri fratelli dovettero
attendere ancora molto prima di poter uscire da quell'ufficio, ormai
diventato quasi soffocante, per poi venire scortati verso quella che
sarebbe diventata la loro aula, per le restanti ore che gli rimanevano
in quell'epoca.
Stranamente, sembrava andare tutto secondo i piani di Emma, ed Hugo faticava a crederlo possibile.
La situazione era davvero più strana di quello che poteva
sembrare, ed Hugo non riusciva a togliersi dalla testa quel campanello
d'allarme.
C'era davvero qualcosa che non andava.
ANGOLO DELLA MENTE MALATA:
E dopo una vita riesco ad aggiornare ;-; sono felicia come Licia.
In questo ultimo periodo mi sono successe un sacco di cose, così
tante che fatico a credere che siano successe tutte in così
breve tempo, e c'è ne sono altrettante che ancora devo fare.
Devo ancora andare a fare il test per la teoria della patente
ç-ç (ma il problema è che sono una personcina
pigra e mi dimentico ogni volta), devo prepararmi per il test
d'ammissione in Uni (ansia ansia) e studiare ovviamente per la scuola
vista l'ormai incombente MATURITÀ (alias la morte).
Il pensiero poi che devo aggiornare ancora un botto di roba mi fa stare male ;-; mi sento una persona orribile che vi trascura.
Ma comunque... Ci siamo quasi. Manca pochissimo, ed i nostri
protagonisti incontreranno finalmente i loro giovani genitori :3 Come
pensate reagiranno?
Devo dire che questa parte mi ha fatto un po' penare. Penso di non aver
mai cancellato e riscritto pezzi di capitolo così tante volte
come per questa storia XD
Spero vivamente che il capitolino vi sia piaciuto :3
tanti bacini zuccherosi a tutti voi
- Harley
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