STONEHENGE
1600 a.C. (ORE 17.30)
-
Dovremmo andare su Skaro e fermarli sul nascere – urlava
Dieci.
-
Dovremmo cercare di capire chi è il tizio che ci ha avvisati
– ribatteva Undici
-
Dovreste piantarla e starmi a sentire. Andremo su Gallifrey prima che
arrivino e
li aspetteremo al varco – disse Dodici per zittirli,
ovviamente senza
riuscirci.
Amy
se ne stava seduta su una delle grandi rocce che formavano Stonehenge,
la testa
che ciondolava da un lato all’altro, con lo sguardo perso
mentre ascoltava i
deliri dei tre Dottori che giocavano a chi aveva il cacciavite
più lungo da più
di un’ora. Avevano chiarito, anche se con qualche protesta,
che sarebbero
partiti tutti. Il problema era PARTIRE.
Nessuno
dei tre sembrava ascoltare ciò che dicevano gli altri.
Nessuno dei tre sembrava
voler fare un passo indietro. Nessuno dei tre diminuiva il tono delle
urla,
anzi sembravano farsi più assordanti minuto dopo minuto.
Amy
non apriva bocca da un po’, sapeva che se lo avesse fatto
sarebbe scoppiata e
non voleva ancora dar fuoco alle polveri, la situazione era
già
sufficientemente delicata anche se quei tre non sembravano rendersene
conto.
Anche Rose seduta al suo fianco aveva uno sguardo esasperato e si
teneva la
testa tra le mani mentre fissava attonita la scena. Clara invece, era
diversa,
e lo era in un modo che trasmetteva pura tranquillità ad
Amy. Non sapeva
esattamente cose le facesse provare quella sensazione. Se ne stava
ferma in
piedi con la schiena contro una roccia, e al contrario di loro non
fissava quei
tre testoni con sguardo annoiato o furioso, lei sorrideva. Era come se
non
volesse perdersi neanche un secondo di ciò che accadeva,
come se tutto ciò che
desiderava fosse finalmente d’avanti a lei. Era come se
guardasse… era come…
Amy
seguì il suo sguardo fino in fondo e si rese conto che,
Clara non prestava
attenzione a l’intero scenario. Clara guardava…
-
Perché non ci dividiamo allora, visto che con voi due
è impossibile ragionare –
La voce del suo Dottore la ridestò dai suoi pensieri.
– Non ne posso più –
sussurrò affondando il viso contro il petto di Rory, seduto
al suo fianco, che
iniziò ad accarezzarle la schiena per tranquillizzarla.
-
Bene allora ognuno per la sua strada e tanti saluti – disse a
quel punto Dieci,
dando le spalle agli altri avviandosi verso il suo TARDIS. –
Va bene, basta
così – Amy scattò in piedi senza
neanche rendersene conto – Voi tre, piantatela
– disse quando li raggiunse e li pietrificò con lo
sguardo.
-
Amelia ascolta… - - Sta zittò Dottore o giuro che
ti faccio tacere io – lo
interruppe lei seria a tal punto che lo video quasi sbiancare. Per
fortuna
anche gli altri seguirono il suo esempio. – Visto che a
quanto pare voi tre non
riuscite a comportarvi in modo maturo… - iniziò
mentre gli altri le si
affiancavano e i tre Dottori si scambiavano sguardi di sfida, - Credo
che
nessuno di voi tre debba prendere le redini, infatti lascerete il posto
ad uno
di noi -.
Cadde
il silenzio, tutti gli sguardi si posarono su lei, ma nonostante
sentisse la
pressione, rimase ferma nella sua posizione e non distolse lo sguardo
dai tre
Dottori. – Amy cosa stai… - - Tranquillo tesoro so
quello che faccio – disse a
Rory cercando di mantenere un tono autoritario quando in
realtà era in preda al
panico.
-
Voi tre insieme, dovreste essere la più grande speranza mai
esistita, ma non
riuscite nemmeno a conversare senza litigare come bambini. Quindi visto
che
oltre alla vostra vita, l’intero universo è in
pericolo, mi perdonerete se
penso che l’unica possibilità di salvezza non
debba finire in mano a tre
poppanti irresponsabili -.
-
Quindi pensi che la soluzione sia quella di dare il comando a te?
– chiese
Dieci in tono ironico, ma Amy sostenne il suo sguardo e sorrise
– Non a me… a
lei – disse indicando Clara alla sua destra che la
guardò come se fosse
impazzita – Amy che dici? –.
-
Lei ci ha portati qui. Ha messo in pericolo la sua sicurezza per
riunirci e,
visto che non lo avete chiesto, ha già provato a risolvere
il problema da sola
andando su Skaro e cercando di rintracciare l’uomo che
l’ha contattata –
Dodici
rivolse a Clara uno sguardo pieno di sorpresa – Non me ne
avevi parlato - -
Volevo parlarne a tutti ma siete stati un po’ impegnati -.
– Mentre voi tre
perdevate tempo, Clara ci ha raccontato l’intera storia
– continuò Amy sempre
più sicura della propria presa di posizione. Vide Dodici
scambiare uno sguardo
complice con Clara – Cosa non mi hai detto esattamente?
– chiese lentamente
avvicinandosi a lei.
Clara
sostenne il suo sguardo per qualche secondo, Amy vide una luce nei suoi
occhi
in quel momento, - Non si può atterrare su Skaro nei momenti
che precedono la
partenza del loro TARDIS – iniziò Clara rivolta a
tutti loro – Ci ho provato e
riprovato, ma si finisce per atterrare sempre un secondo dopo la loro
partenza
-.
I
tre Dottori si scambiarono sguardi perplessi, pieni di domande, o forse
pieni
di risposte che non erano pronti a condividere. – Forse hai
cablato male i
parametri – azzardò Undici con nessuna convinzione
nella voce, ma con invece la
lieve speranza che potesse essere quello il motivo. –
Clara… - la incitò Amy.
-
Credetemi ho provato ogni manovra, ogni stratagemma, anche ogni
imbroglio
possibile – continuò Clara in tono di sconforto
– Non possiamo fermarli, andando sul loro pianeta
– sentenziò sicura infine rivolgendo al suo
Dottore uno sguardo che dolcemente
le poggiò una mano sulla spalla per rassicurarla, prima di
rivolgersi agli
altri
-
Protezioni del vortice – disse Dieci dopo qualche istante di
silenzio tombale. –
Cosa sarebbero? – chiese Rose al suo Dottore –
Precauzioni speciali che
impediscono di fermare un viaggio temporale, sono come interferenze di
protezione per le macchine del tempo.
–
Ma come? – chiese Undici più a se stesso che agli
altri – Le protezioni del
vortice sono fra i più antichi segreti dei Signori del
tempo… - continuò
interdetto dal puzzle che si stava delineando sotto i suoi occhi
– Come possono
i Dalek aver appreso i nostri segreti più antichi e
custoditi?... come è
possibile? – chiese, ma quella risposta sembrava impossibile
da trovare.
-
E’ ora di muoversi – disse Rory fermo prendendo Amy
per le spalle – E sono d’accordo
con Amy; se Clara è d’accordo, dovrebbe essere lei
a guidare questo viaggio. -
Approvo anch’io - disse Rose mettendosi al loro fianco e
sfoggiando un sorriso
d’incoraggiamento per Clara.
-
Bene allora signorina Oswald… - iniziò Undici
all’improvviso spiazzandoli tutti
– Cosa vuoi fare? -. Clara lo guardò sorpresa
– Andiamo su Gallifrey, sono
riuscita ad intercettare le coordinate esatte di atterraggio nel mio
ultimo
tentativo di fermarli, e
combattiamo –
disse infine raccogliendo la sfida. Amy sorrise contenta, era la scelta
giusta
affidare a lei il comando, lo sentiva, e ne ebbe la conferma quando
nessuno dei
tre testoni disse ribatté al riguardo, anzi si scambiarono
sguardi d’intesa per
la prima volta. Clara rivolse a Amy lo stesso d’intesa come
ringraziamento muto
per aver sbloccato la situazione e poi guardò il suo Dottore
per avere un’iniezione
di coraggio.
-
Ai TARDIS dunque signori, si parte – disse Dieci sorridendo a
Rose e facendo
segno di avviarsi al loro TARDIS, ma Clara fece un passo avanti e lo
fermò – In
realtà veniamo tutti col tuo TARDIS – gli disse
guadagnandosi il suo sguardo
più sconcertato, - Come scusa? – chiese lui quasi
senza fiato e Clara gli
sorrise – Vedi sarà già un miracolo
tenere il stabile il tempo con voi tre che interagite,
direi che potremmo evitare tre versioni dello stesso TARDIS nello
stesso posto
visto che così eviteremmo anche di far saltare
l’universo -. – E perché proprio
il mio? – chiese Dieci quasi esasperato. –
Perché il tuo è quello che manca da
meno tempo su Gallifrey, avrà meno interferenze con voi tre
a bordo -.
Amy
scoppiò a ridere, tutto nell’espressione di Dieci
urlava contro l’idea
inimmaginabile di tutti loro nello stesso TARDIS, ma non poteva
obbiettare a
nulla che Clara aveva detto. Rose gli si avvicinò e gli
prese il braccio, lui
la guardò negli occhi, non si dissero nulla, ma Amy vide lo
sguardo del Dottore
addolcirsi lentamente. Rivolse a Rory un sorriso, senza un motivo vero
e
proprio, aveva solo bisogno di guardarlo negli occhi e lasciare che lui
appoggiasse le sua labbra sulla sua fronte. Amy chiuse gli occhi
perdendosi in
quell’istante perfetto di pura calma ed era sicura che anche
Rory stava facendo
lo stesso.
-
Andiamo! – disse Dieci infine e si avviò mano
nella mano con Rose. Dodici e
Clara lo seguirono mentre il loro Dottore si avvicinò a loro
con sguardo serio.
– Possiamo sempre andare a Rio… - disse. Amy si
staccò dolcemente da Rory e
sistemò il cravattino del suo Dottore, - Non se ne parla
testone – disse sorridendo,
il Dottore non rispose, l’abbracciò e si
avviò insieme a loro nel TARDIS che
quattordici anni prima, Amy aveva visto cadere dal cielo e gli aveva
cambiato
la vita.
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