ReggaeFamily
Capitolo
27
“Oddio,
ehm... pensi che questo vada bene?” domandò Cathleen
agitata, con la testa infilata nell'armadio e una pila di indumenti
tra le braccia.
“Come
mai sei così in ansia per la festa?” indagò Lisa
con un'occhiata interrogativa.
“Non
lo so, però... secondo me questo vestito è troppo
corto, non mi va di mettermi troppo in mostra e poi sicuramente ci
sarà freddo, quindi... e se indossassi un paio di pantaloni
attillati e questo maglioncino?” riprese a blaterare la ragazza
bionda, evasiva.
Intanto
aveva tirato fuori un maglione porpora e lo aveva mostrato alla sua
amica.
“Tu
mi nascondi qualcosa” rifletté l'altra, rovistando tra i
suoi trucchi.
“È
qui il servizio trucco?” esclamò Tiffany facendo
irruzione nella stanza; indossava un vestito nero su dei leggings
dello stesso colore e aveva lasciato che i capelli biondi le
ricadessero sulle spalle.
“Vuoi
truccarti? Strano, da te non me lo sarei mai aspettato!”
ribatté Lisa sinceramente stupita.
“Infatti
voglio un trucco molto leggero e sono venuta qui perché io in
queste cose sono una frana; mi aiuti tu, Lisa?”
“Certo!
L'ho promesso anche a Cat! A proposito: tua sorella secondo me ci
nasconde qualcosa, si comporta in modo strano da giorni e ora non fa
che correre da una parte all'altra della stanza in preda all'ansia!”
raccontò la mora, facendo cenno a Tiffany di accomodarsi sul
letto accanto a lei.
“Ehi,
vi ricordo che anche io sono qui con voi! Smettetela di parlare di me
come se non ci fossi!” si rivoltò l'oggetto della
conversazione, esaminandosi allo specchio.
“Secondo
me è perché vuole fare colpo su un certo Kelsey, non so
se hai presente...” proseguì maliziosamente la sorella
maggiore.
“Non
è vero!” sbottò Cathleen con le guance in fiamme.
“Ragazze,
sono distrutta. Ieri ho consegnato quella dannata ricerca e poi ho
dormito più di dodici ore stanotte, ma ancora non mi sono
ripresa” si lamentò Tiffany con un sospiro.
“Mi
dispiace Tiff... ma alla fine come hai fatto a finirla?”
s'informò Lisa, cominciando a disporre lucidalabbra e ombretti
sul copriletto color senape.
“La
notte tra giovedì e venerdì ho lavorato come una pazza,
non sono andata a letto finché non ho visto quelle dodicimila
parole scritte nel documento! E poi ho una cosa da raccontarvi...
riguarda Alex.”
“Ancora?
Che palla al piede!” commentò Cathleen, osservando con
aria scettica alcune paia di scarpe.
“La
notte in cui ho lavorato come una pazza lui è venuto da me.
Non chiedetemi come abbia fatto a trovarmi, probabilmente ha girato
per tutto il campus finché non mi ha visto. Comunque: mi ha
ricordato la sua proposta indecente e ha fatto leva sulla mia
stanchezza; io in quel momento non ne potevo più, stavo per
crollare sul pc! Vi confesso una cosa: a un certo punto... stavo per
cedere... lo so, sono una stupida, ma ero sfinita e lui poteva
davvero essere la soluzione ai miei problemi.”
“Oh
mio dio Tiffany, non dirmi che...” esplose sua sorella
indignata.
“Tranquille,
io non avrei mai accettato una cosa del genere! Ci ho pensato non
due, ma mille volte prima di rispondere e... sono arrivata alla
conclusione che la dignità vale più di tutto e non
avevo nessuna intenzione di dare una soddisfazione del genere ad
Alex. Le ore di sonno si possono recuperare, ma il ricordo di un
errore non si manda via così facilmente. L'ho spinto via e
dopo un po' di insistenze si è dovuto arrendere”
concluse la ragazza.
“Sei
stata grande!” si complimentò Cathleen precipitandosi a
stringerla in un abbraccio, poi si diresse verso il bagno
canticchiando.
“Strano,
prima non cantava mai di fronte a noi. Cosa le sarà successo?”
fece notare Lisa.
“L'amore?
Bah, Cat certe volte è un mistero” borbottò
l'altra facendo spallucce.
“Comunque
sei stata davvero fantastica a comportarti così con Alex. Io
non so se ci sarei riuscita.”
Tiffany
dopotutto era felice della sua scelta. Alla fine ce l'aveva fatta:
aveva finito la tesina ed era pronta per la festa di Lionel. Tutto
con le sue forze e senza cedere alle pressioni di Alex.
Ora
il peggio era passato.
Qui
è tutto pronto. Puoi portare qui Lion!
Ben
lesse il messaggio di Tiffany e, con un sospiro, si domandò
perché fosse toccato proprio a lui l'incarico di trascinare il
festeggiato alla festa senza fargli sospettare niente. Era un pessimo
attore e non era sicuro di poterci riuscire.
Rimise
il cellulare in tasca e bussò alla porta della stanza del suo
amico; lui aprì la porta qualche secondo dopo.
“Lion,
sono disperato! Ho perso il portafogli!” si inventò Ben,
fingendosi disperato e irritato.
“Hai
perso il portafogli?” ripeté l'altro perplesso.
“Sì,
sicuramente questo pomeriggio quando sono andato all'edificio
centrale per ritirare un foglio! Ho cercato ovunque: in camera, in
cortile, nei corridoi del dormitorio, in classe, ma non c'è!
Volevo chiederti se per caso ti fosse capitato di vederlo.”
Lionel
ci pensò un po' su. “No, altrimenti te l'avrei detto.
Però se vuoi posso aiutarti con le ricerche, cosa ne pensi?”
si offrì poi.
Ben
accettò e lo ringraziò. In realtà stava facendo
i salti di gioia: era riuscito nel suo intento, ovvero far uscire
Lionel dalla sua camera. Sapeva che quel metodo avrebbe funzionato;
lui aiutava sempre tutti quando ce n'era bisogno.
Così
i due vagarono per un po' nei vari edifici del campus finché
non giunsero di fronte alla stanza in cui si sarebbe tenuta la festa;
Ben aveva furtivamente inviato un messaggio ai suoi amici per
avvisarli che stavano per arrivare, così all'interno della
sala tutti si erano zittiti e avevano spento la luce.
“Mi
pare di essere passato proprio di qui questo pomeriggio, ma questa
porta era aperta... potrebbe essere finito qui?” rifletté
il ragazzo più grande, facendo cenno alla porta davanti a
loro.
“Beh,
c'è solo un modo per scoprirlo” tagliò corto
Lionel: afferrò la maniglia e spalancò la porta senza
troppi complimenti, poi accese la luce.
A
quel punto si levò un grido: “Sorpresa!”
Il
ragazzino, preso alla sprovvista, sobbalzò e lanciò un
grido; subito dopo scoppiò a ridere, contagiando tutti i
presenti.
Il
dj della serata fece partire la musica per creare un piacevole
sottofondo mentre Lionel, incredulo, si guardava attorno e continuava
a ripetere: “No, ma voi siete pazzi! Una festa? Io non me
l'aspettavo... ma non c'era bisogno...”
Tiffany,
Cathleen e Lisa corsero ad abbracciarlo, Ben gli diede una pacca su
una spalla e Alex mostrò entrambi i pollici su.
Alla
festa erano presenti molte altre persone: compagni di classe di
Lionel, tra cui i suoi compagni di stanza, Alice, Angel, Kelsey,
Jordan e pochi altri.
Si
respirava un'aria festosa che scaldò subito il cuore di
Lionel; sapeva che quella sera sarebbe stata speciale e non vedeva
l'ora di festeggiare con i suoi amici, mettendo da parte tutti i
problemi e i dubbi che lo affliggevano di solito.
“Dai
Lion, andiamo a prendere da mangiare!” proposero le ragazze,
trasportandolo fino al tavolo stracolmo di cibo.
“Voi
siete unici, davvero! E questa chi l'ha fatta?” chiese curioso,
indicando una monumentale torta al cioccolato con quattordici
candeline posta al centro della tovaglia.
“Sono
riuscita a preparare l'impasto e ficcarla in forno stasera, ma giusto
in tempo... non so nemmeno io come ho fatto!” spiegò
Tiffany, sperando non si notasse troppo la sua stanchezza.
“Ma
Tiff... tu in questi giorni eri impegnatissima, non dovevi fare tanto
per me! Avresti dovuto riposarti almeno in questi giorni! Mi auguro
che tu non ti sia data troppo da fare anche per organizzare tutta
questa festa” la rimproverò il festeggiato, sentendosi
leggermente in colpa.
“Purtroppo
per la festa non ho potuto fare molto per le ragioni che anche tu sai
bene, quindi ho voluto preparare almeno la torta perché non mi
piace starmene con le mani in mano! E poi tu non devi porti problemi;
io l'ho fatto volentieri così come tutti noi!” lo
rassicurò lei, tirandogli scherzosamente una ciocca di
capelli.
“Però
Tiff ha avuto un degno sostituto: ti presento il nostro aiutante
preferito!” intervenne Cathleen, facendo un cenno verso Kelsey.
“Davvero?
Allora lo devo ringraziare... ma come mai ha voluto preparare la
festa se mi conosce a malapena?”
“Non
lo so, probabilmente perché è un ragazzo davvero
buono!” rispose ancora la sua amica.
Lionel
trotterellò per la stanza salutando e ringraziando tutti,
mentre i presenti non perdevano occasione di acclamarlo e fargli un
mare di auguri.
“Bene,
ora che ci sono tutti è giunto il momento dello spegnimento
delle candeline e il taglio della torta... fatta con tanto amore da
Tiffany!” annunciò Alex a un certo punto.
“E
quello?” esclamò Lionel, osservando il microfono a
gelato che suo fratello teneva in mano.
Lui,
Ben e Tiffany si scambiarono un'occhiata interrogativa, poi si
diressero nel tavolo attorno al quale si era già radunata la
maggior parte dei presenti.
Le
candeline azzurre vennero accese e tutti si prepararono per cantare
Tanti Auguri A Te a squarciagola, ma una voce proveniente
dalla soglia li interruppe: “Ehi, volete soffiare le candeline
senza di me? Devo dare gli auguri al festeggiato!”
“Il
preside?!” sbottò Lionel, al massimo dello stupore.
Il
nuovo arrivato si avvicinò ai ragazzi. “Tranquilli, non
vi rovinerò la festa; sapendo che uno studente avrebbe
festeggiato sono passato a fargli gli auguri, ma me ne vado subito!”
Così
tutti ripresero quel che stavano facendo.
Dopo
la canzoncina di compleanno e il taglio della torta, il preside venne
rifornito di cibo sufficiente per un'altra festa a parte e andò
via soddisfatto.
Inutile
dire che la torta di Tiffany fece successo e gran parte delle persone
che l'avevano assaggiata ne presero più di una fetta.
“Che
schianto” commentò Jordan, squadrando Lisa che era
intenta a rispondere a un messaggio.
“Che
schifo, non dire mai più una cosa del genere! E poi sono
fidanzata!” replicò lei in tono irritato.
“Lo
so. Anche quel giocatore di basket con cui tradisci il tuo ragazzo lo
sa, ma questo non cambia le cose!” la provocò lui,
ghignando.
“E
tu cosa ne sai? Fatti gli affari tuoi! Chi te l'ha detto? Sei uno
stronzo!” si rivoltò la ragazza.
“Andiamo,
lo sa tutto il campus tranne quel poveretto di Ben che ancora ti
corre dietro. Mi chiedo come abbia fatto a scegliere una come te! Sei
più una di quelle... da una botta e via.”
Lisa
sgranò gli occhi. “Come ti permetti? Ripetilo se hai il
coraggio! Ben mi ama!
E almeno io ho trovato qualcuno, mentre tu resterai solo per il resto
dei tuoi giorni!”
“Chi
ti ha detto che voglio stare in compagnia?” ribatté lui
senza riuscire a trattenersi dal ridere, poi si allontanò
lasciandola lì, impalata, sola con la sua rabbia.
Lisa
si stava rendendo conto che non poteva andare avanti così: la
situazione stava degenerando e se non si fosse data una mossa Ben
sarebbe venuto a conoscenza della verità per via dei
pettegolezzi.
Ormai
questa doppia vita la imprigionava da quasi tre mesi e lei non sapeva
proprio come uscirne.
“Signori
e signore, avrei un annuncio da fare!” esordì Alex al
microfono, attirando l'attenzione di tutti.
Cathìeen
in particolare non vedeva l'ora di scoprire di cosa si trattasse:
sentiva che era arrivato il momento in cui Alex avrebbe svelato la
grande sorpresa per Lionel.
“Voi
tutti sapete che Lion è il mio adorato fratello minore...”
e a queste parole qualcuno ridacchiò e mise su smorfie di
disapprovazione “e io mi sentivo in dovere di organizzare per
lui una grandissima sorpresa per il suo quattordicesimo compleanno!
Spero solo che gli possa piacere!”
Tutti
rimasero con il fiato sospeso in attesa che il ragazzo continuasse a
parlare.
“E
allora che entri la sorpresa!” concluse lui.
Una
figura slanciata fece irruzione dalla porta d'ingresso e, con
un'agilità incredibile, corse tra la gente per poi saltare
praticamente addosso a Lionel e gridare: “Lion! Sorpresa! Non
te l'aspettavi, vero?”
Lui,
incapace di parlare, ricambiò la stretta.
Il
suo cuore stava esplodendo di gioia.
Sarebbe
volentieri scoppiato a piangere.
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