ReggaeFamily
Capitolo
31
Aprile
aveva portato con sé una ventata d'aria calda e umida; i
piccoli temporali primaverili non facevano che evidenziare l'afa e
prendere alla sprovvista gli studenti della Newton Academy, che
spesso si ritrovavano in giro per il campus senza l'ombrello.
La
partenza di Marta aveva lasciato un vuoto: ormai Lionel e i suoi
amici si erano abituati al contagioso entusiasmo della ragazza e la
consideravano parte del loro gruppo.
Ma
la persona che risentì maggiormente della sua assenza fu
Angel. Marta era stata l'unica in grado di capirlo, metterlo a suo
agio e far emergere la parte più folle di lui, quella che in
pochi conoscevano; le aveva anche raccontato la sua storia, la sua
difficoltà nel socializzare, e non si era sentito affatto
giudicato. Senza di lei si sentiva perso e non riusciva a rompere il
ghiaccio con gli altri ragazzi, nonostante si impegnasse.
Il
giorno dopo della sua partenza, Angel confidò a Lionel che
aveva stretto un bel rapporto d'amicizia con lei e gli aveva
domandato se la cosa gli potesse dare in qualche modo fastidio; il
più piccolo si era invece mostrato entusiasta e aveva ammesso
di aver già notato la cosa.
Così
lui e Marta si sentivano per messaggi ogni giorno, anche se non era
la stessa cosa.
Anche
se lui al campus continuava a sentirsi solo.
Mentre
il ragazzo si trovava a lottare contro il suo malessere interiore,
Lionel e Tiffany si concentravano su una faccenda che aveva dato loro
da riflettere parecchio in quel periodo.
Era
venerdì. I due ragazzi si erano trovati davanti alla fontana
al termine delle lezioni.
La
ragazza si guardò intorno con circospezione e, dopo essersi
assicurata di non essere a portata d'orecchio di nessuno, esordì:
“Allora? Marzo è finito, il tempo è scaduto e
Lisa non ha vuotato il sacco”.
Lui
si strinse nelle spalle. “Allora è arrivato il momento
di agire. Basta, non posso sopportare di vederli così
vicini, di vederla mentire
così.”
“Senti:
Ben già da tempo mi aveva chiesto di indagare sulla faccenda.
Che ne dici se penso io a dirglielo? Almeno tu non verresti
coinvolto” propose Tiffany.
Il
ragazzo scosse la testa. “No Tiff, anche io ho collaborato e,
nel caso dovessimo essere scoperti, dovremmo prenderci entrambi le
nostre responsabilità. Non sono un codardo e non voglio
tirarmi indietro, ora che sono coinvolto completamente.”
“Okay.
Dobbiamo parlare con Ben oggi stesso. Ma dove? Come? Pensiamo a una
scusa per avvicinarlo” rifletté lei.
“Semplice:
gli chiediamo se dopo cena vuole unirsi a noi al bar per una partita
al biliardino, poi lo trasciniamo fuori e gli raccontiamo tutto. Però
ho paura di come potrebbe reagire...”
“Quello
è un rischio che dobbiamo correre. Sicuramente non la prenderà
bene, ma meglio che lo sappia al più presto.”
I
due si guardarono negli occhi, tormentati dalle stesse paure. Certo,
era giusto che Ben venisse reso partecipe, ma l'idea di essere loro a
pugnalarlo in quel modo li faceva soffrire.
“Vi
ho battuto di nuovo! E voi sareste uomini?” esultò
Tiffany, facendo volare in aria una pallina del biliardino e
guardando con aria soddisfatta Ben e Lionel.
“Non
vale, io non sono bravo in questo gioco!” si lamentò
Ben, passandosi una mano tra i corti capelli neri.
“Non
vale, avevo un compagno incompetente!” aggiunse Lionel,
sorseggiando il suo tè freddo.
“Sì
sì, sono tutte scuse. Intanto voi, che siete in due, avete
perso contro di me, che sono da sola!” li prese ancora in gjro
la ragazza, trotterellando attorno al tavolo da gioco per arruffare i
capelli ai suoi amici.
“Non
so voi, ma io qui dentro muoio di caldo. Che ne dite di andare fuori
a prendere una boccata d'aria?” propose il più piccolo
con un'occhiata complice a Tiffany.
“Io
ci sto” accettò lei.
Ben
quindi li seguì all'esterno per non stare da solo.
I
tre si allontanarono di una ventina di metri dall'ingresso del
locale, chiacchierando amabilmente; poi presero posto sul primo
gradino di una rampa.
Tiffany
si concesse qualche secondo per prendere coraggio, poi esordì:
“Ben?”
“Dimmi.”
“Io
e Lion dobbiamo dirti una cosa... che molto probabilmente non ti
piacerà.”
“Oddio,
mi devo spaventare?” s'informò lui con aria preoccupata.
Lionel
rabbrividì a quelle parole. Improvvisamente non si sentiva più
accaldato e dovette stringersi le braccia intorno al corpo per
evitare di tremare.
“Tempo
fa tu mi avevi chiesto di indagare su Lisa perché sospettavi
che ti stesse tradendo, ricordi?”
“Sì,
certo” assentì lui pallido in volto.
“Ecco,
io ho fatto ciò che mi avevi chiesto e Lion si è unito
a me.”
“Cosa
avete scoperto?”
“Ecco...”
L'intervento di Lionel sorprese gli altri due, ma lui andò
avanti senza esitare; era giusto che lui e Tiffany si dividessero
l'arduo compito, non gli sembrava giusto stare lì impalato ad
assistere. “Ci dispiace che tu lo debba sapere da noi e non è
impresa facile dirtelo, ma sì, Lisa frequenta un altro
ragazzo.”
Ben
strabuzzò gli occhi, poi si prese la testa tra le mani con
aria disperata. “Ormai lo sospettavo da mesi, ne ero quasi
certo, ma sentire la conferma fa male. Ditemi tutto ciò che
sapete.”
“Ben,
sei sicuro? Te la senti? Magari questo non è il momento
giusto, hai bisogno di...” provò a dissuaderlo Tiffany,
posandogli una mano sul braccio. Il ragazzo sembrava davvero
sconvolto e non voleva certo aggravare la situazione.
“No,
non voglio aspettare, significherebbe crogiolarmi in troppi dubbi.
Tanto ora che so la verità non cambia niente.”
“Allora...
il tizio si chiama Joel, ha diciassette anni e gioca nella squadra di
basket della scuola. Questa relazione va avanti da gennaio più
o meno: il primo a vederli insieme è stato Lionel, ma ancora
non c'erano prove concrete. Insomma, alla fine la voce si è
sparsa e a lungo andare Lisa non si è nemmeno preoccupata di
nascondere la cosa, tanto che ormai lo sa tutto il campus. Noi lo
sapevamo da tempo, ma abbiamo pensato fosse il caso di lasciare a
Lisa il tempo per parlartene” spiegò Tiffany con calma,
sostenendo lo sguardo ferito e malinconico di Ben.
“E
così, stanchi di vedere come lei ti prendeva in giro, io e
Tiff abbiamo deciso di dirtelo. Abbiamo anche delle prove, nel caso
tu voglia accertarti della cosa” intervenne Lionel, torcendosi
nervosamente le mani.
“Joel,
ora ricordo! Avevo fatto delle ricerche sul profilo facebook di Lisa
perché una volta l'avevo vista salutarlo con un po' troppo
entusiasmo. Adesso si spiega tutto! Non ci posso credere, sono stato
preso per il culo per tutto questo tempo! È proprio vero che a
volte sono talmente buono da diventare cieco!” sbottò
Ben in tono isterico, serrando i pugni e scuotendo ripetutamente la
testa.
Tiffany
e Lionel si scambiarono un'occhiata sconcertata: il loro amico non
aveva mai perso la pazienza in quel modo, era famoso per essere il
più pacato e calmo del loro gruppo. Non sapevamo bene come
comportarsi in quella situazione completamente nuova.
“Ehi
Ben, non fartene una colpa. Tu non hai fatto nulla di male, hai solo
provato dei sentimenti per lei, è stata lei a non accorgersi
della sua fortuna nell'avere una persona stupenda al suo fianco”
cercò di consolarlo Tiffany, prendendogli una mano e facendo
in modo che le loro dita si incrociassero.
“Anch'io
la penso così. Fa male ora, sicuramente ti sentirai a pezzi,
ma presto capirai che non vale la pena di soffrire per qualcuno che
non ti merita. Noi tutti siamo amici di Lisa, ma bisogna ammettere
che in questa occasione non si è comportata per niente bene e
non ha scusanti” aggiunse Lionel, facendosi più vicino
al suo amico e battendogli una leggera pacca sulla schiena.
“Vi
rendete conto che tutto il campus sapeva questa storia tranne me? E
lei cosa stava aspettando per parlarmene, l'ascesa del nuovo messia
sulla Terra? Sono un patetico cornuto! Quanti errori le ho perdonato
in quest'anno e mezzo, quanto ho dovuto subire per averla al mio
fianco! Speravo che tutte le esperienze vissute insieme l'avessero
fatta crescere, invece in questo tempo non ha fatto che peggiorare.”
Ben si asciugò una lacrima solitaria che era sfuggita al suo
controllo, poi prese un profondo respiro e prese a raccontare:
“Quando ho conosciuto Lisa non aveva ancora tredici anni,
mentre io ne avevo già compiuto quattordici. Eravamo entrambi
dei ragazzini, ma lei era particolarmente immatura e piuttosto
infantile; io avevo perso la testa per la sua ingenuità e mi
ero ripromesso che, semmai avesse ricambiato i miei sentimenti, sarei
stata al suo fianco per aiutarla a crescere e intraprendere una
relazione seria. Per questo in tutti questi mesi mi sono impegnato a
spiegarle un sacco di cose, quando combinava qualcosa le parlavo e
risolvevamo la faccenda insieme, le ho perdonato un sacco di sbagli
che ha commesso... insomma, sono stato un ragazzo, un amico e un
insegnante per lei, o almeno ci ho provato. Ma da quando siamo
tornati a scuola per quest'anno scolastico mi sono subito accorto che
qualcosa non andava: Lisa non si confidava più con me, aveva
sempre la testa tra le nuvole, si comportava in maniera strana...
senza contare quella scenata di gelosia per cui aveva finto di stare
con Angel! Vi rendete conto che livelli ha raggiunto quella volta?
Ecco, e a cosa è servito starle vicino e aiutarla? A rimanere
fregato, a soffrire e ad aver sprecato tempo prezioso della mia
vita!”
“Non
è vero, non hai sprecato tempo. Questa è stata
un'esperienza che ti ha lasciato molti insegnamenti” obiettò
Lionel.
Tiffany
era rimasta davvero colpita da quel racconto. Non pensava che dietro
la relazione di Ben e Lisa ci fosse una storia così profonda e
incredibilmente dolce. Ben, come al solito, era stato davvero tenero
e si era impegnato tanto.
“Domani
stesso le parlerò. Basta, questa cosa deve finire”
affermò Ben con lo sguardo perso di fronte a sé.
“Ora
è il caso che torniamo nelle nostre stanze, siamo tutti molto
provati e abbiamo bisogno di riposare” disse Tiffany,
mettendosi in piedi.
I
tre si diressero in silenzio verso i dormitori maschili; la ragazza
aveva deciso di accompagnare Ben, voleva stare con lui più
tempo possibile.
Non
appena giunsero nell'atrio, Lionel si rese conto che i due avevano
bisogno di un attimo per stare da soli e si dileguò in fretta.
“Ben?”
Tiffany richiamò l'attenzione del ragazzo, posandogli una mano
sulla spalla.
“Ma
cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?” singhiozzò
lui, non riuscendo più a trattenere le lacrime.
La
ragazza non poté più resistere e lo abbracciò,
cullandolo con fare protettivo tra le sue braccia e asciugandogli le
lacrime.
“Tu
non hai fatto nulla di male, tu sei stato un angelo. Lisa è
stata solo un'ingrata e di certo non si meritava queste tue
attenzioni. Ma ormai quel che è fatto è fatto, devi
trarre ciò che di positivo ti ha lasciato quest'esperienza”
mormorò, accarezzandogli la schiena.
“È
più facile a dirsi che a farsi.”
“Aspetta
un attimo. Riflettici su: quali sono stati i momenti più belli
con Lisa? Quali sono state le belle esperienze?”
“Mmh...
penso di aver capito per la prima volta cosa significa amare. Ho
imparato ad accettare i difetti altrui, ho messo alla prova la mia
pazienza e ho passato tantissimi bei momenti. Ora devo imparare a
scendere a giusti compromessi, senza esagerare con le concessioni per
gli altri.”
“Certo,
questo ti aiuterà in amore come in tutti gli ambiti della
vita. Rapportarsi con le altre persone non è mai facile,
bisogna sempre tener conto di una marea di cose che spesso ci
sfuggono di mano” concordò Tiffany dolcemente.
Ben
sciolse la stretta per poter osservare la ragazza negli occhi. “Sai,
in quest'ultimo periodo ho riflettuto molto e mi sono reso conto di
aver sbagliato tutto anche in amicizia, con Alex intendo. Il nostro
rapporto non è mai stato reciproco, io mi sono sempre reso
disponibile mentre lui se n'è sempre fregato di me; anche con
lui non sono stato attento. Vedi come vanno a finire queste cose?
Tutti si approfittano di me!”
“Ma...?”
“Ma
non è mai troppo tardi per rimediare. Voglio ricominciare,
essere una persona diversa e avere degli amici diversi, a partire da
te, Tiffany. E soprattutto voglio stare un periodo da solo dopo
questa lunga relazione e concentrarmi sull'amicizia.”
Lei
sorrise e gli asciugò l'ultima lacrima che gli scorreva lungo
una guancia, l'ultima goccia di pioggia dopo un temporale. “Sagge
parole. Lo sai che su di me potrai sempre contare, io sono tua amica
e puoi star certo che non correrai mai il rischio di un rapporto a
senso unico!”
Ben
sorrise di ricambio; il suo sorriso splendente sulla pelle bruna
sembrava proprio un raggio di sole che faceva capolino tra le nubi.
“Grazie Tiff. Con degli amici come voi affrontare i problemi è
più facile.”
I
due si strinsero nuovamente in un forte abbraccio colmo d'affetto,
poi si diedero la buonanotte e ognuno si avviò nella propria
camera.
Era
stata una giornataccia per Ben, ma il suo cuore gli sussurrava che,
con le persone giuste accanto, sarebbe riuscito a superare anche
quella.
Sarebbe
andato a letto contento, al resto avrebbe pensato l'indomani.
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