capitolo 11
CAPITOLO 11
"Non mi va di parlarne", rispondo in fretta. È questa la
scelta giusta così lui non si ritroverà in
imbarazzo e io
nemmeno.
"Va bene,
però...". Perché se cerco di
chiudere il discorso lui fa sempre di tutto per riaprirlo?
"Non dirmi che... insomma, davvero vuoi parlare di quello che
è successo?" chiedo.
"Io no, ma in genere
quando succedono cose come queste voi donne siete sempre le prime a
volerne parlare"
"Be' io no, non voglio assolutamente"
"Strano,
perché ho l'impressione che tu sia confusa, o in qualche
modo vorresti aprire il discorso" dice infilando le mani
della tasca dei pantaloni.
"Ti stai sbagliando, non sono confusa e non voglio aprire il discorso,
posso assicurarti che sto bene". Riesco a mentire con tutti e tutti ci
cascano, ma al contrario lui è quasi impossibile da
ingannare.
"Ok, ne parliamo quando
ti senti pronta. Buonanotte allora" prima
di voltarsi mi da un
bacio sulla guancia e, ovviamente essendo la
freddezza in persona mi scosto appena, non voglio dimostrare che con
quello che è successo sono caduta ai suoi piedi,
perché
non è così! Non mi piace proprio per niente,
è
solo attraente. Il solo fatto di avere quel viso vicino mi ha
mandato fuori strada. "Buonanotte" rispondo rientrando e chiudendo la
porta alle mie spalle.
Non appena piombo in salotto mio cugino mi attende sul divano a braccia
conserte, direi peggio di mio fratello e tutta la mia famiglia messa
insieme. Con timore mi siedo di fianco a lui, fissa un punto
sconosciuto davanti a lui e la cosa mi mette a disagio.
"A me non sembra che quel tipo è la causa del tuo stress
anzi,
tutto il contrario. Poi da te non mi sarei aspettato una scena simile,
insomma qui in salotto con un cugino presente in casa, se non mi fossi
svegliato scommetto sareste passati alla fase successiva". Quei
discorsi mi mettevano in imbarazzo e, ogni
qualvolta si venivano a creare momenti così cercavo sempre
di
divincolarmi.
"In realtà non è come sembra, lui è
venuto solo per riprendere la sua macchina" rispondo.
"Mh capisco, lui ti piace?" chiede.
"Cosa? No, è stato solo un bacio non c'è stato
nulla oltre a quello" puntualizzo.
"Non lo chiamerei proprio bacio qualunque, eravate affiatati e
c'è stato un chiaro scambio di saliva" risponde subito,
quasi
divertito.
"Non mi piace, davvero!" inizio quasi ad agitarmi, insomma
perché non mi prendono mai sul serio?
"Non ne sono così sicuro, staremo a vedere" dice
ridacchiando.
"Guarda che non c'è nulla da vedere" rispondo arrabbiata.
"E pensi che il tuo cuginetto ci crede?" si allontana per dirigersi
verso la sua camera continuando a ridacchiare, è scontato,
è peggio
dei miei familiari.
***
Mi sono decisa a
venire in ufficio
prima del previsto, escludendo il fatto che questa notte non ho chiuso
occhio e ho due occhiaie da far paura allo zombie stesso, non riesco ad
avere uno sguardo felice. Mi fiondo alla macchinetta del
caffè,
l'unica fonte per restare in vita in questa giornata; sussulto
leggermente vedendo una figura lì di fronte. L'ansia di
incontrare JungKook mi assale, ma quando mi rendo conto che il tizio in
questione e Yoongi mi rilasso rilasciando un sospiro.
"Ehi buongiorno, hai decisamente un aspetto a dir poco spaventoso
questa mattina" afferma serio.
"Lo so" dico rassegnata, inserendo la moneta nella macchinetta. Ho
premura di correre e rinchiudermi nel mio ufficio per non vedere quel
Don Giovanni da strapazzo. Sento come se da un momento all'altro
arrivi, e tanto per complicare la situazione sembra che quel
caffè ci stia mettendo un' eternità in confronto
alle
altre mattine.
"Sai una cosa, in genere in questo ufficio girano molti
pettegolezzi...ma questa storia tra te e JungKook...sembra come se
sotto sotto ci sia un briciolo di verità"
Il respiro si blocca per un attimo e un brivido mi percorre tutta la
schiena, sto sudando freddo. Cerco di riprendermi tornando a respirare
e assaggio il caffè ancora fumante.
"Yoongi non c'è niente di vero in questa storia chiaro?"
dico quasi agitata.
"Va bene", D'improvviso Yoongi fissa qualcosa alle mie spalle seguito
da un "Ciao JungKook" lo saluta. Perché per un
attimo non
smetto di pensare? Prevedevo il suo arrivo, me la sono decisamente
mandata. Mi giro verso il tizio in questione che mi saluta alzando una
mano e si avvicina.
"Possiamo parlare un
attimo?" chiede. Ecco, dov'è finito il voglio
rinchiudermi nel mio ufficio e non vederlo per tutta la giornata?
"Si... anche se in realtà voglio dirti di no" rispondo
indifferente.
"Allora io tolgo il disturbo" dice Yoongi filando via come un razzo.
"Voglio parlarti di Kim,
dice se possiamo incontrarlo la settimana prossima" Per
fortuna vuole parlarmi del signor Kim, e io che mi sono spaventata.
Dentro di me sto gioendo.
"Si va bene nessun problema" dico ormai felice con un sorriso stampato
in faccia.
"Ma...non voglio parlarti
solo di questo" dice abbassando la voce. Impallidisco,
ora si che sono terrorizzata. "Hai
tempo per un cocktail dopo il lavoro?" chiede, fissandomi
con quei suoi occhi neri che mi creano smarrimento.
"Ehm...no" dico quasi tremando.
"No?" chiede
perplesso.
"No" questa volta cerco di avere un tono più deciso, anche
se sicuramente dovrò inventarmi qualche balla.
"Allora...per la cena?
Quella che abbiamo stabilito, che ne dici?" chiede
indispettito.
"Vale la stessa cosa, no!". Mi guarda ancora una volta scettico. "Sai rispondere solo no?" domanda
irritato.
"Esattamente, qualsiasi cosa riguarda te è no!"
"Perché no?
Hai cambiato idea improvvisamente?" chiede ancora
insistendo, "Mi stai
davvero facendo perdere la pazienza. Ho bisogno di parlarti, devo!"
"Va bene, sia per la cena. Ma che sia l'ultima volta". Annuisce, "Domani sera a casa mia"
"Bene" dico nervosa, fuggendo nel mio ufficio.
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