SKY
CAPITOLO SEI
- Let me love you when you come undone -
Mi rigiro forse per la milionesima volta su questo maledettissimo letto, ma il sonno non vuole arrivare.
Non è la stretta vicinanza con Jonah ad impedirmi di
abbandonarmi tra le braccia di Morfeo, ma più che altro un caldo
assurdo, causato dai due centimetri che separano il mio corpo da quello
del mio Sky. Non mi ero nemmeno posta il problema fino alle una e
mezza, ovvero quando abbiamo deciso di andare a dormire, di dove avrei
dormito. Asher e Steve se la sono cavata sui due letti lasciati liberi
(dato che ci sono due letti a castello e uno singolo), ma gli stronzi
hanno deciso che non avrebbero mai dormito con Jude e Alakei,
perciò a loro parere la situazione meno imbarazzante sarebbe
stata che io dormissi con Jonah. Di sicuro me la pagheranno, ma il
problema principale ora è che stanno tutti dormendo tranne la
sottoscritta, che sembra essere in una sauna. Tra l'altro Jonah, non
capisco come, ha il coraggio di tenere le coperte fino alle orecchie,
sommergendo anche me, come se non bastassero i dieci gradi in più
che emana lui.
Mi trovo costretta così a dire addio a questo comodissimo
materasso, scendendo cercando di fare meno rumore possibile, anche se
sembra che la rete sotto questo letto sia fatta apposta per
scricchiolare ad ogni respiro che faccio. Appena i miei piedi toccano
il pavimento gelido sento un sollievo tale da farmi sorridere come una
deficiente, fortunatamente però c'è buio. La temperatura
comunque, anche fuori dalle coperte, risulta troppo elevata, portandomi
così ad addocchiare la finestra che porta alla piccola terrazza
della stanza. Mi piace come gli idioti che hanno organizzato questo
viaggio abbiano separato gli Sky dal resto degli Xy ma hanno dato loro
una camera con terrazza, mossa molto inteligente e ben pensata,
complimenti.
Cercando di fare meno rumore possibile apro la porta-finestra,
lasciandola leggermente aperta per non fare lo stesso casino quando
deciderò di rientrare, che di sicuro non sarà nella prima
mezz'ora. Ho assolutamente bisogno di respirare.
Giusto per non annoiarmi troppo prendo il cellulare dalla tasca,
sbloccando lo schermo. Effettivamente non lo controllo da parecchie
ore, non vorrei essermi persa qualcosa. Come immaginavo, però,
nessuna novità. Tutti i miei compagni hanno solo scritto di
essere arrivati sani e salvi alle loro camere, ogni messaggio con
qualche secondo di differenza dal precedente.
"Questa gioventù bruciata dalla tecnologia!"
Alzo gli occhi di scatto, e dopo quattro infarti consecutivi mi rendo
conto che si tratta solamente di Alakei. Tiro un sospiro di sollievo,
mettendo via il cellulare.
"Puoi trovare un altro modo per spuntare fuori, la prossima volta?" gli
chiedo a bassa voce, sperando che noti il disappunto nella mia voce.
Il castano però sembra non darci peso, e invece si siede a gambe
incrociate di fronte a me. Al chiaro di luna i suoi piercing sono molto
più eleganti di quanto non possano sembrare con la luce
artificiale, e finalmente, dopo quattro ore, vedo i suoi capelli senza
quel fastidioso cappello nero. Nero, strano eh?
"Non riesci a dormire?" mi chiede raccogliendo le ginocchia al petto.
"Se è così ti capisco, io mi faccio caldo da solo. Posso
immaginare quando possa essere caldo Jonah."
Annuisco, osservandolo mentre dalla tasca dei pantaloni sfila un
pacchetto di sigarette. Ora ha perso tutti i punti che aveva,
sempre ammesso che ne avesse preso qualcuno.
"Non dirmi che fumi, dai." brontolo, guardandolo male. "Anche uno dei
nostri fuma, e cercare di correre nelle situazioni di pericolo con lui
è parecchio difficile dato che ha una resistenza pari a quella
di un ermellino."
"Gli ermellini sono resistenti." ribatte lui, accendendosi la sigaretta
dopo essersela portata alle labbra. "Andiamo Cloud, consentimi almeno
questo. E' una delle poche cose normali che ci permettono di fare."
Scuoto la testa, non potrei essere più in disaccordo: "Ci sono
milioni di cose normali che non ti uccidono, perché dovevi fare
proprio questa?"
"Te lo ripeto, non ci fanno fare tante cose normali." Alakei scuote la
sigaretta fino a far cadere la cenere a pochi milimmetri dai miei
piedi, guardandomi poi negli occhi. "Non puoi immaginare com'è
la vita là dentro. Ed è meglio per te che sia
così, credimi."
Sembra che questi ragazzi non sappiano fare altro che mettere in
confusione la mia testa ogni volta che aprono bocca. Sospiro, cercando
di non inspirare il fumo che Alakei ha appena buttato fuori,
guardandolo a mia volta negli occhi: "Allora dimmelo tu. Cos'è
per voi la normalità e cos'ha di diverso dalla nostra?"
"Tanto per cominciare, noi Sky siamo tenuti distanti dagli altri come
se reincarnassimo la peste." il castano fa un leggero sorriso,
rigirandosi la sigaretta tra le dita. "Non siamo trattati come normali
Xy, e si può notare già dalll'inizio, quando ci concedono
al massimo un mese per metterci nell'ordine di idee di dover cambiare
vita e di dover abbandonare tutto quanto sia che abbiamo dodici anni
sia che ne abbiamo otto, basta solo dire una parola riguardo al nostro
potere ed è fatta, diventiamo Sky. Per dirtene un'altra, abbiamo
lezioni separate da tutto il resto dei ragazzi, ci alleniamo in una
palestra apposta per noi e le nostre camere sono relegate al piano
più basso. Gli unici momenti che possiamo condividere con gli
altri Xy sono i pasti e quell'ora di libertà che ci concedono di
sera, dove ognuno può fumare, ascoltare musica, guardare film,
chiacchierare con gli amici...cose normali, insomma. Cose che possiamo
fare per un'ora soltanto."
Annuisco, il mio desiderio di saperne di più è sempre
più grande. Così imito la sua posizione, esortandolo a
proseguire: "E cosa fate durante il giorno?"
Alakei traspira ancora una volta: "Beh, un po' di cose. Ad esempio, il
martedì ci svegliamo alle sei e abbiamo allenamento dalle sette
alle dieci di mattina, allenamento di base dove miglioriamo solo le
abilità atletiche. Dalle dieci all'una abbiamo lezioni normali,
come se fossimo in una scuola di città: storia, matematica,
geografia, fisica, chimica, un po' di tutto, che ne so. Dall'una alle
due poi c'è la mensa, dalle due e mezza alle cinque c'è
l'allenamento del proprio potere, per imparare tecniche di controllo e
metodi di utilizzo. Essendo l'unico degli Sky col controllo dei
quattro elementi, per esempio, sono da solo durante questo allenamento, mentre tutti
gli altri Xy si allenano in gruppo. Dalle cinque alle sette ci sono
concesse due ore per la doccia e un po' di riposo, dalle sette alle
otto e mezza c'è la cena e dalle nove alle dieci c'è la
nostra ora libera. Questo è il mio martedì. Figo, vero?"
Ridacchio appena: "Molto figo, veramente. Non sembra proprio una vita adatta ad un normale adolescente."
"Cos'abbiamo noi di normale, Riley?" Alakei mi guarda negli occhi,
sfregandosi le braccia lasciate scoperte dalla maglietta a maniche
corte. Devo ammettere che il suo sguardo è seriamente più
glaciale di quanto non possa sembrare. "Siamo una sottospecie di mostri
che vengono addestrati come se
fossero un esercito secondo le dispozioni di chissà chi. Veniamo
allenati come macchine da combattimento senza pensare nemmeno un attimo
che, magari, a diciassette anni si hanno altre ambizioni. Non punto ad
andare al college di Oxford o a diventare il presidente d'America, ma a
me basterebbe poter uscire con gli amici, andare al bowling, avere una
ragazza, fare dei piani con lei...tutto questo ci è stato
precluso al momento del nostro primo esame del sangue, quando hanno
trovato il cromosoma modificato. Jonah ed io parliamo spesso della vita
che vorremmo vivere se non fossimo ciò che siamo, ma a volte
dà veramente fastidio parlarne e sapere che si tratta solo di
una fantasia."
Resto interdetta, probabilmente vista dall'altro lato è
veramente una vita tremenda. Certo, avere un potere sovrannaturale
dev'essere bellissimo, ma sarebbe ancora più stupendo se si
avesse la libertà di esercitarlo fuori da una prigione come
l'istituto in cui sono tutti costretti a vivere. In fondo si tratta di
adolescenti di cui nessuno sa l'esistenza, è un vivere senza
veri amici che possono aiutarti durante la crescita.
"Magari no." rispondo a bassa voce, forse non so nemmeno io cosa sto
per dire. "Credo che le cose si possano sempre cambiare. Se c'è
qualcosa che ho imparato dall'essere un Cloud, è che non
è mai detta l'ultima parola. Insomma, guarda dove siamo ora. Ti
pare possibile?"
"E i tuoi che dicono di tutto questo?" lo Sky di fronte a me lascia
cadere il filtro dalla terrazza, ormai bruciato, facendo un sorrisetto.
"Sono contenti che tu stia rischiando la vita?"
Scuoto la testa: "Non sanno che io sono qui. Non sanno dove sono dalla
sera in cui siamo venuti all'istituto, mia madre mi ha cacciata di
casa." devo trattenere le risate, pensare a quella scena è
esilarante. "Ha detto che la stavo facendo diventare matta rientrando a
casa a tutti quegli orari assurdi, perciò ha detto che potevo
stare dall'amica da cui lei pensa che io stia sempre fino alla revoca
dell'ordine. Attualmente sto nel nostro rifiugio dove si trovano i
computer e tutti i file da cui sono partite le ricerche."
"Sei matta?" Alakei mi guarda storto, direi che ha un'espressione di puro disappunto. "Hai sedici anni e vivi in un
rifiugio senza nessun altro? Come fai se hai bisogno di qualcuno?"
Alzo tranquillamente le spalle: "Non ho bisogno di nessun altro al di
fuori del mio gruppo, non ne ho mai avuto. Sto bene dove sono ora."
"E così ti va bene questa sopravvivenza? Ti sta bene vivere la tua adolescenza come una criminale?"
Questo io non lo chiamerei esattamente un ringraziamento per la
riconciliazione tra due migliori amici grazie appunto alla mia indole
criminale.
Così scuoto la testa: "Non sto facendo del male a nessuno. Dal
momento in cui Jonah è diventato Sky e io sono diventata Cloud
ho capito che non era tutto lì, la mia realtà era molto
più insidiosa di quello che avevo immaginato fino ad allora. E
non potevo lasciar correre."
"Un'esistenza avventurosa, parli di questo?" il castano mi guarda, oserei dire che è incuriosito.
"No." rispondo, facedo un sorriso. "Parlo di un'esistenza spesa per chi merita."
Alakei sembra stupito dalla mia risposta, è come se non sapesse
più cosa dire. Mi guarda cercando forse di trovare le parole
giuste, ma immagino che sia difficile. Purtroppo le nostre
mentalità sono distanti anni luce, non credo ci sia modo di
farle combaciare.
"Non si può dire che tu sia una ragazza pigra." conclude con un
sorriso, alzandosi per poi tendermi la mano. "Se vuoi puoi dormire sul
mio letto, io non ho più sonno."
Annuisco, questa è proprio una bella idea.
Appena rientriamo però è buio pesto, infatti manca poco
all'impatto tra me e il muro se non fosse per una luce improvvisa che
viene da Alakei. Mi giro di scatto, trovandolo col palmo della mano
rivolto verso l'alto e una fiamma che scoppietta sopra di essa. Questa
è una delle cose più meravigliosamente inquietanti che io
abbia mai visto.
Faccio finta di fare un inchino provocando la sua risata, riuscendo
così a raggiungere il suo letto - sopra quello dove sta
dormendo Steve - e a stendermi su di esso. Do un'ultima occhiata allo
Sky che sta facendo vibrare la fiamma sopra la sua mano, salutandolo
con un cenno. Lui risponde agitando la mano libera, spegnendo subito
dopo il fuoco. Bene, per ora direi di dormire e cercare di recuperare
quante più energie possibili, domani - o meglio tra tre ore -
sarà una giornata parecchio impegnativa.
"Riley? Ehi, Riley, svegliati, forza!"
Apro lentamente gli occhi, sembra che una forza maggiore non voglia
farmi dormire. Davanti a me, con i gomiti appoggiati sul materasso, c'è
il volto esasperato di Jonah. Sono così difficile da svegliare?
Non c'è nemmeno tanta luce, il cielo fuori è appena
chiaro ma sono quasi sicura che il sole non sia ancora sorto.
"Cosa c'è?" domando, sentendo la mia voce parecchio impastata dal sonno.
"Stiamo andando a lezione." il rosso indica la porta con un cenno. "Tu
dormi tranquilla, anche i tuoi compagni stanno dormendo. In pausa
pranzo cerco di venire a portarvi qualcosa, così ti faccio un
saluto. Va bene?"
Sorrido, anche se forse non c'è un motivo. Sorrido perché
tutto questo è talmente bello da essere incredibile: Johnatan
che finalmente è qui davanti a me e mi parla come se nulla fosse
mai accaduto.
"Ve bene." rispondo solamente, annuendo. "Ci vediamo dopo, Jonah."
"Fai la brava." il rosso mi pizzica leggermente la guancia, rivolgendomi un sorriso gentile. "Ci vediamo dopo."
Faccio un breve cenno con la testa, ripiombando subito dopo nel mondo dei sogni.
Se ciò che sto vivendo è uno dei miei soliti sogni, spero di non svegliarmi mai.
"Si può sapere chi ha fatto tutto quel casino stanotte?"
Io e Steve ci giriamo di scatto verso Asher, finalmente ha avuto la decenza di svegliarsi.
"Colpa mia." rispondo, legandomi i capelli in una coda. "Poi Alakei mi
ha concesso di dormire sul suo letto verso le quattro di stamattina.
Avete dormito bene, voi?"
"Mh-h." Asher si alza dal letto, stiracchiandosi per bene. "Chiamiamo gli altri, che dite?"
Io e Steve ci guardiamo contemporaneamente, scoppiando poi a ridere.
Ammetto che a volte Asher sa mettere paura, ma altre volte è proprio
sbadato.
"Beh? Cosa c'è?" chiede lui, ovviamente stizzito, appoggiando le mani sui fianchi.
Io e Steve ci guardiamo come per chiederci a chi spetterà
l'onore di dirlo, ma alla fine vado io: "Magari prima di chiamare gli
altri potresti mettere i pantaloni, che ne pensi?"
Asher sbuffa, scuotendo la testa: "Siete proprio due bambini, accidenti. Non sono mica nudo."
"Abbiamo solo un anno di differenza, insomma." Ellis incrocia le
braccia, trattenendosi ancora dal ridere. "Per lo meno io me li rimetto
i pantaloni dopo che ho dormito."
"Ma mi sono appena svegliato!"
Scuoto la testa, ridendo. Se non ci fossero loro probabilmente sarei persa, anche se a volte sono quasi difficili da sopportare.
Sento però improvvisamente il telefono vibrare, così controllo -
ovviamente dopo aver inserito tutti i codici - sulle chat, trovando un
messaggio da parte di Philip.
Da: Philip
Gruppo: Cloud
Testo: Siamo nei guai. Qualcuno deve aver sentito qualcosa, stanno
bussando alla porta. Cerchiamo di calarci giù dalla finestra, ci
servirebbe che qualcuno venisse ad aiutarci, ci stanno mettendo alle
strette.
"Cazzo." borbotto, scattando subito in piedi. "Dobbiamo andare giù, hanno scoperto gli altri."
"Cosa?" Steve e Asher si allarmano, come è giusto che sia, e senza
dire più una parola ci catapultiamo fuori. Ellis fa strada, del
resto lui era l'incaricato di studiare questa struttura proprio nel
caso in cui fosse successo ciò che effettivamente sta
succedendo. Corriamo senza più guardarci, col tempo abbiamo
imparato anche a capire senza parlare o avere la certezza di esserci.
Probabilmente anche questo è uno dei punti di forza del gruppo,
anche se c'è comunque un margine piuttosto alto di
miglioramento.
Manca solo una svolta all'altra camera degli Sky, e in effetti ci sono
due adulti in divisa che stanno bussando alquanto insistentemente. Il
problema è che se il problema è scendere con la corda, se
ci mettessimo anche noi probabilmente andremo ancora più lenti
di Philip, Lauren, Chris e Nick.
"Scendiamo per le scale." propongo, correndo verso le scale d'emergenza
all'esterno. Certo, così facendo cresce smisuratamente il
rischio di essere visti, ma non possiamo fare altrimenti. Appena
arriviamo giù quindi ci dirigiamo sotto la finestra, trovando
già Chris a terra e Nick in procinto di scendere.
"Dovevate far scendere prima Lauren e Philip!" sbotta Asher, ma se ci
avesse pensato un po' di più avrebbe capito che la strategia
più giusta da adottare era questa.
"E se cadevano chi li prendeva?" lo canzona Nick, direi quasi giustamente, atterrando con un salto.
Ash sbuffa, rimanendosene zitto. Bene, non è il caso di altre rogne, ora.
Lauren inizia velocemente a calarsi, e Philip subito dopo di lei.
Sebbene i due siano entrambi leggeri, ho veramente il terrore che
quella corda non regga. Tra l'altro stanno scendendo più
velocemente possibile, dondolando decisamente più del dovuto.
Vorrei gridare loro di fermarsi e di procedere con più calma, ma
urlare corrisponde a far saltare la loro copertura, e saremmo tutti
quanti nei guai.
Improvvisamente però, succede ciò che stavo temendo di più.
La corda si spezza poco dopo il cornicione, riservando a Lauren un volo
di sette metri e a Philip un volo di nove. Mi sento morire, Chris e
Nick corrono sotto di loro per cercare di prenderli, ma è
veramente difficile. Chiudo gli occhi preparandomi al peggio, ma prima
che possa sentire il tonfo per terra sento un sospiro di sollievo
provenire da tutti quanti.
Non si sono schiantati al suolo?
Apro gli occhi di scatto, capendo il sollievo di tutti.
Dietro di noi, sette ragazzi vestiti completamente di nero stanno
sorridendo come se avessero la situazione in pugno. E, in effetti,
è proprio così.
"Spiegami solo come." biascico rivolgendomi a Jonah, impegnato intanto a far scendere lentamente Lauren e Philip.
Il rosso annuisce: "Cerca di seguirmi: Tom ha sentito il pensiero di Lauren e Cal quello
di Philip, Max ha fermato il tempo per quattro minuti per aggevolare Alakei
e Jude, che mettendo insieme controllo dell'acqua e controllo
dell'elettricità hanno fatto saltare la corrente in tutto lo
stabile per deviare tutti i prof per di lì. Nel frattempo,
Killian ha fatto dimenticare ai due tizi alla porta rendendoli felici
come se fossero in trip che stavano cercando di entrare col controllo
delle emozioni, e io ho serrato la porta del contatore della corrente.
Lavoro di squadra."
"Immagino che funzioni così anche per voi." rispondo, facendo
due passi indietro per tornare nel mio gruppo. E finalmente, dopo quasi
due anni, Cloud e Sky sono gli uni di fronte agli altri.
Ognuno è di fronte al proprio Sky, sembra quasi uno scherzo a
vederci messi così. Tutti quanti però, al contrario di
ciò che mi aspettavo, stanno sorridendo. Noi Cloud e anche tutti
loro Sky, stiamo sorridendo. Aspettiamo questo momento da troppo tempo,
ed essere qui ora credo sia uno shock per entrambe le parti. Uno shock,
però, tanto atteso.
Anche se è la prima volta che li vedo, mi sembra di conoscerli
già tutti quanti da quanto ne abbiamo parlato, ovviamente
però tenendo il loro vero nome segreto.
Senza fare nomi o altro, i fondatori di entrambi i gruppi fanno
improvvisamente un passo avanti, io compresa. E' come tra due squadre,
quando i capitani si salutano. Max e Killian per gli Sky, io e Steve
per i Cloud. Il concetto di come si sia stabilito chi siano i leader
è leggermente differente per i due gruppi: nel primo, i leader
sono i primi due Sky mai esistiti, per questo anche i più vecchi
di età, con diciotto e diciannove anni. Nel secondo, invece, io
e Steve lo siamo diventati senza una particolare regola, semplicemente
siamo stati noi ad iniziare tutto.
Ed ora, per la prima volta, ci stiamo fronteggiando.
"A nome di tutti noi," Killian si fa avanti, andando dritto di fronte
ad Ellis. "Complimenti. Siete stati bravissimi, pur non avendo alcun
genere di potere vi siete mossi meglio di come probabilmente avremmo
potuto fare noi."
"Ci siamo divertiti." risponde allora Steve, annuendo. "E' stato un
buon modo per riprenderci dalla vostra partenza, per tutti quanti,
anche a distanza di anni. Quindi grazie."
Il ragazzo biondo accanto a Killian, Max, si avvicina a me: "Allora
Jonah non sbagliava quando diceva che saresti stata capace di fare la
rivoluzione. Non è poco ciò che hai fatto per una ragazza
della tua età."
"Solo perché tu hai diciotto anni non vuol dire che io sia
piccola." ribatto allora, sorridendo allo Sky di Chris di fronte a me.
"Siamo veramente contenti di essere di nuovo qui con voi, anche se
abbiamo appena rischiato di essere scoperti, certo."
Max e Killian sorridono, ma il sorriso che riesco a vedere prima di
tutti è quello di Jonah. Lui, che accanto ad Alakei mi guarda
con un'espressione sollevata, la stessa che ho io.
"Non per rovinare l'atmosfera, ma dovremmo tornare a lezione." lo Sky
di Lauren, Tom, si fa avanti alzando la mano. "Vi ricordo che il tempo
ha già ripreso a scorrere."
Max e Killian annuiscono, e quest'ultimo agita la mano: "Ci vediamo stasera, Cloud!"
Tutti noi ricambiamo con lo stesso saluto, osservando i nostri
completamente-vestiti-di-nero amici. E' una tristezza vederli girare,
devo ammetterlo.
Controllo l'orologio per l'enesima volta, il tempo sembra non passare mai.
Siamo tutti e sette raccolti nella camera di Alakei, Jonah e Jude dato
che volevamo evitare spiacevoli incidenti, non si sa mai che a quei due
tipi possa tornare in mente di dover entrare nella camera degli altri
quattro Sky. Abbiamo passato la mattinata a raccontarci come era andata
la nostra rispettiva riconciliazione col nostro Sky, ma dalle tre non
abbiamo avuto più niente da dirci. Ora Philip e Asher stanno
chiacchierando da tempo indeterminato, Steve sta scrivendo qualcosa
sul suo quadernino degli appunti, Chris è steso sul letto di
Jonah e sta dormendo, Nick sta giocherellando col suo cellulare, Lauren
è stesa sul letto di Jude, io su quello di Alakei, e stiamo entrambe
ascoltando la musica. Sembriamo un gruppo di adolescenti depressi a
vederci così, lo giuro.
Probabilmente è anche colpa della tapparella completamente
abbassata, l'unica luce è quella dell'abat-jour che è
accesa da qualcosa come cinque ore. Del resto se non ci vogliamo far
vedere questo è il prezzo da pagare.
Chiudo gli occhi per un istante, ma non faccio nemmeno in tempo a
respirare che il lampadario viene acceso improvvisamente, causandomi
uno shock alla vista non da poco. Fortuna vuole che non è
qualcuno che ci ha scoperti, ma bensì tutti gli Sky al completo.
Mi chiedo cosa stiano architettando, il piano era di chiamare i quattro
Cloud che dovevano cambiare stanza quando gli Sky si erano già
sistemati.
Sfilo così una cuffietta, giusto in tempo per vedere che ogni
Sky si avvicina al suo Cloud e Jonah a me, appoggiando i gomiti sul
letto.
"Sembrate un gruppo di depressi."
Che avevo detto?
"Lo so." rispondo soltanto, strofinandomi gli occhi. "Che ore sono?"
"Le otto e ventidue minuti. Vi abbiamo portato qualcosa da mangiare, ora ci lasciano un'ora e mezza liberi."
Annuisco, aprendo il sacchetto bianco che Jonah ha messo vicino a me: "Com'è stata la giornata?"
Lui alza le spalle: "Al solito, siamo solo in un altro posto. L'unica
differenza è che ci siamo allenati all'aperto, tra l'altro ci
hanno fatto stare con gli altri. Vedessi come ci guardavano, sembrava
che ci stessero odiando con tutte le loro forze. Perfino quelli del
gruppo col controllo del movimento mi guardavano male, ti pare
possibile?"
Do una veloce occhiata in giro, tutti quanti stanno parlando con loro
Sky, è un'immagine davvero bella. Ritorno così subito su
Jonah, sorridendogli mentre addento il panino: "No, ovviamente. Ma a
quanto pare siamo entrambi visti come degli emarginati, con la
differenza che almeno la tua esistenza è conosciuta."
"Da più o meno centoquaranta persone, considerata la mia famiglia
e i professori." fa un leggero sorriso, soffermandosi su di me per un
attimo. Okay, questo suo sguardo mi sta mettendo a disagio.
"Cosa c'è?" alzo le sopracciglia, incuriosita. Forse non comprende il mio modo di mangiare, che ne so.
In tutta risposta, lui sorride: "Tutti questi discorsi, queste
domande...ho sempre pensato che non sarei più stato capace di
farli con te. E invece sei qui, se è incredibile per te lo
è il doppio per me."
Potrei avere milleduecento reazioni più appropiate, ma l'unica
cosa che riesco a fare adesso è gettare le braccia al suo collo
e stringerlo a me. Il panino credo sia da qualche parte sotto di me,
non oso nemmeno immaginare dove, e ammetto di non essere poi
così comoda dato che sono per metà stesa e per
metà aggrappata a Jonah. Non immagino quale parte di lui avrei
abbracciato se fossi stata sul letto in basso. In ogni caso però
fortuna vuole che io mi trovi sul letto superiore, e che dopo i primi
secondi di smarrimento Johnatan abbia appoggiato le mani sulla mia
schiena, abbracciandomi a sua volta.
"Mi sei mancato." confesso sottovoce, sperando che nessun altro mi
senta anche se non c'è effettivamente pericolo dato che ognuno
è impegnato a fare dell'altro.
"Cosa credi?" mi chiede lui sussurrando al mio orecchio, stringendomi
leggermente di più. "Mi sei mancata anche tu. Mi dispiace tanto
Riley, tu non puoi immaginare quanto. E' colpa mia se ora sei costretta
a vivere così, non è nemmeno una vita la tua. Se solo
avessi saputo a cosa ti avrei messa di fronte non l'avrei mai fatto, te
lo giuro. Sono stato un incosciente a dirti dei miei poteri, se potessi
torn-"
"Ti sei sempre scusato troppo." lo interrompo, allontanandomi dalle sue
spalle per sorridergli. "Alla fine ci siamo ritrovati, è tutto a
posto adesso."
"Abbiamo solo due giorni, non una vita intera."
Beh, devo ringraziare il qui presente Johnatan Lewis per avermi detto qualcosa che non mi era mai nemmeno passato per la testa!
"Dai?" gli chiedo retoricamente, prima di scuotere la testa mentre
ridacchio come un'ebete. "Ma ora almeno so che stai bene. E' già
tanto."
Il rosso sbuffa, facendo fluttuare per qualche istante i ciuffi rossi:
"Ci penseremo, okay? In ogni caso, ora volevamo andare fuori. I nostri
professori hanno detto che noi Sky abbiamo il retro del giardino tutto
per noi, hanno troppo da fare per venire a controllare. Ci stai?"
"Perché mai dovremmo andare fuori?" gli chiedo, la mia pigrizia come sempre ha il sopravvento.
Il rosso sgrana gli occhi, sorpreso: "Da quanto tempo non respiri un po' d'aria? C'è la neve fuori!"
Neve?
Non ho bisogno di sentire altro.
Scatto così giù dal letto, sentendo un'ondata di vita far
battere il mio cuore: "Cloud, si va a giocare sulla neve!"
Inutile dire che, come poche ore fa, la prima risata che sento è quella di Jonah.