Sono Alfred Hoffman e oggi, assieme al mio gruppo d'investigazione ci
troviamo a Long Island, New York, per investigare su alcuni incredibili
avvistamenti di fantasmi all'interno di questa casa, situata al 112
Ocean Avenue... la residenza resa famosa sotto il nome di "Orrore ad
Amityville".
O almeno questo era quello che avrei voluto dire... mi spiace
comunicare a tutti i telespettatori del nostro programma che, questa,
sara' la nostra ultima indagine. "Come mai?", potrebbe chiedersi
qualcuno, dato che stavamo andando cosi' bene con il nuovo gruppo? Il
motivo e' semplice... Martha e' morta.
Sebbene le sue condizioni, dopo essere uscita dal Sanatorio Waverly
Hills fossero migliorate e, anzi, era riuscita a guarire del tutto da
non si sa ancora bene quale male, ieri sera, lungo la strada che
avrebbe portato al nostro hotel, l'ha fatta svenire.
Pensammo subito si trattasse di pressione bassa o simili ma, una volta
all'ospedale, i medici ci dissero che era morta gia' da diversi minuti
al momento del nostro arrivo... per lei non c'era piu' niente da fare.
Non vi dico le lacrime che abbiamo versato per la perdita di un ottimo
elemento quale era lei... comincio a pensare che davvero debba smettere
di dare la caccia ai fantasmi; ogni persona che mi sta vicino muore.
Essendo quindi preoccupato per l'incolumita' degli altri, abbiamo
deciso insieme di fare questa ultima indagine, in onore di Martha, in
quanto fu proprio lei a consigliarci questa meta.
Non so quanto potro' resistere.
Tutto cominciò nel 1973 quando un certo Ronald Defoe
narcotizzò tutta la famiglia per introdursi, alle 3:15 del
mattino nelle loro stanze per ucciderli; questo orario sarà
alla base di tutto il caso.
Prima di lasciare la casa ai Lutz, l'uomo lamentò di udire
strane voci e presenze assieme a lui... da quando la nuova famiglia
prese possesso della dimora, la loro vita non fu più la
stessa.
Fin dai primi momenti la famiglia lamentò problemi
paranormali all'interno di quelle mura, soprattutto circa strani
spostamenti di oggetti e/o presenze che li seguivano in ogni stanza.
La loro permanenza in essa durò appena 28 giorni prima di
decidere di abbandonarla del tutto; durante uno degli innumerevoli
sopralluoghi da parte di medium e fotografi, uno di loro
scattò una foto nella camera dei figli di Ronald Defoe,
immortalando quello che sembrerebbe essere lo spettro uno dei figli
dell'uomo, diventando col tempo lo "stemma" del caso.
La casa era talmente inquietante da costringere perfino i famosi Warren
ad abbandonarla per l'enorme quanità di eventi ed energia al
suo interno.
La cosa strana è che, ora che la famiglia se n'è
andata, i nuovi proprietari non lamentano alcun tipo di fenomeno strano
al suo interno... che fossero i Lutz ad avere un effetto negativo sulle
presenze che un tempo abitavano la dimora oppure furono proprio loro a
portarli in essa?
Forse nessuno lo saprà mai.
Non abbiamo trovato nessuno disposto a parlarci della propria
esperienza in questa casa, tantomeno l'attuale famiglia... ci hanno
chiamato, ma hanno preferito non essere rivelati al mondo intero.
Tutto ciò che abbiamo sono le nostre strumentazioni e i
racconti del padre di famiglia dei Lutz che, ogni sera, lamentava
strani avvenimenti tra i quali la pesante porta in legno che si apriva
da sola, sebbene i perni fossero stati bloccati dall'interno...
dobbiamo entrare e vedere cosa c'è di vero in questa storia
e, in generale, nel caso Lutz.
ORE 20:00
Sono appena entrati in casa; colui che provvederà a
chiuderli all'interno sarà l'attuale proprietario il quale,
ricordo, ha chiesto testualmente di non essere nè nominato
nè intervistato con la telecamera.
Subito dentro, i ragazzi avvertirono uno strano brivido di freddo,
condiviso successivamente con Loreley... lamentarono una presenza
dietro le loro schiene, mentre Mark disse di avere già visto
"qualcuno" muoversi da un lato all'altro della porta del bagno; nemmeno
entrati che subito gli spiriti ci hanno dato prova della loro presenza.
ORE 22:00
Sono due ore che non accade nulla.
Joseph si è appostato nella cameretta dei figli dell'ex
proprietario cercando di ascoltare, tramite EVP, se qualcuno in essa
avesse intenzione di raccontarci la sua storia.
Il ragazzo registrò qualcosa durante una delle sue 5
domande... mentre chiedeva chi fosse il fantasma che abitava in quella
casa, una voce rispose distintamente "si"; nessuno sapeva il senso di
una tale risposta ma forse era il momento giusto per cominciare
seriamente le nostre indagini.
ORE 21:49
Poco prima delle dieci decisi, in nome di tutti i miei compagni morti,
di entrare in casa per prendere parte all'attività;
così chiamai (soprannominiamolo "X") per chiedergli di
aprirmi la porta della dimora.
Arrivammo davanti l'entrata, infilò la chiave ma la porta
non si muoveva, era letteralmente incollata; cercammo anche di
prenderla a spallate ed a calci per cercare di smuoverla ma invano.
Mentre combattevamo contro quel pezzo di legno, sentimmo Loreley
gridare dal piano superiore; corsi quindi a visionare i nastri delle
telecamere precedentemente piazzate dai ragazzi e la vidi che correva
giù per le scale "inseguita" da una lingua di luce, molto
flebile, dalla chiara forma umana.
La chiamai ma non riuscì a mettermi in contatto
nè con lei nè con i ragazzi... eravamo totalmente
tagliati fuori dall'azione, il solo mezzo con il quale potevamo
rimanere in contatto erano le telecamere, anche se stranamente prive di
suono.
ORE 3:15
Sono ore che nessuno si è più fatto sentire; le
telecamere si sono spente da sole circa 2 ore fa e, da allora ho
cercato di chiamare il gruppo con tutta la voce che avevo in corpo, ma
inutilmente.
Finalmente, di colpo, la porta della casa si aprì,
permettendomi quindi di entrare, mentre "X" rimase fuori, bloccato
dalla troppa paura.
Entrai e, Santo Dio, l'atmosfera era, a dir poco, tombale... vi era un
silenzio incredibile, ogni cosa sembrava essere a suo posto, il solo
rumore che sentivo era il mio cuore che mi martellava nel petto,
assecondando quasi ogni mio passo in quelle piccole mura.
Chiamai il gruppo ma nessuna risposta; mi voltai verso "X" ma non lo
vidi più, così come la sua macchina... sembrava
si fosse dileguato nel nulla.
Arrivai al piano di sopra, nella stanza del bambino; sul pomello della
porta vidi una piccola goccia di sangue... a quel punto pensai subito
al peggio.
Entrai con una lentezza incredibile, ansioso di cosa avrei potuto
vedere dall'altra parte e, con mio stupore, vidi i tre ragazzi messi di
spalle, in fila indiana da destra a sinistra, che guardavano il
termosifone.
A quel punto chiesi
- Tutto bene? Non vi
fate sentire da ore...-
Nessuno si voltò.
Mi avvicinai lentamente verso Joseph e, appoggiandogli la mano sulla
spalla sinistra, notai che era incredibilmente freddo... di colpo cadde
all'indietro, rivelando il fatto che fosse senza faccia; qualcuno
gliel'aveva strappata.
Lo stesso per Loreley e Mark... ancora una volta ero rimasto da solo a
fronteggiare le mie paure ed i miei spettri, ma non sapevo che fare.
ORE 4:04
Ero da solo... per la seconda volta in vita mia da quando ho cominciato
questo lavoro ero rimasto solo; la solitudine mi è piaciuta
da sempre, a patto che non sia il risultato della perdita di qualche
persona a me cara.
Mi sentivo uno schifo, un verme, una nullità; avevo
scherzato un po troppo con i morti e loro hanno voluto vendicarsi
facendo così... lo capisco, è colpa mia, non
avrei mai dovuto cominciare questo lavoro.
Che cosa farò adesso? Non ho più nessuno, sono
condannato a vagare nel mio vortice di autocommiserazione per
l'eternità?... temo di si.
Sebbene senza la minima traccia di speranza, continuai a cercare un
modo per uscire da lì, contando che, nuovamente, la porta si
rifiutava di collaborare.
Poco prima dell'alba vidi 6 figure umanoidi venire verso di me; non
capì subito chi fossero ma, esaminandole con attenzione, mi
resi conto che si trattava di Joseph, Mark, Loreley, Martha, Francisco
e Marcus... tutti coloro che erano morti per la mia stupida voglia di
conoscenza circa queste entità.
Non so cosa successe a quel punto; mi risvegliai due giorni dopo
all'ospedale... i medici mi dissero che avevo tentato di suicidarmi
buttandomi dal tetto della casa nella quale mi trovavo e che, nel
farlo, mi ero rotto due costole, un braccio ed ero riuscito a slogarmi
anche la caviglia, oltre naturalmente a graffi e contusioni su gran
parte del corpo.
...
Sono passati 3 mesi dal mio rilascio dall'ospedale e da allora, ogni
notte, i miei amici defunti tornano a perseguitarmi; non so cosa
vogliano da me, mi appaiono nei sogni, negli incubi, nella vita
reale... non ho un solo momento durante il quale non li vedo o non li
sento accanto a me.
Ho capito; vogliono torturarmi così come io ho permesso che
i fantasmi facessero con loro.
Hanno ragione, io merito di morire, sebbene non abbiamo ancora mai
dimostrato tale intenzione nei miei confronti.
Ormai non ho scelta se non quella di convivere con i loro spettri,
farmi seguire come delle ombre e sperare che, un giorno, spero non
molto lontano, essi possano finalmente trovare pace... anche se temo
che ciò avverrà solo al momento della mia morte.
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