Pirati dei Caraibi: Il segreto dell'isola fantasma

di fiphina
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Capitolo otto: 

Caro papà

 

 

Barbossa era senza parole per la prima volta nella sua vita. Tutto ma non quello, tutto ma non quello, continuava a ripetergli il cervello. 
La sorpresa fece rimanere di stucco anche Rain -Cosa...?- boccheggiò. 
-Che mi si perdesse anche l'altra gamba all'istante- sentenziò Hector. 
-Dopo come cammini?- disse tra l'ironico ed il serio Jack, di lui però si udì solo la voce dato che si era nascosto dietro la ragazza e Gibbs.
Tuttavia nessuno sembrò fare caso alle sue solite stupidaggini. 
-Rain!- continuò l'altro pirata. 
Fu a quel punto che Sparrow sbucò solo con la testa -Vi conoscete?- chiese, esibendo un sorrisino a trentadue denti. 
-Jack lui è mio padre- rispose la ragazza, non sapendo come comportarsi. 
Il bel capitano a quelle parole si strozzò con la sua stessa aria. Non si poté dire che anche il mastro non fece lo stesso.
-Padre... intendi padre, padre?- 
-Certo!- 
-Sparrow, nella mia cabina, subito!- ordinò Barbossa. -L'altro in cella- 
-In cabina no, l'ultima volta che sono stato convocato in una cabina non è andata molto bene!- protestò Jack, diretto. 
-Anche per me, in cella intendo- piagniucolò il compare. 
-Un momento, vi conoscete tutti?- intervenne Rain, non capendoci più nulla. 
-Fila in cabina, ora! Altrimenti stavolta ti andrà peggio!- 
Vedendo gli sguardi quasi omicidi della ragazza e del suo ex arcinemico, il pirata decise che era meglio obbedire. 
-Mi è venuta voglia di andare in cabina, sapete?- 
-Sto provando una certa simpatia per le prigioni- aggiunse Gibbs. 
Quando furono soli, padre e figlia riuscirono ad avere una conversazione decente.
-Figlia, una cosa... ma tra tutti i malviventi che esistono, proprio questi due dovevi scegliere?- 
-Anche tu mi devi delle spiegazioni, padre- 
Hector riconobbe la verità in quella breve frase, purtroppo. 
-Quindi tu facevi parte della ciurma di Jack, e poi ti sei ammutinato?- ripeté Rain, mentre camminava col padre sul ponte della nave. 
-Precisamente- 
-Pirati...- ridacchiò lei. 
Poi la domanda le sorse spontanea; si fermò ad certo punto. 
-Padre, come avete perso la gamba? Ha a che fare con la nave in bottiglia, vero?- 
Barbossa abbassò il capo, gettando una rapida occhiata alla gamba di legno che gli riportava alla mente alcuni dei peggiori ricordi. 
-È stato Barbanera ha togliermi la nave per cui avrei dato persino la vita, in questo caso un arto- spiegò amaramente e con disprezzo. 
La giovane rabbrividì a quelle parole: il padre doveva aver sofferto molto. 
-Non ho idea di dove sia la Perla, ora- concluse rassegnato. 
-Se vi dicessi che so dove si trovi? E che esista una possibilità per farla tornare al suo splendore?- ribadì Rain, accendendosi di speranza. 
Hector per un attimo si illuminò. 
-Però! Mi dovete promettere che se ve lo dico e se l'impresa va a buon fine, lascerete la Perla al suo legittimo capitano: Jack Sparrow!- 
Queste erano le serie condizioni imposte dalla ragazza, e, seppur scomode, Barbossa le accettò. 
-Non comportatevi come il pirata che siete, padre, almeno con la vostra unica figlia. Ve lo chiedo per favore- 
-Hai la mia parola, Rain...-
Non stava bluffando: lei era la cosa più cara che aveva e l'averla lasciata anni prima da bambina, era la dimostrazione di proteggerla da una vita fatta di pirati, battaglie e strani esseri marini. 
-Solo se starai alla larga da quell'ubriacone, e purtroppo, riconosco, geniale, pirata- aggiunse, ponendo anche le proprie regole, facendola ridere solo per nascondere l'agitazione dovuta al ricordo degli, accidentali e non, sbaciucchiamenti con il capitano. 
-Suppongo conosciate la leggenda dell'isola fantasma...- iniziò. 
-Barbossa...- sbuffò Gibbs. 
-Dovunque si va lo si incontra sempre.- 
Jack non rispondeva: era rannicchiato con la schiena al muro e con entrambe le mani faceva dondolare la Perla come fosse, appunto, una nave in bottiglia. 
L'amico lo affiancò -Pensi di dirlo al buon vecchio Hector?- gli domandò. 
-E perché dovrei farlo- 
-Da una parte hai ragione... ma conta il fatto che non siamo più a corto di una nave e potrebbe essere una garanzia- 
Il capitano ci rifletté, e si posizionò frontalmente all'altro pirata. 
-L'avrei fatto se non avessi scoperto quel piccolissimo famigliarissimo dettaglio sulla graziosa damigella- 
Dopodiché tornò a giocare con la bottiglia. 
-Scusa Jack, ma perché quello che abbiamo scoperto sulla ragazza dovrebbe risultare un problema?- Gibbs non riusciva a spiegarselo, ma poi gli venne una strana ipotesi, ma trattandosi del capitano Jack Sparrow, tutto era possibile. 
-Ti sei preso una cotta per lei?- 
-Io?- finse di stupirsi Sparrow.
-Proprio tu!- 
-Scherzi, forse? Amico, ricorda che con le donne meno ci hai a che fare e meglio è! Devo ribadirti tutte le mie esperienze, forse?- 
-Direi che è meglio di no...- tagliò corto il mastro. 
-Forse è meglio se ci ripenso sul fatto di fare nuovi accordi con il caro papà- dedusse alla fine Jack.

Barbossa era senza parole per la prima volta nella sua vita. Tutto ma non quello, tutto ma non quello, continuava a ripetergli il cervello. 

La sorpresa fece rimanere di stucco anche Rain -Cosa...?- boccheggiò. 

-Che mi si perdesse anche l'altra gamba all'istante- sentenziò Hector. 

-Dopo come cammini?- disse tra l'ironico ed il serio Jack, di lui però si udì solo la voce dato che si era nascosto dietro la ragazza e Gibbs.

Tuttavia nessuno sembrò fare caso alle sue solite stupidaggini. 
-Rain!- continuò l'altro pirata. 

Fu a quel punto che Sparrow sbucò solo con la testa -Vi conoscete?- chiese, esibendo un sorrisino a trentadue denti. 

-Jack lui è mio padre- rispose la ragazza, non sapendo come comportarsi. 
Il bel capitano a quelle parole si strozzò con la sua stessa aria. Non si poté dire che anche il mastro non fece lo stesso.

-Padre... intendi padre, padre?- 

-Certo!- 

-Sparrow, nella mia cabina, subito!- ordinò Barbossa. -L'altro in cella- 

-In cabina no, l'ultima volta che sono stato convocato in una cabina non è andata molto bene!- protestò Jack, diretto. 

-Anche per me, in cella intendo- piagniucolò il compare. 

-Un momento, vi conoscete tutti?- intervenne Rain, non capendoci più nulla. 
-Fila in cabina, ora! Altrimenti stavolta ti andrà peggio!- 

Vedendo gli sguardi quasi omicidi della ragazza e del suo ex arcinemico, il pirata decise che era meglio obbedire. 

-Mi è venuta voglia di andare in cabina, sapete?- 

-Sto provando una certa simpatia per le prigioni- aggiunse Gibbs. 


Quando furono soli, padre e figlia riuscirono ad avere una conversazione decente.

-Figlia, una cosa... ma tra tutti i malviventi che esistono, proprio questi due dovevi scegliere?- 

-Anche tu mi devi delle spiegazioni, padre- 

Hector riconobbe la verità in quella breve frase, purtroppo. 

-Quindi tu facevi parte della ciurma di Jack, e poi ti sei ammutinato?- ripeté

Rain, mentre camminava col padre sul ponte della nave. 

-Precisamente- 

-Pirati...- ridacchiò lei. 

Poi la domanda le sorse spontanea; si fermò ad certo punto. 

-Padre, come avete perso la gamba? Ha a che fare con la nave in bottiglia, vero?- 

Barbossa abbassò il capo, gettando una rapida occhiata alla gamba di legno che gli riportava alla mente alcuni dei peggiori ricordi. 

-È stato Barbanera ha togliermi la nave per cui avrei dato persino la vita, in questo caso un arto- spiegò amaramente e con disprezzo. 

La giovane rabbrividì a quelle parole: il padre doveva aver sofferto molto. 

-Non ho idea di dove sia la Perla, ora- concluse rassegnato. 

-Se vi dicessi che so dove si trovi? E che esista una possibilità per farla tornare al suo splendore?- ribadì Rain, accendendosi di speranza. 

Hector per un attimo si illuminò. 

-Però! Mi dovete promettere che se ve lo dico e se l'impresa va a buon fine, lascerete la Perla al suo legittimo capitano: Jack Sparrow!- 

Queste erano le serie condizioni imposte dalla ragazza, e, seppur scomode, Barbossa le accettò. 

-Non comportatevi come il pirata che siete, padre, almeno con la vostra unica figlia. Ve lo chiedo per favore- 

-Hai la mia parola, Rain...-

Non stava bluffando: lei era la cosa più cara che aveva e l'averla lasciata anni prima da bambina, era la dimostrazione di proteggerla da una vita fatta di pirati, battaglie e strani esseri marini. 

-Solo se starai alla larga da quell'ubriacone, e purtroppo, riconosco, geniale, pirata- aggiunse, ponendo anche le proprie regole, facendola ridere solo per nascondere l'agitazione dovuta al ricordo degli, accidentali e non, sbaciucchiamenti con il capitano.

-Suppongo conosciate la leggenda dell'isola fantasma...- iniziò. 


-Barbossa...- sbuffò Gibbs. 

-Dovunque si va lo si incontra sempre.- 

Jack non rispondeva: era rannicchiato con la schiena al muro e con entrambe le mani faceva dondolare la Perla come fosse, appunto, una nave in bottiglia. 

L'amico lo affiancò -Pensi di dirlo al buon vecchio Hector?- gli domandò. 

-E perché dovrei farlo- 

-Da una parte hai ragione... ma conta il fatto che non siamo più a corto di una nave e potrebbe essere una garanzia- 

Il capitano ci rifletté, e si posizionò frontalmente all'altro pirata. 

-L'avrei fatto se non avessi scoperto quel piccolissimo famigliarissimo dettaglio sulla graziosa damigella- 

Dopodiché tornò a giocare con la bottiglia. 

-Scusa Jack, ma perché quello che abbiamo scoperto sulla ragazza dovrebbe risultare un problema?- Gibbs non riusciva a spiegarselo, ma poi gli venne una strana ipotesi, ma trattandosi del capitano Jack Sparrow, tutto era possibile. 

-Ti sei preso una cotta per lei?- 

-Io?- finse di stupirsi Sparrow.

-Proprio tu!- 

-Scherzi, forse? Amico, ricorda che con le donne meno ci hai a che fare e meglio è! Devo ribadirti tutte le mie esperienze, forse?- 

-Direi che è meglio di no...- tagliò corto il mastro. 

-Forse è meglio se ci ripenso sul fatto di fare nuovi accordi con il caro papà- dedusse alla fine Jack.



 





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