CAPITOLO 8: SFUGGITI
Crash gesticolò ad Aku Aku, in un linguaggio incomprensibile
al dottor Cortex. L'unica cosa certa è che per la prima
volta vedeva quel bandicoot felice veramente. Cosa insolita in quel
periodo.
Il bandicoot fece cenno con la mano. Il dottore inizialmente non
capì. Grattandosi il capo, cominciò a pensare. Di
certo, il pericolo non lo avrebbe tolto dalla sua filosofia: meglio
riflettere che improvvisare. Del resto, da uno scienziato, una persona
che studia ciò che deve fare, non si può
aspettare un improvvisazione, dato che fare teorie
riflettendo e poi confermandole con ragionamenti ed esperimenti molto
lunghi erano e sono il mestiere degli scienziati.
Il bandicoot cominciò a sbattere le scarpe a terra, per
avvisare lo scienziato; era irremovibile, fino a quando Aku Aku non gli
urlò addosso: " Cosa fai!!!!!!!!!!??????? Devi muoverti!
Vuoi morire pur di pensare a delle strategie?!!!!!!!!". Ciò
fece sobbalzare Cortex, facendolo cadere a terra. I suoi capelli si
sporcarono, diventando ancor più neri, tanto che erano ben
evidenziati dal terreno. I suoi vestiti erano sporchi,
ma ciò non portò a niente. Esso stava
riflettendo, cercando inutilmente una via di fuga. Nessuna idea era
nella sua testa, probabilmente i suoi pensieri erano intrisi di
terrore, e ciò non gli permetteva di venire a galla.
Crash, nonostante sembrava che il dottore fosse difficile da cambiare,
vide una opportunità. Un opportunità d'oro per
salvare lo scienziato e lui allo stesso tempo. Il vento muoveva il pelo
così tanto che gli parve di star volando. Con coraggio,
scivolo, colpendo Cortex, e trascinandolo per tutto il campo di
battaglia verso i combattenti. Il suo sguardo era agguerritissimo,
tanto che i combattenti lo guardavano allo stesso modo. Nel frattempo,
il tornado si stava creando sempre di più. I combattenti
saltellavano, facevano dei segni per incitare Crash a combatterli, e
non si levavano il loro sorriso beffardo dalla faccia. Ma
ciò non intimoriva il bandicoot, che restava a scivolare, e
vedeva tutto a rallenty; i combattenti si innervosirono, e cominciarono
a sorridere in maniera meno beffarda. Anche se cambiavano espressione
di continuo. Che fosse un modo per distrarre Crash? Che fosse un modo
per farli distogliere l'attenzione dal suo vero obbiettivo, per poi
farlo impazzire di nuovo e renderlo debole. Ma dopo tutte le avventure
passate, il marsupiale non si sarebbe certo lasciato infinocchiare da
quegli esseri. Sta volta, il suo animo era saldo, e di certo non
averebbe perso di nuovo.
" Oh, no! Cosa vuole farmi!? Vuole uccidermi! Al solo tocco con quel
combattento, sarò bello che morto, oppure avrò un
piede nella fossa!" si ripeteva in testa lo scienziato, mentre il
bandicoot accelerava sempre di più la corsa. Un sacco di
terra entrò nella bocca di Cortex, ma lui la
sputò subito. La sua lingua era tutta sporca ed emanava un
terribile odore; inoltre, sentiva il costante bisogno di grattarla, e
ciò era molto fastidioso. " E io che gli ho risparmiato la
vita! E lui mi ringrazia così!? Mi vuole soffocare? Non
avrei mai dovuto avere pietà di lui!" ma mentre rimuginava
su questi pensieri, di punto in bianco, si ritrovò fuori
dall'arena.
Erano salvi. A quel punto lo scienziato capì tutto il piano.
Crash voleva ingannare i combattenti, facendo finta di scivolare per
attaccarli. Invece, sfruttando il fatto che sicuramente l'avrebbe
schivato, sarebbero usciti.
Crash non abbassò la guardia, però. Prese la mano
di Cortex, in modo talmente repentino che quasi gli mollò un
pugno. Cortex avrebbe potuto salvarsi da solo, o almeno era
ciò che pensava lui. O forse aveva davvero bisogno di Crash?
Forse, in quel frangente la scienza non lo avrebbe aiutato, forse solo
quel marsupiale l'avrebbe potuto salvare dalla morte. Ora, si fidava
cecamente di lui. Non aveva alcun dubbio; non credeva di aver fatto un
errore. Non lottò per divincolarsi, ma si fece trasportare.
Il bandicoot mise la sua mano in una roccia, che aveva una rientranza.
Crash stringeva la mano di Cortex, e lui faceva altrettanto. Un
imponente forza, poi, cercava di attirarli verso qualcosa.
Entrambi serrarono le mani, e cercarono di mantenersi. Uno
vicino all'altro, con poche possibilità di resistere al
tornado, che nel frattempo stava inglobando anche gli stessi
combattenti, artefici di quel disastro naturale. I due così
si ritrovarono, alla fine, coi piedi per terra. Davanti a loro, si
mostrò una massa di combattenti: alcuni sfiniti, altri
morti, altri ancora sanguinanti, perché nel tentativo di
divincolarsi dal tornado, si erano tagliati da soli.
Avevano si vinto, ma alla fine aveva anche provocato dolore. Dolore a
dei mutanti, dolore che poteva patire pure un uomo. Avevano davvero
fatto la scelta giusta? Forse ciò sarebbe successo lo
stesso, quindi decisero di metterci una pietra sopra. La cosa
più brutta tuttavia era un altra... Aku Aku era scomparso.
ANGOLO AUTORE: Eccoci con l'ottavo capitolo! Ok, è corto, ma
il prossimo giuro che sarà più lungo. P.S: Solo
io sono felicissimo che questa storia stia andando bene... ed anche che
hanno annunciato la data della trilogy!
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