Capitolo
tredici
Quella sera casa
Stilinski era stranamente silenziosa e buia. Da fuori non si riusciva
ad intravedere nemmeno una singola luce e non si udiva il solito
baccano era solito fare Stiles a quell'ora nella disperazione per non
aver finito in tempo un compito assegnato. Sembrava ci fosse nessuno
nell'abitazione, ma così non era.
Lo sceriffo era
andato via alle prime luci del tramonto lasciando soli gli altri due
abitanti della casa. Stiles aveva preparato la cena come al solito,
facendosi aiutare da Derek che più volte gli si era messo
dietro facendo aderire il suo petto con la schiena dell'adolescente,
una mano che dolcemente passava sulla lunghezza del braccio dello
Stilinski. Non avevano parlato molto dopo quello che era accaduto
nell'ufficio del preside, ma entrambi erano molto preoccupati.
Stiles arrivato a
casa aveva estratto le foto dalla fantomatica busta e le aveva
guardate constatando che il coach aveva ragione, era veramente ben
fatto e quindi non si sentì per niente in colpa quando ne
attaccò alcune sulla sua tabella in sughero dove già
diverse foto facevano la bella figura di sé.
Derek aveva provato
a cogliere un odore sulla busta, riconoscere la grafia, ma nulla
sembrava funzionare. L'unico odore che sentiva era quello del
preside, Finstock e Stiles mentre per quanto riguardava la scritta
non gli sembrava di aver mai visto nessuno scrivere a quel modo.
Una volta dopo che
anche l'ultima stoviglia fu messa al proprio posto i due salirono
lentamente le scale tenendosi per mano, diretti verso quello che
ormai era diventato il loro letto. L'Alpha si era mosso per aprire la
piccola luce che lo sceriffo aveva acquistato per rendere più
tranquillo il figlio quando si risvegliava dai suoi incubi, ma Stiles
lo fermò trascinandolo verso il letto.
Non aveva voglia di
mettersi a studiare, non voleva guardare la TV e tanto meno aveva
voglia di avere paura. Si sistemò sopra il corpo di
Derek scendendo a baciarlo sulle labbra leggermente dischiuse
dell'uomo. Era sempre così da quando stavano insieme, il
licantropo non aveva mai provato a sovrastare il giovane nemmeno
durante un'innocente sessione di baci, ben sapendo quanto fosse alta
la possibilità di far scattare qualche brutto ricordo a
Stiles. Si lasciava muovere, non prendeva iniziativa, era il castano
che comandava, era tutta una sua decisione.
Derek posò le
mani sui suoi fianchi senza stringere la presa, poi lentamente le
spostò fino a coprire con le mani la zona dove Theo mesi prima
aveva inciso sulla pelle del suo Compagno quella parola che per
settimane lo aveva fatto piangere. In silenzio aveva osservato Stiles
pulirsi la zona lesa con i prodotti che Melissa gli aveva prescritto,
calde lacrime che puntualmente scivolavano lungo le guance pallide
fino a cadere al suolo mentre cercava di far guarire la pelle,
eliminando il passaggio di Theo. Non gli aveva mai permesso di
avvicinarsi, né lui né suo padre e Derek lo sapeva che
si sentiva sporco, che credeva che il Raeken avesse ragione e
che quello fosse solamente quanto meritava per come si era
comportato.
Fortunatamente non
c'era neppure il più piccolo segno, ma nessuno poteva
dimenticarsi di quelle piccole incisioni.
Stiles lentamente
scivolò via dal corpo del suo fidanzato cadendo su di un lato,
la mano aperta contro il petto di Derek all'altezza del cuore. Si
sentiva tremendamente in colpa, non era riuscito a dire nulla per
difendere Derek dalle accuse, mentre lui si era alzato pronto a
rinunciare a tutto per non fargli passare dei guai. Era stato
egoista, aveva sperato che il preside accettasse la sua proposta, ma
fortunatamente ci aveva pensato il coach a sistemare il tutto.
« Stiles. »
Derek lo chiamò dolcemente, ma il ragazzo si era già
addormentato, troppo stanco dopo una giornata passata a torturarsi a
pensare chi fosse l'artefice delle foto.
L'Alpha sospirò
pesantemente e con attenzione coprì entrambi con la coperta.
« Lydia, non
mi serve la tua presenza da crocerossina. » sbuffò il
liceale da sotto le coperte. Ne aveva abbastanza delle attenzione
della Martin che – quando non aveva visto arrivare né
Stiles né Derek – si era fiondata a casa Stilinski
svegliando uno sceriffo che si era addormentato da solo due minuti.
Quella mattina
quando l'Alpha si era alzato per prepararsi alla solita giornata
lavorativa aveva captato un vago odore spiacevole, tanto da fargli
arricciare il naso. Tornando sui suoi passi aveva capito che
proveniva da Stiles – ed hey, licantropo dalla nascita! –
per poco non gli prendeva un infarto. Non aveva mai avuto a che fare
con persone malate, da quando aveva formato il Branco quando uno
degli umani si ammalava non lo si vedeva fino alla guarigione. Almeno
lui, ma sapeva perfettamente che Scott passava sempre dal suo
migliore amico.
Quasi nel più
completo panico aveva chiamato lo sceriffo chiedendogli dove trovare
un termometro così da potergli misurare la febbre. Aveva
svegliato dolcemente il ragazzo, quest'ultimo aprì gli occhi
rivelando le iridi color miele completamente umide. Aveva mormorato
un buongiorno prima di provare ad alzarsi, ma Derek lo spinse
dolcemente contro il materasso per farlo tornare sdraiato.
« Non ti
lascerò nelle mani di un licantropo che non sa nemmeno cosa
sia un raffredore. » dichiarò la biondo fragola
posandogli sulla fronte un panno umido per provare ad abbassargli la
temperatura e Derek era letteralmente confinato alla scrivania per
fare ricerche sulle sirene in quanto Scott continuava a decantare il
suo incontro con la creatura. Alzò gli occhi al cielo a quel
commento, ma non poteva pronunciarsi in disaccordo.
Stiles aveva sentito
già dal pomeriggio precedente che qualcosa non andava e il
modo in cui si era addormentato dopo aver passato interi minuti a
baciare il suo fidanzato era stato anomalo. Aveva provato a madare
Derek a scuola dicendogli che se la sarebbe cavata e che infondo
c'era suo padre a casa, ma l'uomo era stato irremovibile.
Lydia si tolse le
scarpe e salì incrociando le gambe sul fondo del letto, così
da non rischiare di prendersi qualcosa « Oggi hai
l'appuntamento dal terapista? » domandò la giovane
tentando di fare conversazione. Stiles odiava la terapia, non gli
serviva a nulla e ci andava solamente per rendere suo padre felice.
Il buon vecchio sceriffo aveva messo in chiaro che dopo licantropi,
kanima, torture, cacciatori, persone morte e Theo aveva bisogno di un
terapista. Una persona dal quale andava due volte a settimana e si
guardavano negli occhi perché certamente non poteva dirgli «
Tutto è iniziato quando ho trascinato il mio migliore amico
nella riserva nel bel mezzo della notte ed è diventato un
licantropo. » nope, lo avrebbe sbattuto in un manicomio
in meno di venti secondi.
«
Fortunatamente sono malato. Lydia, io odio la terapia. » sbuffò
il ragazzo « Sento come se ogni volta che apro la bocca lei mi
giudichi, l'ultima volta mi ha chiesto della mia vita sessuale e le
ho risposto di non averne una in quanto l'unico fidanzato che ho
avuto mi ha praticamente portato ad un passo dalla morte e lei ha
quasi sorriso mentro lo scriveva nel suo stupido quaderno. Che razza
di terapista è? » raccontò il giovane muovendo le
mani finendo con il colpirsi in faccia.
Lydia sorrise per
l'essere maldestro del ragazzo « Stiles, sei tipo fatto al 95%
di sarcasmo. Magari l'hai detto in modo divertente e ha provato a non
ridere. » provò la Martin scorllando leggermente le
spalle.
« Be' avendo
la mia cartella e sapendo il perché ogni martedì e
giovedì le scaldo la sedia sarebbe stato più
professionale non chiedermi dello Stiles's time. Non dirò
mai ad una sconosciuta se passo del tempo con Stiles Junior, sono
affari miei. » disse il giovane chiudendo gli occhi stanco. Non
si era mai toccato da quando gli abusi erano iniziati, aveva
praticamente passato due anni senza un orgasmo e fino a quel momento
non ne aveva sentito nemmeno la mancanza. Ricordò quasi con
vergnogna quante volte si era dato piacere pensando a Derek prima di
conoscere Theo.
« Credo che
volesse solamente capire a quali livelli sono i tuoi problemi di
intimità e piacerebbe saperlo anche a me. Infondo ero la tua
fantasia prima che qualcuno mi rubasse il posto. »
pronunciò Lydia nel chiaro tentativo di provocare una certa
persona.
Derek sbattè
la fronte contro la scrivania, le mani sulle orecchie « Basta,
vi prego, riesco a sentirvi e... stop, per favore. » ma
ovviamente le sue richieste vennero brutalmente ignorate.
« Lydia mi
stai forse rifiutando per la seconda volta? » domandò
quasi oltreggiato il ragazzo portandosi una mano all'altezza del
cuore da sotto le coperte e facendo ridere Lydia.
« Oh andiamo,
ti ho sempre visto come un amico, penso che la gente quando ti guarda
pensi “Hey, andiamo a farci una soda” e non “andiamo
a darci dentro nei sedili posteriori della tua Jeep”. »
disse la Banshee facendosi più vicina all'amico e poté
vedere il piccolo sorriso sulle labbra di Stiles scivolare lentamente
via.
« Allora è
una fortuna perché ci sono tre cose da mettere in chiaro: non
voglio farlo, soprattutto nella mia Jeep e poi ho un fidanzato molto
geloso che potrebbe staccare la testa a chiunque pensi una cosa del
genere. » mormorò suonando particolarmente di cattivo
umore, tanto che Lydia si morse la lingua.
Senza pensare si
infilò sotto le coperte con Stiles e lo abbracciò,
incurante della quantità di germi che albergava su quelle
lenzuola « Scusami, niente più battute sul sesso. »
disse carezzandogli il petto con le punte delle unghie.
Lo Stilinski si
morse il labbro guardandola « Sai cosa mi dà più
fastidio? » domandò stringendo i pugni «
Finalmente posso stare con il ragazzo che amo da quando è
iniziata questa avventura sovrannaturale e anche se mi sforzo non
posso convincermi all'idea di farlo con lui. Potrebbe semplicemente
uscire fuori dal bagno completamente senza vestiti e io invece di
eccitarmi andrei nel più totale panico. La mia prima
esperienza di sesso non è stata consenziente, nemmeno quello
orale e credimi Lydia, è forse stata una delle esperienze più
brutte della mia vita. » guardò distrattamente i capelli
della ragazza che creavano onde sul suo petto, le palpebre che si
facevano sempre più pesanti « Prima che conoscessi Theo
le mie priorità erano: mangiare, occuparmi di mio padre e il
Branco, ma soprattutto non farmi uccidere. Ora sono talmente
traumatizzato da dover dormire con una luce accesa o come minimo
qualcuno con me, non riesco a parlare di sesso da quando... e io
voglio tornare ad essere un teenager che alla prima occasione si
prende i gioielli di famiglia, capisci? Sono stanco di tutto questo,
vorrei solamente tornare ad essere lo Stiles di tre anni fa. »
rivelò più di quanto volesse e quando aprì
nuovamente gli occhi vide Derek alzarsi dalla sedia e praticamente
tirare fuori dal letto Lydia per prendere il suo posto.
Si lasciò
abbracciare ricambiando, gli dispiaceva molto non poter essere
completamente di Derek, sapeva che c'era il rituale da completare per
diventare in tutto e per tutto Compagni per le politiche tra Branchi,
ma questo comprendeva il sesso e Derek non si era nemmeno
lontanamente immaginato di chiedergli una cosa del genere. A lui
bastavano i baci che Stiles gli donava, le piccole carezze fugaci
sulla pelle lasciata scoperta dall'orlo della maglietta. Era anche
troppo dopo tutto quello che aveva passato, aveva letto di persone
che nemmeno dopo anni erano riuscite anche solo a baciare una
persona.
« Oh bene,
l'Alpha sta diventando territoriale, penso che sia meglio che vada. A
presto! » salutò la Martin capendo di lasciare spazio
alla coppia, per un attimo si era scordata della presenza di Derek
nella stanza, così come Stiles, altrimenti non avrebbe mai
detto quelle cose.
« Ti amo. »
sussurrò Stiles affondando il viso nell'incavo del collo del
licantropo.
« Ti amo. »
rispose Derek baciandogli la fronte.
Nel pomeriggio si
erano spostati nel soggiorno, Derek aveva depositato Stiles sul
divano coprendolo con più piumoni per tenerlo al caldo e
avevano acceso la TV per vedere le sit–com che trasmettevano a
quell'ora. Si era aggiunto anche lo sceriffo e insieme, come una
famiglia, avevano guardato il televisore commentando di tanto in
tanto il programma.
Derek aveva parlato
con Noah nella mattina, raccontandogli della chiacchierata che
l'adolescente aveva avuto con Lydia, suggerendogli di sospendere la
terapia. Sarebbe andato lui in persona a comunicarlo, voleva vedere
la donna che si era permessa di sorridere facendo a suo figlio una
domanda tanto delicata come quella della sua vita sessuale.
« Ho voglia di
gelato alla panna. » borbottò il ragazzo guardando Derek
sbattendo più volte le ciglia come per ammagliarlo, ma non
servivano quei trucchi con lui, l'Alpha era praticamente già
con un piede fuori da casa per andare a comprare il gelato richiesto.
Non era strano per Stiles avere voglie assurde durante l'influenza,
l'ultima volta aveva chiesto al padre un pandoro in piena estate e il
povero sceriffo si era girato tutti i negozi della contea fino a
quando non l'aveva trovato. Sì, lo stava viziando decisamente
troppo, ma era il suo unico figlio e legame con Claudia, ogni giorno
andava a lavoro con la paura di non tornare a casa e quindi poteva
permettersi di accontentarlo in tutto, almeno fino a quando si
parlava di cibo.
Rimasti soli i due
Stiliski si guardarono sorridendo leggermente « Allora, ho
notato che con Derek... » l'uomo fece un gesto vago con la
mano, i due ragazzi ancora non gli avevano detto nulla della loro
relazione, Stiles aveva temuto che una volta svelata la loro storia
il padre non avrebbe più permesso al licantropo di dormire in
casa loro e non voleva che accadesse. Lo sceriffo comunque non era
stupido e quella mattina entrando nella camera del figlio aveva
notato le foto sulla tabella in sughero, vicino alla foto di un
Stiles di sei anni seduto tra le gambe della madre mentre faceva le
bolle di sapone.
Il ragazzo si sentì
arrossire fino alle punte delle orecchie, non pensava che suo padre
gli chiedesse una cosa del genere. Credeva di essere stato discreto
negli ultimi tempi, sempre attento a non farsi sorprendere in
atteggiamenti romantici con il licantropo, ma doveva aspettarsi da
suo padre una cosa del genere. Non a caso era lo sceriffo della
contea.
« Io...
ecco... lui mi è sempre piaciuto. » rivelò
guardando distrattamente la televisione, il naso nascosto sotto la
coperta, come a volersi nascondere.
« Scott, ma
Derek ti parla mai di me? » domandò il giovane al
migliore amico mentre buttava un +4 facendo grugnire infastidito
l'amico che ora teneva ben sedici carte in una mano. Era una delle
loro serate dedicate ai giochi da tavolo, non c'erano minacce,
Jackson e Lydia erano ad un appuntamento, Erica e Boyd chissà
a fare cosa e gli altri del Branco al loft di Derek a guardare un
film.
Il licantropo
inarcò un sopracciglio, non sicuro di come dire a Stiles che
no, l'Alpha non gli aveva mai parlato di lui. Non voleva certo
spezzargli il cuore, era già bastata la volta in cui in preda
alla Luna piena aveva baciato Lydia, aveva sentito l'odore di
tradimento per giorni sul corpo di Stiles. Non
voleva nemmeno mentirgli, ovviamente, sarebbe stato molto
imbarazzante se lo Stilinski si fosse lasciato sfuggire qualche
battuta credendo che Derek avesse mai parlato di lui a qualcuno del
Branco.
Scosse
leggermente la testa facendo abbassare le spalle sconsolato al
migliore amico « Su amico, non è la fine del Mondo!
Prova a convertire il piano che avevi per Lydia con Derek, forse ce
la fai a conquistarlo. » provò a dargli un suggerimento
il McCall battendogli una mano sulla spalla trattenendo la forza da
licantropo, già più volte gli era capitato di esagerare
senza volerlo e l'Alpha in cambia aveva spezzato a lui qualche ossa,
come promemoria per ricordarsi che alcuni di loro erano umani.
« Non credo
che funzioni con Derek, ma posso sempre provare... » borbottò
il castano buttando un +2, quella partita gli stava andando piuttosto
bene. Continuarono a giocare in silenzio fino a quando una presenza
non si palesò davanti la sua finestra rischiando di fargli
prendere un infarto. Stiles lanciò le carte in aria correndo
ad aprire ad un Derek piuttosto insanguinato, lo aiutò a
sedersi sul lato del suo letto prendendogli preoccupato il viso tra
le mani « Cosa diamine ti è successo? » domandò
freniticamente vedendo i numerosi tagli che costellavano la pelle del
licantropo. Era mai possibile che per una sera che voleva passare
solo con Scott dovesse piombargli qualcuno in casa, per di più
sanguinante?
« Dobbiando
andare nella riserva. » ordinò l'Alpha guardando
principalmente Scott, ma Stiles non sarebbe certamente rimasto a casa
ad aspettare. Oh no signore, aveva già la mazza da baseball in
mano.
Era una posizione
scomoda, non c'era altro da dire. Stiles si tirò leggermente
il colletto della camicia chiedendosi come potesse fare così
caldo in una grotta umida nel bel mezzo della riserva. Il fatto che
fosse seduto sulle gambe di Derek Hale, poi, era un puro caso.
Praticamente
tutto il Branco era bloccato dentro la fantomatica grotta, la
creatura che gli aveva seguiti si era premurata di bloccare l'entrata
con un macigno – da dove spuntava, Stiles ancora non sapeva
rispondersi – e quindi le uniche speranze che erano rimaste
loro era che Allison e Lydia, le uniche rimaste a casa perché
umane, portassero i rinforzi per salvare la situazione.
Lo spazio era
angusto, Erica era comodamente seduta sulle gambe di Boyd mentre
Jackson, Scott ed Isaac occupavano spazio per uno. Stiles aveva
provato a strisciare fino al suo migliore amico, ma l'Alpha l'aveva
afferrato per i fianchi e messo seduto sopra di lui. Se fosse stato
un licantropo molto probabilmente avrebbe sentito il suo stesso odore
di imbarazzo, ma non lo era, quindi poteva ritenersi quasi fortunato.
Aveva caldo, ma
era solo una sensazione apparente in quanto stava tremando come una
foglia, tanto che Derek dovette togliersi la giacca per coprirlo per
evitargli una crisi ipotermica. Tutto sotto gli occhi maliziosi di
Erica che non faceva altro che toccargli la caviglia con la punta del
piede dato che l'umano non vedeva un accidenti in quel buio.
Ricordò di
aver posato per un attimo la testa contro la spalla di Derek,
chiudendo lentamente gli occhi, stanco per la corsa e l'adrenalina
che aveva rilasciato il suo corpo. Era rischioso addormentarsi, ma
Stiles era veramente troppo stanco.
«
Ragazzino, non ti azzardare. » sbottò l'Alpha
scuotendolo con energia, tanto da fargli ballare la testa avanti e
dietro « Arriveranno presto, devi resistere ancora un po'. »
la voce si addolcì di colpo, le mani iniziarono a percorrere
lentamente su e giù lungo le braccia dell'umano e quest'ultimo
fece lo sforzo di rimanere sveglio.
Era con Derek,
non poteva accadergli nulla.
« Credimi, ho
ascoltato conversazioni con Scott che eliminerei volentieri dalla mia
memoria. » rise l'uomo ben sapendo da anni i sentimenti del
figlio per l'uomo che aveva arrestato ben due volte. Non aveva
origliato o altro, era solamente che quei due quando parlavano
alzavano la voce più del dovuto, tanto da sembrare che
parlassero ad ultrasuoni.
Stiles arrossì
ancora di più se era fisicamente possibile e nascose anche gli
occhi sotto la coperta, non poteva credere di star avendo – di
nuovo – una conversazione del genere con suo padre « Lui
non è come Theo. » disse l'uomo facendo abbaiare Batman.
Il cucciolo aveva capito che quel nome era collegato a sensazioni
come paura e tristezza, ogniqualvolta lo si nominava il cuore del suo
padrone batteva più velocemente in maniera sgradevole.
« Buono
Batman. » sussurrò Stiles battendo la mano sul divano
per invitare il Border Collie a salire sopra di esso, cosa che fece
senza pensarci due volte, piegandosi a ciambella sopra gli strati di
piumone del ragazzo, pronto a tornare alla sua dormita. Nei mesi il
cane era cresciuto di taglia, tanto da essere diventato quasi alto
fino ai fianchi del padrone, ma non aveva perso la vivacità di
un cucciolo che cercava di infilarsi sotto il divano per tentare di
prendere la palla di gomma.
« Lui è
Derek. » disse rivolto al padre, come se spiegasse tutto e Noah
annuì.
Scott si buttò
senza alcuna premura addosso al suo migliore amico coinvolgendolo in
un abbraccio spacca ossa « Mi sei mancato così tanto a
scuola! » piagnucolò contro la sua spalla sfregandoci
contro il naso « Harris se l'è presa con me dato che tu
non c'eri. » aggiunse in tono tragico.
Derek ringhiò
infastidito, vedeva il suo Compagno come un essere intoccabile,
soprattutto ora che aveva la febbre, ma sapeva anche di dovergli dare
i suoi spazi e quindi uscì dalla stanza lasciando i due
adolescenti alle loro chiacchiere. Sarebbe uscito con Noah per fare
la spesa, non voleva assistere ad un discorso simile come quello che
aveva fatto con Lydia quella mattina.
« Ultimo anno
Scottie, poi non sentiremo parlare mai più di Adrian Harris. »
lo consolò Stiles battendogli amichevolmente una mano sulla
spalla mentre Batman gli mordeva un polpaccio credendo che lo stesse
aggredendo. Il McCall si mise seduto afferrando il cane per il
collare per staccarselo di dosso, ma questo aveva stretto la presa
scodinzolando la coda, come se stesse giocando con un osso di gomma «
Dio, sembra Derek! » borbottò il padrone della gamba
lasciando perdere il cane, sicuramente anche l'Alpha lo avrebbe morso
con piacere considerando il ringhio di poco prima.
« Oggi è
la giornata Nazionale del “andiamo a trovare Stiles”? »
domandò lo Stilinski inarcando un sopracciglio, solitamente
Scott si limitava ad una serie di messaggi durante il primo giorno,
ma sembrava che ci fosse qualcosa che non andava.
« Ho sentito
il bisogno impellente di venire a vedere come stavi, mi sono perfino
scordato di dover accompagnare Allison a casa per correre qui. »
disse con un'alzata di spalle il licantropo, come se fosse la cosa
più natuale al mondo « E poi ti ho portato i compiti,
così non rimani indietro. » aggiunse tirando fuori dallo
zaino un paio di scartoffie e Stiles gli sorrise grato. Aveva perso
intere settimane di scuola quando Theo aveva provato ad ucciderlo e
quando era tornato non aveva capito una singola lezione, costringendo
più insegnanti a rispiegare il tutto.
« Sei il
migliore amico di sempre! » esclamò ridendo e Scott si
unì a lui.
Poco più in
là, appena visibile dalla finestra della camera di Stiles
Stilinski, una persona era seduta sul ramo più alto
dell'albero che delimitava la proprietà degli Stilinski da
quella dei loro vicini.
Le
labbra si estesero in un sorriso falso, quasi insano e folle mentre
osservava attentamente il ragazzo steso sul letto scattando
l'ennesima foto.
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About Satan and Hell:
Vi
prego sopprimetimi,
non
ce la faccio letteralmente più. Il capitolo è orribile
e ho preso pure due settimane per farlo, mi sento un totale
fallimento. Insomma, chi ha inventato l'esame di Stato ha mai pensato
alla salute mentale degli studenti? Non mi pare proprio.
Ora,
finito il mio sfogo pre–suicidio (quest'anno mi sta uccidendo)
vorrei scusarmi veramente tanto con tutti voi lettori. Il capitolo è
penoso, avrei dovuto cestinarlo e non pubblicarlo, ma se dico che
aggiorno il 20 io lo faccio.
Purtroppo
però da adesso mi dispiace avvisare la gentile utenza che ci
sarà al massimo un capitolo al mese, forse nell'ultima
settimana.
I
know that vi ho lasciato con ancora più dubbi, but secondo me
qualcuno può arrivarci se pensa bene che la storia “parte”
dalla fine della seconda stagione, con l'unica differenza che Jackson
rimane e abbiamo Cora... 10 punti per chi indovina!
Ora
vado a sotterrarmi da qualche parte,
Sel
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