Il vento fece ondeggiare i lunghi capelli biondi Purin intorno al suo viso. Si appoggiò alla parete di canne di bambù alle sue spalle.

“Il sensei si fa sempre più duro negli allenamenti, non trovi?” domandò Taruto. Si deterse il sangue che gli fuoriusciva dal labbro con il dorso della mano. Purin chiuse gli occhi e sorrise.

“A me va bene, è l’unico modo che abbiamo per diventare più forti” ribatté. Si voltò e guardò il viso dell’altro ragazzo in ombra sotto la visiera del cappello che indossava.

“Taru-Taru, perché sei così cupo?” domandò. Taruto osservò Purin.

“Scimmietta da circo, tuo padre mi ha detto, che visto che mi hai sconfitto, dovremo sposarci” disse Taruto. Le sue gote divennero vermiglie e la punta delle sue orecchie divenne vermiglia. Purin si deterse le labbra con la lingua e alzò il capo. Osservò il padre intento ad allenarsi con una serie di pugni, ritto su una canna di bambù, sulla punta di un piede, mentre l’altro era alzato e il ginocchio piegato.

“E la cosa ti dispiace? Sei forse innamorato di un’altra?” domandò Purin. Taruto incrociò le braccia al petto.

“Sei davvero baka quando vuoi. Mi piaci tu” borbottò. Purin ridacchiò.

“Ti amo anche io, quindi nessun problema” lo rassicurò.