Jean e Margot

di Faffa Merckson
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Si sedette sulla poltrona che stava vicino al letto, chiuse gli occhi e iniziò a ricordare, ricordare i momenti felici passati con Margot due anni prima, durante il viaggio in Spagna. Fu quello il momento in cui i due capirono di essere innamorati l'uno dell'altra, fu quello il momento in cui i due fecero l'amore, sancendo cosi la loro unione… e la condanna di Margot.
Ricordava le loro visite ai palazzi, i musei, le mostre d'arte, il negozio di cappelli dal quale Margot comprò un bel cappello bianco, con i fiorellini azzurri, lo stesso azzurro dei suoi occhi. Così intensi. Così fragili.
:- Come mi sta? -: chiese lei, mentre si pavoneggiava.
:- Ti sta d'incanto, Margot. -: rispose lui, mentre la guardava estasiato.
 
I lamenti di Margot lo riportarono alla realtà, tanto lontana da quella idillica dei ricordi.
Non poteva più sopportare quello strazio, perciò uscì dalla stanza e andò in giardino.
Si sedette sulla panchina vicino all'albero di camelie, lei le adorava tanto. Riprese a ricordare: erano adolescenti e lui, Margot e Giselle correvano per i boschi. Giselle e Margot erano già fidanzate.
:- Jean! Non dici nulla della bella treccia che mi ha fatto mia madre? -: chiese Margot.
:- Perché dovrebbe farti dei complimenti? Non è il tuo fidanzato. -: intervenne Giselle.
:- Sì, Giselle ha ragione. Se può farti piacere, però, è davvero bella. -:
:- Lo pensi davvero? -:  disse Margot con gli occhi pieni di luce e contentezza.
È davvero interessante notare quanto il cuore di Margot fosse diviso in due già da allora.
 
Comunque, Jean annuì facendo sì con la testa e  Giselle osservava il tenero quadretto, gelosa, piena di rabbia.
 
''Chissà perché Giselle l'ha tradita.'' pensò Jean, mentre respirava la fresca aria della notte.




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