"Ti
posso spiegare pulce" dice il ragazzo che ho davanti. Un ragazzo
che conosco fin troppo bene e in cui avevo riposto una cieca fiducia.
Un ragazzo che mi ha abbandonato.
"Cosa
mi vuoi spiegare? Vuoi spiegarmi perché mi hai mentito o
perché hai
finto di essere morto? Pensavo che ci fidassimo uno dell'altro
Brandon. Pensavo che non mi avresti mai mentito... ma a quanto pare
mi sbagliavo."
"Pulce
sono stato costretto a lasciar.."
"Fanculo
Brandon, non ti credo più".
Sono
delusa e ferita. Avevo fiducia in lui, ma a quanto pare non ci si
può
fidare nemmeno del proprio sangue.
Me
ne voglio andare. Non voglio starlo a sentire; vorrà
rifilarmi altre
menzogne.
Faccio
per andarmene ma Brandon mi ferma per un braccio.
"So
che non sei pronta ad ascoltarmi ma se non te lo dico adesso sento
che potrei scoppiare" inizia.
Lo
guardo negli occhi cercando di capire il suo stato d'animo.
Scavo
a fondo nei suoi occhi grigi, cercando di capire se vuole mentirmi.
E
poi me ne sono resa conto: riesco a sentire il battito del suo cuore
in modo distinto. Un' altra mutazione. Quanto sarà
passato?
Il
suo cuore corre veloce, troppo veloce per una persona normale.
Ma
qui nessuno è normale, non più.
"Cosa
ti è successo?" sussurro, il groppo in gola.
Pensavo
di star perdendo la capacità di provare dei sentimenti, o
qualsiasi
cosa, ma a quanto pare non è così.
"Quel
giorno non sono morto, o per meglio dire si sono morto ma poi ho
riaperto gli occhi e ho ripreso a respirare. Tu te ne eri
già
andata.
Quando
sono stato contagiato, ho avuto una paura fottuta. Essere contagiati
voleva dire andarsene, in un modo o in un altro e lasciarti da sola,
a patire tutto questo inferno e non volevo farlo per nulla al mondo.
Una
notte poi ho incontrato Amanda, la sorella di Matt" dice
indicando il ragazzo con cui avevo dormito tutta la notte e che
sembrava tutto tranne che una ragazza.
"aveva
cambiato forma davanti a me e mi aveva detto che sapeva cos'ero e che
avevano bisogno di me." dice indicando le persone che ci
circondano "Quella notte li ho incontrati e mi hanno spiegato
quello che avevano in mente di fare. Ho passato la notte a rimuginare
sul da farsi e poi è successo quello che è
successo ".
"Sei
un combattente?" gli chiedo.
"Si"
"Devo
parlare con Matt" dico rivolta a sua sorella che sembra il capo
della situazione.
Poi
rivolgendomi a mio fratello dico " non so cosa pensare..non so
se crederti. Potevi dirmi la verità. Non sono stupida, mi
ero
accorta che eri un contagiato e aspettavo solo di vedere cosa ti
sarebbe accaduto".
"Pulce,
io ti voglio bene. So che tu adesso non puoi capirmi perchè
sei
ancora sana ma..." inizia.
Lo
fermo subito "Sono una contagiata, l'ho preso da te il virus"
dico squadrandolo in ricerca di qualche reazione.
"NO.
Non è possibile, sono stato attentissimo." dice incredulo"
Quanto mi dispiace pulce" dice avvicinandosi e cercando di
abbracciarmi. Io faccio un passo indietro diffidente.
Come
può aspettarsi che io lo abbracci adesso. Dopo che mi ha
mentito.
Non sarà così semplice tornare a fidarmi da lui.
"Da
quanto sono svenuta? " chiedo. Non deve mancare molto alla fine
della mutazione.
"
Un paio d'ore" dice un ragazzo che ha le orecchie da coniglio
"Io sono Henry comunque" arriccia le orecchie, è strano.
"Precisamente
quanto?" chiedo in apprensione.
"7
ore più o meno".
Mi
mancano solo 2 ore e poi tutto cambierà. Cosa mi
succederà?
Continuerò a vivere o morirò? Sarò la
stessa o cambierò
irrimediabilmente?
"Posso
parlare con Matt ora?"
"È
in ricognizione, tornerà tra poco " dice un omone di colore
semi sdraiato su una sedia mentre digita al computer con... i piedi.
Curioso. "Sono Shadow" dice facendomi l'occhiolino.
"Quanti
siete? Dov'è questo posto? E perché io ho dovuto
dividere il letto
con lui?" chiedo indicando Amanda.
"Sono
una ragazza " sottolinea lei.
"A
letto non lo eri" ribatto io.
"Mmh,
situazione scottante " ci scherza su Henry.
"Per
rispondere alle tue domande dovrai aspettare Matt; è lui il
capo"
dice Shadow.
"Perfetto,
è perché il capo si è scomodato ed
è venuto a prendermi?"
chiedo, il tono ironico.
"Perchè
ci servi" dice Matt facendo la sua entrata in scena al fianco di
due ragazze e un ragazzo.
"Vieni,
andiamo a parlare di là" dice iniziando a incamminarsi verso
il
corridoio da cui ero venuta, diverso da quello da cui era spuntato
lui.
Camminiamo
al buio, la strada è la stessa. Non è che la
stanza in cui ho
dormito...
"Si
hai dormito nella mia stanza, con me" .
Non
vedo nulla ma ho la sensazione che stia ghignando.
Ragioniamo:
Matt,
se così si chiama, è uno stronzo che mi ha
mentito perché,
ovviamente, non è un contagiato ma bensì
è un combattente. In
realtà la situazione è pure peggiore
perché lui è il loro capo e
ha detto che gli servo. Ma a cosa? E perchè mi hanno portato
qui?
E
poi , mio fratello è ancora vivo e mi ha mentito. Cosa devo
fare con
lui? Devo perdonarlo? Sono felice di averlo ritrovato ma posso
davvero fidarmi di lui?
"Smettila
di pensare troppo" dice entrando nella sua camera da letto "si,
mi chiamo Matt e sono un combattente, in realtà questo
gruppo
l'abbiamo creato io e mia sorella"
"bel
tipetto tua sorella" dico ironica "perchè me la sono
ritrovata a letto nuda?"
"Ah,
questo non lo so" ride "magari le piaci".
"Su
cos altro mi hai mentito?" chiedo irritata. Odio che mi si
menta.
Mi
fissa serio "su nulla".
"Sei
sicuro? È l'ultima possibilità che ti do per
dirmi la verità"
fisso i miei occhi nei suoi. Se ora non mi dice tutto e poi spunta
fuori qualcosa, giuro che gliela farò pagare cara.
La
sua maschera si incrina per un secondo ma poi mi sorride "certo
che sono sicuro".
"Perché
sono qui Matt?". Sono confusa, io non sono una combattente. A
cosa potrei mai servir loro?
"Sei
qui perché il virus in te si è manifestato in
modo diverso dagli
altri; ti abbiamo fatto degli esami, ti abbiamo studiato. Sei tu in
realtà che hai infettato tuo fratello. Dai test è
emerso che hai
sviluppato capacità che vanno al di là di quello
che ci saremo mai
aspettati. Tu non hai subito mutazioni fisiche perché ne hai
subite
a livello cognitivo e sensoriale più di quelle che si sono
manifestate in tutti i combattenti esaminati fino ad ora. Sono
più
di tremila" sorride "sei unica Veronica".
"Ma
com'è possibile tutto questo? Perchè non me ne
sono accorta prima?"
sono ancora più confusa.
"Non
lo sappiamo ancora" dice tornando serio.
"Non
hai ancora risposto alla mia domanda, perchè sono qui?"
"Perchè
abbiamo bisogno di te. Nell'ultimo periodo i centri mobili che
trasportavano il vaccino sono stati distrutti e così i
centri fissi
nei punti più vicini a qui. Pensiamo che vogliano delimitare
la zona
il più possibile per poi distruggerla. In fondo l'infezione
è
partita da questa zona"
"Ma
che senso ha? L'infezione si è diffusa nel resto del mondo"
"Questo
non è propriamente vero. L'infezione si è diffusa
ma è stata quasi
del tutto neutralizzata in Europa ed è localizzata in altri
pochi
paesi del mondo. Ma quì è diverso, il virus si
è esteso troppo
quindi vogliono risolvere il problema radendo al suolo l'intera zona"
"Quindi
vogliono sterminare migliaia di persone. È questo che mi
stai
dicendo?"
"Si.
È così. Non possiamo lasciarglielo fare. Ci sono
in gioco le vite
di famiglie intere e quelle di troppi bambini. Noi vogliamo impedire
tutto ciò, per questo abbiamo bisogno di te. Abbiamo bisogno
delle
tue capacità, possiamo salvare quelle vite".
"Qual'è
il piano?".
Sono
decisa ad aiutarli, costi quel che costi, io salverò quelle
persone.
"Dobbiamo
trovare un modo per diffondere il vaccino e, dobbiamo trovare una
cura per gli infetti. Ma noi non ne abbiamo le capacità,
mentre tu
si"
"Quindi..
mi stai dicendo che devo trovare una cura? Sei impazzito?Nessuno l'ha
ancora trovata. Nemmeno gli scienziati con più esperienza
nel campo;
come puoi pretendere che una studentessa come me che, prima di tutto
questo aveva solo iniziato il college possa trovarla? Anche con le
mie nuove capacià non ci riuscirei".
Ho
gli occhi fuori dalle orbite, me lo sento. Come può credere
che io
possa fare una cosa del genere? Non ce la farò mai.
"
Ci riuscirai, non hai ancora sviluppato il tuo cervello al 100% ma lo
farai. Sei la nostra ultima e unica chance"mi guarda fiducioso.
La sua vita, il suo mondo è nelle mie mani..e io, sono
terrorizzata.
"Io credo in te".
Si
avvicina e poggia le sue mani sulle mie spalle "io credo in te".
"Ok,
lo farò. O almeno ci proverò".
"Quanto
tempo abbiamo? " gli chiedo mentre ci dirigiamo verso la sala
riunioni.
"Due
settimane prima che inizino a chiuderci ermenticamente quà
dentro.
Tre alla fine"
"Già
che c'eri perchè non mi hai rapita il giorno prima della
fine del
nostro mondo?" dico sarcastica.
Una
giornata perfetta devo dire; ho scoperto che mio fratello è
vivo,
che sono una combattente con poteri strani e che la vita di tutti noi
è nelle mie mani.
Non
potrebbe andare peggio di così.
"Potrebbe
piovere" dice ghignando.
"Ha-ha.
Guarda quanto sto ridendo. Il tuo umorismo fa schifo" sono
nervosa, non so come fare.
"Ti
aiuteremo a sviluppare le tue capacità, Shadow ti
aiuterà con la
realizzazione pratica dello strumento con cui diffonderemo il vaccino
mentre io e tuo fratello cercheremo di fornirti dei libri e quante
più informazioni sul virus così che tu possa
sviluppare la cura".
"Lui
lo sa? Sa cosa sono?" chiedo entrando finalmente nella sala
riunioni, tutti sono seduti e ci fissano.
"No,
sa solo ciò che gli hai detto tu".
Ci
sediamo. Mi presenta a tutti.
"Lei
è la nostra soluzione" mi indica "ha capacità
straordinarie che potrebbero salvarci tutti. Purtroppo la sua
trasformazione non è ancora completa e perciò ha
bisogno del nostro
aiuto".
Guardo
mio fratello, è sconvolto. "Cosa? Ma...quando è
successo?"
chiede.
"E
cosa avrebbe di così speciale da essere la nostra salvezza?"
chiede una delle ragazze che avevo visto tornare poco prima da una
missione. È di una bellezza particolare anche se a quanto
pare è di
un'antipatia unica.
È
affetta da eterocromia, ha un occhio verde e l'altro azzurro. Oltre
ciò ha una cicatrice sul sopracciglio destro e una folta
chioma
bianca naturale.
Questa
ragazza mi irrita.
Matt
riporta a tutti ciò che ha detto a me, punto per punto.
La
riunione finisce poco dopo e io sono esausta. Ho bisogno di dormire,
cosa strana visto che sono rimasta svenuta per sette ore.
Gli
occhi mi si chiudono da soli. Vedo per un secondo tutto nero e le
gambe non mi reggono.
"Ehi,
stai attenta" mi dice una voce sconosciuta afferrandomi al volo.
"Scusa,
deve essere un calo di zuccheri" dico rimettendomi in piedi.
"Tranquilla,
io sono Jason."
"Piacere
di conoscerti, io sono Veronica" dico sentendo la testa girare
"devo sedermi".
Jason
mi accompagna ad un divano che non avevo notato e mi fa sedere.
"Vuoi
che ti porti qualcosa o chiami qualcuno?"
"Brandon,
chiamami Brandon" dico prima di sdraiarmi e chiudere gli occhi.
"Pulce,
è tutto ok?" sento pochi secondi dopo.
"Brandon,
codice 007" mormoro socchiudendo gli occhi. Lui capisce subito e
corre in un posto a me sconosciuto. Siggillo gli occhi, ho un'
emicrania martellante in corso. Poi sorrido, i ricordi che
riaffiorano.
Abbiamo
iniziato ad usare questo codice quando avevo 9 anni, dopo ver visto
James Bond. A pensarci adesso mi viene da ridere perché
da allora soffrivo di cali di zucchero improvvisi.
Ricordo
che il giorno in cui abbiamo visto il film, facemmo un patto: ogni
qual volta mi fossi sentita male avrei dovuto dire "codice 007"
e lui sarebbe corso a prendermi gli orsetti gommosi per farmi sentire
meglio.
E
questa "tradizione" è rimasta invariata nel tempo pur non
avendo più cali di zucchero dall'età di 15 anni.
E
questa cosa mi fa pensare: Brandon è ancora il mio
fratellone, mi
vuole ancora bene come allora.
"Ecco
a te pulce" dice dandomi gli orsetti.
"Dove
li hai presi? Non pensavo circolassero ancora" dico
sorridendogli e cercando di sedermi. Poi gli prendo la busta dalle
mani.
"Ho
una scorta da parte, solo per te. Mi hanno sparato per quegli orsetti
ma avrei fatto qualsiasi cosa per prenderli" dice sorridendomi
preoccupato accarezzandomi la fronte "come ti senti?".
"Meglio.
Ti voglio bene Brandon" dico abbracciandolo.
Ci
stringiamo per un tempo infinito, mi era mancato così tanto.
Sembrano passati anni dall'ultima volta in cui ci siamo visti.
"Mi
sei mancata tanto pulce" dice stringendomi più forte.
Quando
ci stacchiamo ci guardiamo negli occhi, entrambi lucidi, e scoppiamo
a ridere.
"Riesci
ad alzarti?" chiede, un velo di preoccupazione negli occhi.
"Si,
andiamo a dormire?" chiedo sorridendogli stanca.
"Io
sono di guardia stanotte ma se vuoi puoi dormire comunque nel mio
letto" dice ricordandomi di quando mi addormentavo nel suo letto
quando eravamo piccoli, mi piaceva immergermi nel suo profumo. Mi
ricordava tanto quello di papà.
Annuisco.
Mi
accompagna nella sua stanza e mi da la buona notte. Ha il turno fino
alle due e mezza poi tornerà in camera.
Mi
sdraio sul letto a due piazze immergendomi tra le sue lenzuola, e
accompagnata dal suo profumo cerco di prendere sonno ma non ci
riesco. Ho freddo, e le sue lenzuola mi fanno pensare a mamma e
papà
e ai momenti senza di lui quando, disperata, ci dormivo da sola tra
quelle lenzuola.
Non
voglio stare da sola. Non voglio stare da sola. Non voglio stare da
sola.
Quando
finalmente mi decido a scendere dal letto e raggiungere mio fratello,
sento bussare alla porta; una, due volte.
È
passato troppo poco tempo perchè sia Brandon. È
allora chi è?
Mi
alzo dal letto e mi dirigo verso la porta. Aspetto ancora qualche
secondo e poi sento bussare una terza volta.
Apro
la porta e lo vedo.
"Cosa
ci fai qui?"
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